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Utopia? Sono solo una sognatrice e spero di non essere l’unica

Disgustata da una società individualista, fuggo con voli pindarici della fantasia, e luoghi ideali, stili di vita ideale. E fra le varie utopie, vi è l’utopia che non sia tutta una semplice utopia ma qualcosa di realizzabile.

La mia vita ideale? In una comunità. Una comunità autogestita su misura.

L’idea di una famiglia allargata fatta non di legami di sangue ma di condivisione e collaborazione, fiducia, stima e rispetto.

Siete mai stati studenti fuori sede? Io si. Vi siete mai trovati a dividere una casa con persone che vedete solo la sera, di sfuggita, e magari passate i weekend sotto lo stesso tetto senza neanche parlarci? A me non è capitato, ma in molte case, funziona proprio così. Coinquilini che neanche si conoscono fra loro. Sembra assurdo eppure una volta, cercando una stanza chiesi al precedente inquilino, chi altro vi fosse nella casa e lui mi rispose: “una ragazza e poi c’è uno che però non so come si chiami. ” Entrambi erano in quella casa da un anno e non si erano ancora conosciuti. Non è triste? Non è veramente un simbolo dell’individualismo che ci assale?

Dove c’è la fame, spesso c’è la solidarietà. Nell’estrema povertà spesso si riesce a condividere. Non appena si sale un attimino, ma non tanto eh, solo un attimino, senza bisogno di essere benestanti, arriva l’individualismo, la diffidenza, la brama. E crolla quello spirito di collaborazione, fratellanza, condivisione.

Ecco, la mia vita ideale tornerebbe lì, dove c’era fratellanza e condivisione. Una casa grande, tale da poter ospitare più persone. Persone che scelgono di vivere insieme per non condividere una casa, ma condividere un pezzo di vita insieme. Collaborazione, grandi pranzi e cene tutti insieme, spese condivise, senza bisogno di turni per le pulizie. Condivisione di tutto. Una sorta di comunismo in piccolo, su misura. Una famiglia di “fratelli”.

Le comunità esistono per i casi limite, comunità per ex tossicodipendenti, comunità per disabili, comunità psichiatriche. Quasi il concetto di comunità fosse denigrante.

Perché invece, non potrebbe essere preso come modello? Per scelta, per ambizione.

E poi mi chiedo… quanti ragazzi ci sono che si sentono persi? Persi non tanto a livello economico quanto a livello emotivo. Quanti hanno avuto conflitti familiari, quanti non si sentono a proprio agio in casa, quanti non hanno una vera e propria famiglia alle spalle, e quanti ancora la hanno ma non la sentono come tale?

E allora l’alternativa non potrebbe essere questa? Quella di riunirsi, quella di diventare famiglia, di riscoprirsi fratelli? Per tornare ad avere un’isoletta felice, anche se con i vari alti e bassi del caso, un posto accogliente con calore umano al rientro, essere e allo stesso tempo avere punti di riferimento?

E non parlo solo di studenti, ma anche di famiglie. Non sarebbe bello se più famiglie crescessero insieme a creare un’unica grande famiglia? Senza considerare che anche il costo della vita si abbatterebbe (es. le grandi case, in proporzione costano meno di quelle piccole; la macchina costa meno se è in condivisione etc… verrebbero scambiate le varie conoscenze in vari ambiti e aumenterebbero anche le prospettive di creare un lavoro nuovo, insieme, dal momento che il lavoro è in crisi)

Sono solo una sognatrice… ma spero di non essere l’unica… a quanti piacerebbe un luogo del genere?

Lettera pubblicata il 29 Luglio 2011. L'autore ha condiviso 17 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 10 commenti

  1. 1
    Fabiano -

    Tali comunità esistono già da parecchi anni e rispondono al nome di Nomadelfia…
    Attualmente ce ne sono solo tre in Italia: una vicino Grosseto, una vicino Milano e una vicino Roma.
    Io non ci sono mai stato ma mi piacerebbe molto passare qualche giorno lì.

    Questo è il loro sito, dove si possono trovare un sacco di informazioni utili, oltre che una propria Costituzione. Spero di esserti stato utile

    http://www.nomadelfia.it/ita/

    Utile anche la pagina dedicata su wikipedia

    http://it.wikipedia.org/wiki/Nomadelfia

  2. 2
    dreamer -

    Sembra un luogo meraviglioso. Sembra la realizzazione di quest’utopia. Eccetto per il particolare che la Costituzione prevede la religione Cattolica. Questo non mi piace,non tanto per me,perché io sono Cattolica,ma perché credo che non vi possa essere una discriminazione di questo tipo. E’ una contraddizione in termini, il cristianesimo insegna il valore della tolleranza e dell’accettazione, una comunità cattolica non può escludere a priori chi non lo è a mio parere. E essendo fondata sulla fratellanza e sulla comunione,rendendola una questione religiosa,sembra quasi tali valori derivino dalla religione,mentre in realtà,le due cose non sono correlate. Si può credere nei valori cristiani anche senza essere cristiani.

  3. 3
    dolcevita -

    Ciao dreamer, eccomi anche qua (che palle eehh? hihihi!) ma non è mica colpa mia, tocchi sempre argomenti che m’interessano tanto anche a me :)) Appena ho letto mi son venuti in mente i condomini solidali
    http://milano.corriere.it/numeri_e_indirizzi/articoli/2005/01_Gennaio/11/condomini.shtml

    non so come sarebbe vivere così, ma penso sia un’esperienza affascinante e che mi lascerebbe un ricchezza non indifferente! Anche io sono una studentessa fuorisede :)… Non dico che in casa si diventi tutti amici, ma si crea quella familiarità di quando si condivide uno spazio intimo. Poi si, con qualcuno di più affine nasce un amicizia che dura nel tempo, ma non con tutti. Secondo la mia esperienza tanto dipende dal carattere di ciascuno e forse dalle affinità. Comunque la tua idea sarebbe bellissima! Magari non c’entra, ma il mio sogno sarebbe un gruppo di amici come quelli dei film di Ozpetek, tipo “Saturno contro”, non so se l’hai visto mai! Io darei tutto per un gruppo di amici così, da avere vicino sempre, su cui poter contare sempre. Che meraviglia. Ciao 🙂

  4. 4
    Fabiano -

    per dreamer: si in effetti la religione cattolica sembra discriminare le altre, su questo non c’é dubbio.

    per dolcevita: bello, non avevo mai sentito parlare dei condomini solidali!! anche se tra tutti i problemi e le storie tra vicini che si sentono ogni giorno, sinceramente avrei bisogno di un bel po di tempo prima di potermi fidare di tutti… comunque é una bellissima idea!!!

  5. 5
    dreamer -

    Allora non sono l’unica che la pensa così eh?

    Ieri ho passato la sera a navigare e cercare e informarmi. Esistono effettivamente realtà simili a quelle che descrivo.

    Esistono i villaggi solidali ad esempio, dove si paga un canone che può essere ripreso tramite ore di lavoro per il villaggio stesso…

    Esiste la realtà del cohousing, che sta nascendo in varie città…

    Esistono associazioni di incontro fra chi la pensa così per riuscire a conoscersi,scegliersi,e organizzarsi per qualcosa di simile,come l’associazione Comunità e famiglia…

    Le realtà quindi,a quanto pare ci sono,e sto pensando di approfondirle meglio…anche perché mi accorgo che una vita così “solitaria” non mi soddisfa più…

    Progetto il mio futuro con il mio ragazzo e l’idea di vivere in una casa nostra,con quei pochi amici ristretti da vedere ogni tanto,e condurre una vita casa-lavoro-vacanze(quando capita)-figli…non ci alletta più di tanto. Doversi sempre guar5dare le spalle e lottare alla fine in solitudine. Una vita troppo chiusa e individualista. Quindi questa idea,non ci dispiace affatto.

    Purtroppo al giorno d’oggi,molti valori sono andati persi,o forse non ci sono mai stati,ma noi vogliamo vivere seguendo quelli.

    Nomadelfia di base sembrava un progetto ideale:la fratellanza alla base di tutto. Ma ho letto tutto il sito,mi sono letta la Costituzione, e sembra quasi una setta,senza volerla offendere. Ma è una realtà che per quanto si definisca aperta,è chiusa verso l’esterno. Si può lavorare SOLO ALL’INTERNO DI NOMADELFIA,i bambini devono essere istruiti nelle scuole dentro nomadelfia, la televisione è controllata e dal consiglio scelgono cosa viene trasmesso,entrando cedi tutti i tuoi beni a Nomasdelfia,ma se dovessero cacciarti,non sai da dove ricominciare dal momento che c’è scritto che ti danno l’abbigliamento se vai via(e io mi chiedo,se uno ha vissuto 15 anni a Nomadelfia, lavorando lì dentro,senza contatti con l’esterno,senza proprietà privata,se poi lo cacciano,come riparte dal nulla assoluto?). Idee di base buone dal mio punto di vista,ma più che una democrazia diretta sembra una dittatura velata. Però è da studiare meglio, infatti penso che andrò a visitare il luogo per capire meglio. Però sembra togliere gran parte del libero arbitrio, fra l’altro in nome del cattolicesimo, che non mi sembra sia improntato su questo. Ma ripeto,un sito è ben poco per giudicare.

    Comunque,io sono decisa a condurre una vita di questo tipo,e non mi arrenderò. Se non dovessi trovare quel che cerco, tenterò di inventarlo coinvolgendo altri che la pensano come me. L’unione fa la forza.

    Io lavoro in una cooperativa sociale che nasce da una comunità,dove però,si è perso il senso di comunità. Sto cercando strade per riscoprirlo,e alternative da offrire a chi ancora ci crede.

    L’unione fa la forza 🙂

  6. 6
    Robert -

    bella lettera la tua, sono dalla tua parte.

    Mi torna in mente di quanto si diventi aggressivi appena al volante. Pronti a tutto, per avere la meglio.
    Poi, se per un malaugurato fortuito caso, potessimo parlare con il nostro vicino di traffico, magari scopriremmo un nuovo ottimo amico.

    In fin dei conti credo sia un problema sociale questo essere perennemente gli uni contro gli altri.
    Presi uno ad uno invece tutti persone splendide.

    Detto ciò non attraversatemi la strada al di fuori delle strisce

  7. 7
    Nihal -

    Eccomi qua cara Dreamer.
    Sì, sono d’accordo anche su questa Utopia.
    Sarebbe bellissimo poter vivere anche solo per un piccolo periodo in una comunità.
    All’inizio nessuno ti conosce e tu hai l’opportunità di dire tutta la verità sul tuo conto, senza aver paura del parere della gente che magari dopo cinque minuti non si ricorda già più chi sei.
    Credo che se avessi la possibilità di vivere per un po’ in una comunità, sarei completamente sincera con tutte le persone che conoscerei, senza aver paura di eventuali litigi o cose simili.
    Non puoi che crescere in comunità del genere, conoscendo persone nuove con i loro vari modi di fare.
    Sarebbe una crescita fisica e mentale..

  8. 8
    dreamer -

    ma non credo sia un’utopia in fondo,credo possa r4ealizzarsi…in qualche modo….
    voi che ne dite?

  9. 9
    Gabriele -

    Ciao sognatrice.

    Io ho in mente un’idea come la tua, ma su vasta scala, e penso che sia ancora più utopica della tua. 🙂
    Si, perchè data la crisi economica e l’impoverirsi delle persone, ho pensato alla crisi emotiva che è più pericolosa ed invisibile.

    Ho pensato, e se non ci fossero più i soldi e si sfruttasse la tecnologia per i bisogni dell’uomo?

    Non ho una risposta, certa, ma l’idea di una società così fondata, non deve essere per nulla malefica.

    Aspetto un tuo pensiero a riguardo, o di chiunque ne abbia uno.
    Ciao

  10. 10
    Simone -

    Cara Dreamer,
    Non appena ho letto il tuo post mi è parso di leggere i miei, giuro, IDENTICI pensieri! Anch’io sono alla ricerca di una realtà esattamente come la descrivi tu. Questa società e questo modo di essere-umani ego-centrato e profittatore mi ha fatto e mi sta facendo ancora soffrire come un cane. Parlavi di Nomadelfia, io mi sono allontanato dalla Chiesa all’età di 18 anni ma, in nome della ricerca di un luogo a quanto pare oggidì quasi “utooico” in cui stare davvero BENE mi sono dato come obiettivo andare a visitare in prima persona Nomadelfia per avere un’idea dal vivo. La fratellanza è un principio cristiano, ma,trovo io, oltre-confessionale, perché è inscritto nel cuore di ogni uomo. Vorrei chiederti andando al sodo: dal momento che io pure sto cercando e ricercando qualcosa da moolto tempo, dovesse questo tentativo di Nomadelfia non andare a buon fine, tu, anche se ormai son passati tanti anni da quando hai pubblicato il post, saresti disposta a “creare” qualcosa insieme? Sarebbe un sogno, almeno per me, che si realizza. Quello di aver trovato qualcuno con cui fare questi passi. Ovviamente..ci conosceremmo anche. Io sono Simone a proposito e ho 35 anni, vengo dalla provincia di Pisa. Un abbraccio e spero mi…

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