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Mio padre… non ne posso più. Aiuto

Ciao a tutti. Vi scrivo per una questione abbastanza complessa dalla quale non riesco a uscirne e ho bisogno di confrontarmi con voi.

Ho 26 anni e un padre che definirei “padrone”. Nella vita ho avuto molti conflitti con lui e per lungo tempo non ci siamo nemmeno più parlati perché è una persona che mi ha sempre generato molta ansia con le sue aspettative e i suoi ordini. Lui tende a controllare tutti e vuole avere potere su tutto. Lo definirei un re assoluto. Ebbene. Dopo tre anni di lavoro con lui (è da lì che abbiamo avuto un rapporto civile anche se mi ha quasi obbligato ad andare da lui), ho deciso che non riesco più a stare in quell’azienda perché non condivido nessuna politica che viene intrapresa. Lavoriamo tutti in famiglia ma io non ne posso più del comportamento di tutti. Mia mamma sempre asservita  (loro sono divorziati e lui ha una compagna ormai da anni, ndr), mio fratello che fa i casini ma è il prediletto e mio padre che fa il re da una parte ma gliele lascia passare tutte, in più prende decisioni assurde. A me tratta malissimo o non mi ascolta. È uno di quei capi che prima ti dicono di andare in Norvegia e cinque minuti dopo a piedi in Africa. Confusione e disorganizzazione totale a scapito di clienti e fornitori e nostro. 6 mesi fa, ho lasciato l’azienda per i suddetti motivi ma anche per amore. Per un anno sono riuscita a nascondere la mia storia con una persona che collaborava con noi di 15 anni più grande (con la quale sto ancora insieme), trovando poco professionale il tutto e non volendo più vivere male. Ho preso la palla al balzo e sono andata via. Lì per lì i primi mesi sono stati traumatici. È stato come dovermi abituare a perdere il sogno più grande della mia vita che era la mia azienda. Poi a fatica…da gennaio ho tentato di tornare all’università, ho collaborato comunque con il mio compagno e ho aiutato comunque mio fratello (che non me lo ha perdonato di aver avuto questa storia con lui, in più non mi ha pagato per il lavoro fatto e mi ha fatto degli sgarri). Adesso dopo 6 mesi mio padre mi ha chiamato perché ha dei gravi problemi con l’azienda  (li aveva pure prima ma vabè) e rischiamo che ci portino via tutto. Allora mi sono offerta di aiutarlo senza tornare in azienda e creare un mini-progetto per rendere remunerativa un’altra proprietà che abbiamo. Passa un mese in cui continuo a lavorare per il mio compagno (disperato pure lui), mi adopero per trovare le soluzioni più remunerative, investo qualche soldo e il mio tempo, inizio a fare un business plan, mi richiama e mi dice (come sempre) di stoppare tutto, che la casa che stava per diventare la mia attività la dà in vendita a un’agenzia immobiliare, che io devo tornare in ufficio. Scusa? L’ennesima volta che mi mette i bastoni tra le ruote. Mi fa perdere tempo. Per colpa sua ho mollato anche l’università da più di tre anni e infinite tasse da pagare, in più mi prende in giro così!  Dice che vuole che vada in azienda, che devo guardare le persone, che comunque glielo devo perché ha fatto tanti sacrifici per la famiglia  (vero, ma penso lo abbia fatto più per orgoglio personale), che io devo guidare l’azienda. Le solite promesse del cavolo. Dice che è cambiato. Sì! Ma sono cambiata anche io! Mi viene male e preferirei suicidarmi che andare di nuovo in quell’inferno. Non voglio rinunciare nemmeno per un istante alla mia libertà e indipendenza. Non voglio più essere USATA e SFRUTTATA e PERDERE TEMPO. È l’ennesima volta che me ne vado e mi rivuole indietro quando gli pare a lui. Io non ce la faccio. Pensavo di morire o di scappare via per sempre ma non lascerei mai mia mamma da sola. Alla fine io cosa ci posso fare se lui x una vita intera ha fatto sbagli? Ha insistito ad andare così anche fino a pochi mesi fa. Io non credo che uno cambi. Lui è sempre il re del mondo e io non ce la faccio proprio. Ha deluso in tutto le mie aspettative professionali e ora che me ne sono andata non sto bene ma sto meglio. Io voglio la mia attività e fare bene una cosa per volta. Lui è confusionario ed egoista. Io commetto l’errore con tutti di dire sempre di sì e risolvere i problemi alla gente quando poi rimango fregata io. Però adesso è troppo. Se dico ancora di no, mi rinfacceranno a vita di aver voltato le spalle alla famiglia ma non la siamo nemmeno mai stata e se tornassi, lo farei solo per lealtà, a scapito della mia salute. Se dico di sì per quanti anni potrà andare avanti l’azienda? Due, tre? E poi? A 28 anni dovrò comunque ricominciare da zero. E non ci sto. Non mi vuole nemmeno riconoscere gli sforzi per aver lavorato free lance per lui, per lui è tutto gratis e i soldi che dovrei guadagnare solo con le mie forze, li dovrei mettere a disposizione per pagare i debiti quando mio fratello si fa la sua vita (anzi risolvere i pure i problemi di mio fratello visto che è socio, quindi proprio schiava). Cosa dovrei fare santo cielo? Io non ne posso più di queste continue invasioni. Vorrei morire. Anche il mio compagno da quando ci sono io si è adagiato sugli allori. Io non ce la faccio più. Mi succhiano tutta l’energia e vorrei essere stupida così la smettono di sfruttare il mio cervello.

Lettera pubblicata il 9 Marzo 2016. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 17 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Rossella -

    Io penso che stare ai vertici di un’azienda non sia la cosa più semplice di questo mondo. Esistono delle assemblee in cui è possibile confrontarsi, ma per guidare devi governare nella consapevolezza che hai i numeri per farlo. Non ti consiglio di guardare a tuo padre come ad una persona con la quale non è possibile avere un dialogo. Una volta ho fatto un sogno molto strano. Mi trovavo nell’ufficio della mia amica del cuore, lei era di spalle… ad un certo punto si è voltata e mi ha detto: vattene via, adesso non ho tempo da perdere!- Aveva un volto diverso, ma era lei. Appariva molto adirata. Quando mi sono svegliata ho riflettuto su questo sogno, oserei dire incubo, e ho tentato di dare una spiegazione razionale a questa immagine onirica. Alla fine ho pensato che dentro di noi esiste la percezione del ruolo. Arnolfo di Cambio ha scolpito figure capaci di esprimere icasticamente di un personaggio. Il genitore è una persona, ma è anche una guida. Per guidare una famiglia è importante avere un progetto da promuovere… deve piacere ai figli perché si deve cercare di rimandare le scelte quando hanno la consapevolezza per poterle portare avanti. E’ giusto ascoltare i bambini, ma è più importante dare loro la sensazione che li stai ascoltando. Le loro proposte devono coincidere con le tue perché quando ti fai condurre perdi la maestosità e la calma che si legge sui volti dei sovrani. Pensaci! Non abbiamo bisogno di risposte, perché queste siamo in grado di darcele da soli… dovresti pensare a tuo padre come ad un uomo che ti dà sicurezza con il suo carattere. Se questo carattere non ti piace sei già un passo avanti sulla strada della libertà. Ti vuoi emancipare dal suo modo di fare? Non hai ragioni per sentirti in colpa. La vita è fatta così! Non ti scoraggiare, un caro saluto!

  2. 2
    Golem -

    “Ti vuoi emancipare dal suo modo di fare? Non hai ragioni per sentirti in colpa. La vita è fatta così! Non ti scoraggiare, un caro saluto!”

    Queste sono le uniche parole utili a disposizione.

    (Arnolfo di Cambio! Fantastico)

  3. 3
    Yog -

    Pure il tuo boy s’ è adagiato sugli allori… non ti converrebbe andare all’estero per conto tuo?

  4. 4
    rossana -

    Vera,
    concordo con parecchi concetti espressi da Rossella.

    a mio avviso, se non ti riesce di trovare un punto d’incontro fra il tuo temperamento e le tue aspettative e quelli di tuo padre in particolare, forse meglio sarebbe per tutti che cominciassi a fare scelte del tutto indipendenti. in particolare dagli uomini che ti circondano e che per vari versi non ti soddisfano.

    imposta sulle tue sole forze e capacità la tua attività. è essenzialmente su questa e sulla sicurezza dei risultati che ne potrai trarre che potrà basarsi la conoscenza di te stessa e la tua autostima.

  5. 5
    vera1990 -

    All’estero ci sono già stata, ho vissuto anche fuori casa un paio di anni e sinceramente prenderei un aereo domani…però ripeto: ho qui mia mamma e mia nonna che ha 90 anni. Non lascerei loro mai.
    Il mio compagno è sul lastrico. Penso non si schiodi per depressione.
    Se penso ad andarmene come ho sempre desiderato…io…mi sento in colpa da morire. Eppure muoio a restare. Vi giuro che come mi sento male con le aspettative di mio padre (che sono ordini o aut aut)…con nessuno! È una droga. Una fuga all’indipendenza. Mi sento bloccata totalmente. Dicevo “faccio x e poi vado”. Sono passati tre anni, quattro e sono ancora lì. Cosa bisogna fare?

  6. 6
    maria grazia -

    Nella mia famiglia di provenienza c’era una situazione quasi identica e mi sono trovata in una posizione come la tua. in questi casi – e lo dico per esperienza diretta – c’è una sola cosa da fare: prendere le distanze da chi ti opprime e cercare di realizzare qualcosa con le tue sole forze, dimostrando CON I FATTI che non sei quella che credono. E comunque anche in quel caso, non ti aspettare un riconoscimento vero da tuo padre perchè se lui ormai è profondamente prevenuto nei tuoi confronti perchè ti percepisce troppo distante da lui, non c’è niente che tu possa fare per entrare nelle sue grazie. Questo tipo di uomini sono orgoliosi e testardi ( non perniente scelgono sempre come compagne donne succubi e acquiescenti ), non ammetteranno mai di essersi sbagliati, e che i tanti problemi che hai sono in gran parte causati dalla loro cocciutaggine. Prendi in mano la tua vita e non avere paura di fare cambiamenti radicali, se questi possono portarti dei benefici. Devi muoverti ADESSO. anche perchè sei ancora giovane e tra qualche anno diventerebbe tutto più difficile. Tieni anche presente che questo tipo di genitori a livello emotivo sono in realtà persone molto fragili. Un tuo cambiamento risolutivo e una tua presa di coscienza li spaventa, perchè ai loro occhi significa PERDERTI, non poter più avere il totale controllo su di te. e quindi, dentro di loro in realtà si sentono “sollevati” e compiaciuti quando gli fai vedere che non te la sai ancora cavare da sola e che sembri aver bisogno delle loro direttive. sono insomma genitori CHE NON TI FANNO CRESCERE perchè sono schiavi e vittime dei loro stessi schemi mentali. Tu non devi permetterlo e devi ribellarti a questi meccanismi malati, anche a costo di entrare in conflitto con tuo padre e la tua famiglia ( cosa NORMALE, in questi casi ), altrimenti la tua vita futura sarà misera e insoddisfacente.

  7. 7
    maria grazia -

    vera, più ti leggo e più mi sembra di rileggere la mia storia. in questo tuo percorso di LIBERAZIONE, se deciderai di intraprenderlo, i sensi di colpa sono la PRIMA COSA DI CUI TI DEVI SBARAZZARE. altrimenti non si va da nessuna parte, te lo garantisco! i sensi di colpa sono proprio ciò su cui fanno leva coloro che vogliono dominarti e tenerti imbrigliata. cadere in questa trappola è un madornale errore.
    precluderti la possibilità di vivere in modo pieno e completo, in modo per te soddisfacente, non servirà nè a te stessa, e men che meno alle persone che ti sono care. a loro non serve una fidanzata, una figlia o una nipote vicina ma infelice, ma piuttosto serve una donna forte, consapevole, soddisfatta e realizzata. e tutto questo potrai diventarlo solo se farai LE TUE scelte, non quelle di qualcun altro.

  8. 8
    vera1990 -

    Grazie a tutti per le risposte. Comincio a maturare sempre di più l’idea che è meglio staccarmi da questa banda di matti.
    Sono andata avanti col business plan e in più oggi per caso una potenziale cliente mi ha contattata (in più ne ho degli altri che sono interessati). Ebbene. Gliel’ho detto a mio padre e la risposta è stata delle più schifide tipo “fatti dare i soldi”. C’è io parlo che devo aprirmi una partita iva, sbattermi per tutte le normative etc. E lui proprio se ne sbatte. Vuole solo i soldi. In più mi ha detto che se riesco in questa attività LUI si paga tutti i SUOI debiti. Rendetevene conto. Mi viene da vomitare. Basta quando torna o mi sta a sentire o sennò giuro che è l’ultima volta che mi vede in cartolina. Giuro che come mi tira fuori l’odio lui…nessuno. Lo odio dal più profondo del mio cuore. E comunque è sempre lui e mio fratello che hanno ridotto sul lastrico il mio compagno. E io grazie a loro mantengo me e il mio compagno e devo pure pagare i debiti a lui investendo i miei soldi. Qui siamo andati oltre.

  9. 9
    maria grazia -

    è brutto arrivare a disprezzare un padre. se dici che avete mentalità e concezioni così distanti, non ti resta altro da fare che prendere le distanze da lui sotto tutti i punti di vista, e non condividere più nulla con lui riguardo ai tuoi progetti e aspirazioni. Magari la lontananza non migliorerà le cose tra voi, ma non potrà nemmeno peggiorarle ulteriormente.

  10. 10
    rossana -

    Vera,
    è ammirevole l’affettosa attenzione per tua mamma e tua nonna ma… attenzione a non farne una scusa per non affrontare da sola un futuro lontano dalle influenze paterne, che ti risultano negative.

    si può abitare nella stessa casa ed non darsi alcun calore, così come si può vivere dall’altra parte del mondo ed essere costantemente presenti, sia negli affetti che nelle necessità pratiche. la distanza annichilisce soltanto i sentimenti fragili.

    esamina attentamente gli obiettivi realistici a cui puoi ambire nel loro relativo contesto, e prova a raggiungerli, concentrandoti per ora soprattutto su di essi. il resto verrà da sé…

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