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La fine improvvisa di un amore

di Loredana
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14.073 commenti

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  • 4981
    Alonso Q. -

    Lilly wrote:”Ma se so che è così perché ci penso tutti i giorni?
    Perché so ma non capisco???
    Perchè? Perché? Perché?”

    lilly vorrei sapere le risposte per poterle dire prima a me e poi condividerle.
    Personalmente mi rendo conto che ripenso a lei perchè sento che manca qualcosa nella mia vita.Il suo ruolo nella mia esistenza era quello di farmi sentire importante, indispensabile e ,come detto nel post qui sopra, di coprire con i suoi problemi i miei.Ma tutto è soggettivo e ogni storia ha sfacettature diverse per quanto alla fine,come dici tu,siano tutte simili.
    Penso spesso a lei.Mi creo nella mente scene in cui parlo a lei o a suoi amici dando la mia versione dei fatti,fornendo spiegazioni dettagliate,ragioni verosimili,in cui mi riscatto ai miei e ai suoi occhi dei comportamenti zerbineschi a cui anche tu fai cenno… ma alla fine sono solo altri modi,inutili, per riempire un vuoto,per continuare nella mia personalissima fuga da me stesso.
    Come uscirne?non ne ho idea.Uno psicologo forse avrebbe la risposta,mi riempirebbe la testa di come ci si libera dalle dipendenze affettive (perchè altro non era) e di come possa riconquistare me stesso in 5 semplicissime mosse.
    Ma la mia partita a scacchi per ora voglio giocarmela da solo.Ho deciso che da ora in poi guarderò dentro di me,ogni singolo istante per capire quali sono le motivazioni che mi spingono ad agire.solo dopo averle capite agirò.
    Mi metterò alla prova ogni singolo giorno,riempirò i miei spazi liberi nell’attuazione di un progetto dove testare i miei passi in avanti.La mia vita non dipende più da lei,lei non dipende più da me.
    La prima cosa che ho capito?
    tutto il dolore che provo,la vergogna per come mi sono comportato,il ricordo che ti fa mancare il fiato e ti paralizza rendendoti un eremita che non ha voglia di comunicare con il pezzo di mondo limitrofo è per buona parte vigliaccheria.La mancanza di forze?una scusa.La mancanza di voglia?fifa per non affrontare i propri problemi.Le fitte di dolore? si somatizza la fatica che dovremo fare.
    Ci vuole fegato ad andare là fuori e continuare…io ne ho appena ordinati due etti dal macellaio.Appena arriva vi farò sapere.

  • 4982
    ex_king -

    … se saprai mantenerti calmo quando intorno a te tutti perderanno la testa e te ne incolperanno:
    … se crederai in te stesso quando tutti dubiteranno, ma saprai comprendere il loro dubbio e subito dissiparlo;
    … se saprai aspettare senza stancarti nell’attesa;
    … se calunniato non calunnierai, e odiato non odierai;
    … se saprai sognare e non fare dei sogni i tuoi padroni;
    … se saprai pensare e non fare del pensiero il tuo unico scopo;
    … se saprai sopportare di sentire che quanto hai detto di giusto venga alterato per combatterti e nuocerti;
    … se saprai assistere alla distruzione di ciò per cui hai dato la vita, e chino saprai ricominciare;
    … se saprai costringere cuore, tendini e nervi a servire la tua volontà quando saranno sfiniti;
    … se saprai parlare con la gente e restare semplice e passeggiare con i re e conservarti modesto;
    … se nè avversari nè amici avranno il potere di offenderti;
    … se ogni uomo per te avrà valore ma nessuno conterà troppo;
    … se saprai fare tutto questo, tuo sarà il mondo e quanto esso contiene e quel che più importa, tu sarai finalmente un uomo, figlio mio…

  • 4983
    Luna -

    Jedna: mi dispiace, ovviamente. E fa schifo, sì, ti capisco.
    Però mi è venuto in mente anche questo: ora sei libera, veramente.
    Lui, che ha fatto le sue scelte, ma scelte che non era pronto a portare avanti da uomo, cercava di anteporre le sue scorciatoie, le sue ragioni e le sue ansie a te, pure in questo momento. Adesso puoi dirgli – dentro di te – “Hai scelto? bene, ma va a ca…”. Non ti consolerà in questo momento, ma, per la tua salute, non è poco.

    Lilly: ti dirò la mia opinione, che è, appunto, solo un’opinione.
    La disperazione di cui parli è fatta di tante cose, e solo alcune riguardano lui.
    Non è questione di farti pena, o di darti addosso da sola, né per il fatto di aver incontrato un uomo che, così ci racconti tu, oggi percepisci come un bastardo, né per il tuo essere stata pronta a tutto per tenertelo accanto, nè per le tue reazioni incontinenti dovute al fortissimo stress da abbandono…
    Gelida definizione? lo stress da abbandono è una delle cose più terribili che esistano, e ciascuno le gestisce come sa, come può…
    Tu – come Maya – hai tentato di sedare l’angoscia dovuta al suo abbandono, e alla sua modalità di abbandono (una sua scelta) continuando a cercare di esistere ad ogni costo nel mondo di qualcuno che, dentro di te, forse, ti stava dicendo: esistevi/ora non esisti.

    Che sia terrificante che qualcuno ci chiuda un portone in faccia dopo una relazione è fuori da ogni dubbio.
    Che una persona soffra così tanto da non riuscire a contenere la propria rabbia, disperazione, che dall’altra parte ci sia magari uno stronzo (stronza) patentato che con la sua insensibilità sta dando un dolore fortissimo è fuori dubbio e che la vittima non ci stia a dire “ah, ok, grazie, ciao” pure.

    Il problema è, però, che quasi mai (mai?) il fatto di avere delle reazioni come le tue o quelle di Maya servono a qualcosa. Non servono a far cambiare il comportamento stronzo di qualcuno se costui (o “costella”) è stronzo, non servono a dare vita ad un ritorno, nè a placare il senso di frustrazione e di angoscia dovuta all’abbandono, non portano senso di giustizia, anzi… anzi, di solito fanno sentire (per il tipo di risposta che arriva) ancora più frustrati, disperati, angosciati, abbandonati, soli, incompresi e trattati ingiustamente. E’ peggio, è esponenziale. Tanto è vero che di solito chi è stato lasciato sta meglio nel momento in cui riesce a smettere di cercare un confronto attraverso queste modalità che gli procurano solo angoscia. In cui l’energia della disperazione e della rabbia
    vengono spostate dall’ex – e da se stessi in modo a volte autolesionistico – in un’altra direzione. Non il chiodo schiaccia chiodo, zero.
    Vengono investite nel riprendersi la propria vita.

    Anche perché, di fronte a chiamate, sms, disperati/incazzati, chi si pone dall’altra parte in un certo modo, l’ex, crederà sempre valide le proprie ragioni per agire/reagire in un certo modo. Penserà anche (a torto o a ragione che pure sia) di preservarsi. Che sia preservarsi (parlo in generale) dal fatto di non voler più sentire parlare di una persona ma di ritrovarsela fuori dalla porta e dentro dalla finestra, che sia preservarsi dall’aggressività di quella persona, che sia preservarsi dai sensi di colpa che quella persona gli sta dando (anche giustamente), che sia preservare una nuova relazione da ciò che viene vissuta come un’intrusione.

  • 4984
    Luna -

    Quindi semmai più sarà alta la pressione (ripeto, pure assolutamente giustificata che sia) di chi chiama, chiede, messaggia, va sotto casa, vuole esserci comunque, e più si alzerà la violenza o il gelo della risposta.

    Ciò non toglie che chi è stronzo sia stronzo, e che chi si comporta male si comporta male.

    Tutto quello che ho scritto l’ho scritto per dirti questo, Lilly: è passato un anno e tu stai ancora male, e ti dai addosso, e quello che scrivi pare sia avvenuto stamattina.
    Quelle energie sono ancora in circolo, e ancora non le hai spostate convertite abbastanza.
    Al di là dell’amore, del sentimento che ci lega ad una persona, ci sono anche delle energie che dobbiamo riprenderci, mettere nella nostra banca personale quando una relazione finisce.
    Dici che lui è un bastardo, ti dai addosso, soffri, ma non ne esci, dici.
    Non ne esci – ma è solo una mia opinione – non solo perché hai incontrato un uomo stronzo che sia, ma per questo, per il fatto delle energie, e per le risposte che cerchi di darti da sola, ma che non riesci a darti, e con domande con cui continui a tormentarti. Perché ti dai addosso per delle strategie tue – che percepisci come umilianti per te – che non hanno portato a nulla, ma che, ti rendi conto, non avresti potuto, per ragioni tue, non usare.
    E allora, anche se magari sbaglio, io mi sento di dirti, se davvero non ne esci, che potrebbe esserti utile andare da qualcuno che possa aiutarti a capire queste cose (il perché delle strategie “sbagliate” – sbagliate perché vissute da te, in prima persona, come controproducenti, cioè non portatrici di benessere ma di malessere) e del perché tu non riesca a riprenderti le tue energie e rimetterle nella tua banca. Quella che serve al tuo presente e al tuo futuro.

    Chiudo dicendoti, se questo mio post ti sembra freddo, o poco empatico, che se ti dico questo è perché in vita mia ho conosciuto quelle strategie “sbagliate”.
    Ho conosciuto la disperazione dello stress dell’abbandono, e del fatto di trovare un muro davanti quando una comunicazione paritaria avrebbe fatto la differenza, ma chi avevo davanti era incapace di una comunicazione paritaria.
    E ho capito perché quando insistevo stavo peggio e quando invece mi spostavo e rimettevo le energie in banca stavo meglio.

  • 4985
    gatto -

    Lilly,
    concordo in pieno con Luna, è arrivato il momento di spostare le tue energie, di reagire a cio’ che hai vissuto, sforzati nel portare te stessa vicino a cio’ che vuoi e cerchi realmente. Mi spaventa tantissimo cio’ che hai scritto:” ero talmente cotta, stracotta, persa che avrei accettato qualsiasi cosa pur di non perderlo.”
    A mio parere sta proprio in questa frase il significato della “complicata” storia che hai vissuto e che ancora non riesci a superare. Basta pensare a lui, si probabilmente si è rivelato uno str…., ma sposta l’attenzione su te stessa, perchè hai accettato di stare insieme ad uno str….? E’ li la chiave a mio parere…
    Alonso,
    io sono stato molto bene con lei, ero innamorato pazzo, ma questo non vuol dire avessi delle fette di salame sugl’occhi o che fossi uno “zerbino”, certo c’erano alcune cose di lei che a volte mi facevano pensare e mi lasciavano perplesso ma dentro di me la mia voce diceva:” stupidate quando arriverà il momento le sistemerai in un attimo”. Beh, quell’attimo alla fine è arrivato, ed è stata lei a darmi il ben servito da un giorno all’altro senza motivazione e a ciel sereno. Un mostro, di superficialita’, di fredezza, di sentimenti, di egoismo. Li è venuto fuori cio’ che avevo appena intravisto, in alcuni suoi “piccoli” segnali e che ho voluto far finta di non vedere, ha pensato poi lei a manifestare cio’ che io non volevo vedere. Perchè non volevo vederli?
    Probabilmente perchè avevo paura affrontare questi problemi, perchè forse dentro di me sapevo che non erano cosa da poco e che quindi ci sarebbe stata la possibilità forse di perdere quella “stupenda” cosa che stavo vivendo, perdere un sogno e ripartire da capo per cosa, per delle “stupidate”? No, meglio spegnere i campanelli d’allarme, far finta di niente e rimanere nel mio meraviglioso brodo che mi dava tanta gioia e serenità. Chi ha voglia di rimettersi in gioco nuovamente, ripartire nuovamente da zero, ricostruire tutto. Io no, stavo bene cosi’, avevo trovato il mio “angolo di pace”, ma ad oggi, per quanto difficile sia, cerco quell’angolo in me come persona singola, se pensiamo che la soluzione del nostro benessere sia nelle mani di chi ci sta vicino è finita, saremo sempre, chi piu’ chi meno dipendenti dal partner. Attenzione questo non vuol dire essere egoisti e pensare a stessi, ma prima di buttarci in relazioni ci chiediamo cosa stiamo cercando e perchè? L’amore è stupendo, ci permette di staccare la spina dalla realtà e di avvertire sensazioni “divine”, assolute, ma dobbiamo viverlo con coscienza e responsabilità, quella responsabilità che oggi, a mio parere, manca alla stragrande maggioranza dei rapporti…

  • 4986
    Luna -

    ALONSO: @Uno psicologo forse avrebbe la risposta,mi riempirebbe la testa di come ci si libera dalle dipendenze affettive (perchè altro non era) e di come possa riconquistare me stesso in 5 semplicissime mosse.

    Non funziona proprio così 😉 lo psicologo non riempie la testa – semmai la svuota, a volte, ma nel senso che aiuta a liberarsi un po’ della “cacca dei pensieri in circolo vizioso” che stanno sopra al nocciolo delle questioni – e non dà soluzioni preconfezionate. C’è un libro simpatico che lo spiega, si chiama “Psicobufale” di Silvia Bianconcini.

    Scusa, non era per fare la punta, ma questo è un po’ un luogo comune che è un peccato. (anche se ho capito cosa intendevi dire). Nel tuo caso no, perché sei molto determinato e ho proprio l’impressione che te la stia cavando egregiamente da solo 😀 ascoltandoti molto bene e avendo trovato una tua direzione di contatto con te molto importante. Intendevo dire però che a volte ci sono persone a cui portare il proprio fardello dallo psicologo potrebbe giovare, alleggerire, ma tra i timori ci sono proprio il “farsi rivoltare come un calzino” o “farsi riempire la testa” o credere che lo psicologo trovi le soluzioni al posto di qualcun altro. In realtà semmai aiuta ad alleggerire lo stress, a far uscire le proprie risorse e i propri strumenti per trovare sempre da sè le proprie soluzioni :)Se si è un po’ come la macchinina che continua a girare a vuoto con le ruote contro il muro aiuta a vedere che non c’è solo il muro 🙂
    Scusa ancora per l’intromissione. Ho precisato perché mi dispiace quando vedo persone in circolo vizioso tirare testate contro il muro, e non riuscire ad uscirne, con tutta la più grande buona ottima volontà, ma purtroppo, inconsapevolmente, nella direzione sbagliata. In quei casi io cito lo psicologo. Sempre come semplice opinione.
    Rispetto la tua 🙂
    Pensiero mio, che non c’entra nulla con te 🙂 ho solo colto la palla al balzo, in generale. Tu comunichi il fatto che stai facendo proprio un grande lavoro, e molto consapevole, da solo 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

    Mi ha colpito molto la tua frase:
    @Il suo ruolo nella mia esistenza era quello di farmi sentire importante, indispensabile e di coprire con i suoi problemi i miei.

    In particolare l’ultima riga. Sì, chissà quante volte funziona così…

    La stessa sensazione che mi dà il tuo percorso me lo dà anche quello di Gatto. Un modo costruttivo di guardarsi dentro 🙂

    Baci 🙂

  • 4987
    gatto -

    Luna,
    grazie per le tue parole, mi fanno sempre molte piacere le tue considerazioni. Dirti se sto reagendo in modo costruttivo è un bel dilemma, mi sono fermato per cercare di capire chi sono e dove voglio andare, e se devo esser sincero le risposte che mi sono dato a me stesso mi spaventano, perchè sono molto “lontane” da quello che sono ora, mi rendo conto che la strada che sto percorrendo é davvero “difficile”, dirti se è quella giusta, non saprei. Forse non porterà da nessuna parte, forse è solo la risposta ad un profondo dolore che mi è stato causato, un dolore che mi ha messo a nudo con me stesso, e per come è andata fino ad ora la mia vita, da me stesso non ci voglio piu’ scappare (se mai l’ho fatto), voglio arrivare a comprendermi piu’ a fondo, non so.
    Come ha detto Alonso, mi sforzo di vedere questa separazione come un regalo, una possibilità di rinascere in quello che è il vero Gatto, è un’oppurtunità in piu’ che mi è stata data, dolorosa ma pur sempre un’opportunità. Come ho sempre pensato, da se stessi non si scappi, tutti prima o poi che ne vogliamo o no dobbiamo fare i conti con se stessi, o quasi…

  • 4988
    Alonso Q. -

    LUNA wrote: “Non funziona proprio così 😉 lo psicologo non riempie la testa – semmai la svuota, a volte, ma nel senso che aiuta a liberarsi un po’ della “cacca dei pensieri in circolo vizioso””

    niente scuse luna…hai ragione tu!!mi sono espresso davvero male…
    il mio non vuole essere assolutamente un invito a non rivolgersi a qualcuno,anzi,come dici tu,può essere utile (se non quasi necessario) alla macchinina che si ostina ad andare contro il muro e non si accorge che basta svoltare per avere tutta la strada che desidera.Un semplice cambio di prospettiva può aprire orizzonti illuminanti.
    quello che volevo esprimere,e che non sono riuscito a dire,è che per ora voglio farlo da solo,perchè so di averne la forza e la possibilità,perchè questo sforzo è quello che mi serve per crescere anche se la mia macchinina ha la convergenza da rifare e ogni tanto punta con decisione il muro!Le nostre opinioni coincidono… il mio punto di vista era assolutamente rivolto solo a me stesso proprio in luogo della frase che ti ha colpito,voglio fare da solo perchè sono fuggito troppe volte e ripeto,anche farsi carico di tutti i suoi problemi (che non erano pochi ti assicuro) era probabilmente una sorta di fuga.
    🙂

    ora,come tu hai notato,sono deterrminato ad uscirne,in ogni modo,perchè davvero (lo so che qui mi ripeto) credo mi sia stata data una magnifica possibilità.
    Posso riscrivere senza vincoli la mia storia.
    E allora il mio invito è sempre questo,cambiate angolo di prospettiva e cercate di vedere di fronte a voi le infinite possibilità che potete avere.ambiate tutto ciò che non vi piace della vostra vita,cambiate città,lavoro,macchina,stereo,cambiate letture o musica…potete fare ciò che volete!siete liberi!
    non perdete altro tempo a macerarvi in un’ossessione malefica che vi costringe immobili nella disperata tristezza di un sabato sere in solitaria perchè gli amici sono tutti sposati…il primo passo è agire.
    Fate qualsiasi cosa,anche se vi sembra stupida o inutile,fate qualsiasi cosa per non pensare a lei/lui, dopo un po’ verrà naturale.
    Io mi sto “costringendo” a riprendere interessi abbandonati e cercarne di nuovi,mi son messo allo studio di un nuovo progetto che avevo sempre considerato utopico,e che ora diventa invece traguardo tangibile e raggiungibile ma solo mettendomi duramente alla prova.Nuove sfide per dare un valore vero a noi stessi e alla nostra vita!

  • 4989
    Lilly -

    Ciao a tutti.
    Volevo ringraziarvi per le parole che mi avete rivolto.
    Il mio non è stato solo uno sfogo. Era un appello. Uno di quegli appelli disperati che lanci al mondo sperando che qualcuno ti dia una mano.
    Me l’avete data. E l’avete fatto in uno di quei momenti in cui tutta la fragilità è sul piatto e……basta un attimo. Si! E’ questione di un attimo per cedere al “non ce la faccio più”.
    Ho riflettuto su tutto ciò che mi avete detto.
    Luna. Il C/C della mia banca energia è in attivissimo….Io vivo un’affollata solitudine.Lavoro dodici ore al giorno per mia scelta. Mi si vede sempre correre, sempre affannata. C’è chi invidia la mia energia e la mia vita….eppure c’è sempre un cavolo di surplus energetico che salta fuori nei momenti in cui sono sola con me stessa e che mi si scaglia contro. Di notte, mentre cammino a piedi verso casa, sul treno quando non faccio in tempo a comprare il giornale……sono quelli i momenti in cui cedo alle mie paure. Hai detto una verità fondamentale. La disperazione di cui parlo è fatta di tante cose e solo alcune riguardano lui. E la disperazione di una vita. Lui è stato solo l’ultimo. L’ultimo in senso cronologico sia in senso di persona a cui ho dato la possibilità di conoscermi, usarmi, ferirmi. Da un pò di tempo ho indossato una maschera. Di me dicono che sono fredda, razionale, algida. “Non sai come ti invidio…..sembra che le cose ti scivolino addosso….”.
    Ma io non voglio vivere con una maschera. Voglio potermela togliere e dire al mondo “eccomi qua, sono io, e sono fatta così”. Ma per poterlo fare non posso fare solo autoanalisi. La teoria è sempre più semplice della pratica.
    Ora devo rientrare in me, raccogliere i cocci e metterli in ordine.
    Il che non significa rimetterli nell’ordine originale ma più semplicemente disporli in modo che mi facciano stare bene.
    Poi chiederò aiuto a chi sa muoversi dentro alla testa altrui senza fare danni.
    Gatto. Se mi sono messa con uno str….è perchè non lo avevo identificato come tale. Se guardi le persone attraverso il velo della disperazione ciò che vedi è sfalsato, è aderente a te stesso come sei in quel momento ma non a loro.
    Guardi l’altro ma, in fondo, vedi te stesso, riversi su di lui/lei tutte le tue aspettative e cerchi di soddisfarle. Come se in questo modo soddisfacessi le tue.
    Vorrei provare a dare retta alle parole di tutti voi. Provare a guardare dentro di me ma non per trovare la me stessa che già conosco. Solo per trovare quella parte di me che ho seppellito e che cerco inutilmente negli altri. E’ la parte “malata”, è la parte che ha bisogno di un aiuto che io per prima devo darle.
    Forse ce la farò, certamente avrò mille ricadute. Sicuramente voglio uscire dal circolo vizioso.
    Mi dispensate ancora qualche goccia di saggezza?

    Ciao.

  • 4990
    Alonso Q. -

    stamane stavo leggendo alcuni aforismi…
    mi ci sono ritrovato,scrivo qui quelli in cui più mi ritrovo,per condividerli,a volte possono servire e aiutare determinati ragionamenti.

    “Ciò che non si vuole sapere di se stessi finisce sempre per giungerci dall’esterno e assumere la forma di destino.” C.G.JUNG

    “Il male che ci tormenta non è nel luogo in cui ci troviamo, ma è in noi stessi. Noi siamo senza forze per sopportare una qualsiasi contrarietà, incapaci di tollerare il dolore, impotenti a gioire delle cose piacevoli, sempre scontenti di noi stessi.” Seneca, La tranquillità dell’anima, Laterza

    “… tutto è aspro, cupo, orrendo: la disperazione trasforma il giorno in notte d’inferno e costringe a nutrirci di lacrime e di dolore con un no so che di una voluttà tanto che a malincuore se ne distoglie.” Petrarca, Secretum

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