Gentile direttore, sono un’insegnante di lettere e lavoro in un Istituto tecnico di Lecco. Due giorni fa, dopo essermi iscritta al portale vaccini della regione Lombardia, sono cominciati ad arrivare per messaggio gli appuntamenti per ricevere il vaccino Astrazenica. Come purtroppo ho già detto ho sessanta anni e come mi aspettavo credevo di essere tra le prime a riceverlo. Purtroppo, la logica non è una compagna richiesta in questa campagna vaccinale: diversi miei colleghi, molto più giovani di me hanno ricevuto l’appuntamento e finanche mia figlia, che insegna, con suo grande rammarico ha avuto l’appuntamento.
Nessun tipo di buon senso, ma solo un programma che , come in una lotteria, estrae a caso! Non sarebbe stato più logico delegare la scelta ed anche la somministrazione al medico di base che ben conosce i suoi pazienti sia rispetto alle patologie che rispetto all’anagrafica.
Molti miei colleghi giovani, compresa mia figlia, si sono offerti di darmi la loro prenotazione ma questo non è possibile perchè altrimenti si va contro le regole! Non so più cosa dire dopo un anno di gestione assolutamente fantozziana e purtroppo arrogante. Di una cosa sono certa: se a scuola si rientrerà in presenza io farò richiesta di congedo per malattia perchè sono stufa di un modo di procedere che oltre ad essere assolutamente folle risulta poco attento ai bisogni reali dei cittadini.
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Il covid ha messo in crisi la politica perché se non hai solide certezze non ti puoi permettere di predicare la giustizia e di essere solidale con gli altri. Il sacerdote per sostenere il bisogno di regressione dal quale scaturisce la grazia ha bisogno di riflettere lo smarrimento sull’idea di fecondità che tante volte si riflette anche sul bisogno di avere un figlio, nelle epoche in cui il sistema sociale e i suoi valori sono contro la chiesa. Dura poco il tempo della grazia. Dopo torna tutto come prima perché l’umanità non riesce a sostenere la pienezza delle cose e quindi l’acqua che è datrice di vita. Si rompe la diga e nella fase di passaggio nascono nuove forze. Capita sempre così. Per questo l’emergenza mette a nudo l’impossibilità di fare del bene. Si può fare bene, entro certi paramenti che implicano il distacco dal risultato. Se ti prendi i soldi e te ne sbatti. Allora magari puoi fare bene. A te stesso.