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Islam, proteste e attacchi contro il Papa

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Lettera pubblicata il 16 Settembre 2006. L'autore ha condiviso 34 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 37 commenti

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  1. 31
    Yoel -

    Caro Usul,
    Forse sei andato troppo lontano…Visto che hai toccato questo tema delicato, ti informo che sono Quasi un milione gli Ebrei, fuggiti, espulsi o cacciati dai paesi arabi, Per oltre 2000 anni, gli ebrei hanno vissuto nelle terre che oggi consideriamo arabe. L’arrivo degli arabi-islamici 1300 anni fa nelle terre che vanno dall’Eufrate all’Atlantico ha comportato lo scontro degli arabi con le popolazioni residenti, ebrei inclusi: Caima, l’ultima regina marocchina a resistere all’invasione araba, era per l’appunto berbera ed ebrea.
    Il Patto di Omàr stabilì 1100 anni fa la possibilità per il residente di fede ebraica o cristiana di vivere in condizione di dhimmi, di protetto: pagando una tassa si poteva avere qualche diritto e salva la vita.
    Una condizione invidiata dagli ebrei europei che per mille anni sono fuggiti dalle terre cristiane verso quelle islamiche.
    Grandi pensatori, matematici e medici divennero presto, e per secoli, consiglieri di sultani e monarchi. Epoche di splendore si sono però alternate con il buio più cupo: non sono mancati pogrom e sterminio.
    ti consiglio di vedere il Film documentario di “L’esodo silenzioso” di Pierre Rehov, forse dopo la penserai diversamente.

    Alcune date: anno 700, intere comunità massacrate dal re Idris I del Marocco; 845, promulgati in Iraq decreti per la distruzione delle sinagoghe; 861, nascita dell’obbligo per gli ebrei di portare un abito giallo, una corda al posto della cintura; 1006, massacro degli ebrei di Granata; 1033, proclamata la caccia all’ebreo Fez, 6000 morti; 1147-1212, ondata di persecuzioni e massacri nel Nord Africa; 1293, distruzione delle sinagoghe in Egitto e Siria; 1301, i Mammelucchi costringono gli ebrei a portare un turbante giallo; 1344, distruzione delle sinagoghe in Iraq; 1400, Pogrom in Marocco in seguito al quale si contano a Fez solo undici ebrei sopravvissuti; 1535, gli ebrei della Tunisia vengono espulsi (o massacrati); 1676, distruzione delle sinagoghe nello Yemen; 1776, sterminio degli ebrei di Basra, Iraq; 1785, massacri di ebrei in Libia; 1790-92, distruzione delle comunità ebraiche in Marocco; 1805-15-30, pogrom di Algeri; 1840, persecuzioni e massacri a Damasco; 1864-1880, pogrom a Marrakesh; 1869 eccidi a Tunisi; 1897, massacro di Mostganem in Algeria; 1912, pogrom a Fez.
    Del resto a iniziare fu lo stesso Maometto, nel 624, sterminando le tribù ebraiche della penisola arabica.

    Ma la tragedia su grande scala per gli ebrei è arrivata, anche in Medio Oriente, all’inizio del Novecento, con il crollo dell’Impero Ottomano e l’approdo del teorie nazionaliste fra i popoli arabi privi di identità e di leadership.
    Annichilito da cinque secoli di opprimente dominazione ottomana, il mondo arabo si è risvegliato cento anni fa diviso per criteri etnici e in strutture tribali.
    I movimenti politici di quel mondo, piuttosto che esprimere un’opzione di carattere propriamente politico, cioè di governo della realtà, hanno risolto in primis l’esigenza di rappresentare il movente identitario, spesso puramente etnico o religioso; un deficit di cultura politica ha surrogato ricorrendo a un codice fondativo tipico delle politiche identitarie di gruppo: il “riscatto della propria nazione”.
    Se la dinastia hashemita di Hussein, sceicco di Mecca e Medina, firma tre accordi con il movimento sionista per accogliere i fratelli ebrei nella loro patria natia, in Egitto la teoria pan-islamica (e dopo quella pan-araba) con la costituzione del partito dei “Fratelli Musulmani” nel1929 definisce gli ebrei “elemento estraneo alle terre islamiche”: la dhimma non basta più, gli ebrei diventano nemici.
    È per “restaurare la purezza dell’Islàm” che l’emiro di Riyadh, il wahhabita Ibn Saud, rovescia nel 1925 il Re hashemita Hussein, impossessandosi dell’Arabia da allora definita, appunto, Saudita; è perché considerato traditore che Abdallàh, figlio di Hussein, viene assassinato da estremisti nazionalisti a Gerusalemme, dentro alla Moschea di Omàr.

  2. 32
    usul -

    Caro Yoel, la tesi esposta dalla citazione non è la maggiore o minore santità dell’Islam ma la coscienza sporca e l’ipocrisia del Cattolicesimo in connessione con la riprovevole azione di J. Ratzinger a Regensburg.
    Infatti, il passaggio comincia con:

    “… predicar bene e razzolar male è un classico! …”

    Quanto al resto, è la stessa citazione ad affermare che c’è stato antiebraismo islamico; la citazione afferma che dopo il XVII secolo, prima del quale si sono visti atti di tolleranza e convivenza come quelli citati, c’è stato un antiebraismo islamico feroce indotto dagli ebrei e dai cattolici o cristiani convertiti, il che è storicamente accertato, come è storicamente accertato che non c’è un antisemita più antisemita di un ebreo convertito, di un rinnegato insomma.
    Perciò, risparmiami le lezioni, anche poco pertinenti, sulla “cattiveria islamica”, anche perché trascuri il rilevante massacro di 30.000 buddisti durante la campagna verso l’India e leggiti invece: “Storici arabi delle Crociate”, F. Gabrieli, Einaudi, 1987.

  3. 33
    Massimo Genghini -

    Gentile Direttore,
    sono stupefatto per gli scritti (anonimi) che le vengono indirizzati per vilipendere il Papa, nel momento che stava compiendo una azione connessa al suo pontificato. Questo fango che viene sollevato a dritta e manca e che manda un forte odore di razzismo (contro gli ebrei, contro i mussulmani,. contro i cristiani), serve solo a rimescolare odii millenari: cui prodest? certo ai fomentatori di guerre e di tensioni. Non sono certo i “cattolici” delle crociate, il nostro riferimento moderno; così come non lo sono i mussulmani Kamikaze o gli israeliani guerrafondai. E’ certo che l’odio é uno straordinario sistema di governo, per fare dimenticare le malefatte di chi ha il potere: mentre i gonzi odiano ed aizzano all’odio, altri si arricchiscono. Le sole parole attendibili sono quelle che invitano al dialogo, alla comprensione, alla tolleranza. E tali erano le parole del Papa nel loro significato complessivo, anche se ricordava come vi fossero -in tutti i tempi- coloro che nelle parole del Profeta coglievano solo gli aspetti bellicosi; ma non sono certo solo i mussulmani, tutte le religioni, tutte le ideologie sono state in ogni tempo usate per fini che erano loro estranee, anzi antitetiche. Creare il casus belli, é molto facile; accusare il Papa di ipocrisia fa scalpore; la stessa uccisione dei sacerdoti e delle monache serve a scavare fossati che paiono incolmabili. Ma tutto questo né aiuta a capire, né aiuta a superare stratificazioni di intolleranza, di razzismo, di sospetto, di odio, di miseria culturale, di incapacità di vedere e di ammettere le proprie miserie, i propri errori. Fomentare l’odio, la separazione, l’incompatibilità, é strumento “politico”, ma nel senso più deteriore che questa parola può assumere: muove dalla presunzione di possedere la verità assoluta, di poter giudicare senza appello, dal sostanziale egoismo di chi non si limita a dissentire (cosa sempre utile ad un vero dialogo), ma disprezza l’altrui diversità, attribuendo ad essa le proprie incapacità ed insufficienze. E’ tanto più facile sostenere che il terzo mondo é arretrato perché sono incapaci, dimenticando quanto li abbiamo sfruttati e quanto ancora sono sfruttati da chi li governa (ed ha certo interesse a far crescere l’odio tra i popoli); é tanto più facile presumere superiore la nostra civiltà dimenticando i fasti e la cultura delle altre. E’ tanto più difficile domandarsi che cosa possiamo e dobbiamo fare per venire incontro a tanta umanità realmente sofferente. Per capirlo basta pensare a quello che si spende per il superfluo, mentre vi sono interi popoli che muoiono per la mancanza di acqua,

  4. 34
    filippo -

    dal commento 33, di M. Genghini:

    “… vilipendere il Papa, nel momento che stava compiendo una azione connessa al suo pontificato …”

    se fosse stata davvero un’azione connessa al suo pontificato, J. Ratzinger non avrebbe avuto alcuna necessità di fare citazioni sull’Islam, che non è affar suo ma dei dotti islamici.
    io non mi sognerei mai non solo di sparlare, ma di parlare dell’Islam fuori di un onesto contraddittorio con un rappresentante dell’Islam, così come in questo forum si scontrano le opinioni di gente che la vede diversamente sul cattolicesimo o su altre cose.
    mi consta che a Regensburg non c’erano Imam, né Mulla, né Ulema, né altro.
    sul rapporto fede-ragione avrebbe avuto migliaia di esempi tratti dal mondo cristiano e anche cattolico, ma non ne ha fatto uso e, inoltre, citando l’Islam, ha del tutto dimenticato Averroè e si è limitato alle critiche negative, determinando la reazione fondamentalista che ha portato all’assassinio della monaca.
    no signor mio! Ratzinger sapeva bene ciò che stava facendo; in gergo sindacalista si chiama “contare le proprie forze” o “contarsi” o “fare l’appello”, ciò che si fa quando ci si prepara ad uno scontro, non ad un dialogo, che implica considerazione paritetica per l’altro.
    J. Ratzinger ha un’idea ben precisa e manifesta del significato di religione: per J. Ratzinger (sue parole) la Religione deve essere una e una sola, la sua, ossia una religione imperialista, che è poi la connotazione storica del cattolicesimo romano.
    attesoché i fondamentalisti islamici la vedono esattamente allo stesso modo sull’Islam, il quadro si completa da solo.
    dialogo?! ad andar bene si tratterà di compromesso politico sulla spartizione dei lotti. questi non sono mica buddisti!

    egr. sig. Menghini, se ha colto il fatto che il III mondo sta come sta perché è l’imperialismo politico-militare-religioso occidentale che l’ha ridotto così, faccia anche l’ultimo sforzo e si svegli del tutto: questo è l’anno 2006, la carne che c’è in pentola è poca, il petrolio cala, i falchi in attesa sono tanti e mentre aspettano aizzano e soffiano sul fuoco, Ratzinger incluso.

    non esser gonzi significa non cascare in questa trappola, cosa che invece fanno molti musulmani quando seguono a ruota le incitazioni dei loro leaders fondamentalisti e come fanno molti cattolici tanto imbevuti di fede da non vedere che Dio è sempre stato “razionale” e non lo è diventato adesso solo perché anche Ratzinger se n’è accorto!

  5. 35
    roberto -

    Commenti sulle sure del Corano citate
    Quando il Corano se refferisce a infedeli parla dei pagani pre Islam. La sura citata penultima che parla di “associatori” si referiche anche questi pagani e non ai cattolici come suggerisce chi ha scritto gia che questa parla della guerra per la conquista della Mecca.

  6. 36
    Anonymous -

    Prima di tutto, se le Sure dovete scriverle, scrivetele per intero. E molta gente come Voi, ne trae un pensiero sbagliato, sapete il perchè? se leggete le sure singolari, viene fuori l’idea di oppressione e distruzione. Ma avete letto le Sure prima di quelle che avete citato? “Uccidere una persona, è come uccidere un intero popolo” ” La vita di ogni singolo essere vivente vale più di qualsiasi altra cosa” “Eliminate gli OPPRESSORI, se necessario.!, uccideteli, se non vi danno cenno di libertà.” Parole testuali del Corano stesso. Nell’Islam , Uccidere equivale ad essere condannati ad una oltrevita d’inferno.
    E comunque meglio tardi che mai.

  7. 37
    filippo -

    comunque la mettete scommettiamo che alla fine la pagano solo quei poveracci che si fanno rimbambire dalle religioni? litigano per dio… intanto gli stanno preparando una bella guerra…..scommettiamo che pensavano di diventare liberi… invece li faranno tornare al medio evo… è solo una questione di soldi…..da qui a un anno sapremo come è andata….

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