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Caro Diario

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Lettera pubblicata il 6 Luglio 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 557 commenti

Pagine: 1 52 53 54 55 56

  1. 531
    Feanor -

    1/2
    Arrivo in ritardo, non trovo posto all’interno della piccola chiesa, mi accodo con altri alla soglia del portone d’ingresso, sotto il sole che batte come un martello. Un piccolo sacrificio si può fare, in fondo siamo qua per salutare per l’ultima volta un amico. Dall’entrata osservo l’interno della chiesa, la sua architettura e i partecipanti alla messa. Ce ne sono tante di persone… tutto il paesino. E’ importante, vuol dire che chi ci ha lasciato, ha lasciato un segno, ha dato qualcosa, che sia un sorriso, un buona parola, che sia quel che sia, c’è stato!

    La messa è già iniziata e mentre le parole del Don, echeggiano tra le vecchie fredde mura, io guardo i volti delle persone. Guardo alcuni anziani, che si chiedono quanti ne avesse il protagonista della cerimonia e magari, iniziano a fare quattro conti sul loro futuro. Poi ci sono quelli a metà strada o quasi, che pensano alle loro responsabilità, a come tutto diventa difficile, complicato, pesante. Infine trovo i ragazzi. Non ce ne sono molti, i pochi probabilmente costretti dai genitori. Loro, che trasudano da ogni poro della loro pelle voglia di vivere, di divertirsi, incuranti del bene e del male. Come possono interessarsi alla morte, così distanti da un simile evento, ci sarà tempo per pensarci.

    Ancora le parole del Don… “il viaggio della vita terrena, l’arrivo alla beatitudine, la pace”. Solite parole, solite frasi che si perdono nei bla bla bla. Ma in fondo, saranno vere? Saranno false? Danno speranza, forza, che male possono fare?
    Ad ascoltarle bene, anche un bambino direbbe: “Fermi, ma se tutti quando muoiono diventano bravi e buoni, chi è che perde? Chi va all’inferno? Ma che gioco è?”
    E’ il gioco del “volemose bene”, a noi grandi piace un pò così. Sono speranze, sogni, storie che ci sono sempre piaciute fin dall’infanzia.

  2. 532
    Feanor -

    2/2
    Ora si parte, si accompagna il nostro amico alla sepoltura. Ci incamminiamo verso il cimitero. Il sole non molla, continua a picchiare, forse anche lui vuole partecipare con il suo ultimo abbraccio. Io chiudo la lunga e lenta fila, ma il mio passo è molto veloce, senza neanche pensarci supero alcune persone e poi altre ancora. Ad un certo punto, vedo in successione dei giovani e via via, gli anziani. Noto, come cambia la postura e il passo in questi ultimi, che appesantiti dal peso degli anni, sono sempre più curvi, instabili, lenti. Sembrano morti che camminano, come fosse una lenta e fottuta trasformazione.

    Finalmente arrivo al cimitero, ci sono i figli ai piedi della fossa. Li guardo, mi metto nei loro panni, fatico a trattenere qualche lacrima, li abbraccio forte, come mai non ho fatto. Pronuncio pochissime parole, un pò strozzate, ma si sa, nella vita contano i gesti. In fondo, principalmente io sono qua per loro, per dimostrare il mio affetto. Non ho altro da esprimere e me ne vado. Avviandomi all’uscita, guardo in giro, butto l’occhio su alcune lapidi, sui loro nomi, sulle loro foto… immagino il dolore che rappresenta ognuna di essa. Mi torna in mente una scena indimenticabile, con Verdone e Sora Lella, accompagnati musicalmente dal maestro Morricone.

    Tornando all’auto, penso a lui, ai suoi occhi buoni. A quando con un dolce sorriso, si vantava bonariamente di essere stato il primo presidente del circolo del tennis. Penso alla vita, a quanto sia inutile pensarla, a quanto sia inutile calcolarla, a quanto io non abbia capito ancora un c..... Accendo il motore e torno alla mia solita routine.

  3. 533
    rossana -

    Feanor
    mi piace il tuo modo di scrivere. tenerissimo il finale sul contrasto fra la bontà dello sguardo e il piccolo orgoglio di un riconoscimento sociale!

    al mio funerale parteciperanno meno di una dozzina di persone, in quanto, se la mia volontà sarà rispettata, dovrebbe aver luogo alle 6 di mattina… ma questo non significa che non ho mai dato niente a nessuno. secondo me, ho dato tanto ma a pochi (parecchi dei quali già non più in vita). d’altronde, in linea di massima, i “segni” lasciati a livello superficiale di solito non superano la seconda generazione, mentre quelli più profondi, a mala pena restano tali nei singoli soggetti che li hanno sperimentati.

  4. 534
    Yog -

    Parcere sepultis.

    A me fanno simpatia gli elicotteri che spargono petali di rosa e mi piacciono le carrozze, se dentro c’è una mozzarella ancora meglio.

  5. 535
    Feanor -

    @ rossana

    Anche al mio funerale ci saranno poche persone.

    Per fortuna… altrimenti, li guarderei dall’alto ed inizierei a crticare quasi tutti! 😀

  6. 536
    rossana -

    Feanor,
    grazie per il riscontro consolatorio, e per il sorriso da condividere. 🙂

  7. 537
    Feanor -

    “L’estate sta finendo, E un anno se ne va, Sto diventando grande, Lo sai che non mi va.”

    Era il 1985 quando il famoso duo di Torino, scalava le classifiche italiane con questa canzone.
    Ogni hanno, quando il sole inizia ad allontanarsi, sento la voglia di riascoltarla. Semplice, immediata, sentimentale. Mi rimane così, nel cuore, nell’anima.

    Poi penso ai ricordi d’infanzia, a quand’ero ragazzo. Penso a quante estati ho già consumato, penso che sto diventando grande e proprio (già) non mi va.

    Penso che le notti d’estate al mare, siano così magiche, sulla veranda a fare festa con gli amici, a bere e mangiare… e chissà anche cantare. Per poi attendere la notte più profonda, più buia e silenziosa, dove tra le persone, nascono bisbigli e sussurri, tra il rumore delle onde e qualche schiamazzo in lontananza.

    Penso a quando da piccolo, al mattino, andavo a correre sulla spiaggia con mio nonno e di ritorno a casa, compravamo i bomboloni per tutti! Ancora oggi, mi piace andare a correre, prima che il sole mi saluti, mentre i pescatori preparano le reti e i bagnini puliscono la spiaggia. Mentre corro mi piace sentire quel profumo di salsedine, mi piace vedere la città che si sveglia, che si prepara ad una nuova giornata di sole… e mentre il sudore scorre sulla pelle, saluto il sole che si affaccia sul mare.

    “E’ tempo che i gabbiani arrivino in città, L’estate sta finendo lo sai che non mi va, Io sono ancora solo, Non e una novità, Tu hai già chi ti consola, a me chi penserà.”

  8. 538
    Feanor -

    Amo quelle fotografie un pò sgranate, sono senza tempo, come i ricordi che non muoiono mai.
    Le trovi nei cassetti, magari lasciate li, quasi dimenticate… tra la polvere e le monete del vecchio conio, che quando le guardi ti piange il cuore!

  9. 539
    Feanor -

    Alla fine, le persone che vogliono ritornare… sono quelle più infami!

    Ti lasciano con freddezza e naturalezza, come buttare il bicchiere della pausa caffè, nel bidone… poi dopo essersi accorti della miseria che li circonda, si accorgono che voi per loro siete importanti, che gli mancate… quindi vogliono tornare.

    Ma non perchè vi amano, solamente perchè SI amano e voi servite a loro! Gli servite… ecco il loro amore infinito verso di voi, siete solo dei servi!

  10. 540
    Feanor -

    Poi arriva settembre…

    Per me settembre, è tempo di riflessioni (già come se non pensassi già durante l’anno), è tempo di tirare somme, come un nuovo inizio. E’ quello che ti rimane di un anno scarso, di un anno sterile. E’ l’inizio del primo fresco, delle prime piogge, la ricerca dei vestiti che avevamo adagiato in fondo agli armadi.

    Settembre è l’inizio dei ritorni, da ragazzo si tornava a scuola ora si ritorna al lavoro, dopo qualche settimana di ferie. Le città balneari chiudono, un taglio netto ai divertimenti appena passati, che barattiamo senza un perché, per l’apertura delle palestre, pronte ad accogliere i nostri fisici trascurati per qualche abbondante cena in più, tra le risate di amici e nuovi conoscenti. Ognuno torna nella propria città, ognuno si tuffa nella propria vita, conservando nel cuore, un viaggio appena terminato, una persona conosciuta non troppo, una serata in riva al mare.

    Settembre è il rammarico di ciò che potevi fare e non hai fatto, settembre è ciò che dovrai fare, per non essere ancora quello che sei, settembre è la determinazione a non fermarsi, a pensare in grande, a non accontentarsi… settembre è una fievole speranza nello scoprire con un pizzico di curiosità, la vita.

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