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Come posso in età adulta imparare a conoscere me stessa?

Ciao, a tutti. 🙂
Sarò più breve possibile e vi chiedo scusa in anticipo se comunque non riuscirò nel mio intento, ho già pubblicato una domanda in particolare che ha generato una vera e propria discussione e un’altra a cui pure ho avuto utili consigli e volevo cogliere l’occasione per ringraziare il sito e voi utenti. 🙂

Procediamo con il problema:
Ho 23 anni e sono un’incasinata.
Il motivo qual è?
Il motivo non lo conosco.
Di base proprio, come persona, non ho la più pallida idea di come io sia (e non me lo sa dire nemmeno chi sta con me, dicono tutti che non capiscono come sono se proprio devono dire qualcosa) , e non posso nemmeno affermare che nell’arco della mia vita mi sia impegnata più di tanto o abbia provato tante cose diverse giusto per farmi io stessa un’idea di me……..

Il fatto che non mi conosco è una conclusione a cui sono arrivata negli ultimi due anni (in cui ho sbagliato con tutto, mi sono trovata senza nemmeno un’amica perché ho mollato quelle che avevo e ho passato due anni all’università senza dare un esame anche se studiavo, e di fronte alla domanda finale dei miei genitori: “ma tu cosa vuoi fare? perché io se posso ti aiuto a realizzarlo, se non posso pazienza” ho scoperto di non sapere assolutamente cosa rispondere), perché fin da quando mi ricordo più che altro mi ha accompagnata solo un immenso senso di disagio. SEMPRE.

Alle elementari, alle medie, a casa qualche volta il pomeriggio con le mie amiche, sempre, una sensazione strana, non la so nemmeno io descrivere….comunque io mi sentivo alienata da tutto…non mi sono mai sentita di appartenere ad un contesto, ad un periodo storico, ad una fase della vita, niente….cioè non so come spiegarlo.
Ho sempre sofferto per questa mia condizione mentale inspiegabile. Vedevo gli altri bambini correre felici e anche io volevo liberarmi, volevo farlo, provavo, ma non mi riusciva, non mi lascio mai andare, non sono mai me stessa, osservo sempre tutti, mi sento osservata, e via dicendo. Durante l’adolescenza è stato anche peggiore perché io crescendo tendevo ad analizzare sempre di più gli altri, e non capivo perché anche io non potevo essere spensierata, mi sentivo il peso del mondo addosso, passavo i pomeriggi a scrivere su quaderni quello che avrei voluto essere (dal comportamento, allo stile di vita, alle cose che desideravo) e dai 17 anni ho cercato di applicare anche i miei progetti con risultati più che disastrosi, comunque..

Nel rapporto con gli altri, come si può intuire, sono sempre stata un disastro. Completo. I ragazzi sono sempre stati assenti dalla mia vita, soltanto il pensiero di sentir parlare di un uomo mi faceva stare fisicamente male, perché non volevo passare per una cretinetta vista dagli adulti come poverina che stava facendo cose stupide come prendersi le cotte, “innamorarsi” e provare ad avere un fidanzato..questo mi dava enormemente fastidio…..poi crescendo ho scoperto che sono le cose più belle della vita riconosciute dagli stessi adulti e se tornassi indietro probabilmente non solo mi dichiarerei disperatamente al ragazzo che mi piaceva quando proprio ero piccola (pur avendoci mezzo provato e avendo avuto un rifiuto netto ma cmq..provar non nuoce!!), ma poi starei sempre in giro a cercarne un altro! di sicuro! invece all’epoca non cercavo nessuno, al massimo se mi capitava davanti lasciavo che mi innamorassi..

Con le ragazze non ne parliamo proprio…io vado da un eccesso all’altro. Quando ero con l’autostima particolarmente a zero cercavo ragazze più rovinate di me con la loro vita..che non mi avrebbero abbandonato per un’amica più carina o per un fidanzato.. Magari intelligenti e simpatiche abbastanza da intrigarmi ma sfigate, per esempio ho avuto un’amica bruttissima (orrenda) e obesa e stavo bene con lei in primo luogo perché sapevo che non mi avrebbe abbandonata come facevano le altre.
Ecco, “le altre”. I mostri della mia adolescenza.
Quelle belle da morire, di successo, spensierate, sempre accompagnate, ma soprattutto spigliate, se stesse.
Il mio problema era essere me stessa, oggi lo so, ma all’epoca pensavo che dovevo essere bella come loro e quindi mi sono torturata fisicamente in tutti i modi per essere tanto sottile, tanto alla moda, tanto con i capelli perfetti, e poi andavo bene a scuola per lunghi periodi per fare “quella impegnata”, insomma tutte cose di facciata che dovevano farmi inserire in società alla loro pari se non meglio.
Il risultato: un disastro.
1) Con le belle è meglio che non competo
2) Non si studia per competizione ma per amore, infatti io poi in quel periodo non ho studiato più
3) Il fidanzato non riuscivo a trovarmelo perché volevo entrare in un ambiente in cui proprio per natura non potevo competere
4) Mi sono chiusa perché con l’amica sfigata ho finito per litigare perché lei non sopportava che io cmq avessi una vita a modo mio, con le amiche belle ho chiuso perchè ero io l’invidiosa (non vi sto a raccontare i fatti precisi ma la verità di fondo è questa, io ero insofferente vicino a loro perchè dopo tanti sacrifici non avevo fatto un passo in avanti, non mi sentivo una ragazza, ma il disagio era in questo costante non sapere chi fossi!)

Dopo tutto questo scenario non so più che dire di me, pochi amici, nessun ragazzo, nemmeno un bacio o una carezza mai avuta, ho un rapporto inesistente con mio padre che odio sinceramente perché per me è una brutta persona proprio di indole, e un rapporto brutto anche con mia madre nonostante la ritenga una persona fantastica…non riesco ad averci a che fare sempre perché io sono strana, sempre a disagio, boh…non lo so!!!

Ma che cos’ho secondo voi?
Eppure nella mia vita ho anche affrontato difficoltà, non ho avuto sempre tutto pronto, ho lavorato, ho sempre sofferto costantemente la mia condizione, non è nemmeno che non ho fatto sacrifici.

Come posso conoscermi?
Cosa potrei fare?
Secondo voi il mio male ha un nome?
Grazie!

Lettera pubblicata il 4 Agosto 2012. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    reborn -

    Ho letto tutto quanto con moltissima attenzione..cercando di comprendere ogni minimo dettaglio.Sai..conoscere se stessi non è una cosa da poco,è un processo che è in atto ogni giorno.Non capisco perchè fai queste discriminazioni di amiche belle o brutte,non guardare la vita con gli occhi della società,ma guarda ciò che ti circonda con i tuoi occhi..sicuramente leggendo tutto..mi appari una ragazza che ha sofferto molto e quindi molto sensibile.Ogni giorno è buono per consoere la nostra parte invisibile ..e lo si fa..condividendo noi stessi e le nostre cose più intime con gli altri.Per esempio quando si parla non delle solite frasi di circostanza..ma di argomenti seri e profondi..è in atto una crescita di se stessi…e sentendo magari una persona parlare,hai una stretta al cuore e impari da lui una cosa che prima non sapevi di condividere perchè non ci avevi mai pensato.Nella nostra vita non arriveremo mai ad un punto per conoscersi completamente..è questo il bello,crescere insieme agli altri..mostrare le proprie fragilità all’altro prendendo consapevolezza del proprio io interiore.Tu vedi con i tuoi occhi delle certezze che negli altri non ci sono..ai mai pensato che quelle belle ragazze..non sanno neanche loro chi sono..ma vivono nelle illusioni della società,occupandosi solo di stupidaggini.Tante volte si pensa che l’altro stia sempre meglio di noi..perchè basiamo tutto sulla copertina e sull’apparenza ..questi discorsi li facevo anche io molto tempo fa,finchè ho imparato a crescere e a conoscermi meglio.Il volontariato mi ha aiutato a capire tantissime cose..e di come la persona con più problemi ti possa insegnare moltissimo.Non c’è un essere umano da disprezzare tutti possono insegnarci qualcosa,ci sono persone disabili..che hanno sempre il sorriso..perchè la loro sofferenza..li ha aiutati a vedere la vita per come è,noi per ogni sciocchezza..ci adombriamo..sembra che tutti ce l’abbiano con noi..ma è solo la percezione di noi stessi..che ci fa apparire così “sfigati”.Nella vita bisogna avere coraggio..forza di volontà..rimanere statici.. è facile,se vuoi qualcosa..devi muoverti..devi metterti in gioco,so che la paura di soffrire ci ferma avvolte,ma se non si rischia le cose belle non arrivano.Bisogna sudarsele per averle..e stanno in un posto scomodo..e per arrivarci bisogna fare un grande lavoro su se stessi.Penso che tu ti cerchi persone..che reputi “Peggio” di te..per poterti sentire meglio, a tuo agio e non giudicata..è un ragionamento contorto..ed è una mancanza di rispetto verso quelle persone.Nella vita bisogna essere umili e giudicare il meno possibile..cerchi ragazze belle..perchè pensi abbiano tutto dalla vita..ma la ricchezza è dentro di noi non fuori..tutti diventeremo vecchi e c’imbruttiremo..ma la ricchezza interiore rimarrà sempre ;P scusami se forse ..sono stato un pò duro ma volevo farti capire determinate cose,se ti va di fare due chiacchiere con qualcono..mi puoi lasciare la tua mail e parleremo con calma di ciò che vorrai

  2. 2
    toroseduto -

    Nel leggere tutto quello che hai scritto, ho notato che parlando di famiglia citi solo i genitori. Dunque non hai fratelli o sorelle. Sei figlia unica.
    Sono sicuro che arriveranno degli strali feroci, è già capitato, la questione è irrisolta.
    Nella mia esperienza di vita ho notato che i figli unici sono spesso asociali, non si fidano degli altri, ingigantiscono i problemi.

    Insomma c’è una carenza peculiare nell’ approccio. E’ mancato qualcosa nella maturazione, quindi i tuoi problemi vengono da una condizione che oggi è molto diffusa, il figlio unico.

    Può darsi che mi stia sbagliando, e prima di inoltrarmi in un discorso più dettagliato, ti faccio una domanda diretta: E’ così? Sei figlia unica? Ciao

  3. 3
    Freedom -

    Penso che reborn ti abbia risposto nel modo migliore. Quello che ti vorrei chiedere io invece riguarda il senso di disagio che hai descritto. Anch’io da piccola provavo un sentimento simile, ma dipendeva dalla situazione poco tranquilla che vivevo a casa, e che mi faceva sentire diversa e fuori posto in mezzo agli altri bambini o ragazzi. Tu però non hai parlato di nessun trauma che hai vissuto fin da piccola, quindi questo tuo sentirti osservata e al contempo osservare e giudicare a tua volta gli altri è semplicemente una tua prerogativa caratteriale? Perchè anche io lo faccio spesso, però so che è dovuto al fatto che non essendomi mai integrata nella struttura sociale e culturale in cui vivevo, ho sempre provato a capire come funzionava,per muovermi al suo interno senza essere giudicata pur essendovi estranea. Come se si fosse creata una frattura tra il mio io privato e il mio io pubblico. E mi sembra che a te sia successa la stessa cosa. Infatti parli di atteggiamenti di facciata volti a farti inserire nella società. Ma perchè non ti sentivi inserita? Ti vedevi meno bella o intelligente delle altre? Scusa la mia insistenza e soprattutto la mia indiscrezione, ma vorrei farti un’ultima domanda : mi sembra che tu non ti consideri una bella persona, nè fisicamente nè intimamente. Sei sicura di non riuscire a spiegarti il perchè di tutto questo? Di non ricordare alcun avvenimento della tua vita che possa essersi rivelato deleterio per il rafforzarsi della tua autostima? =) In ogni caso continua a farti delle domande, a darti delle risposte. E soprattutto, cerca in tutti i modi di confrontarti con gli altri. Credo che impariamo a conoscerci ogni volta che ci scontriamo con il mondo, soprattutto quando la nostra visione delle cose viene messa in discussione.

  4. 4
    chri_fenti -

    grazie mille reborn per il tuo commento. mi ha rasserenato molto, perché è vero che faccio spesso l’errore di attribuire agli altri una sicurezza che in realtà non hanno.
    magari invece, hanno solo un pizzico di autostima in più di me, autostima che comunque si sono guadagnati a botta di errori e delusioni, e tra questi anche tentativi andati a buon fine.
    solo che sono stata così chiusa da aver visto solo il prodotto finale del loro essere comunque “in movimento”, io che invece rimanevo “ferma” a farmi divorare dalle delusioni che in una vita troppo statica diventavano l’ossessione principale…

    mi dispiace per tutte le volte che ho citato “le belle” e “le brutte”, quelle “di successo” e quelle “sfigate”, in verità sono le uniche due categorie sociali riconosciute dove abito io (un luogo orribile e riconosciuto in quanto tale anche dai restanti abitanti della regione, diciamo che dove io abito tutti i difetti degli “italiani” sono espressi ai massimi livelli) e alla fine, pur non essendo cresciuta in un simile nucleo familiare, mi sono trovata inserita in una di queste due categorie ogni volta e alla fine ho accettato che la gente ragiona solo e sempre così…per cui il mio è un modo non di discriminare ma solo di parlare delle discriminazioni che subisco, piuttosto.

    ma per il resto sono veramente d’accordissimo con te.
    grazie per tutto, davvero, sullo scambio di email non sono certa perché darti ulteriore disturbo mi dispiacerebbe troppo. è bellissimo qui dove le persone senza nemmeno conoscerti, perdono tempo della loro vita per cercare di aiutare, io non me lo immaginavo proprio per cui già questo è più del pensabile e “sperabile” 😀

    @TOROSEDUTO:
    Mi dispiace deludere te e tutto il tuo discorso che comunque ci sta perché i figli unici crescono effettivamente senza il dover dividere le cose con gli altri, ma io ho parecchi fratelli e hanno tutti un carattere molto diverso dal mio e se anche hanno problemi sono comunque MOOOOLTO Diversi, ancora, dai miei! Per cui si vede che i miei disagi riguardano solo me e nemmeno un’impostazione errata della mia famiglia….perché se no dovevamo avere le stesse difficoltà invece sono solo io quella “strana”.

    Non li ho citati per una questione di spazio, ma c’è anche da dire che non ho un rapporto chissà quanto intenso nemmeno con loro perché a partire da quando ero bambina e mi scocciavo di giocare con loro perchè i litigi classici dei bambini non li sopportavo (infatti non giocavo nemmeno con i miei coetanei sempre per questo, mi annoiavano profondamente e poi avrei voluto situazioni pacifiche) e quindi mi sono “isolata” nel mondo della mia cameretta, poi non abbiamo avuto più problemi letteralmente perchè crescendo ci siamo visti poco (tra scuola e impegni vari intendo).
    cmq come non riesco ad avere un rapporto con nessuno, alla fine è vero che non ne ho uno nemmeno con loro, abbiamo un equilibrio sì ma anche loro se dovessero descrivermi non saprebbero che dire.

  5. 5
    Iperbole_Equilatera -

    Ciao! Ho vissuto esperienze molto simili (se non identiche) alle tue; se per caso dovessi passare di nuovo per questo sito mi farebbe davvero piacere parlare con te, sapere come vadano ora le cose.

  6. 6
    Ele -

    Sono una ragazza di 18 anni, vivo da tutta la mia brevissima vita in una condizione di disagio interiore accompagnata dal non sentirmi di appartenere in nessun campo della società. Questo da sempre e l’unico spiraglio di soddisfazione che trovo è il pensiero di non vivere più qua, su questo pianeta, non esserci più.

    Scusate lo sfogo, parlarne non è semplice perché ogni volta che ci provo vengo continuamente fraintesa. Scusate ancora, non attendo risposte di compiacimento.

  7. 7
    Bottex -

    Nessun compiacimento, Ele. Mi limito soltanto a dirti che a 18 anni non è affatto così strano non aver ancora capito chi si è, che cosa si vuole, quale è il proprio posto nella società o quello che si vuole arrivare a occupare, eccetera. Alcuni non lo capiscono neanche al doppio dei tuoi anni! La consapevolezza arriva col tempo e con le esperienze.
    Inoltre, considera anche che non è che tu debba per forza “sentirti parte” della società che ti circonda: puoi vivere tranquillamente seguendo le TUE idee e ragionando con la TUA testa. Questo non è un male. Le persone che fanno così, anzi, sono quelle che io apprezzo di più.
    Mi scuso se ti ho fraintesa e ti invito a non preoccuparti troppo.

  8. 8
    Ana -

    “ho avuto un’amica bruttissima (orrenda) e obesa e stavo bene con lei in primo luogo perché sapevo che non mi avrebbe abbandonata come facevano le altre”: anche io ce l’ho avuta, però la tizia in questione ha cominciato a essere invidiosa quando mi ero fidanzata con il ragazzo ucraino e perché viaggiavo da sola, mi parlava male dietro e parlava male anche di mia madre. L’ho allontanata. Io a 30 anni quasi 31 ho trovato la mia dimensione, dopo essermi trasferita a Londra. Nemmeno in Spagna o in Scozia mi sentivo appartenere. Però ho dovuto affrontare difficoltà anche qui. Io penso che mi abbia fortificata perché quando ero ancora a Roma molti mi reputavano ingenua, poco matura, mezza ritardata, scema totale. Ho dimostrato il contrario. Molti intelligentoni, svegli, furbi, paraculi a Londra non sono durati molto. Sono tornati in Italia con la coda tra le gambe oppure a 35 anni non sono in grado di smuovere il culo dalla stanzetta dove dormivano quando avevano 8 anni.

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