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Riflessione sull’amore di un cuore in ricostruzione

Ho gia scritto della mia storia su questo sito.
Ho gia scritto di quanto possa essere pericoloso ricercare la felicità là dove se ne può trovare di più, in quel luogo unico e misterioso fatto di sensazioni che non conoscono né verbi né parole concrete per poterlo descivere concretamente. Quel luogo che costruisci con tanta fatica, superando tanti ostacoli, tante paure, ma che ti promette di ripararti dalla a volte dura realtà del mondo.
Quel luogo che diventa la casa del tuo essere, l’acqua del tuo spirito, il custode della tua serenità. In questa casa cambi il modo di pensarti, l’ “io” diventa il “noi”, il “mio” futuro diventa il “nostro” futuro.
Una casa fatta con le pareti invisibili dell’amore, capaci di ripararti dal più forte dei venti, dal più feroce animale, dai più impetuosi terremoti. Ma quando uno dei residenti decide di abbandonarlo queste pareti che prima sembravano invisibili mura invalicabili crollano lasciando entrare il più debole soffio, il più esile animale, il più lieve terremoto.
Ti ritrovi nudo nel crudo, reale, vero mondo.
I colori che prima erano fantastici diventano semplici qualità.
I profumi semplici odori.
I suoni dei rumori.
E il tempo che prima viaggiava passando per innumerevoli strade ora sembra non riuscire ad uscire da una ruotatoria.
Molti sostengono che con il dolore si cresca, ci si fortifichi, ci si conosca meglio.
Forse è vero.
O forse serve solo a diventare più prudenti, per meno soffrire, a discapito delle emozioni più vere e più pericolose. Come un bambino che con gioia vorrebbe dar vita alle più strambe fantasticherie a cui gli viene insegnato che certe cose non può farle.
Non è forse questo il crescere?
Comunque sia, imparando le regole dell’amore, della vita, si imparerà a soffrire di meno.
Ciò che più mi manca è quell’ingenuità che da vita alla vita.

E’ solo uno, dei tanti, sfogo. E’ solo l’ennesimo tentativo di non so cosa. E’ solo vita quotidiana.

Lettera pubblicata il 2 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 145 commenti

Pagine: 1 2 3 15

  1. 1
    Gioinlove -

    Ciao.:)sai una cosa.?:)dovresti fare il poeta.:)

  2. 2
    Mariù -

    Il dolore ha la stessa importanza della felicità,ma si manifesta nel modo opposto…In realtà nesssun dolore è però fine a se stesso,ma ci permette si di crescere e di rinforzarci.. di entrare all’interno del nostro intimo. Il dolore è la goccia di sudore ke scivola dalla nostra fronte durante una salita…una salita lunga,dura e tortuosa. Ma che ci rassoda i muscoli e che,al suo termine ci fa assaporare la bellezza di una discesa! La discesa ke è la felicità x la quale tutti noi siamo nati..quella felicità che ti fa respirare come mai,ke ti fa tornare ad amare più di prima,ke ti fa ricostruire piano piano quelle mura invalicabili,che diventano sempre più forti!

  3. 3
    Mariù -

    ” Una volta ho letto in un libro che l’amore non esiste per renderci felici,ma per dimostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore”
    Bianca come il latte,rossa come il sangue

  4. 4
    rossana -

    ciao Leonardo,
    scrivi davvero molto bene…

    mi ha colpita questa tua frase: “Ciò che più mi manca è quell’ingenuità che da vita alla vita.”

    se quanto intuisco in te (sensibilità, intelligenza, bontà) esiste davvero, credo di poterti rassicurare che, passato e sepolto il dolore, l’ingenuità tornerà. fa parte di quelle connotazioni di base che non si perdono con il passare degli anni.

    in certe circostanze, magari, si attutiscono ma poi tornano ad essere parte fondante di un temperamento.

    abbi cura di te.

  5. 5
    Leonardo88 -

    Rossana
    Grazie, sei sempre troppo generosa nei complimenti. Probabilmente sono molto profondo e buono, oppure sono semplicemente impaurito dalla vita. Non lo so, come non so se qualità come la bontà e la sensibilità siano virtù che ti possano rendere effettivamente piu felice. Credo comunque che il dolore e il piacere siano correlati: una persona molto profonda è capace di toccare picchi altissimi di goia, ma è anche destinata a soffrire pene a volte insopportabili. Io sono un bambino ancora e me ne rendo conto guardandomi in giro. Non ero ancora temprato sufficientemente per sostenere un dolore cosi grande. Tanto grande quanto comune. Tutti ci passano, e in fin dei conti il mio non è piu eccezionale di altri. pero’ vedo che la gente bene o male tira avanti. Sono passati 4 mesi e mi sento al punto di partenza, come se mi dimenticassi ogni volta di tutti i bei discorsi che ho fatto e sentito. Certe persone credo non sono fatte per amare. Io non ne sono capace evidentemente. Ho amato troppo e male e ora non so gestire la situazione

  6. 6
    Mariù -

    Non abbatterti..tutti sanno amare..e anche tu!
    Se hai amato troppo e male (é successo anche a me) avrai occasione per imparare dai tuoi errori e amare in modo migliore! Ma non devi ma buttarti giù.

  7. 7
    Leonardo88 -

    Imparerò dai miei errori, ma come ci si può fidare dell’amore quando tutte le tue certezze sono state spazzate via da un giorno all’altro, in un modo tanto violento? Certi traumi si sedimentano nelle profondità dell’anima e li ci rimangono per lungo tempo. Non dovrei buttarmi giu, ma giu mi ci ha buttato lei. Il problema è che sotto di me non c’era una strada gia spianata e ben costruita, da cui potersi facilmente rialzare. C’era e c’è una strada fangosa che mi trattiene a terra.
    Vorrei tanto non entrare più in questo sito per scrivere del mio dolore.
    Vorrei tanto sbrigarmela da solo senza parlarne più con nessuno.
    Vorrei tanto essere più Uomo e non piangermi più addosso, rifugiandomi nel mio dolore..
    Lo vorrei tanto e forse non mi aiuto abbastanza.
    Ma tutte le strade che si creano nel mio flusso di coscienza portano allo stesso posto. E’ una coazione a ripetere il trauma che non accenna a fermarsi. Mi sento come imprigionato nei miei pensieri. Non sono più libero di viaggiare con la mente. E’ come se avessi perso parte delle mie capacità intellettuali. Sono come paralizzato, impantanato negli stesi monotoni pensieri.

    E la cosa peggiore in tutto questo è che mentre io sono immerso in questo diabolico vortice lei vive e non ci pensa neppure nel suo nuovo mondo con i suoi nuovi amori. C’è qualcosa di profondamente ingiusto in tutto questo, ma in fin dei conti non scopro l’acqua calda dicendo che spesso la vita reale è ingiusta.

  8. 8
    rossana -

    Leonardo,
    non considero bontà e sensibilità virtù ma semplici connotazioni di carattere. penso, non so se a torto o a ragione, tanto per fare un esempio, che una persona di fondo molto buona non sia capace di vendicarsi indirettamente del male subito in amore infliggendolo a sua volta a persone innocenti, alimentando così una brutta catena di negatività.

    è logico che ogni dotazione ricevuta abbia i suoi lati positivi e negativi: se si è intelligenti e sensibili, si possono comprendere meglio persone e situazioni ma il prezzo da pagare è quello che hai espresso, e cioè una percezione più acuta sia delle gioie che dei dolori. fa parte del pacchetto!

    comprendo lo choc che ti ha scompaginato un’esistenza che ti eri ormai prefigurato. voglio essere dura con te, per indurti a reagire: forse che sai cosa ti accadrà domani? se il futuro materiale, oggi prevedibile, si può annientare in una frazione di secondo per circostanze imprevedibili, come può un sentimento darti la matematica sicurezza di consolidarsi nel tempo? se tu stesso puoi ammettere di non sapere fino in fondo chi sei e cosa cerchi, come puoi pensare di aver indovinato in tutto e per tutto com’era fatta e cosa andava cercando la persona che ti ha deluso?

    conosci Machado? c’è l’inizio di una sua poesia che a mio avviso racchiude in poche strofe quasi tutte le origini del dolore. te la vado a cercare e te la riporto nel post successivo, sperando possa esserti d’aiuto…

    a questo aggiungo, per buona misura, che la vita stessa tradisce quasi tutti, fin dalla nascita. così come spesso ci tradiscono non solo gli amanti (traviati dalla sessualità) ma anche gli amici e talvolta, purtroppo, pure i parenti più cari, quelli che consideravi alla stregua di figli, com’è successo a me nel momento di maggior bisogno. niente è sicuro per sempre. anche la natura, che ci è madre, mostra aspetti di infinita tenerezza e dolcezza frammisti ad altri di brutale e inaudita crudeltà…

  9. 9
    Mariù -

    Siamo tutti fragili e chiedere aiuto anke se ci risulta difficile in realtà ci ricopre di onore. Se ad attutire la tua caduta non c’é una strada spianata,allora è perché la stai costruendo!In vista del futuro anche. Il mondo è ingiusto,vero, ma tutto avviene un motivo che anche se spesso noi non lo conosciamo c’è! E col tempo ti renderai conto che ciò che adesso è apparentemente negativo pian piano ti accorgerai che in realtà doveva accadere,per darti una maggiore felicità.
    Manzoni diceva che Dio “Non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande”.

  10. 10
    rossana -

    “Non è vero, dolore, io ti conosco,
    tu sei NOSTALGIA DI VITA BUONA,
    e SOLITUDINE DI CUORE OSCURO,
    di nave senza naufragio o rotta.
    Come cane abbandonato che non ha
    traccia nè olfatto e vaga
    per le strade, senza meta, come
    il bimbo che la notte di una festa
    si perde tra la gente… (omissis)”

    (dalla poesia LXXVII di Antonio Machado – lettere maiuscole aggiunte da me… validissime, a mio avviso, le prime tre righe…).

    infatti non credo che alla tua bimba, incapace di capire e di dare, sia da attribuirsi il massimo della colpa del tuo attuale malessere. buona parte della sofferenza in questi casi deriva dall’orgoglio ferito ma, soprattutto, dalla perdita improvvisa del sogno che sulla persona avevamo incautamente costruito. questo è quello che ho imparato a mie spese e che magari, se non ricordo male, pure già ti ho scritto in un altro post.

    quanto alla giustizia della vita, credo ne abbia una a livello complessivo, visibile a grandi linee, nella maggior parte dei casi, solo a fine percorso (intendo dire: chi ha avuto una triste infanzia, può riuscire a conquistarsi una serena vecchiaia, fermo restando che, quando durante una vita si riescono ad estrapolare almeno 3-6 anni “buoni”, già ci si dovrebbe considerare fortunati, soprattutto se non si è nati ricchi!). molto dipende da come si è capaci di mettere a frutto i talenti ricevuti e dalle circostanze in cui si è stati calati…

    non voglio dire che questa sia, come nel “Salve Regina” una valle di lacrime, ma nemmeno credo in tutto e per tutto all’Eden del sogno americano, nel quale si afferma non solo che tutti hanno diritto alla felicità ma che questa è a portata di mano per chiunque la voglia cogliere. la verità e l’equilibrio stanno sempre nella vituperata via di mezzo e in quanto si è capaci di realizzare all’interno di noi stessi.

    ciò non toglie che se si fa del bene, si può sì ricevere in cambio del male (anzi, di solito proprio questo accade, in quanto le persone buone sono spesso ingenue e incapaci di autodifesa o di previsioni a lungo termine) ma, se si fa del male, è quasi certo che il bene di ritorno sarà in linea di massima di tipo materiale, non certo spirituale. si dovrebbe essere in grado di distinguere nettamente i due filoni ed evitare di credere che al bene possa corrispondere sempre il bene, magari mischiando la tipologia degli addendi da sommare o da sottrarre. in ogni caso, operando correttamente, non ci si arricchirà di certo ma si dovrebbe star meglio in compagnia della propria coscienza, che non è cosa da poco.

    scuaami la carenza di chiarezza: mi rendo conto di aver fatto un gran insalata russa. è ora di “staccare” e di andare a fare una bella passeggiata nei campi, in cerca di more, facendo attenzione alle spine…

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