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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 5181
    Luna -

    Francesco: è difficile risponderti, sai?
    anche perché non riesco a capire bene una cosa…
    cosa esattamente vorresti dal vostro rapporto adesso…
    hai aggiunto un nuovo tassello parlando di “fare qualcosa per lei”, sapendo che sta male, ma al contempo dici “lei mi ha portato al punto di annientare la mia personalità perche’ ad un certo punto mi a fatto sentire una nullita’”, della sua instabilità che ledeva il tuo equilibrio, e che ti creava molti dubbi, pur essendo molto interessato a lei, se ho capito bene, di poter avere una relazione serena, hai parlato di un rapporto leone-agnello da parte sua e del fatto che, una volta separato da lei, tu sei riuscito a ritrovare la tua serenità, ritornando ad essere te stesso (il che mica è una cosa da poco!!!).

    ora è possibile (più che possibile, direi probabile) che io non abbia capito niente, sia perché la tua storia la sai solo tu, ovviamente, sia perché questa è anche una storia di dinamiche complesse (come peraltro succede sempre nelle storie burrascose).
    Ma un pensiero (e chiedo scusa se non è per nulla puntuale) mi viene spontaneo:

    neanche tu sarai perfetto, ovviamente (nessuno lo è), e le dinamiche si incastrano e si concatenano, e il vostro sembra uno snervante tira e molla, in cui non si capisce bene chi tirava e chi mollava… chi accusava chi di cosa… perché lei “riusciva a tornare con te” (glielo permettevi tu, comunque, perché una non può tornare con te se non lo accetti) “piangendo e promettendo di non rifare gli stessi errori”, ma poi lei accusava te di mancanza di affettività, mentre tu dici che dimostravi di amarla (ma non fidandoti della sua instabilità), e ti faceva sentire una nullità facendo la leonessa…
    ora, a parte tutto ‘sto casino, se dal tuo punto di vista sei stato per due anni con una persona che, con la sua instabilità, ha leso il tuo equilibrio, e che non sei riuscito ad aiutare, standoci insieme, ad essere più equilibrata (anche perché è lei che deve lavorare sul suo equilibrio, in primis, come ciascuno di noi…), anzi, semmai è lei che ha “squilibrato” te… oggi come oggi cosa pensi che potresti fare per lei, di più di ciò che – dici – hai ampiamente tentato di fare?
    e, soprattutto, se la tua sensazione è stata di essere stato comunque in qualche modo “manipolato” dalla sua instabilità e di essere tornato sereno e te stesso una volta uscito (parole tue) dalla sua “influenza emotiva”, stavolta come gestiresti le sue dinamiche senza esserne nuovamente travolto?
    Se davvero lei ha un problema di instabilità, e in questo momento è peggiore di prima, come pensi di poter interfacciarti in modo sereno con una persona con cui fino ad oggi non sei riuscito ad interfacciarti in modo sereno proprio per quell’instabilità?
    Riesco a spiegare ciò che voglio dire?
    Perché, se dici che lei non farebbe mai male a nessuno, tu ti sei sentito come una nullità quando eri con lei? era lei a dirti che

  • 5182
    Luna -

    non eri abbastanza per lei?

    tu hai detto che ti sei dato le tue risposte 🙂 e non è mica a noi che devi darne 🙂
    a me, così, viene in mente che forse a entrambi, voi due, farebbe bene uscire da quella burrasca che è stata la vostra relazione, e camminare un po’ da soli. Anche a lei.
    Sai, mi dispiace molto in realtà per questa ragazza, che non conosco, ma penso, leggendo quello che scrivi, che sia che sia stata lei ad infliggere delle molestie morali sia a subirle (nel corso della vita, intendo, non con te) sarebbe bello se finalmente riuscisse a lavorare sul suo benessere e su una sua maggiore autonomia emotiva. Certo, non dici forse la stessa cosa tu? Sì. D’altra parte, però, ho l’impressione che voi siate entrati in un rapporto di interdipendenza che non ha giovato a nessuno dei due. Vedi, ci sono delle persone fragili che non fanno altro che mettersi in situazioni che non fanno che farle sentire ancora più fragili. E lo dico in generale… che siano situazioni in cui prendono martellate o si danno martellate sulle dita da sole comunque sono situazioni che non sono, per loro, nè foriere di un nuovo equilibrio nè tantomeno di serenità. E allora forse l’unica cosa è davvero cercare di andare a fondo di ciò… per non continuare ad andare a fondo. Ma questi percorsi sono sempre molto personali, individuali innanzitutto.

    Naty: sono una che dice la sua, come tutti 🙂
    e a cui piace lo scambio di questo forum, che trovo davvero molto utile, no?
    per il resto, i temi che ho approfondito per “interesse personale” 😉 mi sa che si vedono… 😛

  • 5183
    Naty -

    Luna gentile,
    sì, molto utile.

    Per Francesco, forse la tua ex ha sbagliato a interrompere la terapia o psicoterapia che faceva quando l’hai conosciuta? Perché s’intuisce dal tuo racconto che non avesse raggiunto la propria stabilità, e né l’avevate raggiunta (potevate raggiungerla) insieme come coppia…
    Se una persona sente di “perdere la personalità” con qualcuno, non mi pare che si possa parlare di una relazione costruttiva, che funzioni.

    Dopo poco tempo che stavo col mio ex, ho iniziato a sentire/capire che sarebbe stato più o meno così. Tutto ciò veramente non m’interessava. Non sono disposta a “uccidermi” (in nessuna forma) per qualcuno, neanche se lo amo. Anche perché se comincio a capire che (sotto sotto, o in conseguenza a suoi comportamenti) è QUESTO che vuole da me, capisco che non mi ama, non può amarmi, ed è finita. Come dice la canzone: non gioco più, me ne vado.
    Personalmente, credo di avere abbastanza chiaro (nei fatti: perché a parlare siamo tutti bravi e “innamorati”) che amare significa sentirsi bene con una persona, volere il proprio e il suo bene, anche in mezzo alle difficoltà. Se deve diventare una lotta di potere, di minacce, di più o meno sottili ricatti e recriminazioni, soprusi, sacrifici e dimostrazioni infinite solo da una parte, oppure in alternanza da una parte e l’altra ma sempre in maniera sbilanciata, arrivederci.

  • 5184
    Lilly -

    Ciao Naty.
    Tu descrivi il modo in cui ci si dovrebbe comportare per fare di una coppia una coppia equilibrata.
    Ma a volte si rimane incastrati in un meccanismo da cui (se si esce) si esce solo con le ossa rotte.
    Ed il problema è che quando entri in quel meccanismo non te ne rendi conto, pensi di avere il controllo della situazione, non ti rendi conto che…e già…questa volta è capitato a te.
    Quando ne esci non sai quanto ti senti ridicola davanti al tuo mucchietto di aspettative deluse, sforzi vani, sogni infranti e non sai quanto hai paura di ricascarci.
    Non hai idea di cosa puoi pensare di arrivare a fare pur di non rischiare di sbagliare di nuovo e di stare male sia per ciò che è successo che per ciò che è successo dentro di te.
    Perchè dentro si scatena un piccolo tsunami che devasta tutte le tue certezze. E non parlo solo dell’amore. Purtroppo no! Almeno nel mio caso.
    Parlo di tutto. Del lavoro, della casa, della famiglia, degli amici.
    Ti senti una nullità, una mer.., un sacco della spazzatura.
    Vedi nemici ovunque. Se lui che mi amava ha fatto così, pensa gli altri…..
    Se non ho visto lui per ciò che era pensa a quante cazzate avrò fatto nel lavoro senza neppure accorgermene….e se mi scoprono? e se mi beccano?
    Poi la vita prende il sopravvento e ti rimetti in carreggiata piena di buoni propositi e di un grande amore, una grande tenerezza per te stessa.
    E poi, ma solo dopo un immenso lavoro, si può arrivare a parlare ciome parli tu, come parla Luna. E come parlerà Francesco dopo che sarà uscito da quell’immensa nuvola di confusione …..Ciao a tutti.

  • 5185
    Luna -

    Ciao Lilly 🙂 e ciao Naty 🙂

    non entro nel merito del vostro dialogo 🙂 anche se “sono stata nominata” 😛

    però colgo lo spunto di riflessione… e
    passo invece a dire che, cercandone un altro, di genere completamente diverso 🙂 oggi mi è ricapitato per le mani un certo libro.
    Continuo a pensare che possa essere utile perché mostra alcune chiavi di certi meccanismi.
    E non sono chiavi che si trovano facilmente sotto lo zerbino. Altrimenti, se fosse così facile, non staremmo qui a parlarne, credo.
    Il punto è, però, che una volta che hai delle chiavi, capisci anche che, con tutto che la tua parte ce l’hai (e questo è anche un bene, secondo me, perché ciò può renderti più consapevole ma anche più costruttivo riguardo te stesso, e farti recuperare l’importantissima cosa che è “sentirsi al volante”) c’è anche, sul serio, una parte che non riguarda te, e che non sei stato uno scemo a non avere avuto le chiavi di un meccanismo che è molto complesso, ma che, al contempo, una volta avuta le chiavi, è anche più facile da individuare.
    E quindi da riconoscere.
    Permettendo anche di non girare a vuoto in analisi che sono figlie proprio di quel meccanismo, ne sono il sintomo, accanto ad altre riflessioni che invece sono produttive.
    A me, personalmente, dispiace molto che ci siano persone in giro che si sentono, oltre che già sufficientemente a pezzi, pure sceme per il fatto di non aver saputo riconoscere un qualcosa che, dopotutto, senza avere la chiave, non è proprio così semplice da riconoscere.
    E poiché riconosco questa sensazione di “scemità”, la vedo ricorrere, io insisto su certe chiavi. Vorrei sottolineare venti volte quello che segue:
    quando le persone arrivano qui scrivono del meccanismo nella sua manifestazione conclamata, nel suo risultato, descrivono la propria condizione una volta nel pieno del tunnel o appena saltati fuori dal tunnel, con il cuore e la testa a tremila come chi si è appena lanciato da un treno in corsa. Che siano stati gettati da quel treno da chi se n’è (finalmente) andato o che si siano gettati loro da quel treno impazzito su cui viaggiavano, perché il salvavita è riuscito finalmente a scattare, ci sono delle sensazioni comuni.
    E quando si dice a qualcuno che era sul treno come dovrebbero essere le cose, ed è importante dirlo, perché da un lato è andato perso anche l’ovvio, si rischia però che quel qualcuno si senta ancora più frustrato, perché lo sa benissimo che le cose non dovrebbero andare come andavano sul treno impazzito, e si è sempre considerato anche una persona intelligente… e allora perché è finito su quell’azzo di treno? (e lasciatemi la parolaccia, se possibile, perché ci sta)…

    Facciamo un passo indietro e riflettiamo insieme su una cosa:
    perché le persone non chiedono aiuto prima? e perché quando lo fanno, anche inconsciamente, perché percepiscono un disagio, gli altri non se accorgono? perché è così difficile che qualcuno si renda conto del meccanismo quando il treno sta appena partendo dalla stazione, e il rumore di ferraglia inizia piano piano ad insinuarsi nel paesaggio dove magari ci sono ancora le margheritine? Siamo tutti bravi a dire a qualcuno che è pieno di lividi che non avrebbe dovuto farseli fare, ma se qualcuno arrivasse qui e scrivesse quando è ancora in fase misto margheritina, gli altri si accorgerebbero che sta parlando di un inizio di una pericolosa ferraglia?

  • 5186
    Luna -

    Anche perché il meccanismo della molestia morale è, in generale, più subdolo di quanto si creda.
    Perché può capitare che si innesti nella quotidianità in un modo più strisciante.
    Perché all’inizio una molestia morale può sembrare un consiglio dato per il proprio bene, persino una prova d’attenzione e d’amore. Ma i modi e i toni sono diversi.
    Perché, per chi non è un manipolatore, non è così facile capire un meccanismo di manipolazione.
    Perché ciò che sarebbe efficace con un interlocutore diverso (ad esempio la ricerca di dialogo, di confronto, lo spiegare il proprio stato d’animo, le proprie motivazioni… l’aprirsi…) diventa in certi casi offrire il fianco, sempre di più a chi usa le parole e i silenzi in modo completamente diverso.
    Perché poche cose sono brutte al mondo come sentirsi in colpa perennemente senza neanche riuscire a capire bene perché, come se si avesse commesso un delitto, ma, rimosso dalla coscienza, lasciasse comunque un alone di perenne disagio.
    Perché a volte le vittime di molestia morale non sanno di essere vittime, non del tutto, non fino ad un certo punto della corsa, perché per un bel po’ di tempo si sentono colpevoli di far soffrire il proprio molestatore o inaguati a vivere una relazione che, pensano, se solo loro sapessero capire dove sbagliano, potrebbe funzionare alla grande.
    Perché spesso ci si trova in una guerra senza neanche aver capito bene quando è stata dichiarata, e perché ci si trova a combatterla visto che si era convinti che all’ordine del giorno ci fosse l’amore.
    E ci si sente in trincea e arruolati come se si avesse firmato un fermo in un momento di assenza mentale. Perché è un po’ come prendere, senza saperlo, un po’ di veleno nella minestra, tutti i giorni, fino ad arrivare non all’immunità, ma ad una sorta di assuefazione. Perché molto spesso le persone che ti dicono che prima erano vicino ad una persona stupenda, che è cambiata, non si rendono conto che la persona stupenda le stava già molestando quando non se ne accorgevano. Che il suo comportamento non è cambiato, ma si è “acutizzato” o loro sono riusciti a vederne i segni quando si sono fatti via via più evidenti, e meno infiltrati tra le fessure. Perché la vittima ha paura del suo molestatore, per quanto è entrato dentro. Ha paura della sua instabilità. Paralizzante. Perché a fregarti è proprio il fatto di chiederti: mi ama o non mi ama, come se quello fosse il discriminante. Dimenticando che uno può amarti anche, ma malissimo, in modo distorto e allora sono c tuoi. E ti salvi se esci dal concetto di amore/non amore e entri, semmai, nel concetto
    benessere/malessere – equilibrio/squilibrio – energia/non energia.
    Se dico ciò sembra ancora peggio… sembra che quindi non sia proprio possibile riconoscere queste cose e siam tutti fottuti. No, dico un’altra cosa: dico che queste cose cominciano spesso in sordina, ed ecco perché non te ne accorgi. Magari certi segnali li hai già visti prima nella vita, ma non li hai mai decodificati come tali. E quindi eri già un po’ assuefatto. O perché non li hai mai visti prima e non sei preparato. O perché pensi che difendere i tuoi confini, in modo sacrosanto, sia una prova di chiusura, e altre false idee. Perché pensi che chi sta male vada aiutato, ed è giusto, ma non sai che chi sta male ti può pure randellare. E non è giustificato a randellarti.
    Voglio dire anche che, una volta capiti quali sono i segnali – e non i sintomi – che non potevi riconoscere da ora in poi li riconoscerai. E che è vero che c’è un lavoro da fare, ma non lavorerai a vuoto su delle false idee.
    Il tema non è semplice, le storie e le persone sono tutte diverse, ognuno ha il suo vissuto, le molestie morali non sono tutte conclamate, non sono l’unica caratteristica di dinamiche di relazioni travagliate, ecc ecc, ma io credo comunque che capire qualcosa di quelle dinamiche, male non faccia, che ci si riconosca nell’1 per cento o nel 101 per cento.
    Poi posso sbagliare. Ma a me male non ha fatto.
    Chi salta giù dal treno, inevitabilmente, si fa delle domande. Ciascuno ha il suo vissuto, il suo modo di vedere, trova le sue risposte.
    Per quanto mi riguarda le ho trovate e le sto trovando in molte cose, non in una sola. E le ho trovate anche capendo perché più cerchi di spiegare le cose ad un narcisista e più ti fotti da solo.
    e anche perché ti senti così frustrato dai suoi silenzi ad hoc. E perché lui è così bravo a usare i silenzi e gli sguardi. A fare male non è solo ciò che fa più rumore.

  • 5187
    Naty -

    Ciao Lilly,
    Dici che: “Parlo di tutto. Del lavoro, della casa, della famiglia, degli amici.” e che non lo so? Lo immagino.
    Io infatti mi ritrovo con nulla in mano. A parte me, e la mia dignità, che sento integra (a un alto prezzo) e non è poco.
    Il lavoro un casino, i rapporti sentimentali un casino, una famiglia manco a parlarne, la mia grande passione abbandonata per le difficoltà economiche e per la troppa stanchezza, infine, logorante. Tuttavia, non ho mai perso la fiducia nel prossimo… Sono sempre stata così, fin da bambina, nonostante le mazzate (in senso figurato) che ancora, dopo anni, continuano ad arrivare.
    Sono profondamente convinta, al di là di una temporanea umana rabbia, senso di delusione, che le persone fanno (e si fanno) del male perché è stato loro fatto del male: è una catena che però va interrotta, e qualcuno deve farlo. Anzi, tutti dovremmo farlo. Anche se so bene che così non sarà mai: nel mondo, intendo.

    Sì, parlo di equilibrio: io amo l’equilibrio. Perseguo le cose difficili (che non significa seguire le cose che fanno soffrire). L’equilibrio non è che ce l’hai una volta e ce l’hai per sempre. Devi stare attento, e insieme rilassato, non so come spiegarlo.

    Parlo di equilibrio perché ovunque si parla di squilibrio, ma di equilibrio poco e nulla… Si parla di infelictà, ma di felicità quando? E soprattutto: come? Si parla di passato, ma di presente quando? A me l’equilibrio mentale non l’ha mai regalato nessuno, me lo sono dovuto conquistare (dall’età di cinque anni) da sola, in mezzo a squilibrati di vario tipo e in mezzo, naturalmente, allo squilibrio – per conseguenza – mio.

    PS: dici: “Tu descrivi il modo in cui ci si dovrebbe comportare per fare di una coppia una coppia equilibrata”.
    Sia chiaro, Lilly, che io parlo di ciò che dovrebbe essere per me, non per tutti. Tanto è vero che ora il mio compagno è da una parte, e io da un’altra…

  • 5188
    Kikka -

    Lilly, le tue parole sembra le abbia scritte io :”Perchè dentro si scatena un piccolo tsunami che devasta tutte le tue certezze. E non parlo solo dell’amore. Purtroppo no! Almeno nel mio caso.
    Parlo di tutto. Del lavoro, della casa, della famiglia, degli amici.
    Ti senti una nullità, una mer.., un sacco della spazzatura.
    Vedi nemici ovunque. Se lui che mi amava ha fatto così, pensa gli altri….”
    Dopo quasi un anno sto di nuovo così; ma cerco di sperare con fiducia che “la vita prenda il sopravvento”
    Un bacio e buona giornata a tutti voi

  • 5189
    Luna -

    Agh, ho perso il post che avevo scritto…

    Naty: @L’equilibrio non è che ce l’hai una volta e ce l’hai per sempre.

    Sono profondamente convinta, al di là di una temporanea umana rabbia, senso di delusione, che le persone fanno (e si fanno) del male perché è stato loro fatto del male: è una catena che però va interrotta, e qualcuno deve farlo.

  • 5190
    Naty -

    Luna gentile (e tutti: il dialogo è con tutti qui, naturalmente),

    “più cerchi di spiegare le cose ad un narcisista e più ti fotti da solo”.

    Già.

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