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Mi sono innamorata di un altro uomo

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Lettera pubblicata il 11 Giugno 2019. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 33 commenti

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  1. 11
    Tcheepy -

    Recentemente ho frequentato una neoquarantenne ancora più autoriferita, egocentrica e pretenziosa, traditrice seriale, convinta di potermi manovrare e indispettita a ogni mia manifestazione di autonoma volontà.

    Piccolo particolare: va in analisi da dieci anni, ‘sta idiota.

    Naturalmente l’ho allontanata con calma assertività e lei ha dato di matto perché il presunto giocattolino non rispondeva ai comandi.

    Il potere è in mano a noi uomini, basta che lo vogliamo: io scopo ma non mi lego. Specialmente non con rimbambite palesi a tal punto.

  2. 12
    Yog -

    Voi disquisite in termini generali e dei massimi sistemi. Nella realtà, l’AUrifera si prenderà un pernacchione dall’amante.
    Il marito, se è cosciente di se stesso, le lascierà i due amatissimi figli, che a quel punto
    saranno “non troppo contesi” poveri loro, e saluti a’ssorete.

  3. 13
    Memore -

    La verità di Tcheepy è semplicemente assoluta.
    L’attuale stato delle cose è sotto gli occhi di tutti ma l’incapacita’ di gestirlo sta nella cronica carenza testicolare dell’uomo di oggi.

  4. 14
    lovely -

    Commento 10: Convengo con quello che dici. Non è il mio caso, ma riconosco che per lo più funziona così. Allo stesso modo però noto che anche gli uomini hanno spesso un’idea d’amore quantomeno discutibile, perché se hanno la fortuna di trovare una donna consapevole che l’amore NON è solo l’infatuazione iniziale e le continue attenzioni, ma condivisione di progetti, sacrifici, rinunce, obiettivi ecc…ecco che cominciano ad allungare lo sguardo verso ragazzine prive di tutto sto bagaglio di responsabilità. Perché è così. Quando la donna è tutta casa e famiglia finisce che diventa scontata, noioso, sciatta, troppo mamma e poco femmina. Io ritengo che pensare che non si possa smettere d’amare sia da veri ottusi. Non si può condannare la fine di una relazione e di un amore. Si può condannare la mancata lealtà e onestà. Da ogni contratto si può rescindere, figurati dall’unione fra due persone. Mica siamo oggetti, siamo persone. Uomini e donne.

  5. 15
    lovely -

    Non giustifico la tizia del post, lei ha giocato sporco e sleale. Probabilmente se non avesse un altro manco penserebbe a lasciare il marito…quindi qui non centra l’amore finito. Ma quindi? Ormai la frittata è fatta e a questo punto meglio che lui sappia e abbia una seconda possibilità dalla vita. L’unica cosa irrimediabile è la morte. Tutto il resto ha un rimedio.
    Non puoi obbligare due persone a restare insieme, qualsiasi siano le dinamiche che portino alla rottura della coppia. Semplicemente non si può. E meno male! Per cui ogni discorso in merito per me è inutile.

  6. 16
    lovely -

    Nip56 tradire il proprio partner non è tradire sé stessi. Non come lo intendi tu. Se mi picchi, se mi tratti come una merda, se non mi consideri, se non me la dai più, se mi tormenti sempre con le tue rotture, se sono infelice, se non c’è più dialogo, se semplicemente non sento più di volere una vita con te, maschio o femmina che sia, cambio strada, cerco altro, me ne vado. Punto. Per essere fedele a me stessa. Ma chi si deve condannare all’infelicità in nome d una promessa? ma che cacchio dici? Bisognerebbe però avere gli attributi per informare anche il partner, non crearsi due vite e incasinarsi il doppio. Guarda che come ci trasformiamo noi donne nel tempo, dopo anni di matrimonio, lo fate anche voi uomini…

  7. 17
    Rossella -

    T’invito ad essere cauta perché la chiesa attende sempre l’arrivo improvviso del Signore. Quando la persona non è libera per diversi motivi (alcuni legati alla dote, all’eredità, ecc.) c’è tuttavia il rischio di rafforzare i legami naturali. Allora è chiaro che non ha senso buttarsi a capofitto quando il nome non ha la forza per sostenere il dolore derivante da una disgrazia, da una perdita maggiore che non consente di resistere alle fatiche, ai piaceri che sono di per sé effimeri, tanto è vero che la procreazione resta il fine dell’atto coniugale, il piacere è un mezzo e la persona rischia di diventare un oggetto quando manca di certi contenuti metafisici e sociali che contribuiscono a definire la dignità che è necessaria per le nozze. Quel che è certo è che una è sorella e l’altra moglie. Il carattere dinamico della vita di coppia mette in risalto la forte personalità, la mancanza di continenza e una frugalità che non ha niente di ammirevole in verità. Per me è un’ipocrisia parlare d’amore. Ci si vuole ritagliare un angolo di felicità che viene riscattato dallo stato di costrizione nel quale ci si viene a trovare. Si tratta della risposta più umana alla perdita d’identità e al declassamento del ceto medio.

  8. 18
    Rossella -

    […] Il divorzio ha un peso e non è sicuramente un ostacolo o una forma di riduzione. Almeno nelle idee. Tra il dire il fare c’è di mezzo la natura in un periodo di crisi delle istituzioni che è la causa principale della dittatura religiosa. Chi lo vorrebbe? Prima c’era una convenienza. Tutto qui.

  9. 19
    Yog -

    Ha ragione Rossella, tu difetti di frugalità perché hai fatto troppi frugoli, perciò anche io ti invito ad essere cauta.

  10. 20
    Nip56 -

    lovely 16
    “se semplicemente non sento più di volere una vita con te, maschio o femmina che sia, cambio strada, cerco altro, me ne vado.”

    sarò all’antica ma una volta erano i valori(oggi chiamati stereotipi) che tenevano la famiglia invece oggi ognuno ha l’onnipotenza di distruggere l’altra persona per il bene personale. per gli altri motivi di separazione che citavi, mi trovi d’accordo anche se sono sottintesi.
    è vero che nel tempo la vita matrimoniale cambia le prospettive perché da marito e moglie si diventa mamma e papà e ci si dedica più attenzione ai figli per crescerli ed educarli ma questo non giustifica i tradimenti da ambo le parti.
    dice bene Rossella che ” ai piaceri che sono di per sé effimeri, tanto è vero che la procreazione resta il fine dell’atto coniugale, il piacere è un mezzo e la persona rischia di diventare un oggetto quando manca di certi contenuti metafisici e sociali”.

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