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Non so dirti quello che tu non sai

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Lettera pubblicata il 22 Ottobre 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 81 commenti

Pagine: 1 5 6 7 8 9

  1. 61
    ventolibero -

    Toroseduto,purtroppo mi si dice che non vengono pubblicati testi di canzoni o poesie se non brevi citazioni. Se può interessarti la canzone si intitola “Caro ragazzo della classe ’80” ed è degli Amici del Vento.
    Con stima,
    Alessandro
    P.S Qui nessuno vuole fare rivoluzioni! Sui farmaci ho le mie idee e a queste non rinuncio! Lo dico con forza,con intensità,con passione,con convinzione,con fermezza,con orgoglio: sono diventato medico per dare un contriburo ad alleviare l’umana sofferenza non certo per aggravarla. Come te,io le mie risposte le cerco non sui libri ma nella vita,in una vita di abnegazione e condivisione. Ti prego di non avere la pretesa,dall’alto della tua esperienza di vita,di venirmi a illuminare sui come devo agire nella mia professione!

  2. 62
    toroseduto -

    Alessandro, ma hai letto alla velocità della luce? Ho semplicemente detto che a 28 (20) anni si è un po’ sulle barricate, si vuole cambiare il mondo, si sogna alla fine. Ho specificato che non volevo fare “il nonno”, perchè oggi tale ruolo è scaduto ai saldi!
    Io ho sognato alla tua età, leggo alcuni sapientono giovani che maledicono il “68” io l’ho vissuto tra decine di cortei, manganellate della polizia, attacchi di ragazzi fascisti, che si intrufolavano nei cortei, sbucando dai vicoli con catene e spranghe di ferro, colpivano e poi si andavano a nascondere nelle fogne. Noi che protestavamo per l’arresto di Valpreda, per la guerra nel vietnam, idealisti che non sopportavano i soprusi, le carenze di stare in trenta in un’aula seduti a turno, e non avere i soldi per comprare i libri, i doppi turni, si le scuole erano insufficienti, la scusa era che non c’era l’obbligo, dopo la terza media, era meglio fare quello che facevano altri ragazzi, almeno a Napoli, vendere sigarette di contrabbando, se non di peggio. Ho avuto delle microfratture alle dita, il mio sogno di
    completare il corso di chitarra classica svanito, le manganellate venivano date a noi, che nelle occupazioni delle scuole, dovevamo proteggere le ragazze, che per la prima volta passavano la notte fuori casa, e i genitori a sobillare l’intervento della polizia, ragazzi come noi che presi dallo spavento si scagliavano su di noi inermi e pacifisti. Ti ho semplicemente invitato a documentarti, dimmi dove sta la presunzione. Anzi ti raccomando un’altro libro UN UOMO di Oriana Fallaci, sono sicuro che non l’hai letto, ti assicuro che non è tempo perso: se vuoi capire il presente devi illuminarti sul passato. Ho trovato (professione a parte) molto di me nei tuoi malesseri, con la differenza che noi sfidavamo il POTERE con ogni mezzo, oggi vedo tanti che subiscono le scelte politiche isolati, noi eravamo a migliaia, non ho documentazioni, ma ti posso garantire che non c’era uno, dico uno che andava a scuola o all’università. E gli operai…volevano chiudere una fabbrica di 20 operai, andammo in massa
    ad appoggiarli e a resistere agli attacchi della polizia.
    Scusa se mi sono lasciato andare, oggi vedo un gregge a seguito di un nano, sono affascinati, quello è il loro modello! Abbiamo sbagliato in tante cose, ma se si è arrivati al confronto pacato e sono stati sfatati tanti tabù, il divorzio, l’aborto clandestino che arricchiva medici senza scrupoli, anche se io sono per principio contro l’aborto,
    non

  3. 63
    toroseduto -

    potevo permettere che tante ragazze si rivolgessero a delle “mammane”
    con i soldi di una colletta. Mi fermo perché sono stanco, sto attraversando uno dei momenti più brutti della mia vita. Scusami
    Mario

  4. 64
    ventolibero -

    Mario io non ti devo scusare di nulla e la parola presunzione l’ho virgolettata. Anch’io non è che stia vivendo un bel momento,tutt’altro. La mamma ha interrotto,ormai da 4 mesi,i cicli di chemio terapia e nemmeno intende sottoporsi ai più “banali” controlli di routine (esami del sangue,indagini radiografiche ecc.). In questi giorni non lavoro per tale ragione,sono solo a dover affrontare questa situazione,solo e mi sento impotente. Non posso obbligarla a darmi il braccio per fargli il prelievo,non posso trasportarla di peso in ospedale,non posso ricorrere a metodi coercitivi. Già questi li vedo nel reparto nel quale lavoro e mi disgustano e mi danno il senso della mia inutilità.
    Qualche libro mi è capitato di leggerlo,tra questi non c’è quello della Fallaci. In verità devo dirti che la Fallaci non mi piace perciò non lo leggerò! Come non ho letto Gomorra e non lo farò!
    Per darti l’idea del mio idealismo e del perché sono diventato medico ti racconto una storia. Era il luglio del ‘98(tra l’altro mese in cui sono nato), mi rivedo ancora esile ragazzino dai capelli biondi e gli occhi azzurri –ero proprio un angioletto – ero in campagna,ero solo in quel momento quando un anziano signore alto,robusto,forte e vigoroso mi chiamò chiedendomi se potevo aiutarlo a sistemare delle sterpaglie cui intendeva dar fuoco. Ben volentieri quando,nel suo casolare,mi girai di colpo perché sentii come un’ombra che mi avvolgeva e lui mi si catapultò addosso tacendomi la bocca con la sua mano. Cominciò… beh lasciamo perdere,puoi facilmente immaginare cosa si mise a fare. Tuttavia,trovai una forza (fisica) che ignoravo di possedere e con uno spintone me lo tolsi di dosso prima che tutto degenerasse (tutto si è concluso con un tentativo) e cominciai a correre forsennato. Raggiunsi casa,la casa di campagna,e mi ci rintanai dentro. Non piangevo ma il nonno,quell’immenso uomo che è stato,capì tutto e a quel punto raccontai. Convinsi mio nonno a non andarlo a denunciare e a non dire nulla alla mamma. Lui non era del mio stesso avviso ma riuscii a convincerlo. Sono stato uno stronzo lo so! Spero solo che quell’animo tormentato non abbia sfogato la sua dannazione su qualche altra fragile creatura! Spero solo che quel dolore profondo,incompreso e distruttivo che erompe furioso da un orribile pianto,possa essere accolto,un giorno,dalla misericordia di Dio. Ecco il mio idealismo: l’uomo,non la politica.

  5. 65
    ventolibero -

    Tutto quello che dico cerco di viverlo: credo fermamente nell’uomo come “INFINITA POSSIBILITA’”. Non ho rancore,non nutro inconsci sentimenti di vendetta verso di lui,non ho odio. Vita di “infinito pianto” diceva mio nonno. Non ho un animo angelico,non sono così candido come dicono ma cerco di rapportarmi agli altri tenendo ben presenti queste parole del nonno,che a suo modo era un poeta: “prendimi solo nel vento e confondimi solo nel pianto”. Il vento come metafora delle tempeste della vita che,nella mia e nella sua,sono state davvero tante,molte,troppe. Lui non ha ceduto. Non lo farò nemmeno io!
    Con rinnovata stima,
    Alessandro

    P.S A tutti coloro che hanno vissuto esperienze simili: non fate come me! Denunciate,non lasciatevi sopraffare da un malessere subdolo e silenzioso che lentamente logora!

  6. 66
    rossana -

    per Toroseduto e Tiffany
    mi scuso per non aver ancora preso contatto diretto.

    ho riflettuto a lungo e mi dispiace dover ammettere che non mi sento di intrattenere rapporti in privato.

    sono troppo incostante e spesso assorbita dai miei guai.
    spero mi possiate comprendere…

    per Alessandro
    ti sono vicina nel dolore che provi per la tua mamma. sei molto giovane per affrontare questo tipo di prove ma sei anche in gamba e preparato. non perderti mai d’animo e rispetta la sua volontà. credo abbia bisogno soltanto di non essere sola e di sentirsi compresa in questo periodo così duro e difficile…

    un abbraccio

  7. 67
    ventolibero -

    Grazie Rossana per le tue parole di comprensione! E’ un periodo duro e pesante ma,a dire il vero,questo si trascina da poco meno di due anni,da quando è morto il nonno,suo padre. Una mancanza enorme,immensa. Farei fatica a rendere l’idea a parole! Per giunta è avvenuta pochi mesi dopo che fu sottoposta a intervento chirurgico di quasi sette ore per neoplasia pancreatica. Ti lascio immaginare…
    A tutto questo,come fulmine a ciel sereno,si è aggiunto l’allontanamento da casa di mia sorella. Era il 4 gennaio scorso e da allora non si fa più sentire. Troppi rancori,troppi malumori,troppi malesseri che hanno sempre la meglio su ogni cosa,che prevaricano sempre su quell’amore che non vogliamo vivere,che non sappiamo vivere!
    Il mare ci aiuta un pò,è rigenerante per me e la mamma potere passeggiare sul lungomare di Santa Maria di Leuca. Non voglio fare lo psichiatra con mia madre no,con lei voglio fare il figlio,un figlio che la ama e la rispetta. Spero che lei mi dia la possibilità di poterlo continuare a fare!
    Ricambio l’abbraccio e grazie ancora per la tua vicinanza!
    Buona domenica,
    Alessandro

  8. 68
    Tiffany -

    @Rossana
    Comprendo la tua posizione anche io non sono costante,spero che continueremo a scambiare opinioni e messaggi su questo sito almeno,ho notato che è per tutti un periodo un pò buio,del resto in tutto il mondo sembra che ci sia poca luce,voi per me siete delle persone speciali,mi avete aiutata,ascoltata,consigliata,e vorrei solo ringraziarvi,so che chiedervi di avere fiducia forse è un pò troppo,ma vorrei sentirvi felici e sereni,ed è questo che vi auguro..con tutto il cuore
    @Alessandro
    Vorrei poterti dire tante cose,mi piacerebbe poterti assicurare che tutto andrà bene,ma non so se andrà cosi,è un momento molto duro per te,quanta sofferenza,quante lacrime dai tuoi occhi chiari,eppure sei lì accanto a lei,con le vostre passeggiate a respirare il mare.
    Una volta ti ho detto che per me l’acqua ha un significato molto importante,è l’archetipo madre,rappresenta proprio lei,e tu,lupo di mare,sei sempre tra le sue braccia..
    Ci vuole coraggio ma sei “un’infinita possibilità”,e non cederai,proprio come tuo nonno,sii forte ti abbraccio..
    Tiffany

  9. 69
    rossana -

    Tiffany,
    grazie del pensiero e dell’augurio.

    credo che gran parte degli utenti di questo forum abbiano o abbiano avuto problemi, in quanto sono queste esperienze di dolore che rendono più inclini a comprendere e sostenere il disagio o la sofferenza altrui.

    personalmente, ritengo che la felicità si trovi soltanto nell’amare e nell’essere riamati mentre mi riesce, a volte, di trovare la serenità al mio interno, lontano dal frastuono esteriore e dai tanti mali che affliggono sia il mondo in generale che le persone in certi loro momenti acuti.

    la vita non è mai facile ed è difficile che migliori nel tempo…
    un abbraccio

  10. 70
    ventolibero -

    Tiffany,
    quale gioia vederti pronunciare quelle parole per me così importanti!
    Credo,se le hai riprese,che anche in te abbiano riecheggiato un qualcosa,un qualcosa di bello,di vero,di essenziale.
    Questi sono davvero giorni pesanti durante i quali tocco con mano il peso della mia insignificanza. Ma come: nella vita di ogni giorno cerco di impegnarmi a capire cosa è che grava nell’animo di certe persone e poi…? E poi non sto riuscendo a salvare mia madre! Quale credibilità potrò avere verso chi da me,come uomo e come medico,aspetta qualcosa,un conforto,un sollievo,un benessere? Non fraintendermi ti prego: non è che badi a riuscire credibile,dico di più,dico a me stesso che se nulla posso fare,riesco a fare,per riportare mia madre ad un nuovo incontro con la vita come posso avere la “pretesa” di essere utile a chi soffre lo stesso senso di abbandono? La verità,l’unica di cui sono certo,è che nella vita tutti ci portiamo un DANNO,un danno dentro! Come superarlo? Come affrontarlo? Come viverlo? Ahh guarda,non lo so proprio.
    Ora,in questi giorni più che mai,mi sveglio la mattina e addosso sento tutto il peso e la stanchezza di una giornata già consumata ma la mia nulla è quando guardo gli occhi di questa mia giovane madre così provata e stanca. Se mi vedessi privato anche di lei cosa mi resterebbe? Il rancore di una sorella? Una “famiglia” divisa e indifferente? Cosa?
    Nella vita,davvero,nulla accade per caso! Per fare un mestiere come il mio che ti porta a ripercorrere le vite degli altri,di quegli altri,forse un qualche trauma devi averlo vissuto oltre al danno che tutti abbiamo. Di fronte a situazioni di sconvolgente sofferenza ti puoi fare accanto a chi la vive e dirgli semplicemente: “ti capisco”. Credimi,ti capisco!
    Il dolore,quello vero,può dare di queste ricchezze e può rendere libera la tua anima. E’ l’amore,l’amore e solo l’amore che ti salva poi ci affanniamo a percorrere tutte le strade possibili e disponibili ma quella vera resta lei.
    Non è facile e allora,spesso mi capita,penso di poter comprare la felicità a prezzo di saldo. Ma mi è concesso vivere di più,voglio vivere di più,merito di vivere di più. Allora un bacio al cielo,a colui che immensamente mi ha amato,a quel nonno,amico,compagno,PADRE. Quel padre che è indispensabile per vivere,per amare,per soffrire.

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