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Il mio compleanno e il tempo che passa….

di

Tra qualche giorno sarà il mio compleanno e, come sempre accade da alcuni anni a questa parte, è un periodo denso di riflessione per me, oltre che di una certa tristezza e malinconia.
Ho sempre odiato il giorno del mio compleanno. Sin da piccolo ho provato una certa antipatia per tale giorno perchè veniva inscenato un rituale per me molto fastidioso: gli auguri dei parenti che nel corso dell’anno vedevo o sentivo poco e niente, il soffio delle candeline e il taglio delle torta posando per le foto di rito, ma soprattutto il mio animo timido e tranquillo mal digeriva l’essere al centro dell’attenzione. Crescendo decisi di non festeggiare più in alcun modo il mio genetliaco. Sin da quando ho compiuto 13 anni ho smesso di celebrare in qualsiasi modo tale giorno, ho persino vietato a mia madre di prepararmi o comprarmi la torta (e quella santa donna che è mia madre ha persino accettato tutto ciò…), l ‘unica cosa che continuo a fare è accettare passivamente gli auguri, ma solo per una questione di cortesia e di educazione, fosse per me ne farei volentieri a meno.
Ma a parte il retaggio lasciatomi dalla mia infanzia, non trovo alcun motivo per festeggiare il mio compleanno perchè lo considero come il giorno che più degli altri sancisce ufficialmente il passare lento, continuo ed inesorabile del tempo. Non ci trovo nulla di divertente, gioioso o che possa spingermi a celebrare questo giorno. Temo l’incessante fluire del tempo. Lo temo perchè dentro di me sento come se il meglio l’avessi già vissuto e che d’ora in poi mi aspettano sempre meno cose belle, insomma è come se fossi sicuro che mi attende il peggio.
Non sono vecchio, ho quasi 28 anni ormai, ma, in questo periodo come non mai, sento tutto il loro peso, anche se sicuramente esagero nell’adoperare la parola “peso”. Avverto dentro di me che il tempo è letteralmente volato, gli anni sono passati come giorni, io sono cresciuto ma solo anagraficamente, dentro mi sento un sedicenne e mi considero un immaturo. Guardo dietro di me e vedo distintamente tutto il tempo che ho sprecato inutilmente e che niente e nessuno mi restituirà, gli anni dell’oblio e della sofferenza per un amore che amore non era e tutto il tempo impiegato per rialzarmi dal baratro in cui ero precipitato. Poi però mi consolo pensando a me dieci-dodici anni fa, gli anni della spensieratezza, della gaiezza, della serenità, niente mi turbava, ero felice di come vivevo e di quello che avevo. Ma nello stesso tempo vedo quel ragazzino che andava a scuola e studiava, che viveva giorno per giorno con il sorriso sulla bocca, ma che purtroppo rinunciò a coltivare la sua passione più grande, che rinunciò al suo sogno deponendolo per sempre nell’angolo più remoto del cassetto e che oggi costituisce il suo più grosso rimpianto.
La vita è bella, ma dura e difficile da affrontare. La prima volta che ebbi questa sensazione fu quando varcai per l’ultima volta il cancello della scuola dopo la maturità… purtroppo ci avevo visto bene. Non ho forse più ritrovato quella serenità che imperava dentro di me durante quegli anni, dopo quel giorno nel mio percorso di vita mi pare di distinguere con più evidenza le difficoltà e le cose negative anzichè le cose belle che comunque ci sono state ma che vedo in misura minore. E poi certamente il mio carattere spigoloso, per certi versi antipatico e a volte scontroso, che talvolta si fa trascinare dall’istinto del momento, non mi ha aiutato e tuttora non mi aiuta.
Non credo nella felicità e non è ciò che cerco, piuttosto ambisco a quella serenità che tanto mi manca e che in certi momenti temo davvero di non ritrovare mai più. Trovo che il modo migliore per tentare di vivere a questo mondo sia essere sempre e comunque se stessi, anche a costo di risultare impopolari e antipatici, pensare ed agire sempre con la propria testa, credo infatti che non ci sia niente di più basso che farsi trascinare e influenzare dagli altri. E poi bisogna stare sempre all’erta, come in trincea, lottare e combattere sempre, mollare mai, e anche se ciò non garantirà la vittoria, quanto meno la mia dignità sarà salva. Ma purtroppo è tremendamente difficile fare questo tutti i giorni. Il sogno, la fantasia e qualche passione fungono da confortoalla durezza di questa vita, ma forse io mi ci abbandono un pò troppo data la mia età, certe volte però nemmeno questi bastano ed ecco che mi ritovo qui a condividere queste mie sensazioni.
I sogni sono bellissimi, ma tali rimangano, forse è anche meglio così certe volte, la mia più grande passione poi è sempre più spesso un’arma a doppio taglio…per via di quel rimpianto che mi accompagna…
Cosa darei per avere la macchina del tempo… o almeno ad assistere al film della mia vita, con tutti i momenti salienti a scorrere, fotogramma per fotogramma, lenti ed inesorabili, proprio come il tempo…

Lettera pubblicata il 23 Maggio 2011. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    Gianluca -

    Dorian, ciao amico.
    Ti definisco tale perchè hai espresso perfettamente quello che sentivo, e ancora a volte sento, in occassione all’approssimarsi della data del compleanno.

    Questo succede in quelle persone, come noi, che hanno una forte inclinazione ad essere troppo riflessivi. Ti posso dire che crescendo questa sensazione di disagio dovrebbe fortemente attenuarsi, almeno a me è successo questo. Non credo sparirà mai del tutto.

    Tutto dipende dalla paura (latente) che è in noi di crescere, di sentirci adeguatamente pronti, come uomini, ad affrontare le incertezze, le sfide del futuro… posso solo dirti di credere fermamente nel fatto, che questa forte sensazione di tristezza e malinconia si attenueranno nel tempo e grazie alle esperienze, piccole e grandi, accumulate un giorno dopo l’altro: esse, tramite il fluire del tempo, faranno di te un Uomo. Devi però crederci nelle tua capacità! Sempre.

    Certo i giorni spensierati dell’infanzia, una sorta di età dell’oro per tutti, non potranno mai ritornare, e questo lo sai tu, lo so io e lo sappiamo tutti. Tratteniamo per noi solo i momenti più belli e cerchiamo di costruirci una vita al meglio delle nostre capacità. Se ti è possibile cerca di far avverare il tuo sogno che hai messo nel cassetto.

    Ti sento molto simile a me e ti ringrazio per essere riuscito a descrivere così bene quanto in questi anni entrambi abbiamo sperimentato così invasivamente in noi stessi.

    Grazie, grazie amico.

    Gianluca.

  2. 2
    silvana_1980 -

    io invece sinceramente mi diverto più adesso che cresco, rispetto a quando ero piccola e ho sempre visto il mio compleanno come un modo per riunire gente che conosco ma che non vedo tanto spesso come vorrei
    una cosa bella a mio parere, ma mi sono resa conto sulla mia pelle che non tutti la vedono così…purtroppo
    non so, non ho mai avuto questo rimpianto per il passato piuttosto ho grande curiosità per il futuro e per ciò che mi riserva
    sarà che la mia infanzia la vedo come un periodo dove gli altri decidevano anche per me ora mi sento come rinata avendo la facoltà di decidere per me stessa, di rischiare da sola e di riscoprirmi più forte superando le varie delusioni della vita
    non so, a me crescere da un senso di soddisfazione, non di tristezza…dell’infanzia non ho sti gran bei ricordi secondo me le persone mi giravano e mi voltavano come volevano loro
    non mi piaceva molto come sensazione…ora la consapevolezza mi porta a dire no quando serve, ad affrontare problemi e persone sgradite ma con la soddisfazione di poterli affrontare da sola senza l’avvocato difensore o appoggi
    ma forse sono io che son nata strana
    o forse l’idea di dover dipendere da qualcuno non mi è mai piaciuta tanto

  3. 3
    S0crate -

    @Dorian

    Bellissima la tua lettera. Amara nelle riflessioni ma carica di un contenuto vivido su cui non si può non riflettere e, personalmente, condividere perchè anche io tanto tempo fa in età della ragione ho deciso che non avrei più festeggiato il mio compleanno che per altro capita in un particolare giorno dell’anno a cui tutti danno profondo significato con le parole ma non nei fatti.

    Rifletto sulle tue parole, sul fatto che senti il “peso” del tempo che passa e di quanto bene o male lo hai impiegato : mi preoccupa pensare che questo tema io ho iniziato ad affrontarlo in anni recenti (ne ho 47) ma tu lo esamini già a 28.

    Gianluca dice : con il passare del tempo si attenua. Io posso solo dire che nel mio caso con il passare del tempo si è esacerbato ed oggi faccio una fatica enorme a vivere giorno per giorno la vita che mi sono impostato.

    Sono costantemente in cerca di un cambiamento e, cosciente che dipende solo da me, non posso però fare a meno di considerare come ciò impatta sulla vita di chi mi sta vicino. Così di giorno in giorno mi logoro un pochino di più anelando ad una diversità che non riesco (o forse non riesco a decidere) di raggiungere.

    So cosa mi occorre, ma non riesco ad ottenerlo e comincio a dubitare che in futuro, da solo, sarò in grado di superare questa empasse nella quale sono caduto.

    Auguro invece a te che la vita ti si riveli con le sorprese che talvolta riesce a compiere e che la “macchina del tempo” non ti occorra più.

    Ciao

  4. 4
    Joshua -

    Ciao Dorian, io di anni ne ho solo uno in meno di te, cio’ che scrivi, cio’ che provi mi ha da sempre acconpagnato in questa lenta e allo stesso tempo velocissima vita. Festeggiai solo un compleanno, ero ancora alla elementari, poi più nulla. La mia sconfinata timidezza, unita ad un infinita consapevolezza della mancanza di significato della vita mi hanno portato ad avere rapporti di amicizia solo circostanziali, fragili, destinati a morire col tempo. Ho da sempre provato invidia per gli altri, chiunque esso fosse; ho provato invidia per le loro vite, cosi piene, cosi vive. Ho provato invidia per chi avevano accanto, per il loro essere sempre più ricchi di emozioni ogni giorno che passa. Io, invece mi sento sempre più povero. Mi spaventano i giorni che passano, le “x” poste a cancellare i giorni sul calendario, ormai diventato un campo di battiglia senza vincitori. C’è una poesia a me cara che mi conosce e che forse conosce un po’ anche te.
    E’ di caldarelli. Alla deriva

    La vita io l’ho castigata vivendola:
    Fin dove il cuore mi resse
    arditamente mi spinsi.
    Ora la mia giornata non è più
    che uno sterile avvicendarsi
    di rovinose abitudini
    e vorrei evadere dal nero cerchio.
    Quando all’alba mi riduco,
    un estro mi piglia, una smania
    di non dormire.
    E sogno partenze assurde,
    liberazioni impossibili.
    Oimè. Tutto il mio chiuso
    e cocente rimorso
    altro sfogo non ha
    fuor che il sonno, se viene.
    Invano, invano lotto
    per possedere i giorni
    che mi travolgono rumorosi.
    io annego nel tempo.

    Con comprensione e affetto.

  5. 5
    IoChiSono? -

    Ciao Dorian,
    ritrovo molto me stessa nella descrizione delle tue sensazioni. L’unica differenza la riscontro nella soglia dell’età della spensieratezza, unita forse a quella sana dose di ingenuità per te ritornando a ritroso di una decina d’anni, per me resistita molto meno. Quello che tu hai provato subito dopo la maturità, io ho iniziato ad avvertirlo forse subito dopo le elementari. Eh sì, a 11-12 anni, sempre in proporizione all’età, ho iniziato a formulare quelli che erano gli abbozzi dei tuoi e dei miei pensieri oggi, solo in parte modificati, ma per lo più via via intensificiatisi.
    Ho una manciata di anni in meno di te, abbastanza per appartenere ad un’altra generazione ma non sufficienti per appartenere ad anni troppo dissimili e soprattutto per non provare le stesse sensazioni.
    L’apice del malessere per il giorno che simboleggia il fluire incessante del tempo lo provai il giorno del mio 17.esimo compleanno quando, completamente confusa, amareggiata, triste e persa passai la giornata a piangere di quelle lacrime così amare e dense che prima di uscire fuori ti bruciano in gola. E’ passato qualche anno, ma io sono rimasta la stessa apatica nei confronti del mio compleanno. E il motivo principale, esattamente come tu scrivevi è quel che viene costruito attorno, una sorta di farsa, magari nemmeno poi così in malafede, in cui per un giorno (o meglio un paio d’ore) sei al centro dell’attenzione e poi diventi qualcuno che a malapena si conosce. Questo è un meccanismo ipocrita al quale, da combattiva quale sono, ho voluto distaccarmi, non prestarmi al gioco e, da sensibile, a volte facendomi del male da sola. Sì perchè in fondo mangiare una fetta di torta con i miei famigliari e le poche vere persone a cui tengo e viceversa non è un dramma, il dramma è sentire proprio quelle persone non riuscire a comprendere la tua volontà di vivere con “normalità” la giornata e soprattutto non sentire l’esigenza, anzi arrivare a provare fastidio, nei confronti di coloro che appaiono solo per mera convenzione, buon costume o come lo si vuole chiamare.
    La mia “presa di coscienza” precoce è stata veramente uno schiaffo violento e inaspettato. Ma dopo qualche compleanno infernale, mi ha aiutata un pò a “smussare” gli angoli più taglienti. Qualche anno fa rifiutavo qualsiasi tipo di festeggiamento. Adesso ho imparato a capire che in fondo i miei genitori e il mio ragazzo, le persone che più amo, ne soffrono. Così le mie riflessioni me le faccio da sola a fine giornata e una torta e qualche candelina senza alcun tipo di eccesso le concedo, in fondo anche volentieri. Per gli auguri, quando telefonano persone con cui non condivido mai niente, non mi faccio trovare a casa, esattamente come faccio a Natale, Pasqua e via dicendo. Con il tempo capiscono, finalmente le telefonate sono quasi sparite…e io mi vivo un pò più tranquillamente lo scorrere degli anni, contemplandoli con tristezza ma riuscendo più facilmente ad accettarli come costitutivi del ciclo della vita

  6. 6
    IoChiSono? -

    ..E adesso, tralasciando il compleanno, ti parlo degli altri giorni. Sono giovane ma mi sento come quegli anziani che, dopo un’intera esistenza vissuta a combattere contro le miserie della vita, si ritrovano a doversi rassegnare non perchè l’animo sia finalmente appagato, bensì perchè ormai stanchi sono consapevoli che non riuscirebbero più a sostenere il peso di una continua lotta per la conquista della tanto amata serenità. Quelle che per la gente comune sono considerate “Normalità” me le sono dovuta sudare. Talmente tanto che mi hanno piano piano logorato l’entusiasmo della conquista. Se ripenso alla mia infanzia, mi saltano in mente attese estenuanti, silenziosi pianti quotidiani, continui “no” e ragionamenti per provare a renderli “sì” o almeno “nì”, ripetizioni, recidività in atteggiamenti e speranze deluse. Piano piano ho perso fiducia in me stessa, ma ancor peggio nella vita. Finchè ero convinta ad essere io a non valere nulla, avevo l’illusione che imparando ad affidarmi agli altri, facendomi aiutare, avrei anch’io “imparato a vivere”. Poi, crescendo ed inceppando e poi studiando i comportamenti più squallidi, la vigliaccheria, la falsità, l’egoismo, l’arroganza, il panorama socio-politico ho inziato a perdere fiducia anche negli altri, nello stesso senso umano. E qui la gravità, il non senso anzi la difficoltà stessa di vivere. Ho iniziato a sentirmi un essere inetto, ma nella sua inettitudine più onesto, più vero, più buono di chi, invece, si autoproclamava “giusto” e dei quali riscivo a riconoscere prima o poi la maschera e in certi casi a capire cosa vi era dietro. Un pò come prendere due ragazze, una completamente truccata e una all’opposto, trovare brutta la seconda ma poi, capendo che l’altra era un inganno e magari riuscendo a struccarla, riuscire a vedere che in fondo quella più brutta era più bella. In fondo dovendo scegliere cosa salveresti? Il meno peggio. Un compromesso che non mi è mai piaciuto, ma che mio malgrado mi sono costretta ad accettare, imparando a costruire su me stessa, a fare la mia vita, a non guardarmi troppo intorno, ad andare per la mia strada senza dare retta più di tanto a chi mi dice che la direzione è un’altra. Mi faccio venire qualche dubbio, ci penso su e anche troppo, ma alla fine quasi sempre perseguo. Per me è essere me stessa, e questa via stà iniziando a darmi qualche soddisfazione. Non so se sia quella giusta o quella sbagliata, ma ti auguro di trovare anche tu una stradina che ti consenta di evitare l’autostrada per scoprire la bellezza dei campi, dei fiori e degli alberi.
    Ciao.

  7. 7
    aria85 -

    Caro Dorian,
    grazie.
    Grazie perchè leggendoti mi sono sentita meno sola,meno strana.
    Quel che è stato è stato,nel bene o nel male.
    Sai,per quel che mi riguarda,ho smesso di aspettarmi qualcosa dalla vita.Anch’io come te spero solo di riuscire a costruire intorno a me una condizione di serenità che mi permetta di respirare con più calma,che mi tolga l’affanno.
    Magari,se pur con minore spensieratezza,domani può essere bello lo stesso…
    Ti stringo.

  8. 8
    Dorian -

    Sono davvero contento di essere riuscito a trasmettere quanto avevo dentro di me e comunicarlo agli altri.
    Vi ringrazio tutti per i vostri interventi, vi sento realmente vicini e questo è un gran conforto, poichè nella vita di tutti i giorni non penso che riuscirei mai ad esprimere ciò, è molto difficile trovare una persona che possa capire quanto sento.

    Ognuno di voi mi ha dato qualcosa.
    Come ha scritto Gianluca, dentro di me esiste chiaramente una certa paura di crescere, è come se non mi sentissi pronto ad affrontare la vita da adulto che però al tempo stesso mi pare di rifiutare, magari vagheggiando un impossibile ritorno alla serenità dell’adolescenza. Dovrei certamente avere più fiducia in me stesso e nelle mie capacità, ma è un proposito che non riesco mai ad attuare e che quindi rimane tale, per non parlare di quel sogno, purtroppo destinato a rimanere chiuso nel cassetto. Concordo con Gianluca anche quando scrive “Tratteniamo per noi solo i momenti più belli e cerchiamo di costruirci una vita al meglio delle nostre capacità”. E’ quello che cerco di fare quotidianamente, rispettare e valorizzare i bei ricordi senza rimpiangere il passato o il tempo sprecato nel tentativo di costruirsi un presente e magari anche un futuro il migliore possibili, ma ci sono certi giorni che non ce la faccio proprio, la sensazione che il meglio ci è già stato, il peso dei bei ricordi, e non posso fare altro che rimpiangere la mia età dell’oro, maledire il tempo che ho dilapidato e annegare nel rimpianto per un sogno rinchiuso troppo presto in fondo al cassetto…
    Sono quei giorni, quei momenti in cui mi sento come la poesia che ci propone Joshua, nella quale certamente posso riconoscermi anche io. Alla deriva, sballottato dal tempo, a galla senza meta in mezzo all’oceano del tempo. Ma non è colpa nostra, noi siamo fatti così, un pò per via delle abitudini (io sono un tipo molto abitudinario), un pò a causa del nostro carattere. Probabilmente è la stessa sensazione che provi anche tu S0crate, ma almeno tu sai che desideri un cambiamento e sai anche cosa ti occorre, anche se contemporaneamente non riesci ad agire per ottenere ciò che vuoi, a volte anche io mi comporto così. Ma non è un cambiamento o qualcosa di diverso quello che desidero. Non mi aspetto nulla dalla vita, come aria85, ma vorrei soltanto trovare una stradina, quella stradina di cui parla IoChiSono? (anche io come te mi sento un inetto..forse anche ciò influenze le mie sensazioni), trovare la mia stradina da percorrere con serenità ed impegno, con la consapevolezza che il mondo fa schifo, ma che dobbiamo armarci degli strumenti necessari per affrontarlo in qualche modo e non venirne travolti, anche se i momenti di debolezza non mancheranno. Con la speranza che qualcosa di bello domani possa esserci davvero…

    Grazie di cuore a tutti!!! Un abbraccio sincero a tutti!!!

  9. 9
    duecalzini -

    Anche a me è piaciuta tanto la tua lettera.
    E anche io vorrei la macchina del tempo…sta cosa l’ho pensata sempre. Farei come quello del film, mi giocherei i numeri vincenti dell’enalotto che già conosco, dato che sono usciti nel futuro conosciuto.
    A parte gli scherzi. Calma, salute e denari dice nonna…e bisogna essere calmi e non aspettarsi proprio nulla dal domani e dalle persone che incontriamo. Così se vengono cose non belle non si rimane delusi,se vengono le cose belle saranno ancora più gradite.
    E rimanere se stessi, nel bene e nel male!
    Buona fortuna…e buon compleanno anche se on ritardo!

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