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Costruirsi una falsa immagine dell’altro

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Leggendo molti post, ho notato, ma non era nemmeno così difficile farci caso, che nella maggior parte dei casi i temi sono incentrati sulla difficoltà, spesso, enorme di non riuscire a relazionarci con l’altro e in particolare nella relazione uomo-donna, amore o amicizia che sia.
Lascio qui un bell’articolo, per chi vorra leggerlo, che secondo me spiega parecchie cose interessanti
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=27624.
Un saluto.

Lettera pubblicata il 2 Luglio 2015. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Relazioni - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 11 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Rossella -

    La società del futuro è a misura di singol perché gradualmente ci hanno abituato a pensare che dobbiamo un tot agli altri, compresi i nostri figli. Ti posso dire che da figlia rosicherei parecchio al pensiero che mio padre usa i miei soldi per fare la sua vita. Chi lo dice che i soldi che mi passa sono quelli che mi deve o quelli che mi bastano?

  2. 2
    Tao -

    Rossella sei fantastica !!!! 🙂 🙂 🙂

  3. 3
    michelle -

    “se non abbiamo un rapporto equilibrato con noi stessi, con la nostra parte più vera e più profonda: allora ecco che abbiamo bisogno di cercare nell’altro una immagine artificiale che compensi il nostro disagio interiore, le nostre frustrazioni, i nostri fallimenti, il nostro senso di futilità e di vuoto esistenziale.”

    “proprio quelle persone che sono più insicure davanti all’altro e più ansiose di incontrarsi con un tu il più possibile simile a sé, ossia il più possibile simile a uno specchio riflettente, sono quelle che non riusciranno mai ad oltrepassare i confini del proprio io, simili alle sbarre di una prigione che impedisce a chiunque altro di avvicinarsi e di entrare in contatto profondo.”

    Questi sono due punti chiave per me su cui sto lavorando molto. Ho quasi 29 anni e devo dire che solo ora mi sono “svegliata” e accorta della complessita` dei rapporti con gli altri, sia amorosi che di amicizia. Essi richiedono infatti un impegno continuo, e l’abbandono dell’immaturita` e dell’egoismo. Penso che quando si e` piu` giovani e immaturi si tenda appunto a stare vicino alle persone piu` simili a noi, per evitare senso di insicurezza e delusioni, ma solo quando si impara invece ad accettare le diversita` e le insicurezze che queste possono darci, quando ci si apre davvero all’altro con l’intenzione di scoprirlo e non di vederlo come una delusione, allora si che si possono iniziare delle relazioni vere. Vorrei qualcuno me lo avesse insegnato tempo fa, invece chissa` perché solo oggi sto aprendo gli occhi.

    http://www.adrianostefani.it/articolo-psicologia.php?id_art=39

    L’articolo di questo link mi ha colpito molto perché descrive appunto le diverse fasi delle relazioni, e in pochi riescono appunto a superare la fase del conflitto e della realizzazione delle diversita`. E` quando si diventa capaci di superare quella che si puo` dare inizio a una relazione ed un amore vero.

  4. 4
    rossana -

    Tao,
    mi piacciono i temi che proponi. semplice e chiaro l’articolo, che non ho letto fino in fondo ma da cui estrapolo:

    “la realtà, pur con i suoi limiti e le sue imperfezioni, è pur sempre più desiderabile del sogno, fatto di pura astrazione e di elaborazione fantastica dei propri desideri e dei propri impulsi, in parte segreti.” – oppure più desiderabile di propugnata falsata perfezione.

    “non reggeranno alla scoperta che la realtà presenta notevoli discrepanze rispetto all’immagine ideale dell’altro, si sentiranno delusi e perfino traditi, benché, in effetti, abbiano fatto tutto da soli: nessuno li ha ingannati, sono stati essi ad ingannarsi da sé stessi nella maniera più grossolana; e tuttavia sentono il bisogno di gridare all’inganno e di mostrarsi offesi, magari persino indignati.” – così in effetti succede, proprio come afferma l’articolo, nella maggioranza dei casi.

    cerco adesso, più per me che per altri, di chiarire il meccanismo d’interpretazione dell’altro, sottolineando che di solito la prima impressione di massima, quella non elaborata dalla ragione, finisce spesso di essere quella più centrata.

    “Ogni osservazione è il risultato di un interrogativo […] e ogni interrogativo presuppone un’ipotesi, sia pure provvisoria. Cerchiamo qualcosa perché la nostra ipotesi ci porta ad attenderci certi risultati. Passiamo quindi a osservare se questi si verificano. Se ciò non avviene, dobbiamo rivedere la nostra ipotesi e cercare di metterla nuovamente a confronto con l’osservazione nel modo più rigoroso possibile, e facciamo questo tentando di confutarla. L’ipotesi che sopravvive a questo processo di vaglio è qualla che sentiamo meritevole di essere mantenuta, naturalmente pro-tempore.” (dal saggio “Arte e illusione” di E. H. Gombrich)

    nella scelta di un partner tutto questo viene notevolmente influenzato da aspettative a lungo covate per la soddisfazione di profondi desideri. forse, più è raro e arduo vederle realizzate, più si tende a volerle far calzare comunque sul soggetto individuato come capace di concretizzarle. la prima ipotesi non risulta quasi mai del tutto confermata, e incompleta rimane se mancano gli indizi sufficienti a eliminare le false supposizioni, che completano il quadro. questo lavoro di eliminazione di parti salienti non in piena luce è essenziale per giungere a una quasi realistica identificazione.

    spesso, però, ci si rifiuta di arrivare a questi snodi, perché si preferisce continuare a illudersi, almeno per qualche tempo..

  5. 5
    KATY -

    Grazie del link

    Ci ho messo un po’ a “masticare” le parole e il significato, soprattutto il fatto dell ‘io interiore e del “mistero” che è l’altra persona. MI è piaciuto un sacco

    katy

  6. 6
    Tao -

    attualmente e’ un percorso che sto facendo,quello che riscontro e’ che e’ dura far capire a chi vuoi bene che la cosa fondamentale e’ quella di togliersi la maschera e in questo caso l’orgoglio che non permette di riconoscerlo.
    chiaro che a quel punto dipende solo dalla persona,per me e’ diventata anche una sfida,che mi consente comunque di capire anche me stesso.
    come ho detto poco fa in un altro commento per arrivare all’amore bisogna innanzitutto conoscere se stessi,sono due cose che alla fine vanno di pari passo e coincidono perfettamente

  7. 7
    Golem -

    Tao, dovevi presentarti otto mesi fa. Ti saresti divettito.
    Ho stralciato una oarte dell’articolo, scritto da qualcuno piu auterovelo di me, ma cge riprende il grande tema dell’illusione come reatggio di un’adolescenza che non si vuol lasciar passare, e che Gombrowicz, ha efficacemente inquadrato mei suoi scritti,

    “La stragrande maggioranza delle persone, nella società odierna, non desidera incontrare veramente il volto dell’altro, ma piuttosto vedere il proprio volto riflesso in una fantasmagoria innumerevole di specchi: vedere il proprio volto ovunque, dieci, cento, mille volte, un milione di volte; e uno dei modi di codesta strategia dell’egotismo, è quello di imporre all’altro una falsa immagine di lui, costruita sul metro delle proprie aspettative e dei propri desideri.”

    Elementare Watson. Si sono condumate vite credendo di “amare” certe persone, quando in realtà questi rimandavamo solo l’immagine che in lei si voleva vedere, “costruita sul metro delle proprie aspetative e desideri”. Si costruiva un “fantoccio” e lo di chiama amore.
    Invece è il contrario dell’amore, solo egotismo e narcisismo infantile.
    L’amore è altrove.

  8. 8
    rossana -

    Tao,
    personalmente in un lungo contrasto verbale, acceso e sofferto, non ho trovato proprio niente di DIVERTENTE. per quanto ho letto di te, dubito che avresti potuto divertirti ma, alla fin fine, conosco così poco della psicologia dell’altro sesso che forse non ci sarebbe stato da sorprendersi se si fosse verificato il presunto opposto.

    dal mio punto di vista, resta scontato che nella descrizione di un qualsiasi incontro, avvenuto anche molto tempo prima, emerge quasi sempre con preponderanza il “riconoscimento di sé” rispetto alla natura dell’altro, che finisce di essere poco più di una stampella al bisogno di ritrovarsi nel confronto, in particolare se sul tappeto ci sono opinioni diverse, che si vorrebbe poter del tutto esautorare.

  9. 9
    Golem -

    Tao “uno dei modi di codesta strategia dell’egotismo, è quello di imporre all’altro una falsa immagine di lui, costruita sul metro delle proprie aspettative e dei propri desideri.”

    Questa è la madre di tutti gli errori in campo sentimentale.
    Prima di tutto è, paradossalmente, una mancanza di rispetto verso l’oggetto dell’interesse amoroso, per cui lo si investe di tali aspettative che questo – visto attraverso la lente del proprio egotismo – non potrà mai soddisfare, alimentandone invece una errata valutazione del proprio valore. In secondo luogo lo è verso sè stessi per l’auto inganno di non “voler” vedere cosa realmente “abbiamo” nei fatti, e che porterà inevitabilmente a una delusione, spesso individuata come una ingratitudine da parte di chi non ha capito il nostro… “amore”. Che amore non é evidentemente se si ama qualcosa che non “è”.

    Non potrà mai nascere un sentimento “vero” da una finzione, sia pure involontaria. Sicuramente non l’amore, ma la maschera di questo, sotto la quale c’è solo il volto dell’illusione.

  10. 10
    Tao -

    rossana

    personalmente in un lungo contrasto verbale, acceso e sofferto, non ho trovato proprio niente di DIVERTENTE. per quanto ho letto di te, dubito che avresti potuto divertirti ma, alla fin fine, conosco così poco della psicologia dell’altro sesso che forse non ci sarebbe stato da sorprendersi se si fosse verificato il presunto opposto.

    scusa ma non avrei capito cosa stai cercando di dire/dirmi
    se puoi ripeterlo in altre parole..

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