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I rifiuti rifiutati

Dopo la visione della trasmissione “Porta a porta” di ieri sera, dove si è discettato di rifiuti solidi urbani tra una accolita di ignoranti (ministro dell’ambiente soprattutto), urgono un po’ di considerazioni riguardo alle scelleratezze che si è potuto soltanto immaginare siano state compiute dopo 14 anni di emergenza della regione Campania.
Ci provo:
1 – Di chi è la colpa?
La Gara pubblica per l’affidamento in concessione dell’intero sistema di smaltimento rifiuti regionale (PRIMO ERRORE, “culpa in cogitando”) risale alla seconda metà degli anni 90 e fu bandita dall’allora commissario straordinario, Bassolino, contornato da una pletora di superconsulenti tra cui l’ex assessore “verde” alla Provincia di Milano, Giulio Facchi (forse reclutato a Napoli per quanto “non” aveva fatto per risolvere l’emergenza della suddetta provincia). La Gara, come ho detto, era relativa all’affidamento di una concessione ossia si basava sul Project Financing; il vincitore doveva mettere a disposizione le risorse finanziarie necessarie, costruire gli impianti e poi gestirli applicando una tariffa di smaltimento che ripagasse l’investimento e procurasse all’impresa il giusto guadagno. Furono presentate tre offerte: una che offriva una tariffa di circa lire 85/Kg di rifiuti smaltito, la seconda che per lo stesso scopo pretendeva circa lire 130/Kg, la terza che era molto vicina a lire 160/Kg. SECONDO ERRORE, “culpa in eligendo”: la troupe Bassoliniana, nella più totale inconsapevolezza, affidò la Gara alla ditta che aveva offerto le 85 lire/KG ossia alla FISIA di Genova del Gruppo IMPREGILO. Nessuno si pose il problema che la FISIA, fino a quel momento, di rifiuti non aveva neanche mai sentito parlare ma, soprattutto, nessuno si chiese per quale strano miracolo FISIA avrebbe risolto il PROBLEMA RIFIUTI della Campania, in ossequio alle vigenti Norme, con una tariffa dalla quale prese spunto l’autore dei noti film del sequel Mission Impossible. Nessuno pensò, Bassolino tantomeno, che con quella tariffa l’investimento necessario non sarebbe mai stato ripagato, nessuno fuorchè il Top Management di IMPREGILO le cui urla di dolore, una volta compresa l’entità della puttanata commessa, si estesero per tutta Sesto S. Giovanni.
Ma si sa, l’imprenditore più illuminato da una difficoltà crea una risorsa: siamo creativi in questo bel Paese, figuriamoci se l’azienda di Romiti poteva inciampare in un banale errore del proprio ufficio commerciale.
Ecco che allora iniziò lo stravolgimento del progetto che vinse la Gara, ecco il TERZO ERRORE, “culpa in vigilando”, della Bassoliniana formazione. Eh sì! FISIA cominciò la sua opera di protezione del capitale che avrebbe investito, per così dire, truccando un po’ il mazzo. Il primo problema era fare “cassa” ossia fare in modo che il capitale necessario alla costruzione del termovalorizzatore (chiamarlo come si dovrebbe, inceneritore, è vietato) fosse generato da coloro che sarebbero stati deputati a pagare la tariffa di smaltimento, cioè i cittadini campani.
Come fare? Bhè, è stato semplice avendo una amministrazione compiacente. Invece che gli impianti per produrre il CDR (Combustibile Da Rifiuti), per la cui costruzione FISIA era impegnata contrattualmente, si pensò alle BALLE. Nacquero così le ECOBALLE, ossia rifiuti impachettati che al CDR non somigliano neppure e che, però, sono facilissime da sfornare in quantità spaventose (Giulio Facchi le aveva già viste a Milano ma aveva dimenticato la puzza che ne scaturiva).
Ovviamente Bassolino osservava compiaciuto senza chiedersi quante centinaia di ettari di terreno sarebbero serviti per lo stoccaggio provvisorio delle ECOBALLE e senza considerare che il termovalorizzatore di Acerra, autorizzato per bruciare CDR, anche nella “sfortunatissima” ipotesi che fosse completato in tempi biblici, non avrebbe potuto, per motivi autorizzativi, bruciare, invece, le famigerate ECOBALLE.
A seguito della sempre più precaria situazione, quando la Procura della Repubblica cominciò a dare segni di rinvenimento, ecco che si arrivò alla divertente risoluzione del Contratto con FISIA per inadempienza della stessa, con una richiesta di danni di circa 800-900 milioni di euro da parte della Regione Campania. Naturalmente FISIA non ha versato un “ghello”: QUARTO ERRORE, “culpa in esigendo”.
Nel frattempo l’ineffabile Pecoraro Scanio faceva il capopolo alle dimostrazioni contro il termovalorizzatore di Acerra: d’altro canto doveva pur dare un imprinting al proprio mandato.
E allora di chi è la colpa? Ma della Camorra, di chi se no?
2 – Ora che si fa?
Le discariche. Che altro?
Anche perchè se ammettessimo che ad Acerra i lavori termineranno fra un annetto abbondante, il duo Bassolino-Pecoraro Scanio cosa pensano possa succedere alla fantomatica entrata in funzione del termovalorizzatore più nominato del mondo? Bene che vada, e ammesso che ne sia capace, l’impianto sarà in grado di bruciare i rifiuti che giornalmente vengono prodotti. E il risultato qual è? E’ che i circa 30 milioni ed oltre di ECOBALLE, giacenti attualmente sul territorio, resteranno imperituramente sul territorio. Trascurata ovviamente la possibilità che altre regioni si compiacciano di incassare soldi per smaltire il rifiuto di Napoli e Province.
3 – Ma è un caso isolato?
Ma scherziamo? Certo che no!
Ci sono ben altre 2 regioni commissariate per l’emergenza rifiuti, entrambe dotate di Piano Regionale di smaltimento, entrambe con Gare di affidamento espletate, per la concessione di costruzione e gestione di impianti vari tra cui alcuni grandi termovalorizzatori: sono la Sicilia e la Puglia.
In questi casi abbiamo evidenza del fatto che Pecoraro Scanio ha dei limiti alle sue pur grandi energie del divieto.
In Sicilia, dove gli impianti dovrebbe costruirli non la mafia ma la Falck di Milano, ci pensa lui stesso a mettere i bastoni tra le ruote a Cuffaro, inventandosene una tutti i giorni per contrastare l’avanzamento dei lavori.
In Puglia ha deputato al compito l’amico di partito e di gusti sessuali, Vendola. Costui è arrivato al governo regionale con le Gare già affidate dal suo predecessore Fitto. Aveva anche la fortuna di poter dire che gli impianti non li aveva ordinati lui. Niente. Doveva esserci un termovalorizatore per ogni provincia (cosa che la legge prevede) e lui cosa fa? Te li impallina tutti. Bisogna, arringa, implementare il solare e l’eolico. Caspita, se continua così fra poco la Puglia o diventerà un enorme specchio o un gigantesco frullatore.

Oh tempora, oh mores!

Lettera pubblicata il 8 Gennaio 2008. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Limar70 -

    Bellissima analisi. Bisognerebbe far in modo che venisse pubblicata sulla carta stampata, così da renderla completamente pubblica a tutti gli italiani anche se non ai sofferma sugli aspetti contabili dell’intera vicenda. Mi rendo perfettamente conto che non si può per non rischiare denuncie a ripetizione.

  2. 2
    mari1 -

    Concordo
    analisi accurata e impietosa come è giusto che sia.
    Anche da questa vicenda si evince che gl’italiani o meglio gl’Italioti onesti …dove c.... sono?
    Ci rendiamo conto che è tutto un sfascio ? Ogni cosa emana fetore a qualsivoglia latitudine del paese.
    Dovunque si va a indagare..politica,banche, scuole, università,magistratura…..chiesa…si trova del marcio..ci si ritrova impantanati, in un liquame putrido e appiccicoso in cui sguazzano agevolmente figuri spregiudicati e sprezzanti.
    Che esempio per i giovani e le future generazioni!!!!!!
    Ne verremo fuori? Secondo me nò.Saremo condannati a convivere impotenti e forse anche le persone oneste cercheranno “raccomandazioni” per adeguarsi e intingere il tozzo nel brodo…almeno per sentirsi alla pari e non essere considerati “fessi e creduloni”
    Sono sfiduciata? Negativa?Pessimista? ……arrivata e cotta?
    Fate un pò voi ..a me viene da ridere..pardon da piangere.
    salutoni

  3. 3
    robinhood2 -

    Aggiungo solo alcune “piccole” informazioni che la tua dettagliata e corretta analisi non ha fornito, not only:

    1) La Campania ha un numero di netturbini pari a 5 volte quello della Lombardia, pur con una popolazione di 5 milioni di abitanti, contro i 9 della Lombardia. Di questi netturbini, parte sono stati assunti per motivi clientelari e non lavorano anche se lo vorrebbero. Altri (circa 2000) hanno ottenuto certificazioni di patologie inesistenti, da parte di medici compiacenti, per non toccare questo o quel rifiuto, o per non sollevare pesi sopra i 2 kg, ed è uno dei motivi per cui la raccolta differenziata è fallita.

    2) Al di là delle responsabilità di Bassolino, o della Jervolino, o di Pecoraro Scanio, è un fatto che i politici suddetti sono stati votati ed eletti a volte col 64% dei voti (Bassolino), anche quando avevano da anni fallito la gestione dei rifiuti, e la spazzatura invadeva le strade. E chi li ha votati? I campani immagino, o buona parte di loro. Non mi risulta siano stati fatti i blocchi stradali, o gli scioperi, o le manifestazioni, quando vedevano che Bassolino & c. fallivano nell’opera di smaltimento, e morivano nella puzza.

    3) Come ho già scritto altrove, basta con questa storia degli amministratori cattivi, e dei cittadini buoni. Nel 1976 il Friuli fu distrutto dal terremoto, e in soli 3 anni i cittadini ricostruirono tutto, senza una sola lira di aiuti dello Stato!
    Nel 1980 dopo il terremoto in Irpinia lo Stato destinò centinaia di miliardi alla ricostruzione, eppure ancor oggi c’è gente che vive nei containers, o nei prefabbricati, o in case fatiscenti e spesso abusive. Mentre quei soldi sono finiti nelle tasche di camorristi, o politici locali, o hanno “finanziato” imprese tutte fallite.
    E per i rifiuti sono stati spesi in 14 anni quasi 2 miliardi di euro.

    E allora c’è un detto che è vero: ogni paese ha i politici che merita, triste ma vero.
    Se anche mandassero uno svizzero, o un tedesco, o uno svedese, a gestire i rifiuti in Campania, in poco tempo o lo farebbero scappare, o non farebbe nulla, o lo ammazzerebbero.

    Poi oggi ci sono i soliti cialtroni come Beppe Grillo, che dice che la colpa è della tv e dei giornali che vorrebbero far costruire gli inceneritori(???)
    Eh certo, abbiamo bisogno solo di lui, il tuttologo che i rifiuti li trasforma in oro con le sue parole da incompetente, buffone ridicolo.

  4. 4
    massimo -

    a direttò c’hai l’okki foderati de prosciutto……….il primo errore è del nazional alletto Rastelli rastrelli……….

  5. 5
    Limar70 -

    Cara mari1, in tanta tragedia mi hai fatto sorridere per il tuo scritto colorito ed offensivo nei confronti di tutti. Mi spiace soltanto quel tuo senso di pessimismo anche per le future generazioni. Se non si spera per un futuro migliore che vale vivere?

  6. 6
    filippo -

    ieri sera o prima, V. Feltri ha sostenuto in TV che grossa responsabilità per il problema sta nei napoletani stessi, i quali, contrariamente a quanto fatto da altri, nella fattispecie a Nord (V. Feltri è notoriamente campanilista), hanno detto no agli inceneritori etc…
    V. Feltri dice il falso: i Napoletani hanno solo il grande torto d’aver lasciato sempre fare alla politica centrale e, soprattutto, a quella locale, giungendo ad incazzarsi solo ora che è ormai tardi e che la merda gli sta piovendo in testa.
    è questo un atteggiamento solo napoletano, o invece è un modo di fare tipicamente italiota (=maggioranza degli Italiani)?!
    la risposta è univoca e insindacabile: è il modo di fare degli Italioti!!
    detto questo, ribadisco quanto già detto altrove:
    – si sa benissimo che la Campania è considerata di per sé “la” discarica d’Italia, alla pari delle altre regioni del Sud, eccezion fatta per la Sicilia che ha una gestione autonoma costosissima e mafiosissima e perciò leggermente migliore;
    – si sa benissimo della connessione tra Camorra e gestione rifiuti;
    – si conosce benissimo la connessione tra Camorra e Politica, soprattutto nelle Malebolge (=Borse del Male) regionali e (orrida visione) provinciali!
    ERGO: bisogna gettare Politica e Camorra in una discarica!
    ancora: non si deve più accettare che le massime Istituzioni di questo Paese stiano lì a pontificare “fate i buoni fate i bravi” e a non fare altro!
    il Presidente della Repubblica “non è in grado” di fare altro?!
    e allora, quando una Costituzione definisce un Presidente della Repubblica imbelle, si deve cambiare la Costituzione e mandare gli imbelli a cercare benefici da un’altra parte.
    sicché il problema non è così limitato come ha affermato V. Feltri.
    rimane comunque irrisolto il problema di chi spazza via tutto questo marciume!

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