Q.R. = Quanta rabbia
È accaduto a Montegrotto Terme, ma potrebbe accadere ovunque. Una donna di 88 anni, stanca dopo la spesa, si reca alla fermata del bus. Aspetta. E aspetta. Ma il foglio con gli orari non c’è più. Al suo posto, un QR code. Un simbolo freddo, impersonale, incomprensibile per chi non possiede uno smartphone, per chi non ha dimestichezza con la tecnologia, per chi ha vissuto una vita intera costruendo questo Paese, e ora si ritrova escluso, ignorato, dimenticato.
È una vergogna. Una ferita aperta nella coscienza civile.
Questa società informatizzata, che corre verso il digitale come fosse l’unica salvezza, sta lasciando indietro proprio coloro che hanno reso possibile il nostro presente. Gli anziani non sono un ostacolo: sono la memoria storica, il cuore pulsante della nostra identità. Sono quelli che hanno lavorato, lottato, cresciuto figli e nipoti. Oggi, sono il pilastro silenzioso di molte famiglie giovani, che si affidano a loro per il supporto quotidiano mentre inseguono ritmi di lavoro sempre più disumani.
E cosa ricevono in cambio? Un QR code. Un sistema che li costringe all’ansia, alla solitudine, all’umiliazione. Un mondo che non parla più la loro lingua, che non li guarda più negli occhi, che li considera un peso anziché un patrimonio.
Questa non è modernità. È disumanizzazione.
La pubblica amministrazione ha il dovere morale e istituzionale di garantire l’accessibilità a tutti. Non si può sostituire un foglio di carta con un codice digitale e pensare che sia progresso. È esclusione. È violenza burocratica. È una forma di discriminazione silenziosa ma devastante.
Chiediamo rispetto. Chiediamo inclusione. Chiediamo umanità.
Non si può costruire il futuro calpestando il passato. Non si può parlare di innovazione se non si ha il coraggio di essere anche compassionevoli. Non si può lasciare un’anziana sola alla fermata, senza orari, senza risposte, senza dignità.
Basta con l’arroganza digitale. Restituite agli anziani il diritto di vivere con serenità. Restituite loro la carta, il contatto umano, il rispetto che meritano.
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