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I nuovi Giardini Margherita a Piacenza

Gentile Direttore
Scrivo per denunciare la crescente situazione di degrado in cui versano le aree verdi comprese fra Via Conciliazione, Piazzale Erfurt, Via Calciati e Via Camia, zona dove abbiamo la sfortuna di abitare insieme a numerose altre famiglie di normali cittadini.
Ogni giorno le panchine di queste aree sono utilizzate come luogo di bivacco da gruppi sempre più numerosi di individui di varie etnie, italiani inclusi, che già dal mattino e fine a notte sono impegnati a consumare quantità esorbitanti di alcolici, mischiati a sostanze stupefacenti. Man mano che passano le ore, e che lo stato di alterazione aumenta, questi individui si lasciano andare a comportamenti sempre più estremi: urla, bisogni corporali fatti dove capita (compreso sotto le finestre e i balconi dove si affacciano i nostri figli), bottiglie spaccate per terra, persone che giacciono inanimate per ore sulle panchine o sul prato, ragazze e donne che portano fuori il cane regolarmente importunate; il culmine viene raggiunto con litigi e risse ormai quotidiani, senza esclusione di mezzi quali bottiglie rotte e coltelli. Se si prova a chiedere loro di smettere, si viene puntualmente derisi, insultati e minacciati.
La situazione è aggravata dalla presenza di veri e propri criminali, nella fattispecie spacciatori, che usano i giardini sia come luogo di “lavoro”, sia come campo di battaglia per affrontarsi. Inutile descrivere la tristezza nel vedere accompagnarsi a questi delinquenti alcune ragazze italiane, evidentemente loro “clienti”, a volte in condizioni tali da stare a malapena in piedi.
Sono di questi giorni episodi che penso nessuno voglia vedere verificarsi sotto la propria abitazione: un gruppo che si affrontava di notte brandendo bottiglie rotte, un maghrebino armato di coltello che verso le 17 inseguiva un suo connazionale fino davanti all’Esselunga, in mezzo alla gente intenta a fare la spesa, e che poi si è messo a girare per i giardini urlando e gesticolando con l’arma in mano. Un altro possessore di coltello, anche lui in stato di forte alterazione, è stato fermato dalla Polizia pochi giorni fa, sempre in pieno giorno.
Le chiamate ormai quotidiane alle Forze dell’Ordine purtroppo servono a poco, in quanto subito dopo il loro passaggio, o al massimo il giorno dopo, la situazione torna uguale.
Tutto questo, lo sottolineo, sotto a palazzi dove vivono decine di famiglie perbene, molte delle quali con figli in giovane età. Bambini e ragazzi che, in un Paese civile come il nostro, dovrebbero crescere con ben altri esempi e valori sotto gli occhi, senza dire ai genitori “ma perché urlano sempre?”, “ma perché si picchiano?”, “ma perché quel signore dorme per terra, ma resterà lì per sempre?”, oppure “papà chiamiamo la Polizia?”.
Alla luce di tutto ciò, ci sorgono spontanee alcune domande.
Immaginiamo che l’Amministrazione Comunale si scambi frequentemente informazioni con le Forze dell’Ordine riguardo alla sicurezza in città. Possibile che finora non sia emerso, in base ai sempre più frequenti interventi di Polizia e Carabinieri, che in questa zona la situazione stia diventando esplosiva e pronta a degenerare da un momento all’altro? Possibile che si lascino decine di famiglie in ostaggio di un manipolo di sbandati, senza fare nulla? Possibile che non si possano mettere in campo misure deterrenti quali richiedere il passaggio di pattuglie in via Camia e Piazzale Erfurt, mettere telecamere, sfoltire la vegetazione che fa sentire questi signori al riparo da sguardi indiscreti, togliere le panchine, che ormai servono solo a farli stare comodi, e soprattutto togliere le siepi perimetrali, malmesse e utilizzate dagli spacciatori per imboscare la propria merce, sostituendole con una bella recinzione per chiudere in modo permanente questo ricettacolo di degrado?
Si aspetta forse il fatto di sangue? O che qualche residente che ha il coraggio di denunciare sia fatto oggetto di rappresaglie di questi personaggi? O che reagisca alle provocazioni mettendosi nei guai? A parer mio e degli altri residenti, assistere a tutto questo senza fare nulla comporta solo il ritrovarsi poi di fronte al fatto compiuto. Non aspettiamo che qualcuno ci rimetta la vita, facciamo qualcosa prima! Il mio appello è rivolto anche ad ogni cittadino, ognuno deve fare la sua parte per il bene dell’intera comunità, il senso civico e l’esempio di ognuno di noi contribuirà sicuramente all’educazione collettiva e di conseguenza ad un futuro migliore.
Spero vivamente che queste righe non cadano nel vuoto e servano per avere, finalmente, un qualche tipo di reazione da parte dell’Amministrazione Comunale. Spero che non saremo costretti ad arrenderci e svendere dopo soli cinque anni un appartamento dove abbiamo investito tutti i nostri risparmi, scappando fuori città come fatto da tante famiglie, non certo in cerca di un clima più salubre.
Grazie per l’attenzione.
Alberto Velasco

Lettera pubblicata il 29 Luglio 2022. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cittadini

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    white knight -

    Gentile sig. Velasco, sono profondamente dispiaciuto per quello che lei, la sua famiglia e i vicini siete costretti a vivere quotidianamente per colpa di individui che secondo me starebbero bene in qualche campo di conc… di “rieducazione” diciamo.
    Detto questo la matrice pidiota della vostra amministrazione comunale (oltre che della vostra regione) non aiuta di certo, però è anche vero che il Comune più che comandare i vigili urbani non può fare.
    Le altre FF.OO. sono oberate e conle mani legate.
    Ci sono realtà dove ci vorrebbe l’esercito in supporto delle FF.OO. ma poi c’è sempre quella schiera di cretini di sinistra che è contraria, perchè secondo loro le “divise sono nemiche della democrazia”.
    A casa mia le divise sono amiche della democrazia, e piuttosto che vengano pagate per grattarsi le pere in caserma meglio impiegarle a supporto delle FF.OO. nel controllo del territorio.
    Chi è nemico della democrazia sono quegli elementi che bivaccano sotto casa sua.
    Cordiali saluti.

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