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Perché in amore ce l’ha sempre vinta chi ti ha presa in giro?

di Elis27
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Lettera pubblicata il 5 Giugno 2013. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 92 commenti

Pagine: 1 7 8 9 10

  1. 81
    Samuel Bellamy -

    Bimba, tra me e mia moglie c’è un’affinità intellettuale che ha del prodigioso, tanto che ancora oggi ci sorprendiamo di pensare le stesse cose nello stesso momento, utilizzando persino gli stessi termini per esprimere il concetto. Ma questo è dovuto, oltre che ad un comune “software” di base, che col tempo si è riconosciuto con quello dell’altro, soprattutto ai 25 anni di vita in comune, durante i quali si sono apprese tendenze ed abitudini dell’altro. E’ per questo che molte coppie finiscono per assomigliarsi, e non solo come modo di pensare.
    Ma questa, lo ripeto, è stata una fortunata coincidenza che non sempre capita, anche nelle coppie più affiatate e sincere. Siamo i migliori amici l’uno dell’altra, ma questo non ha significato il miglior amante l’uno dell’altra, forse lo siamo diventati dopo un periodo recente fatto di “lacrime e sangue”, a dimostrazione che il famoso “istinto mafioso” di cui accennavo in precedenza, non contempla le affinità elettive come necessarie alla “riproduzione” e di conseguenza a giustificare le fesserie che si fanno per avere un idiota qualunque che però la natura ti indica come il maschio della tua vita. Sono due mondi separati, l’ho già detto, lo confermo e lo ripeterò sino allo sfinimento, anche se più di qualcuna mi dirà che sbaglio.
    Non c’è dubbio che una relazione intellettualmente viva ha più speranze di durare rispetto a quella istintiva, che sia più piacevole, anche se meno adrenalinica e che in fondo dà senso ad una vita di coppia, visto che il sesso è destinato ad affievolirsi per tutti. Ma è un fatto che le storie d’amore più “richieste” sono quelle legate all’istinto, e non all’affinità intellettuale. Se fai un libro o un film su quest’ultima condizione saranno l’autore, il regista e i famigliari di questi a comprare il libro o ad andare al cinema. Se invece fai un romanzo, “come 50 sfumature di grigio, rosso e nero”, (li avete sentiti nominare l’estate scorsa, vero?) saranno 100 milioni di donne ad acquistarlo. E di cosa parla? Di un lui caratteriale, ma ricco, con tendenza al sadismo, ed una lei che lo ama disperatamente, benchè sottoposta alle vessazioni del problematico personaggio. 100 milioni di copie vendute!! E’ un caso sociologico su cui riflettere, altro che affinità elettive: è l’istinto allo stato puro, e mi sorprende che sia passato sottotono dato quello che significa come “singolare” fenomeno della psiche femminile, in un momento nel quale la tanto decantata liberazione delle donne, le pari opportunità, i maltrattamenti, i femminicidi e lo stalking di cui si sente parlare quotidianamente, farebbero pensare finalmente a quelli che dovrebbero essere i veri “desideri” femminili da perseguire, relativamente alle relazioni con gli uomini. Il succeso di quei romanzi fa capire cosa invece passi nella testa di milioni di donne, ancora una volta alla faccia delle affinità elettive.
    Bimba, non sò quanto sia durata quella attrazione magnetica (termine a me noto, nei confronti di altri) ma >>>

  2. 82
    Samuel Bellamy -

    >>> l’stinto è ondivago, e come ho detto nei post precedenti, se si intravede qualcuno più idoneo, si cambia.
    E’ chiaro che per lui non eri la donna della vita, e quella che ora frequenta neppure, secondo me, se ne è imbarazzato nel rapportarcisi, come dici tu. Deve essere un debole che ama le donne dominatrici, forse come retaggio del rapporto con la madre, chissà. Non pensarci più, non credo ne valga la pena.

    Quanto alla domanda di Andrea sul patriarcato. Caro Andrea, temo che oggi come oggi la tua sarebbe una battaglia di retroguardia. Il patriarcato è finito per sempre e forse è un bene che sia scomparso, perchè di errori ed ingiustizie ne ha prodotte in quantità.
    Il patriarcato aveva una ragion d’essere quando il potere e la forza economica maschile avevano ragione su tutte le altre contingenze, seppure importanti, e la sopravvivenza “fisica” della famiglia era una responsabilità del padre di questa, che per questi obblighi, in molti deprecabili casi, si arrogava diritti di vita e di morte sui suoi “sottoposti”.
    La donna, sino 40/50 anni fa, in Italia ma no solo, dipendeva dalle condizioni economiche del marito, dal quale dipendeva anche la sua sopravvivenza come persona. Il marito era il “padr-one” della sua vita e quindi il “patri-arca”.
    Senza voler fare lo psicologo sociale da strapazzo, se 50 anni fa i femminicidi erano legati soprattutto all’adulterio di lei, oggi sono collegati alla voglia di libertà di lei, all’autonomia, anche economica, di lei, alla capacità di autodeterminare la propria vita, di lei. Tutte cose che fanno perdere “potere” a quel lui abituato a sentirsi padrone attraverso questi condizionamenti sociali OBBLIGATI, con reazioni troppe volte insensate, da marito/padre padrone, appunto.
    La storia non si può fermare e oggi va in quella direzione libertaria e paritaria o almeno “dovrebbe” andare, cosa difficile da credere quando leggiamo di certi successi editoriali, o di donne come le nostre che si buttano via per anni dietro dei “quaquaraquà”. Se però venisse finalmente imboccata quella strada, di cui tante di loro parlano, sarebbe una direzione che io troverei molto stimolante come uomo che si ritiene evoluto.

    Peccato che poi, molte delle nostre adorate compagne che sventolano quei sacrosanti diritti, sognano però un maschio problematico come quello dei famosi romanzi appena citati o ne hanno avuto uno simile, anche se non esplicitamente, nè fisicamente violento, vivendo relazioni che le vedono esprimersi da “gregarie” in una direzione completamente diversa a quella gridata o richiesta a parole, mentre mantengono in “vita” certi omuncoli senza attributi, che però sanno far leva sulle loro femminili “debolezze” sentimentali e caratteriali per raggiungere l’obbiettivo di dominarle.

    Che vuoi che ti dica, è il meraviglioso e caleidoscopico animo femminile, che non finisce mai di sorprendere noi uomini e persino le stesse donne, un animo che forse non capiremo mai, e probabilmente è meglio così.
    Una saluto a tutti.

  3. 83
    bimba -

    Samuel

    con questa frase hai centrato il punto:
    “Insomma le nostre donne hanno bisogno di sogni più che di realtà, e anche quando pensano di fare il loro sano interesse in amore, è sempre sogno.”

    🙂

    forse quelle di oggi molto più di quelle di ieri che avevano da pensare principalmente alla sopravvivenza…

    Andrea

    infatti è così: “Quello che voglio dire, è che se fosse tutto così schematico nel cervello femminile, loro vivrebbero in uno stato di miglioramento continuo. Abbandonerebbero un progetto unicamente con la prospettiva di passare ad uno migliore e non è sempre così.”
    le donne non hanno affatto un cervello schematico, ma anzi tendono all’ irrazionalità. da cui i sogni di cui parla Samuel…
    Difatti anche se io sono forse più razionale della “donna media”, adoro come le altre le cose che mi fanno sognare: film, romanzi ecc… solo che avendo fatto un mio percorso di maturazione non confondo più queste cose con la realtà.. 🙂 ma quanto mi fanno bene per andare avanti e continuare a sperare (sognare) che nella vita esistono anche le cose belle.. 🙂

  4. 84
    Andrea -

    Il patriarcato me l’avete proprio bocciato eh! 🙂
    Anche perché forse l’avete interpretato nell’eccezione negativa del termine:, proibizioni, vessazioni, sottomissione.. In realtà ho sotto gli occhi esempi duraturi e felici incentrati proprio sul patriarcato.
    Alcuni miei zii sposati da tanti anni e poi ricordo bene i genitori della mia ex, forse la coppia più in sintonia che abbia mai visto. Lui il capo famiglia ufficiale, lei quella ufficiosa, ma con ruoli ben netti e determinati. Ovviamente tutte coppie durature e da quello che ho potuto vedere, affiatate. In fondo spesso citiamo l’istinto naturale, ma in natura, gli animali, hanno ciascuno il proprio compito. Mai visto una leonessa fare il leone e viceversa..
    In realtà probabilmente avete ragione voi, perché il patriarcato funzionava se messo nelle mani dell’uomo giusto che aveva buon senso mentre si rivelava disastroso nelle mani sbagliate. Questo discorso si può applicare anche alle coppie moderne, ora è lei ad essere matriarca e sta a lei agire con buon senso.
    Eppure sono convinto, che andremo sempre più incontro a coppie più o meno nel caos della separazione e generazioni che si abitueranno a vivere in famiglie allargate.
    La coppia che si forma, cresce e resta insieme diventerà qualcosa di molto raro (la strada intrapresa è quella).
    D’altronde basta vedere già ora come funzionano le cose: 30 enni libere ma insoddisfatti ed eterna adolescenza. Senza contare che una 30/35enne odierna si avvicina alla creazione di una famiglia con alle spalle fidanzati importanti, avventure, frequentazioni a solo scopo sessuale (che piacciono tanto a noi maschietti). Quindi si appresta a costruire una famiglia con un cuore già molto più indurito,cinico ed indipendente.
    Quello che voglio dire per ironia della sorte è che probabilmente, in una storia come quella vissuta da bimba 50 anni fa, la bimba di allora non avrebbe potuto così facilmente biasimare il compagno per “futili” motivi e sarebbe maturata con lui imparando ad apprezzarlo, mentre ora, come fa notare bimba stessa, al primo calo di “emozioni” la donna non sente nessun peso sociale nel mollare il fidanzato e a ripartire da zero. Quindi di nuovo emozioni/crisi/emozioni.., in una sorta di parabola che nasce e muore all’infinito. Unico problema è che nel mentre la vita trascorrere e la biologia umana resta quella di 50 anni fa.
    L’emozioni inoltre, vivendole e rivivendole, via via non hanno più la stessa intensità e non è più così facile rinunciare agli spazi che ci si è ricavati. Il risultato man mano che si cresce vivendo in questo modo “libero” è trovare qualcuno da amare e che ci ami e non qualcuno di cui semplicemente innamorarsi.
    Infatti guardate che caso, alla fine la difficoltà più grande è poter dar vita ad una storia importante. Magari caia si lamenta di non riuscire a trovare un tizio “serio”, quando probabilmente fino a qualche anno prima l’aveva tra le mani e l’ha snobbato..

  5. 85
    Andrea -

    ..In sostanza prima si provava un peso fatto di doveri, imposto dal coniuge e dalle famiglie a cui dovevi adempiere.
    Certo se si era fortunati si formava una famiglia serena, altrimenti erano dolori.

    “Caro Andrea, temo che oggi come oggi la tua sarebbe una battaglia di retroguardia”
    No per carità, da parte mia nessuna battaglia. Mi piace esprimere il mio punto di vista e formare con il dibattito un mio personale pensiero.
    Per quanto mi riguarda, per fare un parellelo un po’ forzato con la scuola è come dire che prima c’erano i maestri troppo severi e dispotici, ora studenti molto meno educati al rispetto, e docenti privati di qualunque potere pena la messa al bando da parte della scuola stessa e delle famiglie. Almeno,questo è quanto mi riferiscono amici insegnanti.

    “le donne non hanno affatto un cervello schematico, ma anzi tendono all’ irrazionalità. da cui i sogni di cui parla Samuel…”
    Secondo me è un po’ un sognare con i piedi per terra, come fa notare Samuel. Forse davvero i veri sognatori siamo noi uomini, senz’altro più logici ma anche capaci di perderci dietro ad una logica utopistica, fatta infondo di illusioni.

    P.S.= bimba ti ho scritto una mail, ti è arrivata? Solo per conferma..

  6. 86
    bimba -

    veramente no, Andrea, e non capisco il perché.. da quell’indirizzo ho provato sia a ricevere che ad inviare, e mi ha funzionato… se non arriva proverò a darti un altro indirizzo…

  7. 87
    Luna -

    Andrea, io continuo a restare un po’ perplessa quando si parla di un’epoca maggiormente “cicala” intesa come: single/no doveri/sacrifici/responsabilita’. Mi spiego: ci sono le cicale, uomini e donne, e anche la fuga dalle responsabilita’ a piu’ ampio spettro. C’e’ sicuramente anche chi spende 1000 euro per cose piu’ futili ecc. Pero’ onestamente credo viviamo in un’epoca in cui moltissime persone lottano ogni giorno con il precariato (e non da oggi), non hanno il modo di lasciare la casa dei genitori pur volendo o se lo fanno hanno ben poco da cicalare, in cui le persone magari non hanno figli ma si occupano di genitori anziani o altre problematiche. Quindi di per se’ anche il single o la single pur anche non si leghi non per forza e’ smidollato o cazzeggiona ad ampio senso/raggio. Al contempo a 35 anni molte persone, uomini e donne, non sono single di ritorno perche’ non si siano impegnati in un rapporto sul serio ma perche’ il pacco lo hanno ricevuto dal partner e uomo o donna. Andrea, sarebbe bello se il problema fosse nella non concretezza ecc femminile soltanto perche’ in giro non ci sarebbero un bel po’ di donne che si son presi pacconi micidiali da colui che era un compagno e un marito con cui credevano di vivere non secondo Beautiful ma una realta’ quotidiana fatta di tutto cio’ che compone la realta’. Anche i normali sacrifici come i problemi purtroppo possibili e di maggiore impatto, come problemi di salute propri o del partner o di famigliari o la perdita del lavoro ecc. Che poi per tutto cio’ non c’e neppure una precisa eta’ e personalmente a parte il fatto che la convivenza o il matrimonio portano ad avere una serie di responsabilita’ materiali e contingenti in piu’ nel quotidiano ci sono cose nella vita che se ne fregano, per succedere, che tu sia single, piu’ adulto d’eta’ o meno

  8. 88
    Luna -

    e quindi il fatto di non stare in coppia di per se’ non significa ne’ avere ne’ costruirsi una “bolla” per non affrontare problemi o non dover crescere. Come, ovviamente, avere un/una partner, comprare casa e neanche concepire, allevare figli di per se’ vuol dire “essere maturi”. Magari fosse cosi. L’indipendenza a me non sembra un guaio. Quella economica dovrebbe essere un diritto possibile per tutti/e, cosa che oggi non e’. L`indipendenza non e` «che me ne frega faccio quello che mi pare e ti c*go in testa perche’ di te non me ne frega nulla», e’ tutta un’altra cosa. Da un certo punto di vista e’ sicuramente vero che dopo delle batoste gli ultratrentenni o piu’ sono piu’ disincantati… al contempo spesso lo sembrano molto di piu’ gli under 30 o i 20enni. Molti over 30, passata una batosta (uomini e donne) sono molto piu’ sereni/e dei loro “fratelli e sorelle minori”. Stanno bene anche da soli e sono piu’ indipendenti, e’ vero, ma non in senso “deteriore”. Raggiunto un proprio equilibrio e rielaborate delle cose del passato non mi sorprende affatto che si godano la vita piu’ di prima e anche se hanno dei problemi. e per godersi la vita non intendo necessariamente sco.... a dx e sx o ubriacarsi tutte le sere. Ma tra chi dice “mai piu'” e tra chi compulsivamente cerca compagnia io conosco parecchia gente, uomini e donne, che nonostante si sia trovata di fronte inattese difficolta’ e anche serie quando in teoria non c’era spazio per un terremoto, da quei terremoti ha imparato a vivere “meglio” e non “peggio’ di prima. e non mi stupisce che relazioni formatesi piu’ avanti siano “migliori” e non “peggiori”. Poi le cantonate possono sempre capitare o si puo’ pure andarsele a cercare, chi nasce tondo non muore quadrato a meno che un suo percorso non gli/le porti nuove riflessioni ecc. ma non vedo un solo modo di stare in coppia, uomini/donne, o di essere single, uomini/donne. Non l’ho visto stando in mezzo alla gente, miei coetanei e non. Questa ovviamente e’ la mia esperienza e il mio punto di vista. Anche dopo aver attraversato dei miei stati d’animo nei quali mi risaltavano agli occhi delle cose piuttosto di altre in fasi di introversione ma anche parlandone con chi era nella fase mia o simile o tutt’altro, pur avendone passate di brutte. E devo dire che ringrazio entrambe le cose. Poi ognuno sa per se’ e i suoi .percorsi.

  9. 89
    Samuel Bellamy -

    Ciao a tutti. No Andrea, non è una bocciatura ma solo la constatazione che quella condizione di cui parli, ancorchè auspicabile quando il “pater familia” è una persona per bene, oggi è anacronistica culturalmente. Io, come tanti, provengo dalle famiglie d’origine dei miei genitori entrambe patriarcali. Ma, mentre quella della mamma aveva un patriarca delizioso, democratico, amorevole e coscienzioso, quella di mio padre era esattamente il contrario. Un capo famiglia prepotente, violento e tirannico, risultato: stesso ambiente stessa cultura ma due “atmosfere” diverse, dove nella prima l’affetto, l’armonia e l’allegria erano la caratteristica dell’ambiente famigliare (e dove io da piccolo stavo più volentieri) mentre la seconda era all’insegna dell’oppressione e del timore.
    Cosa significa, che banalmente è sempre la qualità delle persone che fa la differenza, al di la del momento “storico” che si vive.
    Oggi lamenti il fatto che molte giovani donne non “abbiano” le idee chiare sul proprio futuro, e forse le tue bellea spettative non trovano riscontro nelle persone che incontri. E’ il risultato della “libertà”, che mentre apre orizzonti prima impossibili, crea anche l’angoscia della…scelta.

    50/60 anni fa uomini e donne della “common people”, non avevavano gran chè da scegliere circa il loro futuro. A 30 anni lui aveva un lavoro, si trovava una “brava ragazza”, si sposava e faceva il “capo famiglia”. Lei ne aveva ancora meno: si sposava con quello che spesso passava il convento e diventava una monaca di casa. Fine.
    Pensa oggi, con i cambiamenti intervenuti nell’ultimo mezzo secolo, dalla pillola, al divorzio, al lavoro femminile, alla diminuzione delle nascite sino alla crisi economica e quindi di…futuro, come sono cambiate le carte in tavola.
    Una donna che ha appena appena una indipendenza economica, se non ha proprio la passione per la famiglia, col cavolo che si mette a spaccarsi la schiena per il resto del “gruppo”. E quante sono le coppie che non rinunciano alla propria indipendenza per paura di non “divertirsi” più, mantenendosi in una situazione ambigua senza realizzare un vero progetto di vita che li veda insieme da lì a 10 anni.
    Sono saltate le regole antiche, ma pochi sono in grado di farsene di personali e viverle con convinzione, tanti sono i condizionamenti “sottoculturali” di questa società dell’immagine. Oggi la crisi economica sta facendoci ritornare gioco forza coi piedi per terra, mostrando con spietato realismo quali sono le cose veramente importanti della vita. Ma siamo solo all’inizio di questa rivoluzione dei costumi, ci vorrà una o due generazioni per sbollire “l’ubriacatura” consumistica e tornare, se mai accadrà, ad una vita più sobria e vera.

    E’ curioso, però, come l’argomento iniziale del topic di Elis si sia spostato su alcuni altri “sottoprodotti” delle relazioni sentimentali, dimostrando che, in fondo, la gente vuole realizzarsi nella sempre attraverso il solito, eterno sentimento che chiamiamo amore. C’è speranza.

  10. 90
    Andrea -

    Luna: secondo me leghi troppo dipendenza economica alla dipendenza affettiva. Non intendevo dire che una donna debba stare a casa a far la casalinga, anche se il patriarcato “puro” era di questo stampo.
    Più che altro ciò che intendevo dire è in realtà poi quello che ha spiegato Samuel molto meglio di me, in particolare nel punto: “E quante sono le coppie che non rinunciano alla propria indipendenza per paura di non “divertirsi” più, mantenendosi in una situazione ambigua senza realizzare un vero progetto di vita che li veda insieme da lì a 10 anni”. Al giorno d’oggi l’individualismo viene molto prima del benessere di coppia con tutto quello che ne consegue.
    Oltretutto mi sembra troppo semplicistico dare la colpa a cause esterne, della serie: “io volevo, ma il partner era un pacco”. Oppure:”io volevo, ma sono precario”. Prima di tutto sono molto poco convinto che uno o una scopra i difetti del partner dall’oggi al domani, nella stragrande maggioranza dei casi le avvisaglie si palesano molto presto. E’ che si vive di emozioni come diceva bimba, e fin che ci sono le farfalle nello stomaco è tutto bello. Posto invece che in effetti siano molti i precari e disoccupati al giorno d’oggi è anche vero che molti altri si rifugiano dietro a scuse di questo tipo quando in realtà avrebbero tutte le possibilità per fare il “sacrificio”.
    Una volta, 50 anni fa, lo facevano. E’ questo il punto Luna, se uno/a si trova a 30/35 anni ancora single senza essersi formato/a una famiglia, la “colpa” di questa situazione ricade principalmente su se stesso/a.
    Poi possiamo fare tutti i discorsi che vogliamo, ma la realtà è questa. Molta gente sta bene da sola, sta bene nella propria indipendenza e non ha voglia di fare sacrifici nell’ambito della coppia. Certo, alla fine dal proprio punto di vista si è tutti vittime degli altri che sono tutti carnefici, ma è solo un modo per non affrontate i propri errori e i propri difetti.
    Samuel: nulla da aggiungere, hai spiegato benissimo ciò che intendevo dire. Avevo fatto l’esempio dei genitori della mia ex, sua madre è una donna che ha lavorato per un periodo e poi ha scelto (spontaneamente) di dedicarsi alla famiglia. Suo padre elettricista, lavorava a tempo pieno e nei week end si dedicava e tuttora credo si dedichi, a ristrutturare la casa che avevano comprato con poco. Non lavoretti, si parla di veri e propri lavori di muratura fatti da autodidatta. E hanno tirato su una gran bella famiglia e una gran bella casa, tra l’altro. Ovvio che bisogna crederci nella famiglia e non essere sempre incerti su ciò che si desidera, con chi, quando e come.
    “Sono saltate le regole antiche, ma pochi sono in grado di farsene di personali e viverle con convinzione, tanti sono i condizionamenti “sottoculturali” di questa società dell’immagine”.
    D’accordissimo.
    Bimba: ti ho riscritto..comunque facciamo così, ti lascio il mio indirizzo così risolviamo il problema 🙂 andrea.anonimo@rocketmail.com

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