La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Francesco: se lei ti guarda con cattiveria sarà mica perchè le hai tolto i progetti ed il futuro sereno?????
E, chissà….sarà mica perchè lo hai fatto con estrema freddezza e razionalità?????
Ci sono due tipi di persone che si imbottiscono di psicofarmaci! Quelle che non ne hanno bisogno ma “fa chic essere stressati” e quelle che sono fragili come statuine di vetro soffiato.
Anche a questa seconda categoria di persone la verità va detta, è vero!
Ma va detta con un atteggiamento diverso dall’ estrema freddezza e razionalità.
Perchè loro, in quel momento, non sono razionali. E non sono in grado di sopportare, di capire, di interpretare la freddezza!
Sono fragili, vedono la realtà in modo diverso da come la può vedere chi non sta vivendo la loro situazione.
Non ti sto dicendo che ti devi ciucciare per il resto della vita una persona a cui, evidentemente non ti lega più nulla.
Ti sto solo dicendo che quell’affetto, quella partecipazione, quel calore che (credo) tu abbia manifestato quando le regalavi i sogni di un futuro sereno avresti potuto concederglielo anche nel momento dell’addio.
E’ inutile cascare dal pero con “perchè? Cosa le ho fatto?”.
L’addio è brutto, è bruttissimo e fa male a prescindere.
Ma se lo condisci con la freddezza diventa un piatto indigeribile.
Tu ti chiedi “cosa le ho fatto?
Vediamo…….le hai ridato fiducia nel mondo con una carezza e hai ripreso le redini della tua vita dandole una badilata!
Ecco cosa hai fatto!
Hai esercitato n tuo insindacabilissimo diritto con modi (cercherò di contenermi nelle espressioni)diciamo non adatti allo stato mentale della persona che avevi di fronte!
Ecco cos’hai fatto!
Quel rancore che le leggi negli occhi (ci scommetto qualsiasi cosa….) non è per te. E’ per sè stessa, per la sua ingenuità, per di essersi fidata di chi, poi, le ha dato una coltellata.
E la coltellata non è stato l’addio. E’ stata la freddezza e la razionalità.
E’ inquietante come ci siano persone che sono in grado di percepire la fragilità delle persone nel momento dell’innamoramento per poi cancellarla dalla memoria al momento di portare via le palle!!!!
E’ ingiusto, è ingiusto, è ingiusto!!!
Ognuno è libero di andare via! Ma quando lo fa lo dovrebbe fare con la stessa delicatezza che aveva al momento dell’arrivo e durante la permanenza!
E se non lo fa almeno eviti la scenetta del “…….ma io cos’ho fatto?????…………”.
Se lei prendeva psicofarmaci ed era in cura dallo psicologo trattandola con freddezza e razionalità hai fatto lo str…..ECCO COS’HAI FATTO!!!
Luna, grazie. 🙂
Ho compreso la tua grande delicatezza nel dire le cose, e scriviamo qua anche perché gli altri ci possano dare la loro opinione, quindi stai tranquillissima nell’esprimere la tua nei miei riguardi… Naturalmente molte cose non le ho dette (per riservatezza dei problemi di lui): mi dispiace tantissimo non aver potuto essergli più accanto, ma credo che se un giorno rifletterà su noi, dopo aver risolto i suoi problemi, potrà comprendere che io per lui quasi non esistevo, già dopo poco tempo: esistevo solo in relazione ai suoi problemi e questo – dopo una bellissima partenza – non andava bene.
Un primo segnale, da dopo il distacco, c’è pur stato, ed è stato, appunto, il suo ulteriore distacco… Forse per aver capito che non in quel modo non andava bene, forse per avere capito che non mi ama, forse per altro: il tempo solo potrà dirlo, ma credo che una persona che tiene a te in ogni caso te lo fa capire, oppure: ti fa capire che NON tiene a te… Una telefonata, pochi minuti, dopo tanti tanti giorni di silenzio, in cui mi dice che gli dispiace che questo rapporto si sia interrotto per qualcosa che non era così importante, poi butta là che sì, avevo avuto pazienza (coi suoi problemi), ma solo fino a un certo punto… Mi dice, con tono deciso (e freddo) che comunque ci risentiremo e… riattacca. Senza nemmeno prima ascoltare se avevo da dire qualcosa, senza nemmmeno sentire il mio “ciao”. Infatti non l’ho detto: sono rimasta di stucco.
Francesco, provo a darti la mia opinione. “lei ha fatto di tutto per non perdermi”, tu dici. Io sono sempre stata contraria alle persone che fanno di tutto per stare (avere?) con qualcuno. A quanto pare il mio ex, con la sua ex, aveva fatto proprio così: non era convinto, ma lei “aveva fatto di tutto per averlo”. Non va bene: le responsabilità della nostra vita sono nostre (è una semplificazione: ovvio che ci sono persone estremamente sfortunate, che dovremmo provare ad aiutare). Nel lavoro (che si ha o non si ha), come nei sentimenti, bisogna imparare a prendersi ognuno la propria parte di responsabilità. Per me sarebbe impossibile stare con qualcuno che non mi ha scelto, come e quanto io lui.
Quindi mi pare che hai amato “controvoglia”, dietro ricatto. Così anche rivedendola il ricatto di lei continua… Vedo che ti sei anche prodigato per lei, le hai fatto del bene, e alla fine hai detto basta (come hai visto, inoltre, con alcuni, quello che si dà, non basta mai, e pare anche che ce l’abbiano con noi in maniera irragionevole…). Posso dirti che hai fatto non bene, ma benissimo?
Ciao Francesco. Scusami se prima ho esagerato.
E’ che ho rivissuto mentalmente delle scene che sto ancora rielaborando dentro di me.
Ho la presunzione di parlare come persona che ha vestito entrambi i ruoli.
Quello di risolutore e quello di persona che avrebbe dovuto essere aiutata a risolversi. Quello di rassicuratore e quello di persona che avrebbe dovuto essere rassicurata, condotta, accompagnata alla verità.
Come vedi uso il presente per me ed il condizionale per i ruoli in cui essendo il soggetto passivo avrei avuto bisogno di un soggetto attivo.
Non è andata così….
Sono stata (e conto di tornare ad essere ma in maniera intelligente) una persona che ha dato agli altri tutto di sè. Anche ciò che avrebbe dovuto lasciare a se stessa.
Specie con il tipo che, alla fine, ha mandato in frantumi il mio stato emotivo.
In lui, nella sua “riabilitazione”, nel suo sostegno ho investito più energia di quanto ne possedessi.
Avrei dovuto dire “ora basta!”? Si, avrei dovuto.
Ma non l’ho fatto.
La situazione si è ribaltata. Lui forte ed io debole! Debole? No!!!! Di più! Frantumata! A pezzi.
E lui mi ha offerto la sua fredda razionalità!
Io non lo odio, non lo guardo con rancore, non lo guardo con cattiveria.
Lo guardo come una persona che avrebbe potuto prendere il mio viso tra le sue mani e con la calma che avrebbe dovuto dipendere dalla sua nuova, acquisità razionalità avrebbe dovuto condurmi alla realtà dei fatti.
“Noi non possiamo stare insieme”!
Certo avrei pianto, magari avrei pestato i piedi, ci sarei stata male.
Ma poi avrei capito.
Ed ora guardandolo gli sorriderei con gli occhi e lo ringrazierei per avermi dato la possibilità di vivere una vita che con lui non avrei (per tante ragioni) potuto vivere.
Ma lui è stato freddo oltre che razionale.
Altro che carezza!
Il dito alzato in una sorta di Ipse dixit accompagnato da uno sguardo di acciaio, da parole dure, da un elenco di fatti, da una cronaca di elementi a sfavore della prosecuzione. Il brutto rapporto che accompagna una lettera di lincenziamento.
“Ho preso la strada migliore che ho trovato”!
Ecco la sua bella, fredda, bastarda, frase con cui mi ha congedato.
Quando stai male, stai male dentro alla tua mente, non te ne rendi conto.
Vedi normali immagini che gli altri vedono come sfalsate, dilatate, annebbiate.
Hai una percezione della realtà diversa. Ma non te ne rendi conto.
Non hai bisogno di razionalità, nè di freddezza.
Hai bisogno di capire ed in primo luogo di capire che non stai capendo qualcosa.
O meglio che stai percependo una serie di cose in modo diverso da come sarebbe opportuno che le percepissi.
Ma chi è con te deve portartici con la calma, con l’affetto, con la razionalità spiegata e non sbattuta sul sul grugno con lo scazzo di chi non capisce come fa l’altro a non capire che avanti così non si può andare!!!!
Porto con me da un anno un sacchetto pieno di domande, di perchè che non avranno mai una risposta.
Non mi interessa più nessuna risposta. E’ stata superata dalla realtà, congelata dalla sua freddezza.
Il male che ho dentro è doppio. E’ il risentimento per aver dato tanto e ricevuto niente. E’ il dolore dell’abbandono brutale che in quel momento (e sottolineo in quel momento), con quello stato d’animo, con quello stato di debolezza e confusione non potevo nè capire nè giustificare se non con affettuose, calme, rassicuranti spiegazioni.
E’ un male che non ha più il suo viso, il suo nome.
Ma c’è ed è pronto a saltare fuori come una bestia senza controllo quando intravedo la possibiltà che qualcuno non capisca come sta chi sta male.
…………..E parla di fredda razionalità!
Voi che avete dato tanto (me compresa)….e che caz.. ci vuole tanto a dare ancora un pò e, senza farsi imbrigliare in una storia non (più) voluta, accompagnare una relazione alla porta senza nascondersi dietro allo scudo della freddezza????
Ciao a tutti.
NATY:
ciao Naty, ripeto, ringrazio te, perché questi scambi di opinione sono sempre utili, e ciò che avete scritto tu e Gianluca sicuramente è stato utile anche a me. Come dicevo il mio era anche un discorso generale – su temi a cui chiaramente tengo – prendendo spunto dal particolare, fermo restando però che davvero ogni persona conosce bene la sua storia e ciascuno sa per sè 🙂
Per quanto riguarda il tuo ex… bhe, ciò che mi viene in mente (sempre con le solite premesse di cui sopra) di dirti è: se è, in questa fase della sua vita o comunque di default, così autoreferenziale, concentrato su se stesso, in realtà il modo in cui sta chiudendo la storia, in modo appunto autorefenziale, è coerente con il suo modo di essere.
E’ naturale che tu ci rimanga male, e che ti stupisca, perché ovviamente tendi a misurarlo su un tuo metro, più empatico, più attento alla sensibilità esterna, più attento a guardare la cosa da più punti di vista, ma la verità è che esistono anche persone che tutto ciò non lo fanno. Non lo fanno perché non ne hanno l’indole, perché non ne sono capaci, perché funzionano semplicemente in un altro modo. Giusto o sbagliato che sia così è.
Possono anche imparare a funzionare diversamente, ma se lo vogliono loro, e soprattutto prima devono rendersi conto che il loro funzionamento è controproducente innanzitutto per loro stessi. Ma lo è davvero?
Ne hanno la percezione? Se non ne hanno la percezione per loro non esiste un problema da risolvere. Se ne hanno la percezione il fatto stesso di essere molto compresi dagli altri fa sì che il loro atteggiamento in realtà non si riveli poi così controproducente.
sono andata di nuovo sul generale, ma intendo dire, molto banalmente, che chi funziona in modo controproducente nel rapporto con se stesso e/o con gli altri ma viene continuamente corretto dall’adattamento degli altri nei suoi confronti difficilmente cambierà atteggiamento. Poi un giorno le situazioni esplodono. C’è chi di fronte ad una situazione che esplode si fa un esame di coscienza e chi accusa gli altri di non essersi adattati a sufficienza…
Ripeto, discorso generale, e anche banalizzato. Son temi complessi 😉
Ovviamente i confini non sono così netti, le persone sono fatte di tante cose e tutti noi possiamo essere sia autoreferenziali che empatici, ecc ecc, anche a seconda dei momenti della vita, però, ecco il fatto che il tuo ex, che non capiva, per esempio, perché anche tu potevi avere bisogno di spazio, ora usi la negazione, ancora una volta di quello che senti tu (lasciarsi per così poco… hai avuto pazienza, sì, ma fino ad un certo punto… e la risposta fredda, e non chiederti come stai tu…) bhe, mi sembra abbastanza coerente con se stesso più che sorprendente…
FRANCESCO: Lilly e Naty hanno colto un aspetto importante, quello della fragilità emotiva. Fragilità di cui lei non ha fatto mistero, sin dall’inizio. Forse, chissà, fragilità che in parte ti ha fatto anche innamorare di lei. Non dico per un istinto da crocerossino, eh, dico proprio perché faceva parte di lei, quando ti sei innamorato di lei, e perché, da uomo innamorato, desideravi che lei sbocciasse, anche per lei stessa. O forse anche per istinto di recupero, visto che dici “le ho dato…”. Lei però, in quei due anni, ha avuto lo spazio e ha imparato a sua volta ad uscire dalla dipendenza della serenità che le davi tu, che le dava la storia, e per costruirsene anche una propria? O il rapporto era di forte dipendenza? La fragilità emotiva di lei non è ovviamente un ricatto che può costringerti a stare con qualcuno per tutta la vita, se la storia non funziona più, se i sentimenti finiscono, però anch’io, come Lilly, sono rimasta un po’ stupita da “freddezza e razionalità”. Proprio perché descrivi lei come una persona fragile la cosa sembra incoerente, e incoerente il tuo stupore. Concordo con Lilly che la sensibilità degli altri e la loro fragilità va rispettata, e anche con il fatto che comunque, anche la persona più dura della pietra, di fronte ad un addio, alla fine di un amore nel quale ha creduto, si sente destabilizzata. Chiunque. A maggior ragione chi ha un equilibrio fragile.
Non so per quale motivo la tua ex prendeva dei psicofarmaci e andava dallo psicologo, se ciò era legato a delle contingenze e problemi momentanei, o se a qualcosa di più profondo, sul quale stava lavorando. Tu dici di averle dato stabilità e serenità e si dà forse troppo per scontato che ad un certo punto solo tu gliel’abbia tolta. E’ così? Un giorno hai smesso di voler occuparti di lei? Oppure ad un certo punto, proprio perché la serenità e stabilità avevano fatto credere che lei avesse raggiunto un buon equilibrio, per te siete diventati un uomo e una donna, alla pari, che vivevano una relazione, e ad un certo punto questa non ha funzionato più? Accenni al fatto che la relazione stava andando male, molto male. E mi viene il dubbio, quando parli di “freddezza e razionalità” (dubbio idiota forse) che sia ciò che hai cercato di fare per te, essere razionale, nel momento in cui da un lato il senso di realtà ti diceva che quella storia faceva male ad entrambi, e dall’altro, poiché parli di “influenze emotive”, in realtà percepivi paradossalmente più forte lei, lei con la sua fragilità e le sue ragioni, con il non voler rinunciare (anche ovviamente) a quello che aveva rappresentato serenità e stabilità, non volendo ammettere che la storia faceva male ormai ad entrambi. Forse eravate interdipendenti, non solo lei da te. Cmq sia proprio perché dici che lei non voleva che questa storia finisse è abbastanza ovvio che oggi non si senta di dirti grazie, no? Anche se razionalmente e anche emotivamente (sei sereno) tu, per te, hai sentito che era meglio chiudere.
Cara lilly,
una risposta come la tua ci sta pure,ed io mi prendo tutte le mie responsabilita’ per le badilate la freddezza e la razionalita’..ma questo succedeva un anno fa’quando io volevo stare da solo per capire’realmente qual era il sentimento per questa persona e non prenderla in giro e tenermela vicino solo perche’ e una gra bella donna,ma nonostante ho provato a lasciarla non so quante volte..lei e sempre riuscita a rimanere al mio fianco,visto che sistematicamente c’erano i pianti le promesse di non rifare piu gli stessi errori…si faceva l’amore e si ripartiva…siamo andati cosi sino a natale di quest’anno,ennesima lite ci siamo lasciati..ed io ho sentito un amore cosi grande per lei che ho deciso di riconquistarla…per darle tutto quello che a suo dire le avevo fatto mancare…insomma lei si faceva negare al tel mi diceva di non volermi mai piu’ vedere etc..etc..io in quei mommentimi sono sentiti crollare il mondo addosso, sono stato molto male per lei… ed oggi mentre scrivo e parlo di lei mi vengono gli occhi lucidi ed un nodo in gola,
insomma per farla breve sono riusciuto a riconquistarla..e’ abbiamo ripreso la nostra vita di coppia in maniera serena io le ho dimostrato realmente quanto l’ho amata..ma sapevo e vedevo nella sua instabilita’ che un giorno o l’altro mi avrebbe portato al punto di mandarla a quel paese..e cosi è successo alla fine…
la mancanza di affetto a suo “modo di dire” é stata un frangente nella nostra storia per quanto mi riguarda…lei mi ha portato al punto di annientare la mia personalità perche’ ad un certo punto mi a fatto sentire una nullita’ come se lei meritasse di meglio ect..ect..insomma la statuina di vetro soffiato si è trasformata in leone ed io agnello.
Luna io penso invece che lei quando a capito che poteva camminare da sola.. si sia convinta di poter fare il leone ed io l’agnello,e socondo me la prova lampante é che io oggi sono “sereno”ma solo per il fatto che sono tornato ad essere me stesso, perche’ ogni storia che finisce per quanto mi riguarda e’ un fallimento,e lei che credeva di poter far il leone si e’ ritrovata punto è a capo…infelice instabile.
con dei comportamenti fra l’altro che io non riesco a capire,
non la riconosco piu’ sembra come un’anima dannata…me l’ho hanno detto anche i suoi genitori che ho incontrato.e ame tutto cio’ non potete capire quanto mi faccia stare male..perche’ oggi purtoppo non posso fare piu’ nulla per lei..anche perche’ mi odia..
Ciao Luna,
ti trovo una persona molto interessante. Parlami di te, se vuoi. Sei una psicologa?
PS: mi ha chiesto come stavo, all’inizio della telefonata, naturalmente. E’ che mi ha praticamente riattaccato il telefono in faccia. Con eleganza. D’altra parte è un uomo molto impegnato, e un vero signore: ama solo finché è amato. Che dico, adorato.