All’attenzione del ministro Valditara
I neuroni specchio di un professore possono seminare morte
E poi ci meravigliamo se un ragazzo problematico si trasforma in assassino? Mi riferisco ad Alessio Tucci che ha barbaramente massacrato la povera Martina Carbonaro..! Non ci dobbiamo meravigliare ma semplicemente inorridire, soprattutto se pensiamo che i nostri ragazzi rischiano di trovarsi quotidianamente a contatto con “professori” come Stefano Addeo che si è permesso “in un momento di impulsività emozionale incontrollata”, di augurare una morte atroce a Ginevra, la giovanissima figlia della Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, augurandole di fare la stessa fine di Martina Carbonaro! Se per Alessio Tucci di cui ho già espresso delle considerazioni in una delle precedenti “Lettere al direttore”, adducendo riflessioni molto ampie sulle cause socio ambientali e individuali dell’accaduto, non posso esimermi dal fare una considerazione molto seria, riguardo l’idoneità etica e psicologica nel ricoprire il ruolo di insegnante del “professore di tedesco” Stefano Addeo. Innanzitutto un professore che dovrebbe educare oltre che insegnare una materia agli studenti, non può esprimere pubblicamente sui social incitazioni aberranti e sconvolgenti, come augurare una morte terribile ad un’innocente bambina, risultanza questa palese di evidenti “problematiche personali”. Possiamo tuttavia parlare chiaramente di vere “insufficienze psichiche” per usare un eufemismo, perché lui stesso ha ammesso “blandamente” che si è trattato di un “errore” e chiede scusa, come fosse stato un “Pierino di turno” beccato con le mani nella marmellata, ma che poi continua a leccarsi le dita, dicendo che non cambia le proprie “idee” politiche! Ma queste sarebbero idee politiche? Solo un seguace di Pol Pot potrebbe avere simili “idee”! Il ravvedimento arriva solo perché teme, ora che è successo un putiferio ed è stato ingenuamente scoperto, di incorrere nei giusti provvedimenti disciplinari che mi auguro il Ministro Valditara prenderà con pugno di ferro, unitamente a tutto il Governo in maniera significativa ed esemplare, come minimo sanzionandolo con un immediato licenziamento per giusta causa, venendo a mancare il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente, nonché per dare un chiaro segnale di definitiva intolleranza verso la politica dell’ odio personale, leitmotiv ormai abusato ad ogni piè sospinto dalla “Sinistra”. Il rischio che potremo correre in futuro tuttavia è che venga eletto nelle file parlamentari di “AVS” avendo “le carte in regola” per diventare collega dell’ “on” Ilaria Salis! Mi auguro anche che la giustizia penale faccia il suo corso ravvisando eventuali reati in un simile comportamento. Dal punto di vista giuridico, un’affermazione del genere potrebbe configurare il reato di minaccia (art. 612 c.p.), se viene percepita come un’intimidazione concreta. Tuttavia, la giurisprudenza italiana tende a distinguere tra una minaccia diretta e un’affermazione generica o iperbolica. Pertanto se il post fosse considerato istigazione a delinquere (art. 414 c.p.), potrebbe avere serie conseguenze penali. Addeo ha successivamente cancellato il post e ha chiesto scusa, definendolo un “gesto stupido, scritto d’impulso”, ma ha ribadito di non voler rinnegare le “sue idee”dal punto di vista politico! Il suo comportamento in ambito psicologico e anche pedagogico, denota la totale carenza di intelligenza emotiva ed intelligenza sociale, due fondamentali indirizzi psico-didattici impliciti che dovrebbero essere alla base della formazione scolastica degli alunni e degli studenti, affinché si possa evitare nei limiti del possibile di dovere assistere a comportamenti come quello manifestato solo pochi giorni fa da Alessio Tucci, l’assassino di Martina Carbonaro, dove oltre ad una spietata crudeltà, ha evidenziato per l’appunto carenza totale sia di intelligenza emotiva che intelligenza sociale. Se dei professori che dovrebbero essere loro stessi in primis dei fari illuminanti nello sviluppo emotivo, sociale ed educativo dei nostri ragazzi, adottano tali comportamenti, cinici ed impulsivi, come dimostrato con il suo post Stefano Addeo, si deduce in loro stessi la totale incapacità di gestire i loro impulsi “emozionali” e soprattutto la loro inidoneità ad una civile visione di convivenza sociale nel rispettare il prossimo e il senso della vita. Ritengo pertanto sia molto più salutare per i nostri ragazzi “fare un corso di tedesco” tramite gli attuali sistemi informatici in maniera autonoma piuttosto che condividere la quotidianità didattica con simili “personaggi”. Un professore ha diritto ad avere le proprie idee seppure abominevoli come quelle del “prof.” Stefano Addeo, ma devono rimanere sigillate nel suo sistema limbico, evitando di trovare spiragli senza espandersi oltre, inquinando e devastando il senso dell’etica e della ragione, cercando spazi tramite i “social” per istigare alla violenza più orribile, come ha fatto appunto Stefano Addeo. Definirlo “professore”a questo punto, si configura come offesa collettiva, in contrasto con la missione educativa che la maggior parte dei professori vivono quotidianamente con passione e molte volte con fatica e sacrifico nei confronti dei loro allievi, perché dobbiamo accettare di inserire in tale “contesto accademico” Stefano Addeo solo in funzione di elementi giuridici di diritto, ma non certamente per idoneità. pisco emotiva e morale in merito al compito istituzionale che gli era stato affidato.
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