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Le donne e gli uomini non sono cambiati, oggi sono come ieri

di Anemone

Leggo spesso su questo sito questa costante detta dagli uomini che le donne di oggi non sono come le donne di altri tempi… io mi sono sinceramente rotta di sentire queste solite storie, sono ovviamente dettate dalla perdita della donna che si amava, ma credete davvero che nel passato le donne non erano come ora? eccovi cosa si può imparare dalla letteratura.
Questo scritto è preso da un film, ma cita Moliere e il Misantropo, la sua opera, scrittore del 1600! non solo, alla fine c’è una citazione di De Musset, scrittore dell’800!! di che parliamo quindi? anche loro dicevano le stesse cose che dite voi, dunque non c’è distinzione tra donne di ieri e oggi che le prime amavano di più e oggi non sanno amare! io mi sono rotta di sentire ste storie, sputate veleno solo per le delusioni che vi son capitate, ma per tante donne che si comportano male ci sono altrettanti uomini bugiardi e falsi che tradiscono o che lasciano di punto in bianco le loro partner, quindi smettiamola con questo razzismo di genere! fate una figura di bambini, che piangono perché gli hanno rubato la marmellata. e allora? possono succedere queste cose, nella vita può capitare che un amore può finire (era esattamente così anche nei secoli passati, e anche 60 anni fa, solo che c’era l’obbligo di stare insieme. sarebbe stato meglio per voi che una donna vi stesse accanto per obbligo sociale secondo voi? pensando di tradirvi e anche facendolo ma tornando poi da voi perché era brutto in società divorziare? insomma cari uomini lagnosi volete crescere??)
ecco il testo che ho citato, preso dal film “l’etudiant”:

“Per me” dice Valentine, “nelle incoerenze dell’amore trattate da Moliere, amare ciò che non conviene è la molla più sovente utilizzata, perché contiene un impatto drammatico eterno e pone la dolorosa questione della difficoltà di amare.
Amare ciò che non conviene, sorgente di errori e di conflitti, spinge i personaggi alla scelta cruciale dell’amore: la scelta tra l’amore tout court e l’amore di sé. […]
Moliere solleva ante litteram uno dei problemi fondamentali delle coppie moderne: l’indipendenza della donna.
Ciascuno dei due eroi muove ed anima il suo universo, li confrontano ad armi uguali e questi universi sono irriducibili l’un l’altro.
E questa passione irragionevole che Alceste (il protagonista de “Il Misantropo, n.d.r.) combatte, questa passione è a volte profondamente toccante.
Quando per esempio Alceste, il puro, l’intransigente, il nemico fanatico della menzogna, supplica Celimene (la donna di cui Alceste è innamorato, n.d.r.) di mentirgli.
Atto quarto, scena terza: “Sforzatevi di apparire fedele ed io mi sforzerò di credervi tale”.
Nel quinto atto egli spera ancora di cambiarla ma è una chimera, non si può cambiare un essere e non si ha il diritto di esigere questo cambiamento.
Attraverso delle scuse imbarazzate, nel linguaggio prezioso del XVII secolo, ciò che Celimene vuol far comprendere ad Alceste, ciò che lei vuole dirgli è: “Se mi ami, accetta me come sono perché io non cambierò. Tu accetta me come sono ed io accetterò te come sei”.
Alceste è intransigente, egoista, possessivo. Celimene è leggera, irresponsabile, infedele. Ma se accettassero i loro difetti, se riuscissero a sorridere delle loro differenze sarebbe la vittoria dell’amore sull’amor proprio. Solo che questi sacrifici non sono degni che di un grande amore.
E come si riconosce un grande amore?
Il giorno in cui ci si accorge che l’unico essere al mondo che può consolarvi è quello che vi ha fatto del male, allora si sa che si è una coppia.
“Il Misantropo”: commedia o tragedia?
Monsieur (il fratello del re Luigi XIV, n.d.r.) diceva uscendo da una rappresentazione: “Quando si smette di ridere, bisognerebbe piangere!” ed è vero: assistere al fallimento di un grande amore è terribilmente triste, immaginare i due eroi ricacciati nel deserto della loro solitudine è una desolazione.
Io credo sia questo il messaggio di Moliere giunto a noi attraverso il tempo.
E’ a voi, se permettete, che questo discorso è diretto: c’è qualcuno tra voi che ama abbastanza l’essere che dice di amare da preferire la sua felicità alla propria? Da lasciarlo vivere al suo ritmo, piangere delle sue delusioni, ridere delle sue gioie?
E terminerei con queste parole di Alfred De Musset:
“Tutti gli uomini sono bugiardi, incostanti, falsi, chiacchieroni, ipocriti, orgogliosi e vili, vigliacchi e sensuali. Tutte le donne sono perfide, vanitose, artificiose, curiose, depravate. Ma se c’è al mondo una cosa santa e sublime è l’unione di questi due esseri così imperfetti e vuoti.”
“Non Si Scherza Con L’Amore”, scena seconda, atto quinto.”

Lettera pubblicata il 5 Febbraio 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 27 commenti

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  1. 1
    omorana -

    è cambiato molto,qui si tratta di illuminati,di scrittori ,di un periodo storico in cui il popolo non era contemplato. Cioè sti qua vivevano su un altro pianeta. Non sussiste la teoria,i ruoli dopo gli anni 70 sono cambiati di brutto. pensi che il femminismo non abbia apportato dei cambiamenti ?

  2. 2
    Joshua -

    Le donne italiane di oggi si alimentano da e alimentano in continuazione una sottocultura secondo la quale ogni, ripeto: ogni, relazione, non importa la durata, i progetti fatti, le risorse investite, l’intensità, può essere interrotta in qualsiasi momento se ne è meramente possibile un’altra che sia, anche in via del tutto ipotetica, migliore dal punto di vista delle emozioni vissute o vivibili. Si trovano qua e là, come le tue affermazioni mostrano, decine e decine di giustificazioni di questa sottocultura: ‘gli uomini fanno lo stesso’, ‘la società è maschilista’, ‘noi siamo libere’, ‘abbiamo il diritto di provare’,… Che sia giusta o sbagliata, la presenza di questa sottocultura è un fatto; un fatto che interessa praticamente tutte le donne, che hanno normalmente mezzi e attitudine molto più di noi uomini a scambiarsi convinzioni ed idee dominanti: un libro, un film, un telefilm, qualche rivista, le combriccole delle ‘vecchie’ amiche, le mamme, le zie, le sorelle, le cugine…
    Il quadretto dell’amore romantico, quello cantato in migliaia di canzoni, quello rappresentato in decine di film, quello raccontato in centinaia di libri, quello cui i nostri genitori (nel mio caso) o i nostri nonni (per quelli più giovani), i quali sono ancora in grado di rimanere insieme dopo 50 anni, ci hanno educato con la storia dell”aprile la portiera della macchina’, ‘scostale la sedia’, ‘mandale dei fiori’, ‘proteggila’, ‘mettila su un piedistallo’, ‘sii sincero, onesto, gentile, innamorato, dedicato, … insomma un fritto misto superman+monsignor della casa+renzo tramaglino’, quello per il quale Torvald Helmer andrebbe castrato alla maniera di John Bobbit e per lo stesso capo d’imputazione,… beh, quel quadretto nel caso migliore è sfregiato, imbrattato, scheggiato, ma in realtà, semplicemente, non esiste più. E’ così in tutto il mondo? No. Anche in quel mondo anglosassone da cui le nostrane amano prendere il peggio di un contesto che non conoscono (penso a quella disgrazia che sono i vari ‘beautiful’, ‘sex and the city’, ‘la verità è che non gli piaci abbastanza’), il valore delle relazioni a lungo termine e del matrimonio è altissimo e spesso regolato da veri e propri rituali pagani (l”engagement’, la ‘proposal’); per non parlare dell’Europa dell’Est e del Sud America.
    A parità di sentimenti, gli uomini seguono un filo logico basato sulla ragione, le donne seguono un filo illogico basato sulle emozioni. Questo è sempre stato vero. Per le donne, anche le più volubili, una…

  3. 3
    Joshua -

    …volta incontrava un limite nella pressione sociale, e quindi non ce ne accorgevamo. Oggi quella stessa pressione sociale, per colpa di quella sottocultura di cui si diceva, agisce al contrario e spinge le donne, anche le più serie in potenziale, a comportamenti anche oltre il limite che da sole riterrebbero giusto.

  4. 4
    Aton -

    Va beh, che c’è da strepitare… l’essere umano ha sempre vagheggiato l’Età dell’Oro e l’Arcadia perduta. Grazie della lezione e delle vaghe citazioni, ma il concetto da te espresso è semplicemente banale.

  5. 5
    Lilly -

    Aton se un cerebroleso cocco di mamma

  6. 6
    Katy -

    @LILLY

    Ma come ti permetti a dare del cerebroleso ad una persona?

    Anche per me il concetto è un po’ scontato, e allora?

    SOno una cerebrolesa…???

    COnsiglio camomilla tripla.O valeriana.

  7. 7
    Andrea -

    Ovvio che gli istinti di base di donne e uomini resteranno sempre gli stessi nei secoli dei secoli, amen. Come il bene e il male in ognuno di noi, fare una buona azione o rubare. E’ il contesto a cambiare. Un bambino che cresce in un quartiere malfamato con genitori poco di buono avrà sicuramente maggiori probabilità di finire in qualche giro losco piuttosto che se lo stesso bambino crescesse in una buona famiglia. Nessuna legge matematica ovviamente, solo statistica.
    Allo stesso modo può essere interpretato il rapporto uomo/donna il quale è ampiamente influenzato da fattori culturali: un ragazzo o una ragazza di un paese dell’est a 20 anni dimostra di essere già adulto, già con famiglia e figli alle spalle (come accadeva da noi molti anni fa). Mentre in Italia attualmente come ben sappiamo a 40 anni si è ancora considerati ragazzini.
    Questo ha conferito alla donna la “licenza di uccidere”: vai e vivi di emozioni. Non è che gli uomini siano santi, anzi, ma è una questione di poteri in gioco. Il potere sessuale femminile è di gran lunga superiore a quello maschile, la donna ha molta più scelta e il cambiamento epocale risiede nel fatto che è stata autorizzata anche dall’ occhio sociale comune a fare quello che le pare. E’ per questo che al giorno d’oggi le donne fanno ben più disastri degli uomini, in ambito sentimentale almeno.
    “A parità di sentimenti, gli uomini seguono un filo logico basato sulla ragione, le donne seguono un filo illogico basato sulle emozioni.” Molto d’accordo con le parole di Joshua.

  8. 8
    Anemone -

    quindi joshua sei d’accordo con me:

    “Per le donne, anche le più volubili, una volta incontrava un limite nella pressione sociale, e quindi non ce ne accorgevamo. “

  9. 9
    piero74 -

    guardate ragazzi, al contrario di ciò che sento dire anch’io sulle donne, io ho una visuale che pochi di noi abbiamo: io non sopporto nè i maschilisti e nè le femministe, anzi, se c’è un motivo per cui i pochi amici che avevo, mi hanno lasciato è questo; io la dovevo pensare per forza come pensavano loro e cioè che le donne sono tutte di una maniera, ma io non la penso così; poi, quando ero con loro in comitiva e vedevano ragazze e donne vestite in un modo provocante, i commenti volgari che volavano tra i componenti della mia comitiva… ve lo lascio solo immaginare! ma quando venne il turno che mi interrogavano su come la pensavo su quello che stavano dicendo, io o non rispondevo o rispondevo che avevo un’altra visuale di vita su questo argomento: e ancora oggi cerco di evitare sia certe comitive e sia certi discorsi; a me non va giù che si debba dare la colpa solo alla ragazza o alla donna, anzi, se devo dirla tutta, per me se c’è un essere violento e manesco, quello è l’uomo; non è giusto che se io vengo lasciato dalla mia donna, tutte le donne sono uguali, no? anche l’uomo non si comporta bene, è questa teoria che noi uomini non vogliamo accettare! noi guardiamo solo alla donna che non fa quello che deve, ma non diciamo mai che anche noi non facciamo quello che dobbiamo; e io penso che sia arrivato il momento di prenderci anche noi le nostre colpe, o no? o noi vogliamo continuare ad essere “esenti dalle tasse?”

  10. 10
    Elish -

    Magari un tempo saranno state limitate a causa della pressione sociale, ma ora si assiste a un fenomeno eccessivo al contrario, si troverà mai un equilibrio?
    L’unico risultato che ho potuto notare è un impoverimento in generale di tutto quello che riguarda i rapporti umani tra i due sessi.
    Le mie conclusioni personali? attualmente molte donne trattano gli uomini come se fossero in un centro commerciale con una svendita di “carne”, appena non sei in grado di soddisfare il capriccio di turno, finisci con il ritornare sullo scaffale e avanti il prossimo.
    La soluzione c’è, io ho accantonato l’idea di farmi una famiglia, mi diverto con la ragazza di turno e dopo tanti saluti.
    La cosa triste? meno dai e più ti corrono dietro e guai se ti fermi o arriva la noia… ma per una persona che come me non ama fare “il tiro alla corda” questo mette solo una gran tristezza e aumenta la delusione.

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