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22 anni e odiare se stessi

di Daniel

Ciao a tutti, ho veramente bisogno di lasciare questo piccolo sfogo tra i tanti presenti.
Ho 22 anni ed odio me stesso? Perché? Per il semplice fatto che non ho mai combinato nulla di gratificante nella mia vita:studio? Devo ancora completare la laurea triennale e già mi sento vecchio, vecchissimo. Vita sentimentale? Un disastro, le poche ragazze che ho avuto mi sono arrivate grazie ad una fortunata serie di eventi non di certo grazie alle mie abilità da seduttore (sto ghignando) e in ogni caso si sono sempre concluse in maniera disastrosa, guardo con invidia la mia ex che ora sta con uomo trentenne più bello, più carismatico e ricco di me. Vita sociale? In totale discesa, oramai molti miei amici sono felicemente fidanzati mentre altri sono semplicemente spariti nel nulla. A me a dire il vero di restare single non frega nulla, l’amore porta solo illusioni e sofferenze.
Nonostante sia diventato un quasi totale disadattato ancora sogno di uscire da questo schifo, diventare qualcuno ed essere soddisfatto almeno parzialmente con la mia vita, eppure non ci riesco, è un completo circolo vizioso, ogni piccola difficoltà appare come una montagna più alta dell’Everest.
Come faccio ad uscirne? Come faccio a tornare a voler bene a me stesso? è ancora possibile alla mia età avere dei sogni?
Mi sento come uno schiavo che sogna di diventare re.

Lettera pubblicata il 28 Gennaio 2013. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Sweet -

    Caro Daniel,
    sono una tua coetanea e penso di capirti.
    Sono sempre più propensa a pensare che sia la costruzione sociale, per così com’è, ad essere principale motivo di ansie e malesseri come i tuoi, come i miei, come quelli di tante persone.
    C’è un passaggio, o meglio un concetto, che mi piace ricordare, lo scoprii come punto d’arrivo a quello che mi chiedevo da tempo. Su un libro per me molto importante ad un certo punto si legge il pensiero che la gioventù non è quell’età meravigliosa che l’immaginario collettivo pretende. E’, diversamente, un periodo maledetto dell’esistenza. Concordo.
    Non c’è scritto da nessuna parte che essere giovani significhi essere perfetti, nè pieni di vita. Credo che in un contesto libero si esterni quello che si vive dentro, e a sua volta si vive interiormente quello che si percepisce dall’esterno, elaborato secondo personalità. E questo succede sempre, dall’inizio dell’età della consapevollezza alla sua fine.
    Per cui se ti senti disadattato perchè diverso dagli altri, stai tranquillo che è “solo” un effetto collaterale del mio tanto detestato conformismo. Se capisci come gestirlo, e nessuno te lo può dire, piano piano potrebbe diventarti quasi indifferente.
    Mi verrebbe da dirti fai quello che ti và di fare, cerca di non misurarti con gli altri e stimati per i tuoi successi senza condannarti per i fallimenti.
    Ciao

  2. 2
    angela85 -

    Ciao,sto peggio di te.vivo come un eremita,0vita sociale.mai fidanzata.ti capisco come ti senti.ho pehsieri di suicidio.CREDO CHE HAI LA FORZA E PISS7BILITA PER RIPRENDERTI.la 4aga giusta la trovi.io non ho via d uscita per ora.

  3. 3
    Juliet99 -

    Guarda come ti capisco! Io ho passato un’adolescenza tranquilla, ma non serena. Anche ora a 22 anni non so cosa fare della mia vita e mi sento inutile. Non riesco a sentire quella spinta interiore per andare avanti per prendere il coraggio e buttarmi in questo mondo che mi fa così paura. Sto pensando di andare da una psicologa perchè credo di dover riacquisire fiducia in me stessa; non siamo più ragazzini anche se giovani dobbiamo assumerci le nostre responsabilità!
    io sono una persona molto sensibile e penso lo sia anche tu, probabilmente siamo anche persone intelligenti altrimenti non saremmo qui a porci queste domande. Io mi sento in una gabbia e la gabbia sono io, la mia testa e me la sono costruita giorno dopo giorno da quando avevo 15 anni. Ho sofferto e soffro ancora di ansie e attacchi di panico e mi impediscono di vivere serenamente e pensare di poter realizare mi miei sogni. Il mio fidanzato mi ha lasciato dopo sette anni perchè non mi ama e questo mi ha ancora più demoralizzato perchè lo amavo e lui mi ha buttato via come una pezza usata. Probabilmente soffro la sindrome dell’abbandono e un po’ forse anche tu alla fine ti senti molto solo. Possiamo sentirci soli e inutili anche in un mondo di sei miliardi di persone. Lo so bene.
    Detto ciò ti dico… pensa a te (io ad esempio non ci riesco) pensa a volerti bene e che tutti i limiti ce li imponiamo da soli con le nostre menti. Chiedi aiuto, non te ne vergognare anzi è sintomo di volontà e voglia di mettersi in gioco e cambiare. Fai piccoli passi. Io ci voglio provare e so che sarà un lavoro lungo prima che io possa considerarmi “normale” come ogni mio coetaneo. Un abbraccio!

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