Gentile Presidente del Consiglio Meloni signora Giorgia,
sono un uomo onesto di 54 anni che percepisce il reddito di cittadinanza in virtù di un documento Isee pari a zero unito allo stato di disoccupazione.
Con il sussidio ci sopravvivo pagando anche l’affitto di una stanza in un appartamento in condivisione.
Ho perso i miei genitori da tempo ormai ed i pochi parenti che annovero non mi aiutano quando il sussidio su citato termina prima di percepire la ricarica successiva.
Possiedo il diploma di ragioniere ed altri titoli abilitanti uniti ad ottime competenze trasversali.
Il mio lavoro giornaliero è cercare lavoro in tutti i settori. Il mio lavoro giornaliero è inviare circa dieci domande di lavoro utilizzando il web.
A queste domande non ricevo risposta!!
Cercare lavoro nella mia zona di residenza col passaparola o utilizzando gli sportelli del Centro per l’Impiego è come tentare di fare risuscitare i miei genitori!!
Chi conosce il mondo del lavoro in Italia sa benissimo che non ricevo risposte perché ho 54 anni ( per i recruiters italiani un candidato di oltre 35 anni è da rottamare ) e perché queste mie domande non sono accompagnate da una raccomandazione politica e/o ecclesiastica.
Non sono nelle condizioni di aprire la partita IVA e cimentarmi in un’attività di libera professione, anche perché non possiedo un’autovettura da adibire al lavoro.
Lei e i Suoi gentili colleghi volete abolire o rimodulare il reddito di cittadinanza!!
Il sottoscritto, le persone single oneste come me, le famiglie oneste come me in Italia saremo centinaia e centinaia di migliaia, cosa faremo dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza?
Innanzitutto riceveremo intimidazione di sfratto dai proprietari dell’appartamento dove viviamo e poi saremo costretti a chiedere l’elemosina ai nostri parroci che saturi di problemi ci invieranno in Caritas.
In Caritas ci diranno che non possono sostenerci economicamente e quindi, dovremmo poi venire a chiedere l’elemosina a Lei e al Presidente della Repubblica Mattarella Dottor Sergio?
Prima di abolire o rimodulare il reddito di cittadinanza deve guardarsi nel cuore e deve mettere in bilancio anche la possibilità che in Italia scoppi una guerra sociale di dimensioni devastanti qualora i percettori onesti restino senza il denaro per sopravvivere!!!
Distinti saluti.
F.G.
L'autore ha scritto 1 lettera, clicca FG per dettagli sulla pubblicazione.
Cito la domanda centrale della sua lettera: “ Il sottoscritto, le persone single oneste come me, le famiglie oneste come me in Italia saremo centinaia e centinaia di migliaia, cosa faremo dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza?”… Vi cercherete finalmente un lavoro, parassiti…
In Italia non c’è lavoro, lo sanno anche i sassi. C’è gente tipo White Knight che ancora crede che l’offerta di lavoro sia maggiore delle persone in cerca di lavoro…Questa assurda convinzione è la stessa ha partorito la figura del NAVIGATOR, ovvero uno che dovrebbe assegnare questa fantomatica sovrabbondanza di lavoro ai disoccupati. Come se il problema fosse appaiarli! Solo Giggino Di Maio poteva concepire una roba simile, uno che si è trovato a fare il ministro del lavoro con poche e modeste esperienze di lavoro. Tranquillo FG, quei quattro soldi che ti aiutano a campare non te li toglieranno. Al massimo cambieranno qualche virgola, giusto per dire che hanno fatto qualcosa. Io ti auguro di trovare presto la tua strada, perché a 50 è ancora possibile se vai nei posti giusti
Eugen 79: veramente assurdo sarà il commento che prima piagnucola “In Italia non c’è lavoro, lo sanno anche i sassi”, poi finisce con un conciliante “perché a 50 è ancora possibile se vai nei posti giusti”…
si, per posti giusti intendo dire che tocca cambiare paese!
Non c’è lavoro e poi gli operai che mi stanno montando il cappotto alla casa sono tutti stranieri, perché noi aspiriamo più al reddito di cittadinanza che al reddito di operaio.
Mi guardo intorno e da una parte vedo artigiani che non hanno braccia per lavorare, dall’altra persone che non sanno fare niente lamentarsi di non trovare lavoro. Attenzione signori, il lavoro non è un diritto. Soprattutto se per “lavoro” si intende “soldi senza lavorare”.