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La notte è il momento dei pensieri

La notte è il momento dei pensieri, di quelli che ti bloccano il respiro, quelli che non ti fanno dormire.

La notte è il momento in cui tutti i problemi vengono a galla e tu sprofondi, anneghi.

Non ho mai cercato di essere qualcosa che non sono, ho sempre ammirato quelli che si presentano per quello che sono, non per quello che la società impone.

Da bambina sono stata “sballottata” da una casa all’altra, da famiglia a famiglia e ad un certo punto non capivo più chi ero.

Avevo solo bisogno di essere presa per mano e ricevere un po’ di amore.

Invece mi hanno abbandonata tutti. Mi sono sentita inadeguata in qualsiasi luogo mi trovassi. Soprattutto in casa mia.

Mi sono sentita dire che non meritavo di essere adottata perché ero una figlia di p***

Adesso ho 26 anni e ho una bimba stupenda, un marito che non mi fa mancare niente, una bella casa e amici veri.

Ma manca sempre qualcosa… l’amore di mamma e papà. 

Vorrei vedere mia figlia con i suoi nonni e sapere che la amano più di qualsiasi altra cosa al mondo. Invece da 9 anni il mio telefono non riceve neanche una chiamata da loro.

Ci ho provato a fare il primo passo, anche il secondo e il terzo… ma c’è un muro peggio di quello che vuole costruire Trump.

Non so cosa possa aver sbagliato per meritarmi di essere sbattuta fuori casa a 17 anni dalle persone che avevano giurato di prendersi cura di me.

Non porto rancore. 

Voglio soltanto farmene una ragione perché, ad oggi, non ci sono ancora riuscita.

Spero di trasmettere a mia figlia tutto l’amore che a me è mancato, non pretendendo nulla in cambio. 

Dicono che un genitore non è colui che ti mette al mondo ma colui che ti cresce. 

Non sono d’accordo. 

Un genitore è colui che ti ama incondizionatamente. 

Per questo quando mi chiedono dove sono i miei genitori rispondo che non li ho. 

Una vita di agonia e di porte chiuse in faccia, una vita di delusioni e di violenze.

Una vita di insulti e pregiudizi.

Non è più la mia vita.

Voglio morire e risorgere. 

Voglio dimenticare.

Amate i vostri figli!! Naturali e adottivi, sani o malati, etero o omosessuali.

Amateli sempre e comunque, hanno bisogno di voi.

Lettera pubblicata il 4 Febbraio 2017. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    Pace per tutti -

    Considerali morti.

  2. 2
    Sofia -

    È molto bella la tua lettera ragazza…. Anche se incompleta.. Senza spiegarci bene quali sono state le tue dinamiche e PROBBLEMI famigliari ..non possiamo aiutarti più di tanto..ma una cosa positiva e bellissima è che tu sei una vera MAMMA per tua figlia ne sono sicura….

    E sono sicura che la crescerai non commettendo i gravi errori dei tuoi genitori….

    I figli SONO DI CHI LI CRESCE E DI CHI LI AMA…già….

    Mi spiace che hai due genitori che non valgono niente….
    Dico sempre che certi genitori erano più portati a allevare suini più che fare figli…

    Cmq tu non hai spiegato nulla di loro e quindi oltre questo non possiamo aiutarti…

  3. 3
    Piccola78 -

    Sui tuoi genitori sono d’accordo con chi mi ha preceduta nei commenti. Considerati morti!

  4. 4
    Piccola78 -

    Considerali. I genitori degni del nome sono solo quelli che ti amano incondizionatamente. È sacrosanto!

  5. 5
    rossana -

    Pimpina,
    ottima sintesi: “Un genitore è colui che ti ama incondizionatamente.” a volte, sia chi ti mette al mondo che chi ti cresce non è in grado di amarti abbastanza, non per sua colpa. PER ME, non si può SCEGLIERE chi amare e chi no: si ama o non si ama, sia pure con diverse intensità e continuità. spesso non si è capaci per niente d’amare davvero, senza nemmeno esserne consapevoli.

    amare significa lasciare l’altro totalmente libero di essere se stesso, anche quando si tratta di una creatura in crescita, da indirizzare verso valori e equilibri che possono renderla più serena nei suoi percorsi/scelte di vita.

    il tremendo abuso che hai subito per almeno una decina d’anni, quando eri troppo piccola per razionalizzare o per difenderti, è quasi certamente derivato, per assumere nel tempo caratteristiche di vera e propria violenza, sia dal costante ricordo/rimpianto che avevi di tua madre, che amavi quasi certamente ricambiando il suo grande amore, che dalla pretesa dei genitori adottivi di averti tutta per loro, o anche di fare di te la persona che ritenevano più gradevole, sempre per loro.

    uno scontro d’interessi e di affetti che avrebbe dovuto essere compreso e mitigato dai grandi, troppo rozzi emotivamente per poterne prendere atto e per poterlo gestire adeguatamente. purtroppo, in questi casi è sempre il più debole a farne le spese.

    le carenze d’affetto patite nell’infanzia difficilmente possono essere del tutto superate o compensate nel corso dell’intera vita. tu, però, sei riuscita a ritrovare equilibri d’amore, riprendendo quanto hai appreso in termini di affetti prima di essere catapultata nella casa famiglia o in quella dei genitori adottivi.

    è una grande conquista e una grande fortuna. concentrati su queste e su quello che sei diventata, e valorizza soprattutto te stessa e la tua capacità d’amare nel modo più disinteressato, cioé senza pretendere di essere più o meno pienamente ricambiata.

    un abbraccio, con stima.

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