La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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E poi capiremo che non è questione di darsi addosso facendo i conti con se stessi… e che la soluzione rimane ricominciare a vivere.
Tu parli di difficoltà oggettive (che però rimangono anche in qualche misura sempre relative, perché dipende da come si percepiscono…) e del fatto che sono state pesanti anche per te, ma che qualcosa è sempre stato più forte di quelle difficoltà.
Forse quel qualcosa, più forte di quelle difficoltà, la tua ragazza non lo ha più.
E’ veramente egoista?
Ok, può essere egoista nella misura in cui è normale pensare che se due persone si amano veramente insieme possono superare le più grandi difficoltà.
Ma te la posso dire una cosa, in generale?
Se una persona si ascolta e dice: io così sto male, io così non ce la faccio, io ho bisogno di vivere, non di stare nell’illusione… bhe, forse esprime solo quello che sente. E’ sbagliato questo? Ma se sente così che può farci? Raccontarsi e raccontarti balle?
Qualcuno potrà saltarmi alla giugulare per quello che dico ora, ma alla fine se tu (generico) ti ascolti e senti che una situazione ti fa male e decidi di rinunciare il tuo atteggiamento è più sano (egoista o no che tu sia) di quello di chi è disposto a camminare sui chiodi e di dirsi “va tutto bene, va benissimo!” mentre continua a sanguinare.
Le sensazioni sono qualcosa di primitivo. Se ne sbattono le balle se non è bello sentirsi così o colì. Uno sente quello che sente.
La tua ragazza, mi pare di capire, sa che tu la ami. Sa che tu per lei eri disposto a fare tutte le cose che dicevi a noi, a continuare a farlo.
Tu sei stato chiaro in tal senso.
Altre soluzioni per cambiare le cose esterne che vi hanno causato disagi, mi pare di capire, non ce ne sono.
Altrimenti, immagino, stareste lavorando sulle soluzioni, e non sul disagio della situazione.
In modo concreto intendo.
Lei dice che comunque ha scelto.
Le carte, mi pare, al momento attuale, sono tutte in tavola.
Ciao Cico.
La vita, a volte, trucca i dadi e capita che le occasioni giuste capitino nel momento sbagliato e quelle sbagliate capitino nei momenti giusti.
Momenti giusti perchè sono quelli in cui siamo disposti a dare tutto il meglio di noi, tutto ciò che serve ad una storia per diventare una storia d’amore.
E’ sempre brutto rimanere da soli o scoprire di esserlo sempre stati.
Di aver vissuto in compagnia dei propri sogni, di aver proiettato su un corpo, su un viso, il nostro modo di amare e di sentirci amati.
“Forse perchè ognuno vede solo ciò che vuol vedere”,
come scrive Eros…..
E’ brutto a qualsiasi età.
Ma, a volte, capita. E quando accade bisogna tirare fuori tutta la forza che abbiamo dentro di noi e continuare a vivere.
Io te lo dico da persona che ha perso un sacco di tempo a non fare, a non pensare, a piangere, a disperarsi, a raccontarsi tremila favole, ad apettare, ad attendere, a darsi addosso, a vedere una realtà inesistente.
Ti parlo da persona che è ancora “in viaggio”, ben lontana dall’essere arrivata a destinazione.
Lei avrà sempre un posto speciale nel tuo cuore.
Fai in modo che quel posto non occupi tutto lo spazio che c’è.
Un abbraccione.
@La vita, a volte, trucca i dadi e capita che le occasioni giuste capitino nel momento sbagliato e quelle sbagliate capitino nei momenti giusti.
Scusate, Lilly e Cico, se allargo il discorso.
E’ vero, accade. Ma a volte capita anche di perdersi in congetture o in assurdi stand by pensando che la questione sia solo di tempi sbagliati e di contingenze. Mentre in realtà non sta lì.
E non è la vita ad aver truccato i dadi, come non è l’amore ad averci imbrogliato. Ma sono semplicemente le persone ad essere quello che sono, in quel preciso momento. A reagire a quelle circostanze in un determinato modo. A fare una scelta invece di un’altra.
Che a noi non piace. Allora preferiamo pensare che siano così ammalati, confusi, da non essere in grado di fare una scelta.
Così feriti o lesionati in qualche modo da amarci, in realtà, ma non rendersene conto. Da voler dare tanto di più, ma non esserne capaci.
Da dire un sacco di cose, ma parlando a vanvera.
Ma che differenza c’è tra qualcuno che non mi ama e qualcuno che non sa che mi ama?
Tra qualcuno che mi rende infelice perché è sadico e qualcuno che non mi rende felice perché non è in grado di sostenere una relazione sana?
La differenza è che le cose potrebbero andare diversamente?
ok, come?
Se quella persona affrontasse le cose diversamente?
Se quella persona affrontasse i suoi fantasmi diversamente?
Ok. Ma lo sta facendo?
no.
Se gli ripetiamo cento volte che le cose non stanno così ma colì, che si sta perdendo la bellezza dell’amore e non la vede, non ci ascolta, cambia qualcosa?
no.
perché sta sentendo quello che sente, e sta scegliendo. sta scegliendo di restare com’è.
Forse non riesco a farmi capire…
Usciamo dal presente, dalle sensazioni che abbiamo in quel momento, e ci perdiamo…
Giustifichiamo, relativizziamo…
è in parte è anche giusto.
Perché se amo qualcuno e quel qualcuno sta vivendo un brutto periodo non posso pensare che sia uguale a quando è sereno, che non sia stressato, non sia triste, che non sia emotivamente più turbato…
però…
però c’è chi quando sta male cerca di risolvere i suoi problemi, o chiede aiuto e chi invece implode o esplode.
c’è chi comunque, anche quando ha un problema, si ricorda che gli altri esistono, in quanto persone che hanno il diritto di continuare a vivere e di conservare il loro equilibrio, e che, nel momento in cui il suo stare male arreca dolore agli altri, se ne accorge.
c’è chi non pensa che gli altri siano lì per farsi vomitare addosso ingiurie.
c’è chi quando sta male ed è egoista, nel momento in cui chi viene ingiuriato esce fuori dalla porta e dice: “io esco a prendere aria, perché così non ci sto” si chiede se non sta sbagliando.
C’è chi invece ferisce e non guarda dove va a colpire.
Chi pretende che siano sempre gli altri ad adattarsi.
Chi quando va giù a piombo non cerca persone che gli dimostrino che si può tornare e stare su, ma persone da trascinare giù a piombo.
Chi si lamenta che è tutto uno schifo ma concretamente cosa fa perché non lo sia?
Chi si tiene la sua visione nera del mondo stretta come la coperta di Linus.
Perché?
c.... suoi. Avrà i suoi motivi. Saranno validissimi.
Ma magari vuole far cambiare idea a chi è contento, e ha speranza, invece di permettere a chi è contento e ha speranza, di far cambiare idea a lui.
E allora io dico: ciascuno sceglie per sè.
Nessuno pretende che ci vive una difficoltà sia perfetto. Tutti, quando vivono una difficoltà, cercano comprensione. Dipende come. Dipende quale.
Ma nessuno, neanche chi vive una pesante difficoltà, ha il diritto di maltrattare gli altri.
Può provarci, può farlo senza rendersene conto, può farlo cercando disperatamente amore nel modo sbagliato, ma chi ha difronte deve spostarsi e dire il suo no. Perché alle “strategie” lesive bisogna dire no. Perché non aiuti nessuno facendoti fare male.
Nessuno.
Non gli dimostri più amore, o più spirito di sacrificio perdendo la tua capacità di vivere.
Mi chiedo se, molto spesso, se tante storie terribili non comincino anche da questo malinteso.
Da un’idea, distorta, del romanticismo e della passione. Che passa attraverso la passiva accettazione del dolore. Come prova d’amore.
E non si tratta di abbandonare qualcuno perché sta male.
Perché puoi aiutare chi ti ama e ha perso la sua gioia di vivere conservando e mostrandogli la tua, puoi accompagnarlo da venti medici, tenergli la mano quando piange, e comprendere.
ma non lo aiuterai mai facendoti maltrattare, entrando nel circolo vizioso della sua crisi e del suo pensieri perdendo la tua lucidità.
la tua vita.
Se non preservi il tuo equilibrio sarete in due ad averlo perso. e basta.
scusate questo discorso, che non c’entra, ma una cosa che è accaduta in questi giorni ad amici miei mi ha fatto pensare che conosco persone a cui ne sono capitate di tutti i colori. E che in tensione si sono anche mandate a quel paese. Hanno fatto errori. Hanno avuto bisogno di riassestarsi su un nuovo equilibrio.
Ma si sono anche chieste scusa. E hanno cercato di lavorare in due sull’equilibrio.
Entrambe dotate di abbastanza altruismo, sano egoismo e di capacità di spostarsi quando venivano investite dall’energia negativa dell’altro, e di difendersi, in modo sano, e di continuare a conservarsi uno spazio vitale (degno di tal nome) da non arrivare mai a distruggersi a vicenda, o che uno pensasse che l’altro era lì per farsi distruggere.
Niente… pensieri in libertà 😉
baci
Il problema (nel mio caso) è stata la presunzione di aver equilibrio per tutti i due. Il classico “tranki………ghe pensi mi”, tanto per intenderci.
“Tu ciocchi? Ma io ti amo da morire e vedrai che ti tirerò fuori.”!
Una sorta di “La cura” di Battiato con ruoli rovesciati.
Invece cos’è successo?????
Che lui ha dimostrato di avere un equilibrio stabilissimo, una forza incredibile ed un impressionante amore verso se stesso.
Io NO!!!!!
E dandomi un calcio nel c…. mi ha fatto prendere una solenne straccionata, questo si, ma mi ha anche fatto capire che era il mio (non il suo)equilibrio ad essere malato ed instabilissimo.
Sono caduta malamente, va bene? Sono caduta dalla torre di babele delle mie convinzioni, delle mie presunzioni, delle mie certezze!!!!
Ma mi sono rialzata e sono ripartita appoggiandomi alla ringhiera delle mie nuove certezze, delle mie nuove convinzioni, della consapevolezza dei miei limiti.
Ed ora ho una sola presunzione.
Quella di mollare prima o poi la ringhiera e andare avanti forte di un nuovo equilibrio che questa volta sarà equilibrio vero non una brutta copia fortemente voluta ma non posseduta.
E per assurdo io ringrazio quello str…per avermi fatto capire che le cose stavano diversamente da come credevo, che ero instabile e fragilissima.
Io…..che credevo di poter aiutare il mondo intero!
Lo ringrazio perchè ha fatto fare detonare la bomba che c’era in me prima che esplodesse facendomi veramente male!
Non mi ha portato giù a piombo con lui perchè lui non è andato giù.
Ma neppure io. Mi sono incagliata nell’apatia e poi ho trovato la forza di annaspare fino alla riva.
Ma col caz….che torno “indietro”. Col cavolo che mi risiedo nella mia malinconia.
La prossima volta voglio ridere se c’è da ridere e piangere se c’è da piangere senza più aver paura di sbagliare, di far arrabbiare qualcuno, di scatenare chissà quale reazione.
Il ghe pensi mi, mi spiace, non esiste.
Ghe pensi ANCHE mi, cocco, ma solo se fai i tuoi buoni sforzi per aiutare te stesso (non sono un materasso, non ti stravaccare su di me!!!!!) e sopratutto se, a tempo debito, ricambierai il favore!!!!
Ciao a tutti!!!
Errata corrige:
“Lo ringrazio perchè ha fatto fare detonare la bomba che c’era in me prima che esplodesse facendomi veramente male!”
Ps…..ho detto detonare ma volevo dire disinnescare…..
Ariciao a tutti!!!
ma ma ma ma Lilly e Luna uscite dalla mia testa!
ho appena finito di fare tutte e due le cose insieme, seguire a spron battuto una persona trovando per ogni suo comportamento una giustificazione e pensare che io possa bastare per tutti.
e ho i nervi a fior di pelle, non o meglio non solo, per il dispiacere di come è finita la relazione ma per il mio comportamento.
giuro che non mi capisco, quando arrivano le tranvate sto lì fermo a prenderle, totalmente impassibile e facendo pure vedere poco all’esterno il loro effetto. Trovo diecimila giustificazioni per il comportamento degli altri mentre quando devo valutare i miei di comportamenti sono impietoso.
ed infine pur avendo avuto prove in passato che non funziona così, mi convinco di poter bastare per tutti e due, che se io son solido lo diventerà anche l’altra persona.
eh no cribbio, puoi aiutare chi vuole essere aiutato ma chi non si muove e chi sceglie di non scegliere è un muro di gomma, che nella stessa frase ti manda 8 messaggi contrastanti differenti, ed al grido di “sono confusa” si attribuisce la patente di poter sbandare a destra e a manca come un fuscello nel vento a danno di tutti quelli che stanno intorno.
“sono confusa”? e chi non lo è? la differenza sta nel modo di gestirla questa confusione. chi è sicuro non è perchè non ha incertezze ma perchè è in grado di gestirsele con tutte le difficoltà che questo comporta.
insomma alla fine mi son fatto una domanda: io cosa voglio?
voglio essere una stampella? oppure voglio un rapporto fatto da due persone con un cervello e una spina dorsale?. non mi sembra una risposta difficile.
poi, ampia fiducia nella possibilità che hanno le persone di trovare la propria strada, ma in autonomia però. non sono più disposto a fare il virgilio, anche un po’ rompiballe, guidando fuori gente che magari si scopre non ha nessuna voglia di uscire.
bhe ciao!
Ciao Lillina 🙂
@Il problema (nel mio caso) è stata la presunzione di aver equilibrio per tutti i due. Il classico “tranki………ghe pensi mi”, tanto per intenderci.
“Tu ciocchi? Ma io ti amo da morire e vedrai che ti tirerò fuori.”!
Una sorta di “La cura” di Battiato con ruoli rovesciati.
Invece cos’è successo?????
Che lui ha dimostrato di avere un equilibrio stabilissimo, una forza incredibile ed un impressionante amore verso se stesso.
Io NO!!!!!
Conosco il problema. E penso che lo conoscano diverse persone che scrivono qui. Ed è effettivamente molto centrale. Perché individuarlo è importante 🙂
Solo su una cosa “differisco” (e vedi se ti può essere utile, perché le storie sono diverse, ma magari…):
sicuramente, come te, non mi sono difesa abbastanza, e questa è la cosa – e non di poco conto – che mancava al mio equilibrio di prima. Sapevo difendermi, istintivamente, ma non ero pronta ad alzare un livello di difesa così alto e nei confronti di una persona che amavo. e che, a modo suo, mi amava.
Una persona però con delle strategie sbagliate. Mancava quello insieme ad altre cose. Per esempio io ho una forte capacità di resistere ad un forte stress sul lungo termine, e questo è un bene, nella vita mi è stato molto utile, perché io ho anche una buona capacità di compensazione dello stress. ma è diventato un male quando ne ho sopportate troppe nel momento sbagliato. Perché un’altra avrebbe alzato bandiera bianca molto prima. Io no.
Inoltre avevo un po’ la tendenza del “risolutore”. Che, peraltro, nella vita non è un male, di per sè. Perché il “risolutore” ha anche delle qualità che, quando incontra delle persone “sane” e che sono capaci di prendere, ma anche di dare, sono utili. E creano un ottimo scambio. Perché il risolutore ha più sangue freddo, empatia, ecc ecc. Ma il risolutore, spesso, ha imparato ad essere un risolutore anche perché si è sentito responsabilizzato molto dal punto di vista emotivo, a monte, e quindi se incontra qualcuno che gli usa questa caratteristica contro sono un po’ c...., come dire…
Perché a quel punto la sua capacità empatica può fargli sentire più l’altro di se stesso. O entrambi, ma con un senso di responsabilità globale che gli fotte quella primaria, individuale.
ma a questo punto torniamo sempre al punto “a”, e cioè: dovevo difendermi di più. Non percuotendo qualcuno con una padella o chiudendomi in bagno, ma dovevo difendere di più la mia capacità di stare in equilibrio.
Che possedevo.
Solo che la mia capacitò di stare in equilibrio, istintivamente, facendo determinate scelte, era insopportabile per le sue dinamiche.
Insomma, non funzionavo poi così male (e forse neanche tu, Lilly, anche se in futuro si può funzionare meglio, apprendendo nuove cose di sè), ma il mio modo di funzionare era incompatibile con le sue insicurezze.
E me le ha scaraventate addosso. E io me le sono prese tutte. Sentendomi in colpa.
Ora, come te, guardando indietro, mi dico che i tasselli che ho oggi mi possono permettere un
equilibrio migliore, meno faticoso, e sapere cos’è successo (in parte lo sapevo già mentre ci stavo dentro, ma c’ero troppo dentro) fa la differenza. Però nel mio caso uno dei problemi è stato anche aver a che fare con qualcuno che gestiva il suo stress molto peggio di me in un momento in cui io avevo le difese basse.
@Che lui ha dimostrato di avere un equilibrio stabilissimo, una forza incredibile ed un impressionante amore verso se stesso.
Cosa intendiamo per equilibrio? Non fare il botto o avere una vita soddisfacente? Anche tu sei stata in qualche modo in equilibrio durante la tua storia. Con costi sempre più alti.
Ci sono persone che stanno in equilibrio non facendo nessun botto, ma in realtà sono spente, amareggiate e non evolvono in direzioni che le porterebbero ad avere meno carichi e a sentire più livelli di emozioni. Persone che escono ogni mattina e vanno al lavoro, ma che in realtà hanno l’apparato gastrointestinale a puttane.
Cosa intendiamo per amore per se stessi?
Una chiusura incondizionata e un muro o il fatto di saper far entrare o non entrare le cose a seconda del loro effettivo benefico o meno?
L’incapacità di mettersi in discussione è davvero una forma di amore verso se stessi?
E’ una forma di protezione molto alta, e che può diventare anche una forma di aggressività verso l’esterno, o di eccessiva richiesta verso l’esterno, per soddisfare in maniera immediata determinati bisogni, ma è davvero una forma di amore verso se stessi? Intendo dire, sei sicura che lui si amasse davvero più di te? O era solo davvero più egoista intorno al suo nucleo e nel portare avanti le sue motivazioni rispetto a te?
Quando è iniziata la valanga mia è iniziata perché la persona che avevo accanto stava vivendo un periodo di forte stress e me lo ha buttato addosso, in modo “disfunzionale”.
Lo stress suo era dovuto ad un periodo di cambiamento, responsabilità e rotture di palle esterne molto invasive in un momento suo di debolezza. Ma ha gestito in maniera pessima la sua crisi, nel nome della protezione del suo nucleo, non da me, ma da se stesso. Tuttavia io sono diventata il nemico.
Io uscivo da un periodo di forte stress, che avevo retto bene (inclusa una malattia in famiglia) perché comunque istintivamente avevo una capacità di tenere l’attenzione molto alta, di usare il motore con tutte le sue potenzialità qualora fosse necessario o facessi una scelta in base ai costi/benefici e di accettare la presenza dello stress (che non è solo negativo) ma anche di concedermi la compensanzione, mollando. In quel periodo c’erano state diverse variabili di stress, per me, anche non scelte, però ero consapevole del fatto di essere stressata e che dovevo compensare.E sapevo individuare delle priorità.
Lui no.
Lui era nel marasma, in chiusura e in attacco. Ogni mia compensazione era menefreghismo. E mi sballava le priorità. Se mi spostavo ero stronza, se restavo ero stronza. Avrei dovuto spostarmi definitivamente,ma ero troppo stanca per capirlo.
LUNA, LILLy ma non vi sembra di dare troppa importanza a sti uomini?…Ma tutte ste cose sono stati in grado di farci?…Ma così bravi erano da squilibrarci in quel modo?…io me lo son chiesta tante volte, perchè prendendo il mio ad esempio, colui che chiamo il serial killer, io vedo che ho dovuto sfatare il mito che mi ero creata nella mia testa di “uomo migliore del mondo” trovando, con distacco ed obbiettività, un serie di difetti, mancanze, il cui risultato è stato “un misero essere impaurito e frustrato da una vita di sofferenza dove l’unica cosa che non andava era lui”, lui che non si acettava, che non si è mai accettato, per cui sbarellava a destra e manca, mentendo in continuazione, senza mai concludere nulla di buono…
Va bene cercar ogni tipo di scappatoia analiticha per riprendere a vivere, va bene vedere la NOSTRA verità dei fatti e niente altro per scacciare la paralizzante malinconia che ti toglie il fiato , ma non va bene secondo me pensare che sti omuncoli possano aver avuto il potere di annientarci in quella maniera.
La conclusione a cui io son arrivata con molta serenità e tranquillità è stata: NON MI AMAVA, ho tentato, son stata caparbia, ostinata, me le son prese tutte finchè ho potuto e poi son scappata quando son arrivata alla saturazione,- NON MI AMAVA e io invece SI. Punto.
Saranno anafettivi, squilibrati loro e noi, problematici calcolatori ma non così bravi da annientarci in quella maniera.
Secondo me è stata la situazione, il contesto, più semplicemente noi amavamo e loro no, che ci ha annientato nel tempo.
Difficile forse da accettare allora ma unica vera, palapabile spiegazione.
Notte carissimi….