Immunità alla Salis…
Immunità a Ilaria Salis: quando la democrazia inciampa e nessuno si ferma.
Nel Parlamento Europeo, dove ogni voto dovrebbe essere il riflesso limpido della volontà dei rappresentanti dei cittadini, si è consumata una scena che ha il sapore dell’arbitrio istituzionale. L’immunità parlamentare di Ilaria Salis è stata confermata per un solo voto di scarto. Ma quel voto, oggi, è avvolto da un’ombra che non può essere ignorata: un eurodeputato non ha potuto votare per un guasto tecnico, e la presidente Roberta Metsola ha scelto di non interrompere la procedura, nonostante la segnalazione formale e la presenza di tecnici.
Questo non è un dettaglio. È una crepa nel processo democratico. È il momento in cui la forma, che dovrebbe garantire la sostanza, viene ignorata in nome della velocità, della convenienza o – peggio – della politica.
Il deputato Markus Ferber, impossibilitato a votare, ha chiesto assistenza. Il collega Tomá Zdechovskì ha chiesto la ripetizione del voto. La presidente Metsola ha rifiutato, lasciando che un voto potenzialmente decisivo venisse silenziosamente cancellato da un malfunzionamento tecnico.
In un’Europa che si proclama custode della democrazia, questo è inaccettabile. Non si tratta di essere pro o contro Ilaria Salis. Si tratta di essere a favore della trasparenza, della legalità, della parità di accesso al voto. E oggi, tutto questo è stato violato.
Politicamente, questa decisione mina la credibilità dell’istituzione. Mediaticamente, è un boomerang: l’immagine di un Parlamento che ignora un vizio procedurale così evidente è devastante. Il messaggio che arriva ai cittadini è chiaro: la democrazia può essere sospesa, se serve.
E allora, chi difende oggi l’immunità di Salis, lo faccia con la consapevolezza che sta difendendo una decisione viziata, non un principio. Chi tace, acconsente. E chi parla, deve chiedere una cosa sola: la ripetizione del voto, perché la democrazia non può essere decisa da una pulsantiera rotta.
Nel caso della votazione sull’immunità parlamentare di Ilaria Salis, se ci fosse stata parità di voti, la proposta di confermare l’immunità sarebbe stata respinta. Questo perché si tratta di una decisione che non rientra tra quelle che, in caso di parità, vengono rinviate o approvate automaticamente.
In altre parole, quel singolo voto ha fatto la differenza tra immunità confermata e immunità negata. Ecco perché il malfunzionamento tecnico segnalato assume un peso politico e istituzionale enorme.
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