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Conoscete la figura del tecnico della prevenzione? e degli ITS?

Oggi sono qua perché vorrei chiedervi dei pareri sulla strada da percorrere, da sempre ho avuto piena libertà di scelta e ciò mi ha quasi fatto bloccare piuttosto di essere vantaggioso. Attualmente, come già scritto nelle altre lettere, ho vinto un concorso per un corso di laurea in tecniche della prevenzione, una branca delle professioni sanitarie. Allo stesso tempo sarei entrato anche in un corso ITS sull’agroalimentare, rimanendo in piena con ciò che gi studiato alle superiori. Il primo è più difficile, probabilmente ha più sbocchi occupazionali in più ambiti e forse è pagato anche meglio soprattutto se alla triennali si aggiunge eventuale master e specialistica. Il secondo d’altro canto è più nelle mie corde, è un corso stupidamente semplice ha due stage e con il secondo si “spera” di essere assunti nell’azienda. Questi sono gli aspetti problematici venuti fuori dopo la rottura con la mia ex, erano in parte presenti ma riuscivo a tamponarli con appunto una cosa che andava bene, fino a quel giorno in cui tutto è crollato. Adesso è tempo di agire, ma ho paura dell’irreversibilità della scelta, di non sapere vedermi tra 5 anni,di non avere uno tipe dio dignitoso, di non avere una passione precisa che mi possa aiutare a scegliere, voi cosa ne pensate? Conoscete la figura del tecnico della prevenzione? E degli ITS?
Ho 23 anni, in ritardo per molte cose.

Come sempre, grazie per ascoltare

Lettera pubblicata il 5 Novembre 2019. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Enza -

    Io punterei sul primo. Per curiosità ho letto di che si tratta e mi sembra una professione che pochi svolgono quindi penso più richiesta. Poi l’accesso tramite concorso è un punto in più. Fossi in te farei anche specialistica e master. Anche se sei in ritardo (come dici tu) fai in tempo a recuperare. Buona fortuna.

  2. 2
    Yog -

    Nessuna delle due scelte è buona, in quanto in ambedue gli indirizzi ci entrano anche i ciucci, in realtà è come se tu non avessi superato nessuna selezione (ma immagino che tu questo tu già lo sappia). Piuttosto fai un corso da pizzaiolo, quelli se va male possono sempre fare fortuna in Cina.

  3. 3
    white knight -

    Se tu fossi mio figlio/a ti consiglierei di fare l’università solo per accedere a professioni dagli orizzonti carrieristici potenzialmente (e dico POTENZIALMENTE) illimitati (tipo medico, ingegnere, commercialista, avvocato…).
    In alternativa conviene fare corsi ad hoc, scuole tecniche, ecc. di solito meno dispendiosi in termini di tempo, denaro ed energia dell’Università e spesso più indicati e pratici per certe mansioni… almeno laddove ciò sia possibile. Perché a volte in effetti non lo è: la figura dell’infermiere per esempio non ha grandi prospettive di carriera (uno magari diventa capo sala, ma non può diventare medico primario) eppure a differenza di una volta prevede la laurea in infermieristica. Una volta invece si faceva una scuola di specializzazione.

  4. 4
    Bottex -

    Purtroppo non conosco molto queste due figure professionali, lavorando io in tutt’altro settore. Il consiglio che posso darti io è quello di fare la tua scelta considerando 2 fattori.
    Il primo è quello di intraprendere il percorso che ti piace di più e che ti possa portare a svolgere un lavoro che apprezzi. Questa cosa per me, come ho anche scritto in una lettera recente, è fondamentale, mentre le possibilità di carriera o di alte retribuzioni hanno un’importanza molto relativa.
    Non è invece assolutamente trascurabile la possibilità di trovare lavoro dopo, ovvero il fattore numero 2. Poiché se pensi che un percorso poi non riesca a farti trovare lavoro (questo devi vederlo tu), non ha senso intraprenderlo. E considera che questo purtroppo oggi succede spesso.
    Per quanto riguarda la laurea può essere ancora una possibilità, ma il master io lo lascerei perdere, soprattutto considerato che hai già 23 anni. Per me a una certa età è ora di iniziare a lavorare e a produrre qualcosa di concreto, basta con gli studi.

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