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Tacchi a spillo e bella presenza meglio dei diritti

Il lavoratore è sfruttato e senza diritti, ma tra le categorie protette come capi e coloro che si atteggiano a tali senza esserlo perchè sanno comandare, sindacalisti ben piazzati, imboscatori di professione non ci sono forse donne fatali e gattine morte? Donne apparentemente serie e di bella presenza, che si vestono senza colori sgargianti ma con gonnelline svolazzanti, scollature al punto giusto, tacchi a spillo, trucco provocante ma non appariscente: donne fatali, che sanno fare del proprio corpo un’arma di seduzione per colleghi e anche colleghe che vogliono quello. Il loro successo è la dimostrazione di quanto conti quello per una donna, più di intelligenza e intuito o di chissà quale cultura e voglia di lavorare. Donne che prima o poi diventano capi dopo aver vissuto la carriera in posti appartati e prestigiosi, senza aver fatto moli di lavoro o le serve dei capi: stanno vicino ai capi ma senza farsi sottomettere. Le gattine morte stanno su un piano diverso ma parallelamente vicino: non mettono tacchi a spillo, sono apparentemente più dolci e affabili, magari non così altezzose, ma con altrettanta apparente serietà scavalcano tante altre segretarie e servette varie: si sistemano in posti tranquilli e fanno a vita la stessa mansione poco faticosa. Del resto le donne che non appaiono sono schernite: è una colpa recarsi in pubblico senza tacchi o senza trucco, la società vuole le donne sul lavoro che siano donne, magari provocanti o gattine, ma donne e non si accontenta delle bamboccione che senza una bella presenza vogliono un lavoro decente, ma lavorando con impegno. Una donna coi tacchi e le gonnelline o col rossetto e la permanente può avere più dei suoi diritti, la donna acqua e sapone merita lo sfruttamento. Del resto anche senza essere provocanti sul lavoro gli approcci sono quotidiani, almeno apparendo si ottiene qualcosa. Ma le donne che appaiono senza malizia non sono nemmeno loro sul piedistallo, anzi sono classificate galline e sfruttate anche più delle altre:la gonnellina dev’essere nera e con spacchi ben mirati, non corta e vivace, i capelli neri o con sfumature velate ma ben tagliati e non gonfi o rosso fuoco.

Lettera pubblicata il 15 Aprile 2008. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    silvana_1980 -

    bhe, potresti provare ad operarti a casablanca: magari fai carriera!

  2. 2
    rosadeibanchi -

    Mamma mia Lupetto, ma chi hai incontrato?
    Certo capisco il tuo sfogo, ma certo ce l’hai con qualcuno.
    Io sto da più di vent’anni in ambienti di lavoro soprattutto con donne, e con uomini che nemmeno si accorgono che ci sono due sessi differenti….
    Sono stata in posti dove le donne facevano sfilate di moda e alle otto del mattino erano già truccate alla perfezione, con tacchi e minigonne da viado brasiliano, e in posti dove c’è la sciatteria dei vestiti dei mercati rionali. E’ vero che se non ti adegui all’ambiente ti tagliano fuori, io però ho sempre mantenuto il mio stile personale, essendo sì una bella donna ma non certo una figona. Ritengo la sciatteria piuttosto deprimente e per me stessa vorrei apparire vestita meglio, ma le mie risorse economiche non me lo permettono e mi accontento degli indumenti cinesi a poco prezzo, in questo momento non posso fare diversamente.
    Sono sempre del parere che ciò che conta è chi sei, non come appari, ma mi rendo conto che le figone hanno una marcia in più, e per figone intendo le belle donne, quelle che nascono con begli occhi, belle labbra, bel corpo, le magre che mangiano un casino e non ingrassano mai, che hanno le tette della misura e all’altezza giuste. C’è poco da fare, una bella così ha la sicurezza dell’aspetto fisico, degli abiti o degli stracci portati da modella. Una bella viene invitata a destra e a manca, ha gli uomini ai suoi piedi, fa figura, se poi ha una bella testa meglio per lei. Tutto questo privilegio non le servirà tuttavia a scampare i problemi che tutti abbiamo, forse le renderà più facile percorrere certe strade, mentre altre remano e remano, ma sai che soddisfazione poi dire: ce l’ho fatta con le mie forze, con le mie capacità, con la mia intelligenza?
    Pensa: ho una collega che ha la sclerosi multipla e da tempo cerca di avvicinarsi a lavorare vicino alla località in cui abita, ma non la vogliono con scuse varie; in verità non vogliono farsi carico di una persona malata! Altro che tacchi a spillo!
    Sentiamoci ancora.

  3. 3
    ChiaraMente -

    Che l’aspetto conti molto in un colloquio di lavoro è molto vero, ma di solito dovrebbero guardare il decoro del candidato, poi caso mai apprezzarne anche la bella presenza ove richiesta. Che poi la bella presenza non guasti mai lo sappiamo già tutti e infatti per il colloquio, uomo o donna tu sia, pensi a come presentarti. Vuoi che l’aspetto e la prima impressione non contino? Però si dovrebbe andare oltre, e siamo d’accordo. L’interessante è sapere che esistono donne di quel genere- e non è che ogni bella donna sia una gatta morta- come esistono uomini si simili pasta. Non so quali siano i criteri di scelta degli uomini perchè di solito è l’uomo che assume. Sarà colpa dei criteri di selezione degli uomini che ci vogliono tutte belle e sceme- ma p…….-per andare avanti?

  4. 4
    silvana_1980 -

    si appunto: è un pò la scoperta dell’acqua calda che nella donna (ma non solo nella donna) un bell’aspetto aiuti
    certo la cosa non dovrebbe andare a discapito dell’interiorità, però c’è poco da fare: gli uomini guardano la bellezza e negli uffici o nei i posti di potere il 90% dei capi sono uomini, hanno gli occhi e anche l’occhio vuole la sua parte

  5. 5
    lupetto -

    Rosadeiprati,non so se hai già letto le altre lettere che ivi ho scritto in questi giorni.Senza volerlo hai toccato quello che per me è il tasto + brutto,molto + del mio aspetto:la malattia.Vedere donne + belle,magari solo perchè si mettono il cerone delle attrici per apparire e senza trucco non sono tanto meglio di te,e quando ti vedono,sapendo i tuoi gravi problemi interiori per mali ancora + profondi,ti disprezzano perchè non appari come loro,ti viene spontaneo giudicarle come delle str…..Quando poi col loro bell’aspetto unito a moine e disinvolture varie ti sbattono il loro lavoro….Un precario è schiavo in tutti i sensi,deve rendere conto anche di come si veste e pettina agli anziani che si atteggiano a padrine e madrine senza responsabilità.Negli uffici pubblici si vedono raramente giacche e cravatte,ma alle donne si danno + doveri di apparire degli uomini.Se non cammini coi tacchi ti dicono che hai una stana andatura,non pensano che un malato di cuore ha problemi nei movimenti e sente il bisogno di suole larghe per non scivolare.Se non ti trucchi non pensano che la malattia ti ha portato a vedere il tuo corpo come qualcosa da curare e non da mostrare.
    Probabilmente sono tutti in attesa di vederti con qualche gonnellina per guardarti,a cominciare dalle colleghe,e per avere la soddisfazione che se appari come ti chiedono ti sei sottomesso abbastanza.Nelle prassi sociali ci sono i rapporti di forza:non mi si dica che coi tacchi a spillo si cammina bene.

  6. 6
    Isis -

    IN parte sono d accordo con te Lupetto, se non appari come voglionbo non sei nessuno, come non sopporto questo sisteme di pensiero, io sono io al di là di come mi vesto e se lavoro meglio con scarpe da ginnastica e jeans non capisco nperchè debba mettermi la gonna e i tacchi, che tra parentesi fanno male alle ginocchia e alla schiena…
    Essere sciatti, no, perchè la cura di se innanzi tutto è importante per se stessi non per gli altri, ma si può non esser sciatti avendo un minimo accorgimento per se non mettendo abiti chic o fighi, o tacchi etc…
    Il fatto che tu stia male non dovrebbe essere una colpa ma un problema e onestamente anche non avendo problemi di cuore, anche io la mia larga parte di invalidità ce l ho ma non permetto che questo mi impedisca di lavorare al pari degli altri, anzi mi stimola a fare di più, entro le mie possibilità ovviamente, così da sentirmi normale, come la mia famiglia mi ha fatto sempre sentire, anche se non lo sono dalla nascita….

  7. 7
    lupetto -

    Andare a letto alle 8 di sera tutti i giorni per affaticamento non è realtà gradevole,così come non lo è sentirsi gli occhi addosso + che dagli uomini dalle colleghe che si atteggiano a madrine,o perchè non hanno figli o perchè li hanno ma non si sfogano abbastanza.Si atteggiano a matriarche per tirarti le ciocche di capelli e dirti che non ti pettini bene,indagano indispettite sugli eccessi di taglia e scrutano quando dimagrisci di un mm,ti insegnano a truccarti ma soprattutto a farlo come dicono loro.Ti dicono di non dar retta ai genitori ma esigono la tua sottomissione a loro,vogliono essere la tua + grande autorità.Un conto se uno va in giro sporco,puzzolente,spettinato,ma una pettinatura semplice ma pulita e in ordine,vestiti puliti e semplici con tanto di ricambio,deodorante quotidiano e tanto di igiene,perchè le malattie portano a un gran bisogno di pulizia e dinfezione,perchè dev’essere considerato un gran difetto d’immagine o di sciatteria?Lo sciatto è un maniaco della pulizia?Io ad esempio detesto le labbra a canotte come quelle della Parietti o di chi si trucca così,rispetto chi si gonfia le labbra per apparire anche se non lo farei mai.Se poi non ti scopri abbastanza fanno indagini se le parti coperte sono debitamente depilate:finchè non scopro le ascelle,che deodoro quotidianamente,perchè dovrei depilarmele coi problemi dermici che ho?Ma anche se ti lavi e ti curi sei sporco solo perchè non appari come dicono.Nelle ultime lettere ho descritto il mobbing quotidiano finora vissuto,la mia immagine è un’ulteriore leva per farmi ostruzionismo per non aver accettato gli andazzi.Anche le regole di immagine entrano in questi andazzi. Quando il lavoro diventa schiavitù fisica e psicologica e si è giunti a essere bersagli per una malattia che ha impedito di adeguarsi a certi ritmi si tocca il fondo.Anche la dignità conta,non essere un bambino dell’asilo nè una marionetta nè una macchina che fa moli di lavoro numeriche senza alcuna qualità.

  8. 8
    lipsia -

    Mi fa male leggere che ci siano discriminazioni in campo lavorativo, poichè nr sono toccata direttamente attraverso mio figlio, che, pur avendo un diploma in tasca, la patente e una discreta esperienza col computer non riesce a trovare un lavoro….a causa di uno spasmo che gli rovina il viso.
    Ed è una persona normalissima, affettuosa, disponibile e non dice mai di no a chi gli chiede un favore….Ci soffro di questa cosa, perchè quando leggono il suo curriculum lo chiamano sempre….ma poi quando si presenta, non gli danno neanche il tempo di proferire parola, sbrigativamente gli dicono che lui non fa al caso loro.
    Magari dopo avergli fatto fare anche 50 Km e farlo tornare indietro deluso, ecco io allora piango, perchè mi sento una merda perchè non riesco ad aiutarlo, mi sento una merda perchè l’ ho fatto così…..

  9. 9
    Leilaluna -

    Non dire così lipsia.. un figlio è una benedizione.. e vedrai che prima o poi troverà un lavoro che lo farà felice e che gli permetterà di costruirsi un futuro è solo questione di tempo, oggi giorno si va più che altro a raccomandazione.
    Io posso dire una cosa, per quel che mi riguarda non sono una tipa che fa la gatta morta o che altro, e non apprezzata come tante altre mie colleghe perchè non sono per loro simpatica o corrompibile.
    Ma noto mio malgrado come mi riservano riguardo quando vengo a lavoro un pòpiù truccata del normale.

  10. 10
    Isis -

    Lipsia, mi dispiace molto per tuo figlio, anche perchè, se per chi recluta è un problema di immagine, non è detto che tutti i lavori informatici siano a contatto diretto con il pubblico…al di là di questo non vedo cosa ci sia di così spiacevole in uno spasmo del viso….non sentirti in colpa per questo, non l hai fatto tu di proposito così, è capitato, come a mia mamma è capitato di farmi senza nervo ottico e altri parti dell occhio…all occhio destro..sono casi, sono scherzidella natura che ci mettono alla prova, ritengo riprovevole che lo scartino per questo, mi dispiace che tu abiti al nord, perchè ho un cugino che ha una dtta di sviluppo software che lo assumerebbe subito, senza badare ai difetti…

    Luipetto, io comprendo la tua frustrazione, forse dovresti ribellarti un poco a questa gente però, dovresti dir loro che tu stai bene così e che altro non puoi fare…non capisco cosa importi loro se ti depili, non ti depili etc…ma dove lavori scusa?
    Loro lo fanno solo per metterti sotto, per farti sentire inferiore e tu questo non glielo devi permettere, devi reagire…in fodno sono persone vuote, senza mordente che scaricano le loro frustrazioni quotidiane su di te e la prima cosa che devi fare è non permetterglielo, metti i paletti, fatti rispettare..
    La stanchezza che tu racconti la conosco bene, io non vado al letto alle 20 solo eprchè torno dal lavoro alle 20:30 per cui…e dopo cena crollo e la mattina sno sempre più stanca…quello che voglio dire è che tutti, chi più chi meno stiamo male, manon possiamo permettere alla malattia di schiavizzarci….voerrei fartti parlare con una mia amica, epilettica celiaca con artrosi rematoide e problemi di cuore…non si da per vinta, non soccombe, non è questione di malattia è questione di carattere, da tirar fuori..
    La sciatteria penso che in questi tempi di apparenza sia mutata in un dover essere sempre normali..se non sei sempre al top sei sciatta…figurati, su una rivista descrivevano le ciabatte d acamera come sciatte…pensa dove siamo arrivati…

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