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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 21.270 commenti

Pagine: 1 338 339 340 341 342 2.127

  1. 3391
    Suzanne -

    Ma quali drammi shakespiriani? Semmai nella maggior parte dei casi sono le persone lasciate a volersi assurgere a vittime sacrificali di Mefistofele sotto mentite spoglie! Suvvia, un po’ di dignità ( Markus escluso). Non ci sono drammi quando ci si è voluti bene per davvero; il mio primo ex, lasciato, mi ha chiamato nel cuore della notte perché voleva fossi la prima a sapere che sarebbe diventato papà. I legami forti si basano su affetto e rispetto, non su orgoglio ferito e rabbia.

  2. 3392
    Golem -

    Nessuno escluso Suzy. Raramente non si è causa dei propri mali.
    Come sarebbe stata la tua vita “reale” col sognatore, e quella di Sally col “droghiere”? Non ci vuole molto per immaginarlo.
    Suona retorico, ma è il quotidiano il vero campo sul quale si gioca la partita della vita, e ovviamente dell’amore, che ne è l’espressione più completa del rapporto tra le persone. Il resto sono solo “credenze”, speranze, illusioni e mancanza di esperienza.

    Non esistono vittime nelle relazioni “sentimentali”, ma solo soggetti “sordo ciechi”, o semplicemente illusi.

  3. 3393
    J.J Bad -

    Non sono d’accordo. Posso non esserlo?
    Nella mia vita ho lasciato e sono stato lasciato, quindi conosco bene l’argomento. Il tuo quadro non è realista, ma stai parlando di casi più unici che rari!
    Ogni persona ha la responsabilità delle proprie azioni, innanzitutto.
    La gente si lascia per subentrata routine al primo ricambio ormonale, sostituendo le persone come fossero carte da ramino.
    L’amicizia tra ex e’ una rarità.
    Il rispetto tra ex e’ una rarità.
    La maturità delle persone e’ sempre più rara.
    E’ logico che chi viene lasciato con una doccia fredda soffra MOLTO DI PIÙ’ di chi lascia premeditatamente (e su questo non transigo).
    Se uno che lascia soffrisse così tanto, si sentisse davvero MA DAVVERO in colpa perché ha fatto soffrire una persona cara, ci riproverebbe invece di abbandonare. Altrimenti e’ tutto cinema, fiction, ipocrisia.
    Chi viene lasciato all’improvviso, e’ spaesato, vive davvero un dramma, si sente tradito, ha un crollo di autostima. E chi compie l’azione di abbandonare e’ l’ultima persona che può giudicare la sofferenza propria e soprattutto di colui che ne è la vittima impotente. Deve tacere e basta. E’ una questione di coerenza e maturità.
    Se non lo capite e’ perché siete vergini di esperienze, infantili, egoisti, mancanti di rispetto, stronzi, poco empatici, superficiali. E forse è’ meglio perdervi. Perché la VERA compassione e’ fondamentale per stare insieme a qualcuno, non dopo che lo si è lasciato!

  4. 3394
    Markus -

    Suzanne, tralascio per un attimo di rispondere ad Acqua (scusami Acqua) per commentare il tuo ultimo post.
    Scrivi che ” i legami forti si basano su affetto e rispetto, non su orgoglio ferito e rabbia.”
    Vero, ma dipende come hanno termine.
    Certo nel tuo caso non ci possono essere orgoglio ferito e rabbia.
    Sei stata chiara, siete stati chiari. Più volte vi siete allontanati per gli stessi motivi. Vi siete lasciati sapendo di amarvi, con la consapevolezza di non essere in grado di fare nulla per venirvi incontro. Non c’erano falsità derivanti da relazioni parallele.
    Diverso é quando ci si lascia all’improvviso. Con un partner che fino a pochi giorni prima sta progettando il futuro con te. E in una relazione dove non esistono problemi insormontabili e che, in particolare possono essere rivisti e risolti. E soprattutto dove il partner lascia perché ha, da tempo una relazione parallela, e lo nega e inventa scusanti a iosa per giustificare se stesso, fino a che te ne accorgi e lo metti spalle al muro.
    La rabbia e il rancore sono i sentimenti più dolci che si possono provare verso questi personaggi.

  5. 3395
    Acqua -

    Io non ho mai lasciato, ma ho pensato di farlo più volte, soprattutto agli inizi della relazione. Penso che sia più “sofferta” la scelta di chi opta per lasciare, perché viene vissuta come un fallimento totale e con la consapevolezza di essere causa di sofferenza per la persona amata. Prendere questa decisione spesso richiede una grande forza interiore e determinazione e credo che, spesso, non si tratti di una “soluzione di comodo”, ma preveda una lunga premeditazione avvolta dal dubbio di avere rimpianti in futuro. Chi viene lasciato (anche su questo non ho esperienza) credo si’ che soffra molto e che subisca un duro colpo all’autostima, ma allo stesso viene stimolato a “rinnovarsi” ed impara a gestire le delusioni.
    E’ molto peggio fare buon viso e cattivo tradendo ripetutamente la persona “amata” senza però avere il coraggio di lasciarla.

  6. 3396
    Benedetta -

    Film:

    https://youtu.be/I-yud6W5Fxg

  7. 3397
    Annalisa -

    Scusate ma non volevo urtare la sensibilità di nessuno né tantomeno offendere qualcuno. Credo solo di aver detto la verità e se a qualcuno urta mi dispiace ma non credo possa essere un problema di noi donne.
    @ condor, probabilmente siete stati lasciati per problemi che inevitabilmente sorgono ad un certo punto del rapporto. Ribadisco come non credo possa essere colpa delle donne se siamo su altri livelli di pensiero.Attenzione: non sto dicendo che siano livelli superiori a quelli di voi uomini, sono semplicemente un altra cosa, una cosa diversa.
    @Suzanne, sapevo che avresti concordato con me 😉

  8. 3398
    Annalisa -

    @ acqua
    È proprio questo che intendo, cioè il non volersi mai mettere nei panni di chi lascia, il non pensare alla sofferenza che porta una decisione del genere. Dall’altro lato come giustamente dicevi, essere lasciati può essere motivo di riflessione per non incappare più negli stessi errori. Mi permetto quindi di dire, senza naturalmente voler mancare di rispetto a nessuno, che dovreste imparare a soffrirne di meno in questi casi e a guardare i lati positivi (crescita interiore).

  9. 3399
    suzanne -

    Markus, avere una relazione parallela per lungo tempo, mentire al proprio compagno e fingere un amore che non esiste più non rientrano propriamente nella mia definizione di rispetto. Converrai con me però che l’epilogo di una storia non presenta sempre questo inganno unilaterale imperdonabile.
    Qui ciascuno di noi può portare semplicemente il proprio bagaglio esperienziale, che non rappresenta comunque uno spaccato oggettivo di realtà, mancando l’altra parte in causa.
    J.J. Bad, non puoi dichiararti paladino dei poveri cuori infranti, purtroppo per il tuo ego puoi rappresentare solo te stesso. Per te non esiste l’amicizia e il rispetto tra ex, io invece ti confermo che li sperimento da anni. Secondo te soffre sempre di più chi viene lasciato, perché ti piace pensare questo; nella nostra cultura, si sa, il dolore, chissà perché, è nobilitante. Ci sono molte storie che si trascinano moribonde, senza sentimento, né considerazione reciproca; c’è sempre una parte della coppia non sufficientemente coraggiosa per dire “basta”. E, quando l’inevitabile epilogo avrà fine, avranno anche il coraggio di spacciarsi per folli innamorati. Questa si chiama ipocrisia. Tralasciando il fatto che, in una naturale crescita umana, si sperimentano le proprie emozioni stando insieme all’altro, per poi magari rendersi conto con più maturità di ciò che si desidera realmente. Cosa c’è di cosí mostruoso in questo?

  10. 3400
    J.J Bad -

    Ho già espresso chiaramente il mio punto di vista e non lo cambio solo perché per l’ennesima volta il partito dei falliti qua dentro deve armarsi e difendersi.

    A me le tue giusfificazioni non interessano Suzanne, e trovo pure abbastanza indicativa questa tua insistenza. Ho lasciato diverse volte quindi so benissimo cosa spinge una persona a lasciare. Il problema e’ che ci si adagia troppo spesso in una relazione, per anni ed anni, attendo qualcosa di meglio per poi voler passare anche da salvatori delle persone, una volta compiuta la propria malefatta.
    Non diciamo cazzate per favore.
    Questo atteggiamento e’ solo un fattore di comodità, per non prendersi le proprie responsabilità. Tanto in qualsiasi storia poi subentrerà la routine, le farfalle nello stomaco diventeranno un lontano ricordo. E allora è’ sempre colpa dell’altro? Di chi invece crede nella storia? Balle.
    Non si trascinano le storie, non si esasperano le persone. Chi fa “piangere” il cuore di una partner e’ colpevole, ha una responsabilità principale e non ci sono caz-zi.
    Facile a dire “anche lui ha le sue colpe”, ma lui non ti ha mai fatto male di proposito, non ha tradito la tua fiducia all’improvviso. Tu invece si. Quindi abbiamo una azione compiuta unilateralmente, e del quale l’altro viene reso partecipe quando non può più fare nulla.
    Questa e’ disonestà, abuso.

    Per cui è ovvio che in simili condizioni chi viene lasciato sta molto peggio. Finiamola con le scuse.

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