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Insoddisfazione perenne

Mi chiamo Davide e ho quasi 24 anni. E ahimè, faccio parte di questa grande categoria che sto per descrivere. Quella degli insoddisfatti. Essere insoddisfatti di se è un qualcosa che sistematicamente cade tutti i giorni e caratterizza la nostra vita, la mia per prima. Parlando con molte persone e sentendo anche molti ragazzi della mia età, sono davvero tanti quelli che soffrono di insoddisfazione personale, e io penso -che strano guarda caso- di far parte anch’io a tutti gli effetti in questa numerosissima categoria. Essere insoddisfatti significa far trasparire soltanto i lati negativi del proprio carattere o del proprio aspetto fisico, del proprio lavoro, delle proprie amicizie, e anche nei casi piu gravi della propria esistenza. Ma anche delle proprie sconfitte. E’ l’incapacità di mettere sul piatto della bilancia sia le cose negative ma anche quelle positive e saperle misurare correttamente. E’ vedere il mondo con un occhio malefico. Ebbene sì, è ufficiale, alle volte mi sento un insoddisfatto. L’essere insoddisfatti è diverso dall’essere depressi. Una maggior e insistente insoddisfazione può portare alle forme piu’ o meno gravi di depressione. Ma a questo livello non ci sono ancora arrivato e mai ci arriverò. Insomma si rischia di diventare perenni insoddisfatti a giorni quasi alterni come lo sono io. Una via di fuga a ciò spesso è quella di immedesimarsi in altro. Non so se sia un qualcosa di “salutare” o invece un qualcosa di dannoso per noi stessi, ma tutti credo nella vita si siano immedesimati ad altre persone. Se non fossimo quello che siamo chi vorreste essere stati o essere attualmente? La domanda che ricorre abitualmente. Perchè insomma, tante volte non ci si sente bene nei propri panni e si vorrebbe essere qualcun’altro per dire la propria o per essere fisicamente simile all’altro o essere accettabile e/o accettati, essere interiormente o esteriormente un’altra persona. Credo che ognuno di noi abbia pensato almeno una volta nella propria vita di essere almeno per una notte o per un giorno un’altra persona. Magari una persona che stimiamo tantissimo, un nostro amico, ma non necessariamente questo. C’è chi (non è il mio caso) ha sempre pensato di essere un leader di una band.. o essere un personaggio famoso o storico. Ognuno di noi nella propria vita tenta di cambiare qualcosa di se, chi vuole cambiare il proprio aspetto fisico o delle cose interiori che spesso hanno a che fare con il carattere e che magari non ci piacciono. Cercare di cambiare una parte di noi stessi è davvero difficile e dispendioso. E’ difficile cambiare tratti di carattere, mentre forse è più facile cambiare parti estetiche di noi stessi. Ma nella sua semplicità rispetto al carattere, il cambiamento delle parti esteriori di noi stessi ricadono in meccanismi altamente complessi e quindi altamente difficili. Io per esempio non riesco in nessuno dei due casi. E i cambiamenti, difatti, non sempre sono accompagnati da soluzioni felici perchè c’è chi non riesce a raggiungere l’obiettivo come il sottoscritto. Penso che ognuo di noi, me compreso ma ormai questo è sottointeso, quando apre gli occhi alla mattina desidererebbe essere chiunque, però secondo me a pensarci bene, essere qualcuno è una cosa di fantasia, una fantasia che ognuno si tiene dentro di se. Io che nella vita grazie alle mie delusioni e sofferenze interne ho imparato a essere realista avendo la possibilità di riscoprire dentro di me la qualità del grande sognatore. Sogno, sogno più di quanto le persone che mi conoscono possano credere. Dentro di me sono un grande sognatore, forse uno dei pochi che sogna costantemente. Ora dopo ora e giorno dopo giorno. Dentro di me esistono cronometraggi e interi film che riguardano la mia vita che neanche un grande libro o un grande film potrebbero descrivere mai. Ma allo stesso tempo nella mia parte esteriore, si rivela una persona seria e forse fin troppo realista che è quella che traspare a chi mi conosce, a quelli con cui condivido parti della mia vita. Quelli che pensano di conoscermi a fondo ma che in realtà, forse, non è così. A cosa serve realmente immaginare di essere un’altra persona se poi è il mondo che ci circonda che non cambia? Meglio restare se stessi e cogliere di ogni attimo vissuto qualsiasi sfaccettatura. Bisognerebbe affrontare la propria vita con la dignità e con l’onestà che si ha dentro di se. Ma questa consapevolezza di se che porta a non voler essere nessun’altro è sintomo di grande serenità che ci porta allo stare bene con se stessi, serenità che purtroppo non tutti hanno. Ho sempre condiviso la frase ” Me stesso sempre, con mille pregi e seimila difetti”. E continuerò a condividerla con me stesso e con chi se la sentirà di farlo, pur facendo parte della grande categoria degli insoddisfatti. Volare è utile, atterrare è necessario. Volare con i proprio sogni e con la propria fantasia è utile per affrontare la propria vita in un modo piu’ leggero, da sognatori per l’appunto. Atterrare e star sempre con i piedi per terra e avere la consapevolezza di se stessi e della realtà che viviamo e che ci circonda è necessario. Se non facessimo ciò sarebbe molto pericoloso.

Lettera pubblicata il 12 Maggio 2011. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    incompresa84 -

    Caro Davide,
    anch’io tante volte mi sono trovata in uno stato di profonda insoddisfazione.Ma sai cosa mi ha tirato su??Il sapere che Dio,nonostante i tanti problemi che si presentano nella mia vita,non mi abbandona mai!!Prova a ringraziare il Signore per le cose che hai…sai,a volte la nostra insoddisfazione dipende dal non apprezzare le cose che abbiamo e di volere sempre di più!Magari non ce ne rendiamo nemmeno conto di avere tanto o anche persone che ci amano tantissimo!Questo succede perchè ci “fissiamo” e soprattutto soffermiamo parecchio solo sulle cose che non vanno e non ci piacciono e trascuriamo del tutto le meraviglie della vita!E credimi…a 24 anni si che ce ne sono di cose belle!

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