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Paura di morire, scelta di non vivere, rinuncia al vaccino

Carissimo Federico, anch’io, come Te, osservo, mi faccio un’idea, la rifletto, la verifico, agisco.
E’ciò che ho fatto anche per il famigerato corona virus. Forte anche del pacato, serio ragionamento di un professionista lontano dalle luci della ribalta – Francesco Pustorino in “Quattro” di maggio – giugno 2020.
Sì, amatissimo piccolo mio amico. Per la paura di morire, si sceglie di non vivere … ignorando perfino il potente vaccino di cui disponiamo. La possibilità di guardare la vita e il mondo con occhi nuovi.
Tutti parlano di covid – 19, esperti e non. Ingenerando più confusione che sicurezza. Inducendo nella popolazione comportamenti paranoici.
Eppure. I termini della questione sono chiari. A ben pensarci (appunto).
Si tratta di un fenomeno naturale. Dell’ennesimo duello, nella storia dell’umanità, tra un virus (che questa volta ha migliorato le sue strategie di attacco e di sopravvivenza) e la specie umana, la quale tenta una resistenza e una difesa.
Con tutto il rispetto per le tante vittime. Il fatto stesso che la maggior parte dei contagiati si ammali in modo non grave o non si ammali affatto (“asintomatici”) conferma che la nostra specie ha già in sè i meccanismi necessari per difendersi.
Eventi simili sono avvenuti e continueranno ad avvenire (benchè attenuati dalla scienza medica e dalla sensibilità civile cresciute).
Tanto più che la specie umana, così numerosa e globalizzata com’essa oggi è, rappresenta una vera pacchia per qualunque agente patogeno.
Però, un vaccino esiste. Probabilemnte, anche più potente di quelli che ci aspettiamo dai laboratori scientifici. Si chiama cambiamento di mentalità (la più grande rivoluzione pacifica che l’uomo possa promuovere è cambiare se stesso). Un cambiamento di mentalità che:
– sul piano metodologico, vuol dire guardare in faccia la realtà (l’unico approccio valido per risolvere i
problemi);
– sul piano dei contenuti, vuol dire contribuire a realizzare un ordine economico planetario che ponga al
centro la persona, la sua salute, il suo benessere psicofisico, la sua felicità.
E’ sotto gli occhi di tutti che:
– i luoghi più densamente popolati sono anche i più colpiti dagli agenti patogeni; nè questa relazione può
essere neutralizzata dalla cosiddetta ricchezza che qui circola;
– un sistema economico (in gergo, un modello di sviluppo) fondato sul binomio produzione – consumo genera solo
povertà diffusa, sociale e ambientale; a favore, illusoriamente, di pochi cosiddetti padroni della terra.
Ovviamente. Non saranno costo, e i loro sodali, a cambiare se stessi (“i capponi non votano per Natale”, suole dirsi).
Il cambiamento di sè, la vera rivoluzione pacifica dovrà necessariamente partire dal basso. Dovrà essere la popolazione mondiale, non solo quelle italiana ed europea, a cambiare mentalità (allineandosi a quelle oasi che già praticano questo stile).
Propongo che di ciò si discuta, che su ciò si rifletta in tutte le sedi. A partire da quelle che più fondano la loro azione sul rispetto della vita (non del potere, del successo, del denaro). A partire dalle persone di buona volontà.
Michele Papeo – professore di discipline aziendalistiche (con approccio umanistico)

Lettera pubblicata il 18 Giugno 2020. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Riflessioni - Salute

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Rossella -

    Il vaccino è importante per chi si regola attraverso le ricchezze e non attraverso la ragione. I contrari ritengono di essere riusciti a maturare gli anticorpi necessari e questa risposta va registrata perché la città prende forma intorno ad un modello che ci parla del dolore e della morte. Ci sono giorni in cui il corpo rifiuta il vaccino, basta non viverli all’insegna dell’arte del non soffrire. Ci sono inconvenienti, ma i dottori dovrebbero essere abituati a questo genere di lamentele. Ci vuole un po’ di pazienza.

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