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Ho capito di amarla quando l’ho persa

Salve a tutti,
premetto che molti di voi mi daranno dello stupido, dell’idiota.
La mia storia è questa. Sono un ragazzo di 25 anni. Dopo una serie di storie non-sense, senza alcun coinvolgimento, ho conosciuto a 21 anni una ragazza incredibile, che chiamerò X. Primo amore. Una cannonata. Ero certo di lei come non ero mai stato di niente in vita mia. E’ durata un anno. Poi sono sorte le prime incompatibilità caratteriali e devo ammettere di non essere una persona facile da gestire. Alla fine lei se n’è andata dicendo che mi amava ancora ma non potevamo più stare assieme. Io ero eroso dai sensi di colpa, pensavo di aver perso l’amore della mia vita, che nonostante tutto continuavo a sentire sperando avrebbe cambiato idea. Nel mentre, e qui sta la parte grave del mio comportamento, sono uscito con altre ragazze: la mia linea di pensiero era, sono giovane, sono i miei anni più belli, non posso sprecarli. Non ho mai preso in giro nessuna: sono state tutte storie brevi e poco significative. Poi un giorno ho conosciuto una ragazza diversa, Y, le volevo bene davvero. Mi ha accolto in casa sua e ho vissuto con lei per un anno e mezzo. Sapevo di non amarla per confronto alla mia prima ragazza X, che intanto non avevo dimenticato, ma stavo davvero bene con Y. Per la prima volta avevo un rapporto che funzionava, sereno, felice, pieno di risate. Come una storia doveva essere. Ad un certo punto X è tornata, chiedendomi di uscire, io ero ancora innamorato di lei, credevo che l’amore fosse solo quello e non volevo altro dalla vita. Ci sono uscito dicendolo ad Y. Lei ha capito e mi ha lasciato andare. Con X sono bastate due uscite e si è capito che non ci sarebbe potuto essere nulla. Sono tornato da Y con la coda tra le gambe e abbiamo provato a rimettere assieme le cose, ma io ero eroso dai dubbi, amavo X, sapevo di amarla, avevo in testa solo lei e i sensi di colpa erano ancora più grandi. Y capiva tutto e si sentiva svilita e sminuita, io cercavo di parlargli dei miei dubbi ma non era corretto quindi sviavo i discorsi. Dopo un anno in questo modo ho deciso che non potevo più andare avanti così. Ho deciso di partire, di getto, un mese con lo zaino in spalla, non per chiarirmi le idee, io sapevo quello che volevo: la mia prima ragazza, il mio amore. Ad Y ho detto che andavo per stare da solo e lei, esasperata, mi ha lasciato e io non ci sono stato male. In quel mese ho conosciuto altre ragazze e con una c’è stato un bacio. Nulla di più. Ho sentito di dirlo a Y e lei ancora più arrabbiata ha detto che non voleva più saperne di me. Tornato da quel mese ho ricontattato X e siamo usciti, sono stati 3 appuntamenti splendidi. Ho riavuto quel battere del cuore e quell’affetto che avevo provato solo con lei nella mia vita. Poi lei mi ha detto che era fidanzata e che era felice, che doveva finire li. Io non ci ho sofferto molto. Andava bene, ero quasi sollevato. Mi ero liberato di quel macigno che mi portavo dietro.
Poco dopo sono partito per Londra, dove frequento un master ormai da un anno. Appena chiuso con X però ho realizzato tutto il resto, tutto quello che era passato in quegli anni e di quanto Y, che avevo sempre sminuito e trattato come uno zerbino, fosse stupenda e quanto fosse bella la nostra relazione. Quando sono stato certo che era quello che volevo, sono tornato da lei con il cuore in mano, dicendole che quello che avevo fatto era stato pessimo, che ero una persona pessima, ma ora ero pronto, per un’amore vero. Lei mi ha detto che è fidanzata e felice e innamorata, che mi ha amato ma ora ha smesso, che non mi odia, ma che non devo cercarla più.
E’ stato in quel momento che ho capito quanto era per me. Ora non dormo da giorni, sogno lei e il suo nuovo ragazzo, mi manca, terribilmente, penso non troverò mai più una persona stupenda quanto lei e ho il terrore di tornare in Italia e incrociarla con il suo nuovo compagno. Non ho rimpianti, ho fatto tutto quello che il cuore mi suggeriva. Ora posso solo sperare che il tempo mi faccia dimenticare di Y e sperare di trovare un’altra persona eccezionale con cui evitare di rovinare tutto.

Lettera pubblicata il 26 Aprile 2013. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Ciao,
    in primo luogo penso che dovresti assumerti le responsabilità di quelle storie che ti sembrano prive di significato. Non lo dico per condannarti. Si tratta di un consiglio che mi sento di darti per riporti nel posto esatto in cui hai voglia di ritornare tutte le volte che stai bene con una donna. Il quadro di oggi è molto complesso, ma la situazione ha iniziato a degenerare a partire dagli anni sessanta. Ci sono uomini che in quegli anni avevano delle certezze e che oggi le hanno perse completamente; si presentano come se fossero “nudi”. Da una parte la scoperta di questo lato primitivo mi ha consentito di rivalutare la vita dei primi uomini (senza mode e senza filosofie), perché in questo confronto diretto sono riuscita ad avere un quadro preciso della situazione anche se tra di loro, non da oggi, circolano idee che gli fanno perdere di vista che l’Amore non s’impara mai. La loro comune paura dipende dal fatto che non riescono a razionalizzare il senso d’inadeguatezza che scaturisce da questa presa di coscienza. Non hanno fede. Non si vestono della Parola, ma oltre a viverla in maniera tanto struggente la impersonano in maniera molto frammentata. Io dico: un uomo che ha scelto di non sposarsi perché si deve fare tanti problemi? Messe da parte tutte le sue paure fonderà la sua vita sulle poche certezze che gli restano. Io faccio così. La vita con un uomo mi sembra dura proprio perché le certezze che ci sono state tramandate dai nostri padri si fondavano sulla fede.

  2. 2
    Rossella -

    Allora tu vivevi in maniera dogmatica l’idea che in due si potesse crescere insieme. Ma come? Ispirati dalla Parola. Oggi restano luoghi comuni che non danno voce a quello che vivi interiormente. Ma già a quei tempi le donne che non vivevano una vita di società venivano quasi obbligate a stare in casa e loro accettavano di buon grado la cosa proprio perché quando uscivano si sentivano “bambine” e si sarebbero sentite tali anche con il proprio uomo se non si fossero assuefatte all’idea di essere delle donne di casa. Anche per l’uomo vale lo stesso discorso. Erano preparati a gestire quel bisogno di evadere dalla routine di coppia o di cercare conferma della loro maturità nel gioco della seduzione. E non è una cosa che si può spiegare. Si deve vivere. Solo tenendo vivo il mistero restiamo giovani. Perché le persone che hanno questo tipo di sensibilità notano il loro lato bambino? Perché lo temono? Alla fine da questa paura nasce l’uomo che vuole superare i propri limiti e si trova nell’impossibilità oggettiva di riuscire a comunicare con gli altri. Questo non va bene. Per me non va bene. Come se non bastasse si è risvegliato un culto dell’immagine dal quale è difficile prescindere. Io lo dico con grande onestà, perché sono una persona molto concreta che chiama le cose con il loro nome. Ci sono cose che ci riguardano anche quando non ci riguardano. Altrimenti diciamo pure che il corpo è un optional e con la mente possiamo dominare gli altri.

  3. 3
    Rossella -

    E’ chiaro che nel momento in cui si riesce a trovare una soluzione in campo figurativo si può fare anche un salto di qualità e magari dimenticare. Ma perché illuderci? La mia natura mi fa sentire ostaggio di una serie di passioni che m’impediscono di vivere la bellezza del corteggiamento. Come devo dire? Deviano la mia intelligenza emotiva e falsano la gestualità. Per cui non si riesce a comunicare. Lui potrebbe essere un uomo che razionalmente è contrario ad ogni manifestazione di tenerezza. La sua accondiscendenza (passa oggi passa domani) potrebbe stancarlo. Ma gli uomini non sono tutti così. Anche lui non disapprova la tenerezza. Non la capisce almeno fino a quando non ti sente respirare. In quel momento (nel nascondimento) riesce ad abbandonarsi perché vive la sua durezza come una colpa. Ma prima ha bisogno di vedere confermata la sua virilità. Da come cambia la tua respirazione lui capisce che eri bloccata. Io ad esempio vivo quasi in apnea… ma ho conosciuto ragazze che somatizzavano questo stato d’animo. Io al contrario sono quasi una sfinge: impermeabile al dolore e alla paura.

  4. 4
    nevealsole1993 -

    Tu ami X. Non mentire a te stesso.

  5. 5
    Sasha@ -

    nevealsole1993@ Tu ami X. Non mentire a te stesso.

    No, non vedo le mentire qui. La X era su primo amore, lei si è andata via lasciando tutta la colpa su di lui. Per questo lui non poteva liberarsi tanto tempo, perché stava pensando che lei gli ama ancora. Quando è finita neanche ha sofferto.

  6. 6
    Sasha@ -

    E lo stesso errore con la Y. Povero ragazzo, spero che ha riuscito di liberarsi e incontrare la persona normale.

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