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Annoiarsi a lavoro

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Lettera pubblicata il 2 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 444 commenti

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  1. 41
    Anika -

    Beh Dolly che dire? A questo punto devi chiederti se ti interessa fare carriera o vivere tranquilla. Lavorare in un ambiente “rilassato” è una cosa importante. Non andare a lavoro con l’ansia di quel che sarà è un aspetto da non sottovalutare. Inoltre lavori vicino casa e anche quello è un plus. Molto dipende anche se vivi con i tuoi o per conto tuo. 1300 euro e vivere con i genitori è una “pacchia”, 1300 euro e vivere soli o a dividere le spese con qualcuno è tutta un’altra storia. Il mio punto di vista, che non è verità assoluta ma solo l’idea che mi sono fatta lavorando, è che qui in Italia non vale la pena “darsi da fare”. Mi spiego meglio. Fatto salvo qualche rara eccezione nella grandi città e in aziende serie con REALI prospettive di carriera, è difficile che una persona venga pagata BENE e in modo proporzionato a studi effettuati ed impegno profuso. 1300 euro li prende mio fratello a fare l’operaio metalmeccanico con la terza media per intenderci. CONTINUO NEL…

  2. 42
    Anika -

    Perché ti dico questo? Per farti capire che è giusto che tu ti guardi intorno per cogliere eventuali opportunità ma d’altra parte sii saggia e metti tutto sul piatto della bilancia. Se devi lasciare un posto a 1300 euro, in cui non hai rogne né grosse responsabilità, vicino casa magari per andare a 30 km di distanza per gli stessi soldi o poco più e magari in un posto in cui ti rompono i co...... e ti stanno col fiato sul collo… beh non sarebbe un grande affare! Sii prudente è in definitiva il mio consiglio.

    Chibi grazie per la risposta mi informerò!

  3. 43
    Dolly -

    Grazie a tutti per i commenti e per i vostri punti di vista, è bello confrontarsi. Bottex ha ragione quando parla dell’umanità che in molte grandi aziende viene meno, in effetti il nostro datore di lavoro ha un atteggiamento piuttosto paterno con noi dipendenti (siamo tutti tra i 25 e i 30 anni). Tuttavia io credo che possano esistere anche le vie di mezzo, la mia azienda mi andrebbe benissimo se solo avessi qualcosa in più da fare. I primi tempi che ero lì mi sembrava di rubare lo stipendio e di essere stata presa per gli sgravi fiscali, invece, come nel caso di Anika, i miei datori non vedono o non vogliono vedere la realtà dei fatti. Da aggiungere che inizialmente, siccome lato estero c’era poco, mi erano state affidate mansioni di contabilità ed ero anche contenta di questo, ma ora è stata assunta un’altra ragazza per occuparsene e quindi addio! Cara Anika, la penso come te. Io credo proprio che per la posizione di back office estero lo stipendio sia più o meno quello e…

  4. 44
    Dolly -

    bisogna mettersi il cuore in pace. Se dovessero propormi di più da un’altra parte potrei valutare, ma lasciare un posto indeterminato a 2 minuti da casa per la stessa cifra, dove magari mi stressano dalla mattina alla sera, è lontano e torno a casa alle 21…Anche no. Già ora, nonostante tutto, ho comunque poco tempo da dedicare alle mie passioni. Io convivo da poco con il mio compagno e nell’ultimo anno abbiamo fatto sacrifici per mettere su casa. Contribuisco alle bollette e alla spesa, ma il mutuo lo paga solamente lui perchè guadagna molto di più di me, diciamo ben più del doppio(è ingegnere informatico). In questi anni la mia visione della carriera è cambiata, ho capito che col mio titolo di studio non potrò mai fare chissà cosa e che forse mi viene accontentarmi. Rimanere qua (ho comunque uno stipendio senza tirarmi il collo) e tra un po’ chiedere magari un part-time con due rientri settimanali (come Chibi) per dedicarmi a ciò che conta davvero, cioè VIVERE.

  5. 45
    Dolly -

    Dare tutto per un’azienda che non è nemmeno tua non ha senso, come ha giustamente detto Bottex. C’è un mio collega che lavora tutto il giorno(weekend compresi) gratis, rimane in ufficio oltre l’orario di lavoro e si mette sempre in mostra, ma non capisco a che pro. A me tutto questo non interessa perchè non vivo per lavorare, a maggior ragione se non ho voce in capitolo in azienda. Io voglio uno stipendio decente e fare qualcosa che mi gratifichi un minimo, alla fine non ho tutte queste pretese, non voglio di certo diventare dirigente. Per questo guardarsi attorno non fa mai male, magari qualche opportunità un po’ più accattivante salta fuori, chissà. Comunque è vero, in questo paese gli operai vengono pagati più dei laureati, mio padre ha sempre guadagnato ben più di me e faceva il magazziniere! Mi viene spesso da sorridere a pensare che tutti gli “adulti”, quando andavo a scuola, mi ripetevano che studiare era una pacchia e il lavoro un inferno…A me tuttora pare il contrario!

  6. 46
    Chibi -

    Buonasera ragazze, tasto dolente gli stipendi..si anche dove lavoro io gli operai sono pagati meglio… però nelle realtà di operaie ( vedi magazzini della frutta dove si fanno letteralmente il mazzo) gli stipendi sono da fame…la disparità è ancora molto evidente, purtroppo.
    Ognuno di noi trova il suo di modo per superare la noia..pensa ai pro e i contro.. stipendio, vicinanza, lavoro e colleghi tranquilli..ed è giusto così!
    Personalmente, pur essendo più grande di voi e con una famiglia e quindi “sistemata” non ho intenzione di fermarmi qui!! Veramente ci sono giornate dove mi sento morta dentro..magari io vivo male questa condizione e la voglia di mettermi ancora in gioco è forte.
    Ma capisco perfettamente e invidio chi ha la capacità di adattarsi.
    Però se riuscite fate dei corsi, aiutano anche l’autostima!

  7. 47
    Yog -

    Chibi, non per farne una questione sociale, ma gli stipendi di chi lavora al mercato ortofrutticolo non fanno testo, sono poco più della mancetta che ogni adolescente altoborghese piglia ogni domenica per il solo fatto di esistere.
    Tu quanto vorresti prendere al mese? Al netto, intendo.

  8. 48
    Chibi -

    Yog, il discorso dello stipendio era legato alle ancora enormi differenze tra uomo e donna.
    Il mio stipendio per le ore che faccio, le mansioni e l’esperienza va benissimo così, grazie.

  9. 49
    Dolly -

    Cara Chibi, io sono combattuta tra l’adattarmi (pensando ai lati positivi elencati prima) e il cercare altrove per sentirmi, appunto, meno “morta dentro” e più utile. Il mio titolare sembra vivere in un mondo tutto suo, non si rende conto di ovvietà. C’è chi invidia una condizione simile (“ma è una pacchia!”) e a chi sta stretta perchè ha voglia di mettersi in gioco e crescere professionalmente. Io però credo che tutti noi (chi più e chi meno) abbiamo bisogno di stimoli e di sentirci gratificati, questo a prescindere dal tipo di lavoro. La noia è il peggior nemico per il nostro cervello, secondo me…Tu sai di poter e di voler dare di più e lo capisco benissimo. Inoltre la vita professionale di una donna non deve finire solo perchè ha messo su famiglia (anche se la società ci fa credere questo)! Secondo me fai proprio bene ad approfittare delle ore libere dall’ufficio per seguire dei corsi, sono pur sempre un nuovo stimolo e un’occasione per confrontarsi con altre persone.

  10. 50
    Chibi -

    Sai Dolly cosa mi succede..che alla sera, nei giorni dove faccio 8 ore, sono stanca, ma stanca come se fossi stata 24 ore sveglia..sono letteralmente stanca per la noia.
    Ci sono giorni dove non devo neppure sforzarmi di usare il cervello..
    E dire,che funziona bene quando serve!
    No, io non posso ridurmi in uno stato simile.
    Ne ho parlato anche con un’amica che è mental coach e si, mi ha dato qualche consiglio per tamponare, ma alla fin fine la soluzione non c’è…a parte cambiare.
    Io invio CV come se non ci fosse un domani!
    Purtroppo i titolari e le mie colleghe sono così abituate a quel modo di gestire il lavoro che non le cambi più, è talmente radicato in loro che non se ne accorgono neppure!

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