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Bullismo a scuola. Le riflessioni di un bidello

Ciao a tutti sono sempre io il bidellone e anche oggi devo esporre alcune riflessioni sui ragazzi che purtroppo non vogliono studiare. quando vengono cacciati dalla classe per un’ora, da buon bidello ho il dovere di controllarli per vigilare sul cosa fanno e dove vanno(in quanto per esperienza si sfogano a volte sugli arredi scolastici o nei bagni,facendo pipi’ fuori dalla turca o gettando la carta igienica dalla finestra o peggio ancora tentando di sputare sulla testa dei passanti se si trovano ai piani superiori dell’istituto). A volte mi capita di parlare con loro del perchè di tali comportamenti bestiali e loro mi risondono che non gli interessa lo studio per i più svariati motivi, vedi il padre operaio che forse gli troverà un posto nella sua fabbrica, o il figlio del muratore che poi seguirà il padre o il figlio del pizzaiolo che tanto un lavoro lo ha già e tutti restano li’ fino ai 16 anni per trascorrere alla meno peggio il biennio imposto dalla legge: ecco quindi che si giustificano con se stessi hanno cioè la coscienza a posto che tanto comunque andrà per loro una scappatoia sempre si presenterà. Il problema per loro è come trascorrere il biennio ed ecco quindi la scuola che da luogo di cultura diventa luogo di ritrovo, discoteca, ludoteca,posto dove cuccare qualche ragazzina per farsi belli davanti agli altri, poichè se ci sai fare acquisti punti agli occhi degli altri e puoi diventare il capogruppo. Ecco che da questi comportamenti e da questa filosofia di vita nasce il bullismo secondo me non per prevaricare sui più deboli in quanto tali ma perchè cosi’ facendo ci si fa belli davanti agli occhi degli altri: Il messaggio che vogliono lanciare è questo| Noi comandiamo sugli altri, noi siamo i più furbi, noi non ascoltiamo i docenti, anzi li deridiamo, non ci interessa delle note. Sono loro che stufano, che insistono sul farci studiare anche se hanno già capito che a noi non ce ne frega niente in quanto avremo già un lavoro a fine anno scolastico se tutto va bene.Nasce poi da queste cose una forma di vendetta sui compagni di classe del tipo: se non voglio studiare io e poichè io comando il “gruppo” non devi studiare neanche tu percio’ disturbo in classe interrompo le lezioni, devo fare qualcosa di eclatante per fare ridere gli altri, devo passare questo maledetto biennio alla meno peggio divertendomi il più possibile e tentando di coinvolgere più compagni possibili perche in tanti si ride meglio. questo è un pò il riassunto di tali conversazioni. Ma allora noi personale scolastico di fronte a queste considerazioni come possiamo agire? Cerchiamo di coinvolgere i genitori ma spesso scopriamo la impreparazione loro a affrontare il problema in quanto indaffarati nel lavoro o incapaci di prendere decisioni se non la solita sberla fra le mura domestiche. Ogniuno è libero poi di fare le sue scelte, ma come ho detto nella prima lettera voglio spostare il problema su chi invecie vuole studiare ma non può farlo a pieno in quanto la lezione di un’ora diventa forse di 15 minuti:questi ragazzi motivati li vedo rassegnati.li vedo non appagati in quanto potrebbero dare di più ma non possono farlo perchè disturbati. Mi chiedo quindi se è giusto tenere tali ragazzi a scuola, in classe,a discapito degli altri che hanno il diritto riconosciuto dalla legge di imparare. E’. come se io pagassi il biglietto del filobus per sndare verso nord e invecie mi trascinano a est facendo deviare il conducente del mezzo. MI sembra chiaro che è anticostituzionale, ma allora perchè lo permettiamo? Perche chi devia un mezzo pubblico è considerato un dirottatore e quindi fermato dalle forze dell’ordine e invece nella scuola che pure è un servizio pubblico no ? Per oggi mi fermo qui cofidando nelle vostre opinioni in merito a tali problemi. Arrisentirci.

Lettera pubblicata il 9 Marzo 2007. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Attualità - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Bruno -

    Il Bullismo a scuola c’è sempre stato, adesso visto che la notizia tira, se ne parla ovunque.

    L’unica differenza è che oggi la mamme vogliono fare le miss perizonate e zeppe di silicone e i papà a tirare a campare, tanto tra polacche e ucraine, il tempo di educare i propri figli ce ne sempre meno.

    I Bidelli? Buoni al brodo!
    I professori? Neanche a parlarne!

    Tanto entrambi fanno parte di una cat. super protetta e vivono
    nel mondo di chissenefrega!

  2. 2
    david -

    Bruno però secondo me sei eccessivo nel giudicare le categorie protette.Pensa che ci sono reduci che hanno combattuto in guerra che sono rimasti traumatizzati e disagiati da quei tempi orribili,e hanno trovato con difficoltà il reinserimento nella società.Mi sembra esagerato sparare sulla “croce rossa”.E tante altre brave persone di questa categoria fanno il loro dovere.Cmq hai ragione nel triste osservare quest’epoca,indifferente,caotica,cinica,ipocrita.

  3. 3
    Rossella -

    Il bullismo affonda le sue radici nel sessantotto. L’indebolimento dell’autorità induce le persone a produrre un veleno e a preferire le espressioni cattive. In particolare questo accade perché si sottovaluta la vita dei paesi. Ti posso dire che all’asilo avevo delle compagne alle quali ero unita da un profondo legame che non escludeva il piacere di amare follemente, di andare, per dir così, oltre la contemplazione estatica. I bambini guardano con uno sguardo di trionfo che li vede fratelli e sorelle in Cristo. Per cui hanno questa fretta di donarsi, nonostante l’insofferenza all’istituzione che talvolta viene personificata dai gruppi. Perché c’è chi ama la scuola già a quell’età. Io non ero tra coloro che l’amavano…soprattutto per via della mensa. Questo processo si arresta e restano pochi superstiti a dimostrazione del fatto che si tratta di un modello sociale abbozzato.Cosa accade? Cominci a fare pace con l’idea che la figlia di qualcuno che rappresenta l’autorità nel mondo della scuola fa finta di non riconoscerti. Abitate nello stesso rione e neanche vi scambiate il saluto.L’ombra che circonda l’incontro ti fa capire che il vento sta cambiando e che si prepara una stagione molto rigida. Lei non ha colpa.

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