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Un classico, ho bisogno di molti consigli

Un classico. Ci conosciamo da quando avevamo 14 anni, insieme da quando ne avevamo 17, fino adesso (24). Mi lascia perché innamorata di una ragazza.

E’ sempre stato il tipo sul “rischio omosessualità” (identificazione col padre, ipergelosa della sorella più femminile, mascolina), ma l’ho sempre amata con grande forza. Col tempo, l’amore si è rafforzato attraverso le difficoltà, le incomprensioni, crescendo sempre di più.

Volevamo sposarci, pensavamo ai figli, e tutto il resto, in quest’ultimo anno. Io in realtà fin dal primo, sono un tipo un po’ così. Ma lei ha sempre sopportato i miei eccessi. Finché non mi salta fuori ad agosto, dopo sette anni, che forse non mi ama più e che forse ama un’altra. Un’amica che, nonostante mi odiasse, l’ho spinta io a frequentare. Ha detto che ha scoperto di aver represso nel tempo la sua attrazione per le donne, e che ha passato un anno molto duro per via di queste “rivelazioni” e di problemi che ha avuto in famiglia, con l’università, con lo sport (essendo da sempre una gran sportiva e non praticandolo più da molto, il che su di lei ha sempre avuto un effetto molto negativo: se non fa sport, diventa nervosa, paranoica, quasi squilibrata, inizia a percepire le persone come ostili e via via).

Conclusione, “sono cambiata”. Ho passato un brutto mese, ci siamo intrattenuti in un tira e molla molto lesivo per entrambi, io non sono riuscito ad evitare di fare scenate, anche se penso non troppo eccessive.
Dopo un po’ di tempo di “devo capire, ritrovare i motivi del sentimento che adesso sento spento”, è andata da una psicologa per iniziare a capirsi meglio, e dopo qualche seduta ha ha deciso di seguire la sua nuova via con questa ragazzetta di cui si è innamorata, dandomi il benservito, praticamente.

Vivevamo insieme da tre anni. Il nostro è stato un amore molto intenso di cui non ha rinnegato nulla. Abbiamo condiviso proprio TUTTO in questi sette anni, giocavamo, eravamo come bambini, il sesso andava ottimamente, avevamo mille interessi in comune, ed era davvero un rapporto molto bello, di amicizia, di amore, di familiarità molto marcata. Con le rispettive famiglie andava molto bene, eravamo legati molto ai genitori l’uno dell’altra, mio padre la aiutava nel suo percorso per diventare medico, ed io ero sempre da loro ad aiutare per qualsiasi cosa.

E’ stata molto preoccupata per come avrei preso la cosa, temendo gesti estremi ed il mio dolore in sé. Ci siamo sentiti per un po’, ma poi, quando non ce la facevo più, le ho detto che dovevamo staccarci per un po’, anche per capire se le mancavo.

Sono due mesi che l’abbiamo fatto, e non credo di mancarle. Ma va detto che non posso saperlo. Vive con i due amici con cui vivevamo prima (ho abbandonato l’appartamento), ha separato i letti, e sta nella nostra camera con ancora tutte le mie cose, e pare non batta ciglio, mi dicono che è serena. Certo, immagino lo sia, avendo questo nuovo amore da vivere.

Io però vivo molto male. Ho passato un primo periodo di disperazione, adesso resta solo l’amarezza che ho paura mi porterò dietro per tanto, troppo. E se non per sempre, comunque morirò con il rimpianto di aver perso quella giusta per me.

Ci siamo detti tante cose, di restare in buoni rapporti – e certo sarà così anche nel peggiore dei casi -, che se tornasse gli uomini tornerebbe da me (non lo disse a me ma a un mio amico, e comunque uno dei primi giorni, quando era ancora bendisposta verso di me, dopo la “decisione definitiva” potrebbe aver anche cambiato idea), che mi lascia perché a un certo punto non era più convinta che io fossi quello giusto (e lì ha rincarato “forse, perché è ancora forse che tu non sia quello giusto”)… cose così. Nel frattempo sono due mesi che ci sentiamo pochissimo. Lei poi nelle ultimissime settimane sembra più lontana, ad un mio bel regalo per il compleanno ha risposto abbastanza formalmente. Risponde poco o non risponde.

Mi laureo il 13, non so se invitarla né come, io vorrei non fare neanche festa, tanto sento tutto questo come un rito che non voglio sia fatto senza di lei. Così come i miei lavori, i disegni ed i fumetti, erano tutti per lei, è per lei che ho iniziato a disegnare, a vivere… però non sono una persona facile, e magari le ho fatto pesare qualcosa. All’inizio diceva che se non avessimo avuto problemi non si sarebbe mai innamorata di un’altra persona, poi però mi ha lasciato l’ultima volta che ci siamo visti con “non è colpa tua, sei stato buono con me, ma io sono cambiata”, il che mi ha quasi ucciso.

Come si può “cambiare”? Come può l’amore andare e venire come le scomuniche? Sono molto turbato, che lei sia così serena – come dicono – dopo tanto tempo insieme. Mi domando se potrà tornare o meno, se sceglierà l’omosessualità permanentemente o magari tornerà da me, che sono l’unico uomo che abbia amato così tanto, così profondamente, e l’unico con cui sia stata bene sessualmente.

E’ forse a ragazze che magari hanno passato una cosa simile che chiedo consiglio. L’ho persa per sempre? Potrò riconquistarla?

La mia paura è che un giorno si stufi di “giocare” a fare la lesbica (non fraintendetemi, non sono in alcun modo omofobo, ed il fatto che sia bisessuale o lesbica non mi turba minimamente, purché ci sia la possibilità che torni ad amarmi almeno virtualmente, e non credo che una ragazza così soddisfatta sessualmente come era lei sia DEL TUTTO lesbica. Inoltre studio da psicoanalista – non psicologo, sottolineo – da anni, ho previsto da tempo questa sua omosessualità repressa, e purtroppo ci ho scherzato su a volte. In ogni caso non ho pregiudizi né fastidi per la cosa) e si trovi un ometto insignificante tanto per farsi una famiglia e avere dei figli, che non sia io.

Mi ha promesso che non eviterebbe, per orgoglio, di tornare, ma non so se fidarmi.

Lettera pubblicata il 23 Novembre 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

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