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Perché bisogna lavorare? Perché ci si innamora? Non capisco

Leggendo la maggior parte delle altre lettere presenti in questo sito mi è capitato di notare quanta gente depressa ci sia in giro. Alcuni sbandierano, anche con nonchalance, il fatto che vogliano suicidarsi. Bene, che sia chiaro, sono depressa anch’io ma non ho nessuna intenzione di morire, la cosa che mi preme veramente nel scrivere questa è lettera è provare a farmi capire e vedere se caso mai, c’è qualcuno che come me prova le stesse cose riguardo alla vita.
Ho 19 anni e sono al primo anno di università. Studio Filosofia (E questo la dice lunga? Molti credono che causa del mio malessere sia quello che studio. Ma è una cosa che mi fa infinitamente ridere.) e io credo fermamente che lasciare la scuola pubblica per essere inseriti in una realtà così disconnessa dal resto del mondo come quella dell’università sia una cosa da pazzi. Ero già triste prima, durante il liceo, ma uscire da quell’ovattata realtà di benessere e di protezione, fa davvero male. Andando avanti, il mio sogno sarebbe quello di diventare una regista cinematografica e so già che qui in Italia è quasi del tutto impossibile. Riguardo l’aspetto sociale? Ho degli amici, che capiscono la metà delle cose che dico, un migliore amico che mi capisce (fortunatamente), una bella famiglia che a volte mi capisce altre volte no, e non ho mai avuto un ragazzo (sono vergine, ma non è questo il punto, suppongo). Arrivando al sodo, cosa voglio dirvi in questa lettera? Voglio dirvi che da quando sono nata trovo ogni tipo di attività (come uscire con gli amici, trovarsi un ragazzo, prendere la patente) impossibili. Agli altri sembra semplice fare tutto ciò, o comunque naturale. Inoltre non riesco a trovare un senso. Se vedo due persone che si baciano non riesco ad essere felice per loro o comunque pensare di volere qualcuno vicino a me, no.. tutt’altro, io riesco a percepire tutta la loro tristezza, già li vedo da grandi, sposati, grassi e che si odiano, quindi perché lo fanno? Perché uno deve uscire e andare a fare shopping? Perché bisogna lavorare? Perché ci si innamora? Non riesco a capirlo. Lo trovo difficile e inutile.
Un’ultima cosa vorrei aggiungere: io non ho ancora iniziato a vivere. Non faccio assolutamente niente in qualsiasi tipo di situazione, sono come priva di vitalità, questo mi fa soffrire e ho una stramaledetta paura della vita. Volevo solo dire questo.

Lettera pubblicata il 29 Gennaio 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 12 commenti

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  1. 1
    sarah -

    sei come un robot non riesci a esprimere emozioni ma questo va contro la natura umana,ti metti a fare filosofia quando il tuo sogno è un altro,dici che è dura lasciare la realtà delle superiori per affrontare altre situazioni,la tua è vigliaccheria!hai paura del mondo,di tutto quello che può succedere perchè anceh se accade una cosa bella tutto svanisce,un amore può finire male,quasi sempre è così e magari sei cresciuta con la visione di un mondo orribile che non vuoi affrontare,prima di tutto dovresti affrontare le tue paure interiori,a volte bisogna buttarsi e basta,costringersi a mettersi in gioco,iniziare è difficile ma una volta in pista ci stai.quando ho finito le superiori sono andata lontana da casa,avevo una paura matta,sola in una grande città,lonatana chilometri da casa,ma se non rischi mai arrivi a 40 anni,sola,a casa coi tuoi,senza manco un lavoro,perchè se non hai il coraggio di andare avanti nelle piccole cose nelle grandi farai lo stesso.ti faccio un esempio di una mia amica,l’ho conosciuta all’università,lei voleva fare altro ma avrebbe dovuto fare l’esame di ammissione,non ci ha neanche provato e ha scelto subito il ripiego,mai stata fidanzata,neanche si avvicinava a un ragazzo,neanche provava a conoscerlo,ha voluto per 4 anni un ragazzo senza mai avvicinarsi eppure occasioni ne aveva.diceva che se io non trovavo un ragazzo,perchè ero più aperta,a lei sicuramente non sarebbe mai capitato,idem per il lavoro non ha neanche tentato e ora ha 28 anni,sta a casa,mai lavorato,non vede mai nessuno e i suoi se ne sbattono altamente,vuoi essere così?sei giovanissima ma io consiglio di non permetterti il lusso di gongolare per paura dell’ignoto,apri la tua mente e il tuo cuore.

  2. 2
    libera -

    Io invece ti capisco bene e penso che in fondo hai ragione. Innamorarsi, lavorare ecc. non ha un grande senso visto che tutto finisce o comunque si trasforma di continuo. In particolare il lavoro è una forma di schiavitù con la quale i potenti tengono al guinzaglio le masse, indirizzandole dove conviene loro. La società è marcia, lo spettro della fame e della guerra è alle porte, malattie e altre miserie sempre là a minacciarci. Che fare dunque? Non molto in relatà, hai dalla tua l’età, continua a studiare per te stessa e se puoi, raccogli un pò di soldi e viaggia, viaggia più che puoi, il resto della vita saranno solo doveri e rogne, inframmezzate a qualche sprazzo di gioia qua e là.

  3. 3
    colam's -

    Eppure e’ semplice, cara filosofa in erba: carpe diem !

  4. 4
    fran -

    sarah sono sulla strada della tua amica, solo che sono un uomo e ho 25 anni.

  5. 5
    fran -

    in ogni caso guerrilla non fare la mia fine e quella dell’amica di sarah perche’ finche’ hai 19 anni va beh ma quando passi i 21/22 anni cominciano a essere guai.

  6. 6
    rossana -

    Guerrilla,
    finchè non hai responsabilità verso altri, puoi permetterti l’immenso lusso di essere semplicemente te stessa, cioè di fare quello che ti piace, come ti piace e quando ti piace, dopo esserti assicurata il minimo necessario per la tua autonomia.

    a mio avviso, questo è il miglior senso che si può trovare nella vita se non subentra il desiderio di avere di più, spesso nemmeno poi così necessario, se non dovuto ai figli.

    cerca di conoscerti più che puoi, di sapere cosa ti può dare gioia e di sforzarti di raggiungerlo, senza fretta. l’equilibrio dovrebbe venire dall’armonia fra le tue pulsioni/inclinazioni inconsce e la ragione, che ti dovrebbe consentire di canalizzarle nell’orientamento concesso dalla realtà in cui sei immersa.

    in bocca al lupo!

  7. 7
    SOSPESO -

    perchè viviamo in una società patriarcale. caro autore del posT, fatti un giro su youtube e guarda i video del vecchio saggio, forse un po’ logorroico, SERAFINO MASSONI. Troverai il vangelo, la cruda ed amara realtà sulla PROPRIETà PRIVATA.

    http://www.youtube.com/watch?v=qgJQ3Tuj88U

  8. 8
    dancan -

    ehm… purtroppo sono arrivato a leggere la tua lettera. e anche tu sei una di quelle persone che meriterebbero una serie di ceffoni.ora ti spiego il perchè ( bè.. è il miuo punto di vista, quindi, non ti offendere. è solo cio che penso io)
    allora… facciamo un po il punto… non sai cosa vuol dire vivere, ne amare , ne lavorare, ne faticare, ne meerti in gioco. però stai li e sembra che ti lamenti di non essere capita… ora, el cose sono due.. o non ti capiscono perchè tu sei troppo avanti, o nn ti capiscono perchè tu ti spieghi male. alternative non ce ne sono. ad ogni modo, mi fanno incazzare come una bestia, quelli come te.. sei giovane. vai a scuola. e pare che fai una scuola che ti piace… orbene.. vivere chiusi all’interno di falsi schemi o dietro alla scusa ( sono sola perchè non mi capiscono) o alla sempre verde scusa che hai paura di vivere… bè… ti meriti due ceffoni, amica mia. sai quanta gente vorrebbe avere le possibilità che tu ora ha davanti senza viverle? sai quanta gente vorrebbe avere l’intelligenza che sembra che tu abbia? sai quante persone vorrebbero avere la possibilità di scegliere? è per rispetto a QUELLE persone, che tu devi impegnarti e vivere la tua vita. per rispetto di chi non puo. non di chi non vuole. quelli sono solo vigliacchi. 19 anni e la vita davanti. studi filosofia (che orbene non serva nell’ambito lavorativo, ti da comunque una certa apertura mentale e una certa elasticità mentale.) a che serve lavorare? bè.. se vuoi mangiare… i conti vanno saldati, non credi? vuoi una cultura? devi studiare, quindi confrontarti con altre persone, e questo implica scambio di idee, lo sai meglio di me…. vuoi sapere veramente cosa significa tutto questo? bè… vivi. mettiti in gioco. rischia. mettici la faccia e tutto il resto. vedrai che poi il mondo lo capirai 🙂

  9. 9
    david -

    Guerrilla sei proprio una bella persona,e penso che la tua sensibilità potrà aiutare molta gente,non so se sarai felice,te lo auguro.Io non ho neppure il diploma,non studiavo,non capivo,le scuole private ci hanno succhiato l’anima ed i soldi.Ho fatto l’operaio,le pulizie,il facchino,l’autista,i volantini..Ho perso il lavoro da un anno e l’amore poco prima,sto male,sono depresso ormai…quanto sono depressooooo stamani “è un luogo comune”.Ho tentato il suicidio tre volte,ed è triste è triste perchè la mia vita,la mia vera vita era il paradiso,ma ora non c’è più,e penso di essere morto tanto tempo fa (una frase da holliwood)ma purtroppo nel cuore sono morto prima che tu nascessi.Ciao abbi cura di te.

  10. 10
    mayuka -

    Ciao, secondo me ognuno deve vivere come meglio crede. Sei nata per fare le cose che vuoi fare mica per omologarti agli altri. Anch’io spesso sono caduta nella trappola di fare tutto quello che fanno gli altri, l’ho fatto ma alcune cose anche divertendomi mi hanno portato lontano da quello che ero. Sono sempre stata molto diversa dagli altri ma non per questo sola, mi sono affezionata a me e ogni volta che credo di annoiarmi e provare una nuova esperienza ci rimango male. Certo mi da soddisfazione provare e capire anche quello che fanno gli altri ma non sono più me. Arriverà il giorno in cui dovremmo per forza assumerci responsabilità, ma nella giovinezza più che si può bisogna vivere come più ci piace, che non vuol dire sperperare soldi e darsi alla bella vita. Vuol dire non avere rimpianti. Se capisci come ti piace vivere sarai sempre più o meno felice anche nelle avversità, secondo me questo è il trucco. Se non ti piace vivere “attivamente” va bene comunque, mica è d’obbligo. Anzi ti dirò il tempo che passo a sognare tra me e me mi da alcuni dei momenti migliori insieme a quelli passati con gli amici.

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