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Non riesco a dimenticare

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Lettera pubblicata il 5 Luglio 2011. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 42 commenti

Pagine: 1 2 3 4 5

  1. 31
    Leonardo88 -

    rossana

    Sono contento di leggere che c’è gente che la pensa come me. Mi fa sentire meglio. Però secondo me fondamentalmente non è giusto dare la colpa a nessuno. In fin dei conti nessuno è immune da questo processo e tutti soffriamo questa crisi di valori sentimentali. Ciò che cambia è la reazione: certa gente si adatta per paura.Comunque hai centrato il nocciolo del problema.
    “nessuno ha più bisogno del prossimo”. Giustissimo, soprattutto se alla base poniamo il fatto che una civiltà nasce dalla Necessità di fronteggiare un mondo naturale a noi ostile. Il benessere raggiunto ci porta a dimenticarci della necessità originaria. Ora che SEMBRA non esserci più bisogno del prossimo la nostra natura egoistica viene fuori. Con l’automatizzazione ci si esonera dall’azione e le mura spesse dell’esperienza e della tecnologia ci difendono abilmente dalla natura feroce: risultato è che il prossimo ci risulta meno necessario.L’unica cosa che forse cresce è la conoscenza e con essa l’intelletto. Il vero problema è che abbiamo dimenticato che noi siamo qualcosa di unico e che la razionalità è solo una peculiarità che può farci cogliere la nostra spiritualità e quella degli altri. Questa spiritualità trascende ogni meccanicismo materiale che dobbiamo gia sempre tenere in considerazione. Noi siamo questo, una sintesi tra anima e corpo. L’uno dipende dall’altro, sono correlati. Possiamo non aver più bisogno del prossimo in termini materiali, ma niente come la comunione spirituale può allietarci. In questi termini il prossimo ci è indispensabile per anelare alla felicità. Come ho gia detto altrove l’uomo tende a dimenticare la sua storicità..

  2. 32
    Kid -

    Rossana

    Ohhhhhh!!!!!
    Allora cambia tutto!!!!! Come si son permessi di darle un ruolo di supporto nella unità della famiglia!!!:P
    Eppoi con le pressioni !!!!…….Brrr……
    E come facevano ? Gli punzecchiavano il sedere per renderla la moglie Dolorosa ?

    Ti rispondo così , và………
    col testo di una canzone . E’ piu’ attinente e serio della tua riposta! E non scherzo!

    Stripped off the right to be a human in control
    Its warmer in hell so down we go
    They say
    This is the city
    The city of angels

    All I see is dead wings!
    All I see is deeeeaaaaaaaad wings!

    Capito il concetto?
    They say-This is the city of angels-All I see is dead wings!

    ..Mica cxxi!

  3. 33
    rossana -

    Kid,
    Ohhhh… dimenticavo che quello serio sei tu soltanto!

    cerchi di confondermi con l’inglese adesso, non riuscendoci abbastanza in italiano, eh!

    non ce la fai nemmeno così: di sicuro lo parlo e lo scrivo quanto te… ma non mettiamoci a gareggiare anche su questo: molti altri qui finirebbero di annoiarsi più di quanto già non si annoino nel leggere le nostre schermaglie.

    ovvio che sono contraria anche sul ruolo affibiato alle donne dalla chiesa, e ricordo bene come facevano a calarglielo addosso, unitamente al velo da portare religiosamente sui capelli…

    troppa fatica spiegarlo a te, e pure tempo perso! 🙂 eppure non sono la sola ad accusare i padri della chiesa di misoginia, a partire da Paolo di Tarso…

  4. 34
    Kid -

    @ Leonardo

    “cozza con il fatto che comunque, là dove il progresso della scienza ha iniziato a minare la credibilità della religione, le cose sono cambiate”

    Certo, perchè la superbia di questa nuovo e inconsapevole illuminismo di massa , e non elitario , è figlia dell’ignoranza piu’ gretta e del qualunquismo da 4 soldi.
    Alla luce dello scoprire gli inganni della Religone se ne rinnega anche il valore di guida morale (generale )e spirituale (Per chi ha fede )dell’individuo.
    Dio non esiste! E allora la Religione cade fragorosamente a terra !
    Finalmente , dopo che ci hanno condizionato per millenni!Ottimo !….una analisi tralaltro socialmente ed individualmente utilissima.Con conseguenze del tutto innocue …direi…

    Come uno psicologo , dovrebbe spiegarmi le dinamiche dell’amore e della coppia?
    Ed in che modo ..riducendole tutte alla dipendenza affettiva o giu’ di lì ,dopo che il danno ormai è fatto ! E alla difesa data dal maggior egoismo personale .
    Ancora piu’ egoismo , dunque, ed individualismo ? ..Ottimo !
    Ecco perchè l’idea della coppia scompare ! Il “noi” viene sostituito dal “tu” ed “io ” e la riuscita o meno è lasciata al caso o all’interesse personale . Buon fallimento a tutti !

    L’anima, o l’animo , degli individui dovrebbe essere educata , fin da bambini , all’altruismo , alla collaborazione , alla assertività , al distacco dal materialismo , al rispetto dei ruoli e dei rapporti personali da quello amichevole a quello genitoriale al quello coniugale (A proposito della necessità o del bisogno del prossimo ) .
    Perlomeno ,un individuo consapevole , sarebbe in grado di decidere , una volta adulto , nella sua massima autodeterminazione , cio’ che è giusto e cio’ che è sbagliato, si spera senza schiacciare il prossimo .
    E non come adesso , in cui dubito fortemente , che molti siano consapevoli della convenienza effettiva e costruttiva delle loro scelte , sempre e comunque guidate dall’egoismo personale , che non guarda assolutamente in faccia ,alla necessaria , o meglio dovuta ,distruzione di qualcun altro . Per questo ritengo che la libertà di per se non sia il problema , anzi è auspicabile che gli individui siano sempre liberi , ma è la non consapevolezza, data dalla diseducazione affettiva, il vero problema.
    Ma dal tuo intervento ,credo che ci siam capiti al 100% !

  5. 35
    rossana -

    Leonardo,
    le distonie mi stimolano: se limitate a un confronto misurato, spesso permettono di comprendere meglio persone o situazioni. le sintonie, invece, sono come carezze dell’animo, che fanno sentire meno soli…

    lungi da me dare colpa a qualcuno di qualcosa. però, purtroppo, ho fatto in tempo a sentire il peso della chiesa, e tanto; quindi mi è difficile sorvolare sulla pressione che poteva esercitare…

    apprezzo gli psicologi perchè da una psicologa d’eccezione sono stata salvata (sei anni, dolorosissimi e durissimi, ma ce l’ho fatta). le devo una rinascita, difficile da dimenticare…

    come asserivi tu, le convinzioni derivano da esperienze soggettive ma, secondo me, forse anche da un’impostazione di fondo del carattere, che porta alcuni a “digerire” prima o poi i guai che capitano loro (e a volgerli in bene) e altri a “vomitarli” all’infinito (oppure a volgerli in male).

    quanto a questa tua frase: “Sono solo scorciatoie di pensiero. Ma quella via si raggiunge comunque, anche senza sentire opinioni gia levigate dall’esperienza.” quella via, a mio avviso, si raggiunge soltanto se si è predisposti a raggiungerla e se ci si impegna parecchio a farlo. infatti, di qualsiasi cosa si legga o si discuta, si recepisce quasi soltanto quello che si è pronti a recepire. e non sempre cercando, anche a lungo, si trova…

    hai scritto che forse la tua ex ti prendeva meno di quello che avresti voluto, che per questo puoi averla trattata male e che non sai perchè sei ancora risentito se non l’ami più. forse dici soltanto a te stesso di non amarla più. si fa spesso, per soffrire meno. naturalmente non ho idea di cosa si agiti in te (spesso non capisco nemmeno esattamente cosa c’è in me!) ma ti dico i motivi principali per cui ritengo si soffra dopo essere stati lasciati o quando si decide di lasciare, dopo aver amato.

    innanzitutto in questa parte del globo abbiamo quasi tutti un ego troppo ingombrante, che patisce i rifiuti e i commenti di parenti e amici. la persona che abbiamo amato si porta comunque via la parte di noi che le avevamo donato. si piange sui sogni svaniti. si rimpiange il tempo trascorso considerandolo perso, mentre invece è utile ad imporci di rifare il punto su noi stessi e su cosa vogliamo dalla vita e da un partner. si resta delusi dalla persona e dall’amore, e questa delusione si allunga sul futuro, demoralizzandoci. a volte ci si arrabbia con se stessi per essersi fatti abbindolare. si rimane destabilizzati per il cambio repentino di abitudini, buttando tutte le colpe sull’altro oppure macerandosi per gli sbagli che riteniamo di aver commesso. e ci si ritrova soli, proprio quando si pensava di essere arrivati alla meta. può anche subentrare un pesante senso di fallimento personale. e chissà quante altre cose ci rendono gravosa non solo la perdita della persona ma anche la perdita della relazione.

    bisogna rimettere tutto in ordine e… ripartire. quell'”andare avanti” di cui si parla dopo un pesante lutto! tutt’altro che facile!!!

  6. 36
    Leonardo88 -

    Kid.
    Senza adottare nessun tipo di ottica positivista dimmi cosa vedi in giro? cosa vedi nella storia? Io vedo tanta aggressività immotivata in tutti gli ambiti.
    Noi siamo quello che siamo. L’idea di male e bene è frutto di una morale. La libertà del singolo non può coincidere purtroppo con una convivenza con altri. Ci saranno sempre dei compromessi.
    L’essere egoista è un male per gli altri ma è un bene per se stesso.
    Dipende dai punti di vista.
    Ora, un’educazione volta a crescere un individuo nel segno del rispetto delle altre persone da chi dovrebbe partire e con quali mezzi?
    Chi può persuadere con tanta efficacia una persona?
    Un autorità potente, Dio per l’appunto, o un suo surrogato.
    La stessa regolamentazione sociale ha radici “religiose” (o per lo meno una forma primitiva di religione).
    Le regole…
    Tu hai bisogno che qualcuno ti dica di mangiare?
    Perchè nei 10 comandamenti non ce n’è uno che dica “mangia se no crepi di fame”?
    Perchè non ce n’è bisogno, siamo gia regolati naturalmente.
    Le regole sono necessarie per una società. Ma le stesse regole vietano cose che altrimenti faresti.
    C’è un comandamento in particolare che dice “ama il prossimo tuo come te stesso”
    Perchè deve essere suggerito da un’autorità divina?
    Perchè non lo posso fare naturalmente con lo stesso modo con cui mi autoimpongo di mangiare?
    Perchè non fa parte della mia natura..

    Quindi, con la scomparsa della religione cosa rimane? La mancanza di un autorità morale.

    Beninteso che quando parlo di religione non mi riferisco alla fede in un qualcosa di trasciendente l’uomo che spieghi le causalità della vita. Mi riferisco piuttosto alla sua applicazione all’uomo.

    Tuttavia non siamo macchine governate dll’istinto.
    Quell’inebriante e unica sensazione che solo la comunione spirituale ti può dare è a mio avviso una cosa da difendere ardentemente. L’asetticità di una società dominata solo da uno sfogo pulsionale non difende tale sensazione. Noi come gia detto siamo in un periodo di transizione. Ma a mio avviso ne la religione ne il nichilismo di oggi sono la soluzione dei nostri problemi. Probabilmente una maggiore consapevolezza su chi siamo potrà trovare nuovi modi per indicare la giusta condotta alle nuove generazioni. Noi possiamo solo aggrapparci a quelle tradizioni che abbiamo assimilato senza tuttavia crederci come si poteva credere un tempo. E sperare di trovare tra i tanti la persona che più ci è affine.

  7. 37
    Leonardo88 -

    rossana

    La cosa è complicata.
    La lei reale la disprezzo e non potrebbe mai essere la ragazza della mia vita.
    La lei idealizzata la amo ancora tanto, troppo.
    Pur sapendo che non esiste e non è mai esistita è difficile togliersi il velo di maya e guardare in faccia la realtà.
    E poi, se mi è concessa un po’ di superficialità, lei era esteticamente (nel suo significato etimologico) perfetta per me il che rappresenta sicuramente un ostacolo ulteriore.

    Tutto quello che dici sull’abbandono lo condivido e lo approvo. La passività è determinante. L’essere succubi della volontà altrui provoca una cristallizzazione dell’energia psichica…

    Diceva Aristotele: “vendicarsi è fondamentale per dimostrare un ruolo di attività all’interno della società.”

    Ma la vendetta migliore deve cincidere con la propria rinascita.

    Però fa male, tanto male. Ho paura che non sarà cosi facile trovare un’altra persona affine come lo era l’idea della mia ex (si lo so è contraddittorio).

    Non che la vorrei ora, voglio prima riedificare il mio mondo. Però temo non sarà facile trovarla..
    E mi manca amare e prendermi cura di lei (sempre dell’idea neh!) =)

    Per quanto riguarda invece l’esperienza è chiaro che aiuta solo chi vuol essere aiutato.

  8. 38
    rossana -

    Leonardo,
    esprimi in modo più colto e più razionale quasi tutto quello che penso e provo. il che mi pacifica, in quanto a volte temo di essere non tanto fuori dal mondo quanto fuori dal tempo. felice chi potrà, anelando a una persona come te, starti vicino e crescere ulteriormente nello spirito. stupendo che esistano giovani che portano avanti un concetto di vita iniziato, con una brutale rottura di schemi, cinquant’anni fa, che molti hanno pagato duramente e che ora risultano spesso annacquati da superficialità consumistica.

    concordo con te anche sul bisogno universale d’amore: in tutti noi, anche in quelli più traviati e meno positivi, permane sempre la fame di attenzioni e di comprensione di un bambino… la capacità d’affetto di un essere umano è indefinita, come indefinite sono tutte le sue potenzialità. forse verrà un giorno in cui la cultura consentirà di considerare sia i figli che le persone che si amano in modo meno possessivo di ora, favorendo relazioni aperte, non esclusive, che permettano a tutti di dare e ricevere amore, indipendentemente dai legami precedenti, senza che nessuno abbia più a soffrirne così tanto.

    hai ragione: perchè doversi limitare ad amare una persona soltanto quando si potrebbe distribuire varie modalità d’amore, oneste e sincere, su più individui, con cui si trovano particolari sintonie? sarà un’era che non mi sarà dato vedere, e forse nemmeno a te. comunque resta bello pensare che in qualche modo, anche soltanto tenendo vivo e portando avanti il concetto, vi abbiamo contribuito.

    giustissimo il tuo pensiero sull’egoismo contrapposto all’altruismo. soggettivamente esiste una scelta di fondo fra i due estremi ma, quando il grado di sacrificio non è più sublimabile con un obiettivo e annulla la vitalità di una persona, per me è giusto che questa pensi innanzitutto a se stessa, se ne ha il coraggio. non regge nemmeno il discorso dei figli, perchè, se si è infelici, li si educa, sia pure involontariamente, all’infelicità.

    il peso dell’attuale cultura (ancora all’inizio degli anni ’80, quando mi sono separata da mio marito, gli abitanti del paesino in cui sono nata, che mi avevano conosciuta bambina, mi ghettizzarono, aggiungendo sofferenza alla sofferenza) e la difficoltà, tuttora persistente, di relazionarsi con il maschio con un rifiuto, possono spingere la donna a tradimenti, come una via breve, spesso inconscia, per metterlo di fronte all’evidenza dell’impossibilità di continuare la relazione.

    l’uomo invece è spesso renitente ad ammettere quella che considera una sconfitta: si defila in silenzio e volge le sue attenzioni altrove, avendo di solito ancora più occasioni di farlo della donna, soprattutto se la compagna non lavora fuori casa.

    come si fa a resistere alla prospettiva di un alto grado di affinità e di comunione spirituale, anche soltanto idealizzata come bisogno evolutivo imprescindibile di CRESCITA? solo il tempo e la verifica sul campo potrà permettere di discernere il vero dal sogno!

  9. 39
    rossana -

    Leonardo,
    questa tua frase: “La lei idealizzata la amo ancora tanto, troppo.” mi ha indotta a riflettere e a comprendere meglio come mi sia ora possibile non provare più nemmeno risentimento nei confronti dei due uomini che ho amato.

    dev’essere perchè sono riuscita, a poco a poco, a sostituire il loro volto reale, stramaledettamente umano, come il mio d’altronde, al volto di sogno che avevo immaginato in loro in un primo tempo, volto che altro non era che la proiezione dei miei bisogni più profondi in quel preciso periodo della mia vita.

    e questo vale anche per il mio terzo uomo, quello di cui sono ora, purtroppo, ancora innamorata, confermando in pieno quanto sopra esplicitato, perchè questo uomo lo conosco pochissimo ma l’immagine di sogno che mi sono fatta di lui è straripante, forse anche a seguito di tanti anni di solitudine affettiva. questo concetto razionale, insieme ad altre considerazioni, mi sarà di aiuto per cancellarlo più in fretta dalla mente.

    grazie di tutto: è stato un ricchissimo interscambio!

  10. 40
    Leonardo88 -

    Anche a me è servito parlarne e parlare della nostra situazione societaria. =)
    A volte aiuta analizzare le situazioni.. Certo ce n’è di strada da fare ma per lo meno se si fa luce su un po’ di cose forse si riesce a vivere un po’ meglio.
    Per lo meno (e parlo per me dato che sono ancora molto inesperto) cerco di rendere costruttivo questo dolore. Analizzare tutta questa cavolo di situazione mi aiuta a crescere. Lo facessero tutti….

    un abbraccio.

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