Salta i links e vai al contenuto

Sostenere la cultura con un welfare generativo

Dal dibattito nella community Cultura Italiae, Fabio Severino propone di applicare alla cultura il modello del welfare generativo: sostenere gli artisti in cambio dei loro servizi alla collettività.

La cultura è un comparto economico come gli altri, e questo ormai lo sappiamo. Sta soffrendo come gli altri, e questo lo vediamo. La cultura ripartirà più tardi degli altri, e questo lo temiamo. La cultura però, è speciale, e questo lo sentiamo.
Il mondo culturale è in allarme, come tutti gli altri. Ma è fragile, molto fragile, più degli altri. I soggetti giuridici, in qualsiasi forma e di qualsiasi dimensione, non sono patrimonializzati; le persone fisiche invece vivono di sole prestazioni. Entrambi quindi sono fortemente condizionati dai flussi di cassa. Ma la cultura è meritoria. A gran voce chiede un occhio di riguardo, ovvero il riconoscerle che è tanto fragile quanto indispensabile per l’uomo e la civiltà. La cultura è la nostra storia e il nostro futuro, è la nostra coscienza e la nostra identità. Forse in questo momento sta “salvando” molte più persone di quanto ce ne saremmo immaginate: la cultura dà speranza, dà prospettiva, dà fiducia. Diamole allora la fiducia che si merita. Chiede uno sforzo specifico collettivo, un’attenzione particolare.
Piuttosto che limitarsi a chiederne sussistenza, però, inneschiamo welfare generativo.
Si costituisca un fondo specifico di sostentamento per gli artisti e le organizzazioni culturali, a chiunque ne faccia richiesta, senza limiti di reddito pregresso, a condizione che i beneficiari si prestino per la collettività. È questa la regola del welfare generativo: prendi dalla collettività in cambio della tua responsabilizzazione.
“Va superato un modello di welfare basato quasi esclusivamente su uno stato che raccolga e distribuisca risorse tramite il sistema fiscale e i trasferimenti monetari. Serve un welfare che sia in grado di rigenerare le risorse (già) disponibili, responsabilizzando le persone che ricevono aiuto, al fine di aumentare il rendimento degli interventi delle politiche sociali a beneficio dell’intera collettività”. Fondazione Zancan, 2012

“Si costituisca un fondo specifico di sostentamento per gli artisti e le organizzazioni culturali, a chiunque ne faccia richiesta, senza limiti di reddito pregresso, a condizione che i beneficiari si prestino per la collettività”.
Due grandi manifestazioni di riconoscenza si chiedono agli artisti e agli operatori culturali verso la collettività: o progettuale o produttiva.
Significa che chiunque percepisca l’assegno pubblico deve o progettare una forma culturale fruibile digitalmente, o comunque sostenibile in questa lunga fase di distanza sociale e di impossibilità all’assembramento. Oppure che produca qualcosa: un audiovisivo da divulgare su internet, uno spettacolo, una musica, una fotografia, una canzone, un testo, un reading. La sua arte insomma, una qualsiasi produzione culturale da donare alla collettività.
Roosevelt nel New Deal col Federal Art Project ha stipendiato per anni migliaia di artisti affinché abbellissero le città (con i murales per lo più) e fotografassero la società (per riconoscersi comunità). Oggi nel XXI secolo ‒ dove la carestia si realizza per la distanza sociale ‒ gli artisti progettino o producano cultura che si possa diffondere col digitale. Al quale tutti (offerenti e destinatari riceventi) ci dobbiamo in questo periodo abituare e dobbiamo imparare a fruire.
Come sta avvenendo per le generaliste partite iva, alle quali lo Stato sta dando un assegno mensile per l’emergenza, lo stesso si faccia per tutti coloro (senza partita iva) che dimostrino di vivere di cultura (sarà un cliente a confermarlo). Il primo mese lo si riceve fornendo l’impegno a produrre o progettare. Il secondo mese lo si ri-prende se si dimostra di aver realizzato qualcosa (una redemption di qualsiasi forma su internet: pagina Facebook, Instagram, YouTube…). Per le persone giuridiche, che non rientrano in altri aiuti pubblici, si potrebbe erogare un medesimo assegno moltiplicato per ogni codice fiscale di persona fisica a essa riferibile, come collaboratore abituale, non cumulabile con altri percepibili individualmente.
Cultura, non possiamo fare a meno di te, stai con noi, continua a confortarci

by Fabio Severino 25 aprile 2020

Lettera pubblicata il 27 Aprile 2020. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
Condividi: Sostenere la cultura con un welfare generativo

Altre lettere che potrebbero interessarti

Categorie: - Attualità Italia - Cultura

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Yog -

    Boh, se un artista suona bene e magari fa anche il giocoliere e si mangia un pollo con le mani finché suona il piano e disegna frattanto le nozze di Canaa con i piedi, può fare i soldi sul Tubo, e mica pochi.

Lascia un commento

Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.

Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.


▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 caratteri disponibili