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Ed ora che si fa ?

Finalmente salvati quei poveri cristi nel mare la politica si è rifatta il rossetto non ha certo avuto occhio per le ondate massicce via terra europa e fuori, Albania, Serbia, Romania, Marocco, Tunisia, che si è abbattuta sulla nostra penisola ed anche sugli stati aperti come la Spagna. Diversi i connotati, molte persone sono purtroppo soggette a leggi della loro terra la guerra per bande con guerre, crimine, stupri, supremazia dell’uomo nei costumi hanno poco da insegnare ad una cultura come quella italiana, anche se la classe superiore non ha certo deviato anche qui da queste regole. Non dimentico altri schiavi in primis come i cinesi. Arriviamo al da farsi, dobbiamo noi italiani abbandonare il nostro paese se ne abbiamo la possibilità o chiedere di cambiare le carte in tavola? Che ferma tutto è ancora una volta la politica completamente distaccata dai problemi reali dei cittadini anzi lo sappiamo sono proprio coloro che per qualsiasi tornaconto dall’interesse alla disponibilità degli schiavi ne accondiscendono le pretese, est ed ovest, Spagna e Italia non sono da meno nella stupidità di inconcludenti primi ministri. La società è altra cosa a meno che si intenda che il mondo debba continuare come una trottola a girare su se stesso raccogliendo imposte per un gruppo di persone avvezze a vizi di ogni genere nel palazzo e fuori, fatturisti e manager milionari, le due cosche della politica, quella pubblica e quella privata.. spartito il bottino signori miei avete forse idea di rimanere per sempre nel bel paradiso dorato mentre il popolo va alla fame? Lascio la risposta a chi ormai non manifesta più, a chi dopo una cultura quarantennale della sola potenza del danaro crede di non essere in grado di sollevarsi, è questo il principale nemico della giustizia, cambiare si cambiare, altrimenti non ne usciremo!.

Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2013. L'autore ha condiviso 24 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Politica - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    ether501 -

    Io penso che scappare non serve a niente.Sono rimasta al mio posto,nella provincia d’origine;con una laurea e senza quella,con un diploma ,ancor prima avrei potuto cercare lavoro altrove ma non l’ho fatto.Ho cercato lavoro qui,senza appoggi con le mie sole forze,ovviamente ho trovato solo precariato.
    Ma l’ho rifarei! perchè penso che in Calabria ci sia molto da fare.
    E’ assurdo parlare della Calabria che non è niente in confronto all’Europa e al mondo intero.Ma il popolo calabrese è un popolo che non si solleva;,porta il proprio talento,le proprie braccia altrove e lì rimane a vivere meglio certo, ma lasciando la Calabria nello “sfacelo”.
    Cambiare?Si si dovrebbe,ma l’ho vogliamo veramente?
    Perdonatemi se ad una lettera di così vasto respiro ho risposto con questa “inezia”,ma sono partita dalla cruda realtà.La mia.

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