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Tutti a lamentarsi ma nessuno qui fa niente

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Lettera pubblicata il 20 Novembre 2012. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 100 commenti

Pagine: 1 2 3 4 10

  1. 11
    Denny -

    @La Vale, ormai non si può fare niente, l’unica cosa migliore da fare è quella di andarsene, paese nuovo, vita nuova.

  2. 12
    Colam's -

    Loving, parliamone perché mi interessa: intanto pena di morte e torture (Guantanamo) sono liberamente praticate da rispettatissime democrazie oggigiorno, prime fra tutte USA e Israele. Non hai nulla da dire ?

    In ogni caso, secondo me sei tu che devi stare attenta con i tuoi tabù. Dici di essere a priori “totalmente contraria alla dittatura, sia essa anche come pretesto per distruggere la, anzi le mafie”. E secondo me sbagli. Perché tu preferisci una democrazia che fa patti con la Mafia piuttosto ad una dittatura che la combatterebbe.

    Perciò detto male a te qualsiasi putrefazione ti va bene, purché ci sia scritto sopra “democrazia”.

  3. 13
    assistente contrario -

    Ho voglia di libertà di pensiero e di parola, ho voglia di dimostrare, ho voglia di uscire ed entrare quando e come voglio, ho voglia di pregare o bestemmiare a mio piacimento, ho voglia di prendere o di dare, ho voglia di lavorare, ho voglia di non fare nulla, ho voglia di vivere o di morire.
    Non troppo tempo fà, credo che fossero questi i pensieri che riempivano in egual modo le menti della maggior parte delle persone comuni.
    Lottarono e riuscirono ad ottenere quelle libertà così tanto volute.
    Ora che cosa vogliamo? Sono stati più in gamba di noi, ci sono riusciti, noi no.
    Ora vogliamo tornare indietro nel tempo, è un paradosso ma è così, ora ci danno fastidio le prepotenze, i soprusi, gli inganni.
    La nostra libertà è bella, ma ci dà fastidio quella degli altri.
    Credo che dal dopoguerra ad oggi, i principi individuali della concezione di vita, abbiano fatto un enorme passo avanti rispetto ai principi che dovrebbero regolare l’andamento della nostra società, ma come tutti sappiamo, ce l’abbiamo scritto nel dna.
    Cara Vale, purtroppo come noterai, ognuno di noi dice la sua, me compreso, forse è per questo che ci meritiamo ciò che abbiamo, ognuno ha una sua visione delle cose che non convergono con quelle degli altri e credo che tu non debba preoccuparti della situazione che si verrà a creare in futuro, ma preoccupati di creare una tua situazione positiva per far da esempio agli altri.
    Sembra un pò la storia del Tamagochi, se tu sei in grado di mantenerti, riesci a mantenere un cane, altrimenti si sopperisce in due.
    Io (purtroppo), sono d’accordo con Colam’s, lo seguo molto quando posso, sono d’accordo quasi su tutto quello che scrive, tra l’altro siamo coetanei e forse è per questo che la vedo allo stesso modo.
    Ciao.

  4. 14
    Loving -

    Colma’s, sì una cosa da dire ce l’ho: io ti ho esposto il mio pensiero senza augurarti nulla di male, al contrario di quello che hai fatto tu. Ribadisco: i tuoi pensieri sono pericoloso per qualsiasi persona di buonsenso.

  5. 15
    colam's -

    Loving quando mai ti ho augurato qualcosa di male ?

    E per favore non ti auto-attribuire il buon senso e rispondi alle mie domande. Senno’ continui a darmi l’impressione che pensi di aver capito tutto tu senza essere in grado di discutere.

  6. 16
    Andrea -

    Cara La Vale, ogni popolo si merita il Paese in cui vive, per cui gli italiani si meritano l’Italia che hanno costruito e che contribuiscono a costruire. Ci sono Paesi più sviluppati, eticamente avanzati rispetto a noi, come ce ne sono altri più arretrati.
    L’Italia non cambia principalmente perchè è uno Stato schiavo dei propri vizi e dei propri difetti. In primis l’ignoranza. L’italiano medio è di un ignoranza abissale, ma al tempo stesso non è conscio dei propri limiti, anzi, si crede più furbo degli altri.
    Non si cambia perchè troppo spesso l’onestà e l’etica, in Italia, rappresentano l’eccezione e non la regola e perchè gli ignoranti superano gli informati.
    Siamo un popolo che, dalla caduta dell’impero romano in avanti si è abituato ad essere dominato, per cui abbiamo sempre bisogno di qualche altro popolo che ci dica cosa fare e che prendendoci la manina ci guidi, perchè altrimenti non ci sappiamo gestire.
    Ne consegue che su ogni decisione abbiamo sempre mille idee contrastanti che fanno si che tutto si blocchi e niente cambi (pro Tav – No Tav, Pro – ponte – No Ponte, Si centrali – no centrali..).
    La stupidità dell’italiano medio raggiunge il suo apice nella politica. Con il disgusto che proviamo verso la classe politica ad esempio, un movimento come quello dei 5 stelle, dovrebbe raccogliere se non il 100%, almeno il 90%. Invece anche li, nei confronti di gente che non prende rimborsi elettorali, non inquisita e che non si è riciclata da altri partiti, c’è comunque, da parte di molti, diffidenza e malevolenza.
    Se qualcuno fa qualcosa, nella testa dell’italiano medio, è sempre per un secondo fine malevolo (se tizio fa così è senz’altro un furbo ecc..) e questa mentalità da “guappo” non ci farà mai andare da nessuna parte.
    E c’è ancora parecchia gente disposta a votare uno dei vecchi partiti, dopo tutto quello che hanno detto e fatto.

    L’italiano è così..come disse Montanelli di Berlusconi, chiagne e fotte (quando può).

  7. 17
    unless -

    io credo che non si cambia in Italia perchè la maggior parte della popolazione è impostata in una certa maniera e gli altri, i “diversi”, si devono per forza di cose adeguare o non campano e si lasciano pian piano corrompere nell’animo dal pensiero degli altri.

    i motivi per cui siamo così sono tantissimi, ma c’è una cosa che
    @katy ha detto e che è la cosa più importante:

    “Si dovrebbe partire dal fatto di AMARE il nostro paese.

    E’ incredibile: siamo l’unico (credo) paese nel quale sia abituale, persino normale, autooffendersi e autoinsultarsi.

    Ci diciamo da soli che siamo pelandroni, infingardi, poltroni, mafiosi, incapaci, pasticcioni e quant’altro.
    In America se parli male dell’America sei emarginato.(che di difetti ne hanno e anche tanti… aggiungo)
    Qui è il contrario.

    Ed è un vero peccato!”

    …è esattamente quello che penso anch’io

    Poi aggiungo che la demagogia, il populismo … che vedo anche qui e che si sta impossessando della testa della gente che non sa parlare d’altro che tagliare il numero di parlamentari e regioni e provincie ecc come se fosse l’unica soluzione è molto pericolosa.

    e quello che ne esce fuori sono pensieri estremisti che fanno solo più male che bene.

    Infatti emergono questi personaggi che fanno del populismo la loro arma infallibile: vedi Grillo che mi ricorda tanto ..”la Lega ce l’ha duro” di bossi, qualche anno fa.

    la mia vera Italia la riconosco nella mentalità delle regioni del centro nord (emilia romagna, toscana, marche, umbria) che sono lontane sia dal fare l’unica ragione di vita i soldi e il lavoro (vedi Milano) sia aspettare che sia lo stato a compiere ogni problema (vedi sud).
    Con grande umiltà i terremotati dell’emilia si sono rimboccati le maniche e si sono risollevati in silenzio. Esempio per l’Italia intera

  8. 18
    Loving -

    Colam’s, questo:
    “qualsiasi putrefazione ti va bene, purché ci sia scritto sopra “democrazia””
    …o forse ho capito male? può essere, anzi direi decisamente di aver capito male (al posto del “ti va bene” l’avevo letto come “ti sta bene” ecco spiegato), e in questo caso mi scuso io, anche se l’impressione che posso crearmi io di te o tu di me ha poca rilevanza.

    In ogni modo trovo arrogante mettere in bocca agli altri parole non loro. Di democrazia hai parlato tu, non io. Ad esempio citando quella “rispettabilissima” americana (tu la trovi tale, io decisamente meno). Io ho scritto di essere totalmente contraria alla dittatura. Cosa ci trovi di UMANO in una dittatura? Io la trovo una degenerazione dell’egocentrismo, della sete di potere, di demagogia.

    Chi sei tu (o chi ti rappresenta) per ergerti da dittatore, ovvero tradotto da “padrone”? PADRONE DI CHI? NON LO SEI NEMMENO DI TE STESSO.
    Chi sei tu per decidere quale sia il “giusto” e lo “sbagliato” e addirittura decidere chi merita vivere e chi invece no? In fondo questa è la dittatura, c’è un monopolio che ti impone come vivere. Hai mai letto 1984? Io lo sto facendo in questi giorni. Chiediti se davvero è questo un sistema nel quale vorresti vivere.

    Quello che non riesci a capire è che ti sto parlando senza malignità. Suggerirti di pensare bene a quello che esponi (e presumibilmente pensi sul serio) non vuole essere una critica. Sai perché? Perché io credo che nel corso della storia se ci fosse stata più coscienza, più umanità e sì, decisamente più buonsenso, certi orrori non sarebbero esistiti. Umanamente, è inconcepibile che un uomo possa sentirti in diritto di ucciderne un altro, o di renderlo suo schiavo, suo sottoposto. Purtroppo credo siamo talmente assuefatti e assorbiti in un meccanismo malsano che questi concetti sembrano superati. E tutto questo lo sto dicendo da persona totalmente svincolata a credenze religiose o simili. Lo sto dicendo con i sentimenti umani che sono sicura, ascoltandoti bene, anche tu provi: l’empatia, la solidarietà, la pietà, il dolore, l’affetto.

    Sono sempre stata contraria al buonismo. Penso che le mafie, a cui tu accenni, richiedano una coalizione sociale tale da bandirle. Certamente. Penso che chi crea danno agli altri debba ripagarlo. Ma per quanto mi riguarda non è una dittatura la soluzione a questo, né tanto meno la pena di morte.
    Se non condividi a livello etico (che per me è il più importante), pensa ai risvolti pratici. Un esempio semplice: in dittatura, Colam’s, qualcuno potrebbe accusarti di essere una spia o un traditore, (al di là del fatto che tu non saresti libero di cambiare idea) mentre tu sei un comune cittadino, “fedele”. La dittatura ti fa fuori, Colam’s. Capisci perché dico che è pericoloso, perché ti si può rivoltare contro?

  9. 19
    Loving -

    Provo a riassumere quello che penso.
    Come ho già scritto altrove, credo che la politica sia un argomento spinoso quanto, in fondo, semplice. La vera politica dal canto mia la fa la gente comune, non sono lauree, titoli, partiti, bipolarismi o complicazioni varie a decretare la positività di una persona, né di un’idea. Se vai a fare un giro tra la gente comune il malcontento è evidente, oltre che comprensibile. Apparentemente non c’è lavoro (propendo all’idea che tutto questo, a partire dalle cause, sia manovrato), di fatto non ci sono entrate, le tasse aumentano, i tagli alle pensioni, all’istruzione, alla salute. Siccome fondiamo il nostro sistema economico sui soldi (potremmo cambiarlo se solo volessimo), finiamo per esserne succubi. Mi sembra evidente che la politica, quella dei palazzi, quella dei bocconcini e precedenti, ci stia rendendo un popolo povero, un popolo ignaro e un popolo ammalato: ci sta uccidendo lentamente, la finta libertà nella quale siamo costretti si sta facendo piano piano riconoscere.
    In tutto questo, ci siamo noi. Siamo un popolo che non riesce a reagire. Credo che si intreccino diversi profondi e radicati problemi come il conformismo, che omologa e deride, soffoca qualsiasi accenno di diversità, come la superficialità, la facilità con cui distogliamo l’attenzione dai problemi importanti a favore di frugalità, l’individualismo, il tornaconto personale, l’egocentrismo-egoismo e la pesantissima coltre della falsità. In tutto questo dov’è il nostro senso umano? Mi manca tanto.
    E’ illogico che migliaia e migliaia di persone dipendano da pochi. La solita vecchia storia dei sistemi piramidali lo vedo come un grosso inganno che è riuscito incomprensibilmente a perdurare nei secoli. Ma oggi, qui, ci siamo noi e avremmo, se ne fossimo consapevoli e capaci, la possibilità di cambiare le cose, di vivere in una realtà più solidale, più naturale, più semplice.
    Quindi perché stiamo permettendo ancora di essere delle persone infelici? Forse perché non siamo realmente in grado di sintonizzarci l’uno l’altro, ognuno resta convinto che una “lotta la sistema” lo renda isolato, solo, deriso. Amo poco i proverbi, ma sono davvero dell’idea che l’unione faccia la forza. Per cui penso che dovremmo iniziare, ognuno nel nostro piccolo, a creare piccoli gruppi di confronto, nella vita reale, al fine da provare insieme con pazienza ed umiltà a trovare una via d’uscita, il famoso fenomeno dell’espansione “a macchia d’olio”, però senza violenza: sarebbe il pretesto per manganellate e immagine distorta della bonarietà delle intenzioni. Mi piacerebbe leggere qualche altra proposta pratica e concreta, parlarne…
    ciao

  10. 20
    sarah -

    concordo perfettamente con Andrea!

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