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Essere abbandonata a pochi mesi dal matrimonio

Ti ho conosciuto che avevo 25 anni. Ci siamo conosciuti online quando ancora non erano esplosi i social e non era una cosa sdoganata conoscersi così. Ricordo che nelle nostre chat si intuiva da subito la sinergia delle nostre passioni: i viaggi lunghi on the road, la musica rock, i concerti, i Guns n’ Roses, “ah a te piace cucinare? io amo mangiare”. Se ti piacciono anche i Foo Fighters e i Queens of the stone age ti sposo domani. ah ah ah. Non sapevo che quel ragazzo, anni dopo, mi avrebbe chiesto di sposarlo sul serio.
Ci frequentammo per qualche mese. 6 anni di differenza, all’epoca io 25 e tu 31.
Ricordo che la prima volta che ci incontrammo dal vivo pensai che mi avresti creato problemi perchè io mi scioglievo quando ti guardavo. Altissimo, possente, lo sguardo bello ed il sorriso dolce.
La tua risata Ale, che se ci penso adesso, nonostante tutto quello che mi hai fatto, mi commuovo.
Ma come era possibile che io che avevo sempre tutto sotto controllo, proprio io così attenta e razionale, con te diventavo un altra cosa. Mi perdevo. Mi lasciavo andare. Mi fidavo.
Ci amammo follemente per qualche mese, poi la tua paura, il non voler etichettare quel rapporto che seppur acerbo era chiaramente amore. Ce lo hai sempre avuto forte questo senso di libertà. Volerla a tutti i costi sacrificando tutto e tutti anche te stesso e i tuoi sentimenti. Che controsenso.
Ti mandai a quel paese. Ero arrabbiata, partii per gli Stati Uniti, iniziai il percorso di studi lì.
Riuscii a dimenticarti.
Trascorso un anno e mezzo, un giorno ero a Roma nel mio studio. Ricordo che stavo scrivendo un atto di citazione. Vibrò il telefono, distrattamente sbirciai lo schermo. c..... Un tuo messaggio.
Un messaggio lungo di scuse, di se e di ma, di prese di coscienza.
Grande orgogliosa io come al solito visualizzai, non risposi.
Continuasti a scrivermi più volte al giorno per una settimana. Un giorno ti risposi, andammo a cena quella sera stessa.
Parcheggiando la macchina di fronte al ristorante pensai che “tanto chissenefrega adesso staremo a cena… tanto io mi frequento con uno…tanto non mi piace più…gli scrocco la cena a questo stronzo…”
Alzai lo sguardo e ti vidi. c..... Mi hai tramortito dal primo istante. Proprio come anni prima quando ti vidi per la prima volta. A cena con le mani intrecciate come se non fosse passato un solo giorno. Occhi fissi negli occhi, risate. Le frasi scorrevano da sole come il vino che bevevamo e l’estate sembrava una carogna ad arrivare perchè le vacanze erano già prenotate ormai ed io stavo per ripartire per gli Stati Uniti stavolta per un periodo più lungo di tre mesi.
Alla fine della cena eravamo già innamorati.
Il nostro è sempre stato un colpo di fulmine. La classica botta in testa dalla quale non ti riprendi mai.
Per i successivi 30 giorni antecedenti la mia partenza ci vedemmo tutti i giorni anche più volte al giorno. Eravamo inseparabili. Ci amavamo. Avevamo 27 e 33 anni, ci eravamo ritrovati, non era cambiato nulla, sentivamo di avere il mondo in mano.
Il giorno della partenza fu straziante. Tu mi regalasti un libro di Murakami da leggere in aereo. Frequentavo un master intensivo in lingua a New York, era impegnativo e con ritmi molto stressanti, era l’inizio del mio percorso per abilitarmi come avvocato negli Stati Uniti.
Eppure la mia testa volava sempre a Roma dove eri tu.
Chiamate Skype, Whatsapp, foto, video. Facevamo anche l’amore a distanza. Eravamo pazzi.
Dopo venti giorni mi hai fatto una sorpresa.
Sei venuto a New York per tre giorni.
Sono stati i più belli della mia vita.
Una sera ti portai in cima all’Empire State Building, New York sotto di noi in quella notte di mezza estate. Le luci tutto intorno provenienti dai grattacieli alti e bassi, l’Hudson sulla destra, il calore delle tue carezze in viso. I baci. Avevamo davvero tutto. Mi chiedesti di andare a vivere insieme a te e tornare a Roma, proprio lassù, all’86 piano dell’Empire.
Finito il master tornai. Andammo a convivere.
Ero la donna più felice del mondo. Tu vivevi per me ed io per te.
Abbiamo preso il caffè ogni mattina per quattro anni insieme. L’ho sempre trovata una cosa carina di noi due, che dopo anni avessimo ancora la cura di iniziare la giornata insieme.
20 giugno 2018. Avevi preso un giorno di ferie e mi hai detto di mettermi un jeans che saremmo andati a fare un giro in vespa. Mi portasti al Giardino degli Aranci sull’Aventino. Seduti sulla “nostra” panchina mi hai chiesto di sposarmi. Sorridevamo e piangevamo insieme abbracciandoci, baciandoci. Abbiamo delle bellissime foto di quel giorno. Una scolaresca in gita ci ha visto, le bambine mi hanno chiesto “signora si sposa?” Non potrò mai dimenticare la gioia di quel momento. L’uomo della mia vita mi aveva chiesto di diventare sua moglie.
Iniziammo i preparativi. Eravamo felici.
A Dicembre 2018 prendemmo con noi Margot una cucciola di Jack Russell di un mese e mezzo. Parlavamo dei nostri bambini di quando li avremmo concepiti, tu avevi 37 anni. A Gennaio 2019 compio 31 anni. Tu mi hai fatto una sorpresa e mi hai regalato dei bellissimi orecchini, li avevi incastonati nelle candeline e io non me ne ero accorta fino a quando mi hai detto di spezzare le candeline.
Quella settimana di Febbraio la ricordo come se fosse l’ultima della mia vita.
Il martedì andammo a firmare il contratto con il catering.
Il mercoledì accompagnammo i miei in aeroporto dovevano partire per 15 giorni per la Thailandia.
Il giovedì era San Valentino, abbiamo cucinato insieme una cenetta romantica e fatto l’amore.
Il giorno dopo mi svegli e mi porti la colazione a letto mi dici “Buona giornata amore vado a lavoro”.
Tornato dal lavoro mi fai sedere sul divano mi dici che non ti sposi più.
Che vuoi la tua libertà. Che vuoi fare i tuoi sport senza avere pensieri.
Che non sei fatto per il matrimonio.
In 48 ore vai via di casa con la valigia. Torni da tua madre.
Io rimango sotto shock. Gelata. Morta. Ammazzata da quelle coltellate alle spalle che mi hai dato da un momento all’altro. Sono rimasta dentro casa per due o tre giorni senza parlare, senza avere nemmeno la forza di riuscire a chiamare qualcuno, cosa potevo dire? “aiuto, aiutatemi, mi hanno ammazzato, venite a prendere il mio cadavere, portate il mio corpo morto altrove ma non lasciatelo qui in questo soggiorno dove mi hanno massacrato”.
I miei dall’altro capo del mondo. Margot che ti cerca dappertutto dentro casa ed ogni volta che suonano alla porta.
Il telefono che squilla io che devio ogni chiamata.
I due mesi seguenti nemmeno li ricordo. Ero perennemente sotto Xanax. Nemmeno quello poi riusciva a calmare completamente la sofferenza atroce che avevo dentro. Bruciava sotto pelle, nel cuore, nella testa.
Ho perso 12 chili Ale. Ho perso il sonno. Ho perso i ricordi Ale. Ho perso le emozioni Ale.
Tu invece dopo quindici giorni con una moto nuova in centro, mi hanno detto.
Tu invece in settimana bianca con tuo fratello, mi hanno detto.
I fornitori per il matrimonio continuarono a chiamare per mesi. Ogni volta dire loro che era tutto annullato era come strapparsi quel velo di pelle nuova che si era formata su quella immensa ferita. Ad ogni chiamata ricominciava a sanguinare.
Definire i mesi appena trascorsi è impossibile e le parole non bastano per raccontare il mio dramma. L’averti perso. L’aver perso la mia famiglia. Avere scelto e comprato il mio abito da sposa con il quale immaginavo di avanzare verso di te nella navata di San Pietro in Montorio davanti ai nostri genitori, davanti ai nostri amici. Quel giorno non c’è mai stato.
Lo stesso vestito che mi hai detto che avresti venduto in una delle poche e gelide conversazioni che ci sono state successivamente, di quelle per “regolare i conti economici” che tanto ti interessavano.
Ti amavo come si amano quelle cose segrete, quelle cose belle, tanto che non si può raccontare.
Mi hai spezzato, schiacciato come una formica piccola e inerme. Mi hanno trovato dopo giorni, in quella casa, la nostra casa, con 72 coltellate piantate nel petto. Tu lo hai fatto a me, tua moglie, me, che sono cosi forte e orgogliosa – la valchiria – come dicono tutti quelli che mi conoscono.
Non tornerò mai più la stessa.

Lettera pubblicata il 3 Settembre 2019. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 23 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Rossella -

    Ti posso capire. Non tornerai la stessa. Infatti devi fare qualcosa per evitare di aderire in modo acritico ai canoni imposti da chi amministra la legge. Assumi su di te questo incarico. Non essere orgogliosa. Citalo per i danni. Se non lo vuoi citare per i danni fallo venire a parlare a casa in presenza di almeno due o tre persone che lo facciano sentire emarginato dal nuovo benessere. Questa fotografia scarna e crudele lo porterà fuori dalla corrente unitaria nella quale ti trascina con la sua volontà di potenza. Non startene con le mani in mano, non farti distruggere la vita da un “miserabile”.

  2. 2
    Esther -

    Diciamo che le cose vanno chiarite subito: cioè se uno non ti chiede di sposarlo dopo 1 mese, è meglio mollarlo. Oppure te lo tieni a mo’ di cane sciolto. Però, le aspettative vanno chiarite subito. Del tipo, quando mi chiamano per un nuovo lavoro, io li faccio parlare, ma la prima cosa che chiedo è: qual è l’ammontare dei soldi al mese in netto? Tutto il resto, passione, cavoli vari, dipende da questo, cioè io ho delle priorità, metto dei paletti. Tu hai vissuto una storia libera, senza progettualità stabile, basata appunto sulla libertà del finché dura, ti è andata bene, ti sei goduta il momento, e così è andata. Finché è durata è andata bene. Senza responsabilità si sa che le cose possono finire dall’oggi al domani. La vita non è solo gioia di vivere, è pure pararsi il “gool”.

  3. 3
    Gimmy -

    Una bellissima storia d’amore, peccato non abbia avuto il lieto fine che ardentemente desideravi. Sarebbe potuto arrivare a questa scelta prima, evitando d’illuderti fino all’ultimo a preparativi cosi inoltrati. Spero che il tempo possa aggiustare le cose e darti la serenità che meriti per poter andare avanti e provare a ricostruire la tua vita.
    Sii forte.

  4. 4
    beetlejuice -

    La tua lettera è molto intensa, si percepiscono tutta l’amarezza e soprattutto il grande amore provato per lui. Penso che un sentimento così limpido sia un gran dono, forse il più grande. Eppure tra chi lo riceve, in molti lo sprecano, non riuscendo a coglierne il senso nella sua interezza, persi ad inseguire altri progetti o altre persone, accorgendosene quando ormai è troppo tardi. Peccato. Credo che un giorno il tuo ex si renderá conto di ciò che ha perduto, a mio avviso nessun paesaggio vale un sentimento cosí sincero. Mi spiace, sono convinto però che sarai in grado di risollevarti presto.

  5. 5
    Mister T -

    Bella batosta la tua e ovviamente uomo di merda…qua su questo sito ci tacciano sempre di essere dei misogini perennemente arrabbiati con il mondo femminile ma non è così..gli stronzi ci sono sia dall’ una che dall’ altra parte…Prova ad andare avanti piano piano, ci vorrá molto tempo ma alla fine la supererai anche se non dimenticherai mai. Sei ancora giovane cerca di non farti indurire troppo il cuore da questa esperienza.

  6. 6
    Joy -

    Ti sposo io

  7. 7
    Bottex -

    Una lettera struggente. Vero che non posso sentire la campana di lui, ma spero si renda conto della gravità di quello che ha fatto. Cioè, non rifiutare di sposarti, ma lasciarti di punto in bianco. Perché di sicuro quella sua decisione non è stata improvvisa, ma era certamente un pensiero che ha maturato nel corso di mesi. Avrebbe dovuto parlartene per tempo, non a matrimonio già organizzato e magari, vedere se si riusciva a trovare una soluzione, visto il tanto bel tempo che avete trascorso insieme. Invece ha nascosto la cosa, recitando, per poi tirarla fuori all’improvviso. E poi, bisogna vedere se quelli che ti ha elencato sono davvero gli unici motivi. Magari chissà, c’è stata da parte sua anche una buona dose di codardia, di paura a fare il grande passo. C’è da sperare che si renda conto del male che ti ha fatto e che un giorno magari capiti poi a lui una cosa del genere. A te non posso dire altro che cerca di guardare avanti e fatti forza. Un saluto.

  8. 8
    Confusa30 -

    non hai avuto nessun sentore? Nessun cambiamento nei giorni precedententi?
    Se vuoi racconta nei dettagli…
    ciao

  9. 9
    joiedevivre -

    @Esther Aldilà dell’assenza di empatia trovo che il tuo commento sia un tantino superficiale e generalmente connotato da luoghi comuni. Quattro anni di convivenza, discorsi QUOTIDIANI dal giorno 1 su matrimonio e figli, con la conseguente proposta quando abbiamo avuto entrambi la possibilità economica, non mi sembra che si possano qualificare come tu hai descritto “una storia libera, senza progettualità stabile, basata appunto sulla libertà del finché dura”.
    Inoltre, ti dirò, non convengo nemmeno su quanto tu sostieni in merito a “Diciamo che le cose vanno chiarite subito: cioè se uno non ti chiede di sposarlo dopo 1 mese, è meglio mollarlo. Oppure te lo tieni a mo’ di cane sciolto. Però, le aspettative vanno chiarite subito” ma che stai a di? ma chi è la persona sana di mente che potrebbe concretamente senza ombra di dubbio affrontare una cosa cosi importante come il matrimonio dopo cosi poco tempo? e chi sarei stata io ad accettare una roba cosi?
    Il tuo commento non solo è offensivo per i toni ma soprattutto per i contenuti che sono chiaramente non contestualizzati e buttati là per creare scalpore e disturbare tra quelli che leggono.
    Ma nella lettera c’è il dolore di qualcuno che cerca sollievo. E tu non sei di aiuto.

  10. 10
    Caprone -

    Presente e solidale,

    a me è capitato il 15.10.2015. 2 figli, all’epoca di 4 e 1 anni.

    Dopo sei anni di amore, una convivenza stupenda, mai un litigio serio…il nome pronto per la sorellina che volevamo regalare ai nostri due maschietti…di punto in bianco, senza nessun sentore, questa persona (per me non ha nemmeno più un nome) se ne esce con un:

    “NON SO PIÙ COSA PROVO PER TE”

    Da li il baratro. persi 10 kg in due settimane.

    Molte altre cattiverie che non sto qui a descrivere..

    Ormai sono passati quasi quattro anni. Ci penso ogni giorno. Odio questa persona dal più profondo del mio cuore, non ci parlo più da allora, sebbene versi tutti i mesi l’assegno mensile e veda i figli 4 giorni al mese. Io e loro abbiamo un rapporto stupendo, come è sempre stato e come sarà sempre.

    ti auguro buona fortuna. Io non posso più innamorarmi di nessuna donna, non funziona più…Amare non è difficile, basta essere svegli. Ma innamorarsi no… nemmeno se mi impegno. Per certi versi vivo meglio cosi, per certi sono un morto che cammina, da molto tempo ormai. Questi VERMI senza forza d’animo che ti lasciano dopo anni sono da lasciar marcire nell’oblio.

    un abbraccio sincero

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