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Al direttore Mentana: Libertà di stampa

Caro Mentana, stamane alle 8,30, prima che iniziasse Omnibus, su La7 sono andati in onda, quasi in successione, 4 spot pubblicitari di Case automobilistiche, altri ne sono seguiti durante la puntata ed è così su tutti i canali TV a tutte le ore. Idem sulla carta stampata di ogni tipo e tendenza.

Al riguardo, Le chiedo quale libertà di stampa ci possa essere, secondo Lei, in un Paese in cui gli organi di informazione sono tanto economicamente dipendenti dalla pubblicità e Le segnalo questa petizione: 

 https://www.change.org/p/signor-presidente-del-parlamento-europeo-signor-presidente-del-senato-italiano-basta-con-i-blocchi-ambientali-della-circolazione .

La ringrazio per l’attenzione, rimango a disposizione e Le porgo cordiali saluti.

Leonardo Libero

Lettera pubblicata il 13 Ottobre 2017. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Cittadini - Enrico Mentana

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Il punto secondo me è un altro. Tanto per cominciare – se una persona ha intenzione di partecipare con le sue idee o di mettere a disposizione il suo tempo per una causa, nel mondo di oggi, oltre alle strade tradizionali (partiti, sindacati, ecc.) ha a disposizione l’intero mondo dell’informazione… non è necessario far parte di un ordine per sdoganare un punto di vista che corrisponde ad una visione e che quindi merita rispetto perché si tratta della strada che porta quella persona verso il futuro. Non occuparsi di politica significa accogliere con lo stesso spirito la notizia sullo Ius Soli e quella della fine del matrimonio di Albano e Romina. Quando seguo un talk incentrato solo sulla politica mi passa per la testa una sequenza d’immagini che mi porta a restare sintonizzata fino alla fine con uno spirito diverso da chi parla per partito preso e, a prescindere da tutto il resto, disapprova quel tipo di format e proietta questo suo disagio una volta sul conduttore e una volta sull’ospite. Il conduttore paga pegno perché è presenza fissa. Il pubblico delle generaliste vive l’indignazione come una regressione all’età infantile… lo spettatore tipo preferisce ascoltare un’intervista di Romina Power perché in quel caso sa che deve decidere tra la Power e Loredana Lecciso, tra Giletti e Barbara D’Urso. Per intenderci.

  2. 2
    Rossella -

    Quando si parla di temi importanti come l’immigrazione (e tutte le tematiche sociali) tende a non farsi “tirare dentro” perché in maniera ufficiosa si frantuma il bipolarismo perfetto e le posizioni che si prendono sono sempre a svantaggio della visione del singolo e del futuro di una persona che anche se si trova in minoranza ha il volto di un fratello. L’indignazione per la signora della porta accanto è una regressione all’età infantile, perché lei per un principio sarebbe disposta a dare la vita (vedi la madre coraggio)… l’età infantile è quella in cui ti sembra possibile che tutte le persone che ti vogliono benesi debbano allineare con la tua verità . Questa forma di tirannide nelle piccole cose continua a far parte di noi perché esiste un bisogno di comunione, ma nelle grandi cose si preferisce delegare, dare fiducia a chi conosce la materia e non si pronuncia per difendere un egoismo. Il giornalista-ospite viene visto con altri occhi. Il conduttore in molti casi appare come un burocrate schierato con i poteri forti. Per essere credibile devi essere invisibile. Monica Maggioni è Monica Maggioni. Non la segui, ma ha fatto un percorso che la rende un personaggio credibile perché al di sopra delle parti. Il grande pubblico non l’ha mai stimata per il suo pensiero e non tende ad essere prevenuto nei suoi confronti. Ma anche l’opposizione (e quindi lo scontro con il pubblico) è positiva. Ha una funzione culturale. E’ stimolante!

  3. 3
    Rossella -

    Tornando alla proposta di legge l’unica soluzione possibile mi sembra l’approvazione. O si approva o si respinge. A livello popolare –laddove si dovesse approvare- resterebbe un provvedimento come tutti gli altri. Giusto perché deciso da una maggioranza. Io contesto la retorica. Al nord le persone hanno una vita più dinamica e s’incontrano persone che ricoprono anche cariche importanti che senza timore ti dicono quello che pensano di quelli che senza tanti giri di parole definiscono “benpensanti”. Il sud resta schiacciato dalla retorica. Noto più paura. Una paura secondo me ingiustificata… ma giustificata dal fatto che le contestazioni sembrano in funzione di una causa comune che porta a correggersi (all’apparenza) e a sentirsi oppressi. Questo dipende anche dal fatto che la paura delle ideologie porta a perdere di vista la storia di un movimento, di una persona che si sente a suo agio in un mondo d’idee che riesce a contenere il suo pensiero. L’espressione “benpensanti” , dal mio punto di vista, ci può stare perché si tratta di un modo elegante (e comunque non persecutorio) di per vivere la Costituzione. Perché sinceramente non mi sembra umano restare schiacciati da un principio che mina la tua autostima alle fondamenta. Sono cattiva? A questo stiamo? Al sud la gente tende a farsi dominare dall’intelletto… mia madre quando incontro una persona che non riesce ad essere alla mano mi fa notare che posso tenere il passo senza recitare. Posso ascoltare ad esempio.

  4. 4
    Rossella -

    Ma devo riconoscere che l’ideale neoplatonico di bellezza che governa il mondo (non da oggi) mi porta a sentirmi in dovere di portare un presente dal momento che parlo il linguaggio dell’ospitalità. Mi comunico. L’eucarestia è la mia salvezza. Mia madre è quadrata. Siamo molto diverse io e lei. Mi sarebbe piaciuto avere il suo naturale contegno. Queste correzioni mi consentono di capire quando sto arrivando a sfidare le leggi della statica per incarnare un pensiero d’amore che in realtà mi rende schiava del mondo. Io – tornando al discorso sulla scuola- ho avuto il privilegio di conoscere gli ideali attraverso le persone (di Spazio donna, dell’asilo politico, della provincia, del consultorio, cc.). Ma io sono rimasta sempre la stessa. Quando si parla dei bambini bisogna stare attenti perché sono “pericolosi” (in senso buono). Riescono a inquadrare situazioni talmente ingarbugliate che ti resta difficile credere che due madri o due padri potrebbero plagiarli. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

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