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Riscaldamento globale: qual’è la verità?

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Premessa: ho creduto anch’io, fino a poco tempo fa, che il CO2 (biossido di carbonio, o anidride carbonica) e il ruolo dell’uomo, nei cambiamenti climatici di questi ultimi decenni, fosse assolutamente certo ed evidente. Così come ho creduto che il clamore mediatico e lo spazio vieppiù più invasivo e ansiogeno dedicato a questo tema da TV e giornali, fossero giustificati dalla gravità del problema.
Ora non ne sono affatto certo, anzi, propenderei per l’ipotesi contraria, per i seguenti motivi:

Prima di tutto: giornali e TV ci dicono da alcuni anni che il mondo è destinato alla catastrofe ambientale, che la Terra verrà devastata dai cambiamenti climatici e dal riscaldamento globale. I poli si scioglieranno, il livello del mare si innalzerà, intere specie andranno perdute, alluvioni e carestie spazzeranno il pianeta, e le economie del mondo precipiteranno nella peggiore recessione. Intere popolazioni saranno costrette a emigrare verso latitudini più fredde.
Viene citato il noto rapporto dell’IPCC firmato da Nicholas Stern nell’ottobre 2006, ed elogiato da Tony Blair, secondo cui: “Le prove scientifiche sono ormai preponderanti, Il cambiamento del clima presenta gravissimi rischi su scala globale ed esige una risposta urgente sulla medesima scala”.

Ma è davvero così?

Per chi si è preso la briga (io l’ho fatto) di informarsi a fondo, si deve prendere atto che nella comunità scientifica (meteorologi, astrofisici, geologi, oceanografi, chimici, biologi, ecc.) NON vi è alcun consenso unanime sulle ragioni dei cambiamenti climatici, la crescita delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, e men che meno sull’eventuale ruolo preponderante delle immissioni umane di CO2.
Chi vuole può consultare su Wikipedia l’elenco degli scienziati che nel mondo NON condividono affatto l’opinione secondo cui il “global warming” è causato dall’uomo, o in modo preponderante dall’uomo. (Link)

Sono dozzine di scienziati di prim’ordine, di Harvard, del MIT, di centri di ricerca di USA, Giappone, Russia, Europa, ecc. E si tratta di scienziati indipendenti, che studiano questi problemi da decenni, non certo “amici di Bush”, o individui prezzolati dall’industria del petrolio.

Basterebbe citare Richard Lindzen, ordinario di meteorologia presso il MIT di Boston: “Il rapporto di Stern è costellato di fondamentali errori concettuali…i dati desunti da questi sistemi indicano una blanda tendenza al riscaldamento (+0.6° nell’ultimo secolo), ben lungi dall’avvicinarsi alle prospettive apocalittiche di Sir Nicholas…A sostegno delle sue cupe profezie, Stern – come tutti i fanatici del riscaldamento globale – ignora tutte le prove che non si adattano alla sua ideologia. Stern glissa sul fatto che, sulla base di una serie di resoconti storici, nel Medioevo l’Europa era decisamente più calda di quanto non sia oggigiorno, mentre nel XVII secolo la temperatura era inferiore, causando la così detta “piccola era glaciale”, durante la quale il Tamigi rimaneva gelato per mesi di fila….Come una religione…chi mette in dubbio le profezie di sventura viene considerato alla stregua di un eretico, di qualcuno che “nega il mutamento climatico”, per servirsi di un’espressione ormai comune e che riecheggia l’accusa di “negare l’Olocausto…””

In sintesi, tra molti scienziati è diffusa invece la convinzione che il riscaldamento globale e i mutamenti climatici degli ultimi decenni siano con ogni probabilità dovuti all’attività solare, ai campi elettromagnetici e alle macchie solari, ai movimenti delle grandi masse oceaniche e ai meccanismi di evaporazione e produzione di nubi.

E il CO2 prodotto dall’uomo?

I dati numerici indicano che il CO2 prodotto dall’uomo con la sua attività (industria + deforestazione) è solo una parte trascurabile di tutto il CO2 prodotto da milioni di anni in natura, da piante, oceani, vulcani, depositi di torba, ecc.
L’uomo produce circa 7 gtons (miliardi di tonn) annue di CO2, mentre gli oceani producono oltre 3000 gtons, i vulcani immettono molto più CO2 dell’uomo, e (per esempio) i depositi di torba della Russia (si veda articolo sull’autorevole “Science” del gennaio 2004) che coprono una superficie doppia dell’Italia, immettono ogni anno (da centinaia di migliaia di anni) fino a 250 gtons di CO2 e metano (un gas serra molto più forte del CO2).

Inoltre, solo il 15% dell’effetto serra (riscaldamento atmosferico da radiazioni solari trattenute da gas dell’atmosfera ) è causato dal CO2. In gran parte l’effetto serra (senza il quale in ogni caso le temperature terrestri sarebbero molto più basse, e la vita quasi impossibile) è prodotto dall’EVAPORAZIONE DELLE ACQUE DEGLI OCEANI.

Questo ovviamente non significa affatto dire allegramente: “Che bello! Inquiniamo pure a volontà!”
E’ chiaro che petrolio e carbone inquinano, la loro combustione provoca cancro, malattie cardiocircolatorie, peggiora la qualità della vita, e poiché stanno per finire occorrerà passare al più presto a forme energetiche alternative.

Ma quello che è in discussione sono le prove scientifiche sulla capacità del CO2 emesso dall’uomo di modificare il clima del pianeta.

Una buona percentuale di scienziati autorevoli ritiene che in realtà sia il Sole, che per il 99,99% è all’origine del riscaldamento della Terra, il responsabile dei cambiamenti climatici, non l’uomo.

I lavori di scienziati come Lassen e Friis-Christensen, nel 1991, hanno documentato una stretta correlazione tra attività solare, cicli delle macchie del Sole, e andamento delle temperature negli ultimi 120 anni. Quando l’attività solare aumentava, parallelamente aumentavano le temperature sulla Terra., i grafici sono quasi sovrapponibili.
(Link)

Per contro, non si è mai trovata alcuna relazione tra l’andamento del CO2 nell’atmosfera, e la variazione delle temperature, nel corso dei decenni.
Il noto documento presentato da Al Gore (“An inconvenient truth”), sui carotaggi nel ghiaccio polare, come prova del ruolo del CO2, in realtà è stato esposto in modo fuorviante: i dati dimostrano che il CO2 aumenta circa 800 anni DOPO l’aumento delle temperature, e quindi è l’aumento delle temperature a causare l’aumento del CO2, e non viceversa!

Ma alla fine di questa analisi, potremmo però essere tutti d’accordo sulla necessità di diminuire le emissioni inquinanti, su questo chiunque può trovarsi d’accordo, anche perché carbone, e soprattutto petrolio, non dureranno secoli, e forse neppure decenni.

Quello che è assolutamente censurabile, è invece la disinformazione sul tema che viene proposta dai media, in particolare in Italia.
Questa vera e propria “angoscia” con la quale notiziari TV e giornali parlano ossessivamente di temperature record, di clima rovente, di “bolla africana” ecc., non è stata di alcuna utilità per l’ambiente, poiché questa martellante insistenza sul caldo estivo induce psicologicamente la persone a usare molto più spesso i condizionatori, a bere e lavarsi più spesso, ecc., con consumi record di energia elettrica, spreco d’acqua, ecc., quindi con ulteriore inquinamento ed evidente danno per l’ambiente e le riserve idriche.

Io ho notato poi che spesso i dati sulle temperature vengono manipolati di proposito. Da alcuni anni si parla arbitrariamente di temperature “percepite”, che sono diverse da quelle reali, come pretesto per alzare di 2-3 gradi le temperature rispetto a quelle rilevate, tanto per fare notizia, e sparare con facilità 35°, 38°, 40°!

Io possiedo da anni un termobarometro molto preciso, e posso documentare che nella mia zona, 40 km a nord di Milano, le temperature max quest’anno non hanno mai superato i 29.8°, ben al di sotto dei 32°-33° che ho letto altrove, mentre lo scorso anno (più caldo in estate) non siamo andati oltre i 30.3°, molto sotto i 34°-35° riferiti da alcuni notiziari. In queste due settimane di periodo caldo di luglio, le temperature max. qui non hanno mai superato i 28°.
L’unica estate veramente anomala, in questi ultimi 10 anni, è stata la ben nota e famigerata estate 2003, tre mesi di temperature costantemente sopra la media.

E il fatto che le temperature minime che rilevo sono invece quasi coincidenti con quelle dei notiziari meteo, è la riprova della tendenza a esagerare volutamente nel riportare le temp. massime.
Inoltre, pochi osservano che le temperature dei centri urbani negli ultimi 10-15 anni sono cresciute indubbiamente, perché rispetto al passato è cresciuta la cementificazione, lo sfruttamento dei fiumi (dighe e centrali) e l’impermeabilizzazione dei suoli, che impedisce lo scambio idrico naturale, altera il ciclo delle piogge e amplifica il calore. Mentre invece le temperature rilevate in quota, da satelliti e sonde, NON crescono affatto come vorrebbero far credere i sostenitori dell’effetto serra da CO2. Quindi il riscaldamento dei centri urbani è un problema di cementificazione, il CO2 non c’entra proprio nulla.

Osservo poi che in Svizzera (dove c’è maggior professionalità) le temp. max. riferite dai notiziari sono quasi sempre più basse rispetto all’Italia.
Ad esempio, qualsiasi meteorologo appena serio sa benissimo che le temperature vanno misurate in luoghi che siano ombreggiati 24 ore su 24, poiché se invece il luogo è esposto per qualche tempo al Sole, le rilevazioni non sono più attendibili.
Eppure, ciò nonostante, nei notiziari si inquadrano allegramente i display digitali di banche, farmacie, ecc., esposti al Sole per lunghi periodi, e che mostrano non di rado in estate temperature di 40° e più, del tutto inutilizzabili.

Quello che più mi ha colpito, tuttavia, è stato il comprendere di recente le ragioni di tutta la speculazione e il business mediatico e pseudoscientifico che si è creato in questi ultimi anni attorno al clima.

In realtà fino alla fine degli anni ’70 nei media e tra gli scienziati prevaleva nettamente la convinzione che il mondo si stesse avviando verso un’era glaciale. Basta leggere qualsiasi articolo dell’epoca, e si vedrà che di “global warming” proprio non parlava nessuno.

Poi, negli anni ’80 la signora Thatcher (non certo un’ecologista, anzi!) volle spingere l’opinione pubblica a favore dell’energia nucleare (si chiudevano le miniere di carbone in Gran Bretagna) anche per ottenere un’indipendenza dal petrolio e dai Paesi arabi produttori.
Perciò convogliò enormi finanziamenti verso l’informazione (o meglio la disinformazione) sul problema dell’effetto serra, sui danni dell’uso del petrolio e del carbone, e ciò diede l’avvio alla nascita di enti e istituzioni sul clima (tra cui l’IPCC, ente intergovernativo dell’ONU, sponsorizzato da politici, che dice quel che i politici vorrebbero dica).

Di lì a poco, negli anni ’90, sorsero enti e specializzazioni in climatologia, meteorologia, ecc., spesso al servizio di politici, che li utilizzarono per assumere amici e sostenitori (spesso neppure scienziati).
Per dare un’idea: il budget americano sui cambiamenti climatici passò in pochi anni da soli 200 milioni di dollari a 2 miliardi, fino ai 4 miliardi di dollari attuali!

A quel punto anche l’industria mediatica vide, a metà anni ’90, che il clima era un business, parlare di clima e meteo poteva fare notizia, si poteva “dar da mangiare” a molta gente, e da lì è nato tutto il clamore mediatico che porta spesso a esagerare, cercare i “record”, sparare notizie prive di valore scientifico, allarmare sempre più la gente.

Quanto ciò abbia a che fare con la corretta informazione, soprattutto in questioni scientifiche complesse, è un vero mistero.
La ricerca della verità, o almeno della corretta informazione, su questioni scientifiche importanti dovrebbe essere qualcosa che prescinde da orientamenti politici, ma ciò è ben difficile che avvenga, soprattutto in Italia.

Il prof. Roberto Vacca (che non crede neppure lui al CO2 come responsabile del global warming) ha scritto giustamente invitando alla prudenza, su un tema simile. La meteorologia non è in grado di fare previsioni serie oltre 3-5 giorni, eppure alcuni ritengono di avere capito tutto sui meccanismi climatici, e sull’andamento del clima nei prossimi decenni.

Lettera pubblicata il 24 Luglio 2007. L'autore ha condiviso 26 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 51 commenti

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  1. 1
    claudio -

    La verita’ e’ una sola e semplice: Diamoci una regolata se non i figli dei nostri figli non vedranno il mondo che stiamo vivendo noi. Qualche settimana fa sono stato in Olanda e pensavo di trovare un paese normale come quelli che abbiamo in Italia. Ebbene, macchine pochissime. Bicicliette tantissime. Strade super pulite. Qui in Italia la cultura di lasciare la Macchina a casa non c’e’. L’inquinamento sale ma noi siamo menefreghisti su tutto quello che vediamo. Un americano che lavoro alla base di Signonella mi disse: L’america e’ qui da voi…………..

  2. 2
    Ari -

    Grazie.
    Mi sento già meglio.

  3. 3
    raffaele -

    Per non inquinare io e gli amici ci spostiamo con una macchina sola o col furgone, saliamo anche in 6 persone a volte, ma se ci fermano i carabinieri ci fanno la multa, vedi che in questa Italia le forze dell’ordine non capiscono un c.... !

  4. 4
    albert -

    Claudio, sono perfettamente d’accordo con te sul fatto che in Italia si abusi dell’auto, sfondi una porta aperta!

    Io sono riuscito a tagliare i consumi di auto della metà (eliminando gli spostamenti superflui, o fatti per abitudine), con grande gioia anche del mio portafoglio.
    Oltre tutto hai toccato un tema importante, perchè l’industria dell’auto ha cavalcato il tema “di moda” del riscaldamento globale, per proporre nuovi modelli euro3, euro4, ecc. che inquinano ugualmente, anche se un po’ meno dei modelli precedenti. Fingono di fare gli “ecologici” per vendere lo stesso!

    In effetti proporre un maggiore uso della bicicletta (che fa benissimo alla salute) non sarebbe affatto male.

    Qualche anno fa si parlava anche del telelavoro, la possibilità per chi svolge lavori intellettuali di lavorare da casa, grazie alle tecnologie telematiche di questi ultimi anni.
    Tutto ciò eviterebbe per milioni di persone gli spostamenti logoranti di ore e ore giornaliere in auto o treni di pendolari sovraffollati, e renderebbe l’aria rapidamente più pulita, oltre a produrre una più alta qualità del lavoro e ritmi di vita e familiari più umani.

    Perchè non se ne parla più? E ciò nonostante gli enti e le aziende che hanno sperimentato il telelavoro vedano che i collaboratori lavorano meglio e più produttivamente!

    Non sarà che la lobby dei costruttori d’auto e dei petrolieri è molto più
    interessata a far usare spesso l’auto alla gente, per far cambiare spesso l’auto e vendere, e quindi non veda di buon occhio il telelavoro?

    Il che mi pare confermi quello che penso: tutta questa ossessione per il riscaldamento globale, da parte dei media, è ipocrita al massimo.

    Parlano, terrorizzano la gente con notizie su temperature infernali e catastrofi ambientali, riduzione delle emissioni, protocollo di Kyoto, e poi non dicono le cose più semplici per rendere l’aria meno inquinata: PASSARE IN FRETTA AL TELELAVORO, E FAR LAVORARE LE PERSONE (OVE POSSIBILE, ALMENO PER IL 50% DEI CASI) DA CASA PROPRIA!

    Diciamo basta a questi notiziari TV ipocriti, che manipolano i problemi come vogliono loro, a vantaggio di chi vogliono (industria dell’auto, governi di destra e sinistra, petrolieri, ecc.)

    Per non parlare della ridicola ipocrisia delle “domeniche a piedi”.
    Come se vietare l’uso dell’auto la domenica (quando già la gente non lavora e la usa poco nelle città), serva a qualcosa, per migliorare la qualità dell’aria.

  5. 5
    cicindela -

    riscaldamneto globale quale è la verità?
    Non quanto sono d’accordo con le sue osservazioni contro il terrorismo mediatico. ma… di cji è la colpa , quardaca so della scienza vera che parla sttovoce e no si unisce a denunciare e creare un forza contro questo odiens , maledetto e falsa informazione informazione

  6. 6
    Stefy -

    Prima di tutto vorrei dire che il protocollo di Kyoto è una grandissima boiata visto che stabilisce che se un Paese inquina meno del massimo consentito può vendere ad un altro Paese quella “fetta d’inquinamento” che non ha prodotto (sembra fantascienza ma è così!!).
    In più l’anno scorso ho conosciuto un metereologo che ha inventato alcuni nuovi modelli rivoluzionari per il calcolo delle probabilità delle perturbazioni il quale mi ha detto a riguardo: “E’ matematicamente impossibile stabilire se il riscaldamento globale sia prodotto esclusivamente dall’uomo perchè non ci sono parametri di riferimento – il che significa che per fare uno studio approfondito si sarebbero dovute misurare nel dettaglio le temperature delle epoche precedenti, cosa che non è successa. Tuttavia, come dice Albert, ci sono pure delle testimonianze di epoche (Medioevo) in cui si è verificato un notevole riscaldamento alternate ad altre di “raffreddamento”.
    Ciò non toglie che ci possa essere anche una responsabilità da parte dell’uomo, anche se io sarei scettica nel dare un giudizio e soprattutto starei molto attenta a dar retta a certe accozzaglie di “esperti” che in TV paventano ipotesi catastrofiche.

  7. 7
    albert -

    Sante parole, Stefy!
    Il protocollo di Kyoto assomiglia tanto a quelle patetiche “riformine” all’italiana, dove per legge si impongono certe cose, ma poi si trovano mille eccezioni, deroghe, proroghe, distinguo, ecc.

    Assurdo, come dicevi tu, che le quote di emissioni “risparmiate” da un paese possano essere mercanteggiate, e vendute a chi vuole inquinare.
    Questa non è fantascienza, è idiozia all’ennesima potenza!

    Anzichè cercare cose complicatissime, come mettere d’accordo tutti sul tagliare le emissioni di CO2, avrebbero potuto fare cose molto più pratiche e utili.

    Ad esempio, visto che stanno devastando le foreste più grandi del pianeta, in Amazzonia, Indonesia, ecc., perchè non pagare a Brasile e Indonesia delle somme ingenti di denaro (da raccogliere e ripartire tra tutti i Paesi del mondo) per aiutarli a preservare le foreste, che sono il polmone verde di tutto il pianeta?

    Che senso ha volere mettere d’accordo cinesi, russi, americani, indiani, ecc. sul tagliare la produzione industriale, quando sarebbe molto più utile e semplice fermare la deforestazione dei grandi polmoni verdi del pianeta, contro il taglio illegale del legno, che va avanti senza sosta?

    E poi, per dire quanto queste “grandi” istituzioni siano stupide e miopi, e incapaci di progettare nel futuro al di là di un anno, o due.

    Come è possibile tagliare le emissioni di gas inquinanti, se la popolazione mondiale continua a crescere?

    Prima del taglio delle emissioni, pensiamo al controllo demografico.

    Se sulla Terra eravamo 3 miliardi nel 1960, ora siamo 6,5 miliardi, e probabilmente tra una ventina d’anni saremo 9-10 miliardi, come si illudono di limitare le emissioni inquinanti, se avremo altri 2-3 miliardi di persone che chiederanno cibo, vestiti, abitazioni, ecc., quindi che consumeranno e inquineranno enormemente?

    Però, notare l’ipocrisia, da un po’ di tempo di controllo delle nascite (per lo meno nel 3° mondo) non si parla più, forse perchè i giornalisti e i media italiani baciapile non vogliono spiacere a vescovi e papi, in questo paese ipocrita dove la mafia è più tollerata del preservativo.

  8. 8
    albert -

    Un’osservazione a proposito delle solite litanie che i media ci propinano sui “ghiacci polari che si stanno sciogliendo a ritmo sempre più accelerato”.

    A parte il fatto che lo scioglimento dei ghiacci polari in taluni periodi dell’anno, e il successivo riformarsi, è cosa assolutamente comune.

    Sul fatto poi che i ghiacci del Polo nord si stiano sciogliendo più in fretta (mentre il Polo sud non ha affatto un ritiro apprezzabile dell’estensione dei ghiacci), va osservato che – come ha notato giustamente lo scienziato Antonio Zichichi – nella storia della Terra i poli si sono ghiacciati e sciolti ben 4 volte (!) in epoche nelle quali l’uomo manco esisteva!

    Quindi illudersi di influire sul clima (che è governato da movimenti cosmici del gigante che riscalda la Terra, il Sole) da parte delle formichine umane, è un gigantesco spreco di tempo, denaro ed energie.

    La realtà è che, come ha osservato lo scienziato Bellarmy: “il riscaldamento globale è in grandissima parte un fenomeno naturale. Il mondo sta sprecando quantità spaventose di denaro cercando di fermare qualcosa che non può essere fermato!”

    Basterebbe che l’orbita terrestre variasse anche di poco, e verremmo rapidamente inceneriti dal Sole, o moriremmo di freddo.

    Eppure sembra che molti pensino che il Sole sia una specie di insignificante “abatjour”, una inutile “palla” che sta sempre lì, e siamo noi a poter cambiare le temperature della Terra.

  9. 9
    claudio -

    E non parliamo delle fabbriche fuori norma……..e non parliamo dei progetti di auto alternativa alla Benzina………….che non vengono fatti per la politica che c’e’ in Italia. Dove andrebbe il signor Moratti? E non parliamo di noi stessi che anche una semplice carta la buttiamo a terra senza preoccuparci che la stessa inquina. Non parliamo………………….dovremmo agire. Ma come?

  10. 10
    filippo -

    come riporta la Torah, durante il preludio del Diluvio, la gente sbeffeggiava Noah e il suo affannarsi a trovare la via della salvezza dal disastro. poi si aprirono le cateratte e venne la fine.
    come dice la storia, durante il preludio della shoah, la maggior parte degli ebrei tedeschi soleva ripetersi che non era possibile che la Germania nazista volesse liberarsi di loro. poi venne lo sterminio.
    oggi, dato che è facile contraddire anche il colore del sole poiché basta dire che lo spettro non è sicuro al 100% ma è solo probabilità quantistica, molta parte della scienza fisica, naturalmente quella che serve gli scopi della tecnologia industriale, s’affanna a cercare scuse e a negare perfino l’evidenza più banale e cioè che “Natura non facit saltum”, sicché è normale che i ghiacciai si squaglino in meno di 20 anni o che si vedano normalmente le trombe d’acqua nel golfo di s. eufemia, che ad Amantea si siano raggiunti pochi giorni fa i 48°, che i grandi cetacei spiaggino morenti sempre più spesso etc…
    d’altra parte, quale imbecille metterebbe di buon grado la firma sotto il proprio atto d’imbecillità?!

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