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Il discorso del papa Ratzinger ad Auschwitz

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Lettera pubblicata il 31 Maggio 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 21 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    ugo biheller -

    A Yoel
    L’esistenza di Dio non é un`equazione matematica, ma se tu osservi la vita giá di per sé un eterno miracolo.
    Non mi soffermeró a risponderti pertanto alle tue speculazioni di carattere filosofico, interessanti ed erudite senza dubbio, ma solamente speculazioni. Non ti posso dare la chiave sull’esistenza di Dio, ma ti posso dire che esistono i miracoli che puoi vedere se credi che possano accadere nel nostro mondo.
    E La fede é un dono di Dio. Da quel che osservo sembri un agostico o un ateo. Non é colpa tua. Verrá il tuo momento della folgorazione di Damasco.
    Detto questo con molto rispetto e amore fraterno cercheró di risponderti cosí:
    Il silenzio di Dio avviene perché l’umanitá ha perduto i valori di convivenza pacifica e dei suoi inalienabili diritti naturali, che, se me lo concedi li ritrovi attuali piú che mai nei Dieci Comandamenti.
    Perché Dio non parla all’uomo come ai tempi di Mosé e del popolo d’Israele?
    Dio si é giá manifestato in varie occasioni storiche e ció che doveva dire all’uomo lo ha giá detto con la venuta di Gesú sulla terra.
    Detto questo Egli continua a manifestarsi all’uomo in molte imprescrutabili maniere, anche con i miracoli, che puoi vedere e toccare se prima credi che possano avvenire in questo mondo.
    Cordialitá
    Ugo

  2. 12
    scala40 -

    Ciao Ugo , condivido ciò che hai scritto e approvo che per essere veri figli di Dio bisogna rispettare i 10 comandamenti , non importa di che religione si è ma che si rispettino i 10 comandamenti , quello è importante .Ciao a voi tutti che mi leggete e vi invio un cielo di sorrisi che entrino nella tua casa e nelle case di tutto il mondo 😀 …un abbraccio a tutte le persone che soffrono .Da un’amica di nome Angela

  3. 13
    ugo biheller -

    Scala40
    Cara Angela
    Non ho la pretesa di convincere qualcuno a credere in Dio, ma é mio dovere come cattolico annunciare il Verbo, con molta umiltá e con tutti i miei difetti.
    Sono convinto, per chi non crede, che sul nome del personaggio Gesú si sono scritte immense biblioteche. Credo che a nessun personaggio storico si é fatto un esame cosí rigoroso ed esteso come al Messia.
    Ció avrá pure un significato. Come Mosé tocca il mare con il bastone e divide le acque del mar Rosso, cosí Gesú, secondo la mia modesta opinione rappresenta lo spartiacque della storia tra coloro che credono nella sua salvezza e coloro che la rifiutano.
    Un caro saluto.
    Ugo.

  4. 14
    scala40 -

    Ciao Ugo , da ciò che hai scritto me ne ero resa conto che sei un credente in Dio come mè e noi che crediamo in Dio se comettiamo degli sbagli sappiamo chiedere scusa e ricordiamo lo sbaglio per non sbagliare ancora lo stesso sbaglio , noi che crediamo in Dio nel cuore portiamo i veri valori della vita e come prima cosa l’onestà , di cui se vanno difesi i veri valori della vita non guardiamo in faccia a nessuno per dirgli il nostro pensiero e a noi dei soldi o poteri di poltrone non interessano e se lavoriamo a difesa di questi valori lo facciamo con il cuore , perchè nel cuore abbiamo messo i veri valori che vanno difesi e sono i 10 comandamanti di Dio , però stiamo attraversando un brutto periodo di vita e se non si inverte la rotta dove chi predica di rispettare i 10 comandamenti deve dare il buon esempio a rispettarli per primo e non dire fate ciò che vi dico e non ciò che faccio , perchè così si rischia di far allontanare chi vorrebbe avvicinarsi alla chiesa dove io ritengo che le chiese sono le case di Dio , dove chi rappresenta la casa di Dio , dovrebbe stare insieme alle sofferenze e non pensare ad altro perchè il ruolo dei comandamenti non riporta il potere ma riporta di aiutare i deboli , di aiutare chi soffre , se ho scritto parole dure verso chi predica i 10 comandamenti e poi non li ha messi in pratica , lo ho fatto per far capire al nostro Papa Benedetto di richiamare tutti e di ricordargli il loro ruolo , non perchè mi piace criticare chi sbaglia ma per far correggere gli sbagli che loro stessi mi hanno insegnato , come spero che radio Azzurra di Napoli abbia i suoi diritti e non tolti perchè chi deve darli non vuol fare il suo dovere e radio Azzurra è una radio gestita da persone con problemi di handicap , ma se non si parte dall’alto a rispettare i 10 comandamenti come si può pretendere che chi non crede in Dio si avvicini a credere in Dio , potrei raccontarti altri episodio dove sono stata aiutata da Dio che poi ha inviato dei Santi per aiutarmi che se fa piacere a qualcuno li scrivo e sono veritieri .Ciao Ugo , ti auguro una bella giornata a te e alla tua famiglia e vi invio un sorriso che entri nella tua casa e nelle case di tutto il mondo 😀 .Dalla tua amica Angela ….un abbraccio a tutte le persone che soffrono *:-):-)

  5. 15
    Yoel -

    Caro Ugo,
    In molti hanno provato a dimostrare l’esistenza di Dio, probabilmente in meno hanno provato a dimostrarne l’inesistenza: si può credere o non credere in Dio, l’importante é a mio avviso porsi il problema, possibilmente in termini razionali.
    E invece troviamo chi crede in dio perché gli hanno insegnato che dio esiste e chi non crede in dio perché così gli hanno insegnato: si tratta comunque di due atteggiamenti non corretti, proprio perché non sono razionali, ci si limita a prendere per buono ciò che ci viene detto.
    Non posso non disapprovare quelli che non credono in Dio e che in realtà non si sono mai posti il problema se egli esista o meno: sbarazzarsi di Dio come fan loro equivale a bere l’intero oceano in un sol sorso. Allo stesso modo, quelli che credono in dio solo perché gli altri fanno così, senza chiedersi se sia corretto o meno, peccano di ingenuità e di stoltezza; e da che mondo é mondo, la religione é sempre al fianco dell’uomo e trova un fertile terreno di sviluppo presso una natura irrequieta e angosciosa quale é quella umana;
    Secondo il partenopeo Giambattista Vico, la nascita della religione é simbolo di sviluppo della specie umana, di quegli antichi bestioni che eravamo migliaia di anni fa: infatti, volgendo lo sguardo al cielo e rendendosi conto dell’esistenza di forze divine, essi pervennero alla civiltà e si distaccarono mano a mano dalle loro barbare usanze; secondo il tedesco Federico Nietzsche, invece, la religione nasce come strumento per ovviare all’infelicità e all’insensatezza della vita:
    così i greci crearono una religione lussureggiante di divinità caratterizzate dagli stessi difetti propri dell’uomo, riuscendo in tal modo a conferire un senso alla vita e alla sofferenza che la caratterizza. Sembra dunque che la religione sia del tutto necessaria, in quanto fornisce all’uomo un barlume di felicità, o almeno la speranza di ottenerla in un’altra vita; ma, come ha acutamente notato Marx, eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale.
    A mio avviso la spiegazione più probabile della nascita della religione va ricercata nell’infinita sete di conoscenza propria dell’uomo: infatti la prima volta in cui egli ha avuto il presentimento di una presenza divina, dev’essere senz’altro stata quando ha avuto il tempo di contemplare ciò che lo circondava e che senz’altro non poteva essere opera sua; a questo punto l’uomo, condotto dalla sua naturale sete di conoscenza, ha tentato di spiegarsi come ciò che lo circondava e di cui lui era solo spettatore avesse potuto originarsi.
    A furia di sforzare il proprio intelletto e di non venire a capo di nulla, l’uomo ebbe la pensata di risolvere la questione introducendo una forza esterna, un grande architetto onnipotente che, a seguito di un interminabile lavorio, aveva generato l’universo e vi aveva posto l’uomo affinché godesse di quell’immenso spettacolo.
    In fondo, il problema sussistente era spiegare come si fosse originato il tutto, l’universo che ci circonda: ogni cosa presente nel mondo, infatti, doveva per forza essere il frutto di una creazione, questa era la spiegazione più evidente e ingenua; ma risalendo tassello per tassello la catena creazionistica, per evitare che essa fosse infinita, prima o poi, si doveva per forza arrivare a qualcosa che creasse senza essere creato e così appunto balenò l’idea di chiamare quel qualcosa Dio, pensando così di aver risolto il problema, quando invece se ne erano creati solo di nuovi. Infatti, se il mondo é stato creato da Dio, Dio da chi é stato creato?
    E’ facile capire come in realtà il problema iniziale non venga risolto, ma solo spostato su una realtà che trascende il mondo, che ne sta al di là: per rispondere alla domanda ‘chi ha creato Dio’ senza introdurre un nuovo soggetto creatore e per non prolungare all’infinito la catena, bisogna per forza ammettere che Dio, nella sua onnipotenza e nella sua forza generatrice, non solo é stato capace di generare tutto ciò che ci circonda, ma anche se stesso.
    Tuttavia, mi si potrà obiettare, se Dio fosse solo una menzogna, un artifizio introdotto dall’uomo, sarebbe già stato smascherato da secoli, mentre invece continua ad essere venerato e accettato da milioni di persone; in effetti se la maggior parte delle persone crede in Dio, questo lo dobbiamo anche al fatto che non sia possibile dare una dimostrazione della sua inesistenza così efficace da rendere del tutto ridicola e inaccettabile l’ esistenza divina; ma se non é mai possibile dimostrare del tutto l’inesistenza di Dio, é altrettanto vero che non é possibile dimostrarne l’esistenza, sebbene in molti nel corso della storia si siano cimentati in argomentazioni spericolate e magari anche convincenti: essi hanno sempre e comunque fallito perché la base del credere in Dio é l’atto di fede, ossia il credere in Dio senza porsi troppe domande, l’avere la certezza della sua esistenza pur non potendola dimostrare razionalmente.
    Ma se la religione é sopravvissuta per così tanti anni, lo dobbiamo anche ad interessi materiali nascosti dietro ad essa: la religione può infatti facilmente essere adoperata come un vero e proprio strumento di regno, per mantenere buoni certi individui o certi ceti sociali con vane promesse di una vita ultraterrena in cui rifulga l’uguaglianza, o intimorendoli con le minacce di un dio in grado di castigare chi infrange le leggi in vigore.
    Naturalmente tutti possono facilmente capire come sia facile e vantaggioso slacciare le briglia alla fantasia e crearsi un Dio, cercando poi di far sì che tutti credano nella sua esistenza: dico facile, perché non costa neanche un grande dispendio di forza intellettuale, dico vantaggioso perché introducendo una forza superiore agli uomini capace di punirli o di premiarli, si impone al popolo di comportarsi come vogliamo, o meglio, a seconda di come vuole il Dio che abbiamo inventato.
    E così diventa facilissimo tener a bada il popolo, da sempre soggiogato in maniera più o meno evidente alla volontà dei potenti, i quali possono rivendicare e giustificare la propria ‘superiorità’ appellandosi ad un misterioso volere divino: Dio, colui che ha creato il mondo e tutto può, ha scelto che le cose andassero così, che alcuni avessero più diritti rispetto al altri, ma che nel presunto aldilà regnerà l’uguaglianza e chi si sarà comportato bene, non nuocendo ai potenti e non sovvertendo la situazione vigente, potrà godere di una vita beata.
    Sarebbe stato vantaggioso, o per lo meno meno dannoso, ravvisare un dio nell’universo stesso, portando ad un livello divino ogni singolo atomo del mondo: questo se non altro avrebbe impedito quella che per me é la più grande tragedia religiosa, ossia l’abbandono e la sfiducia totale nel nostro mondo, in ciò che quotidianamente ci circonda, visto come un qualcosa di passeggero, come la copia di qualcosa di più perfetto presente in un’altra dimensione; la nostra vita stessa su questo mondo é diventata una vita di passaggio, che va vissuta nel timore di una futura punizione divina e nella speranza di un’esistenza beata ed eterna nel ‘vero’ mondo.
    Questa terrificante impostura che serpeggia negli animi di milioni di persone, non fa altro che gettar discredito sul nostro mondo, che perde inevitabilmente valore in quanto solo realtà passeggera e non meta ultima: ‘e fu così che il nostro mondo divenne una favola’ asserisce Nietzsche riferendosi alla perdita di valore del nostro mondo causata dalla convinzione che ve ne fosse un altro, un ‘mondo dietro il mondo’.
    Certo il popolo, sfinito ed esasperato dalle ingiustizie e dalle sofferenze, può anche essere rincuorato dall’idea di una vita futura caratterizzata dalla beatitudine e dall’uguaglianza, così come può far comodo ai potenti che il popolo creda in ciò: da sempre l’uomo sente l’esigenza di essere schiavo, di non essere il signore dell’universo, ha come una sorta di complesso di inferiorità, deve per forza rinvenire qualcuno che abbia creato tutto per lui; in altri termini: l’uomo sente la necessità di credere in qualcosa e così la religione diventa un vero e proprio oppio di cui non si può fare a meno, un narcotico con cui l’uomo controlla la propria angoscia, ma ottunde la propria mente.
    E’ arrivato il momento di aprire gli occhi e di vedere con la propria ragione, che magari non può risolvere ogni problema, tuttavia può in ogni caso dire la sua e resta comunque il solo strumento conoscitivo a nostra disposizione: essa é un po’ come una candela che ci illumina il cammino, certo sparge una luce fioca incapace di illuminare ogni cosa, ma, in assenza di lampadari o di fari, dobbiamo accontentarci e fare un buon impiego di essa. Se vogliamo approdare a nuove conoscenze, dobbiamo smetterla di nascondere la testa sotto la sabbia delle cose divine e dobbiamo provare a rispondere ad ogni quesito con la nostra ragione, finché, con il passare del tempo, a poco a poco, non scopriremo ogni cosa.
    Occorre riconoscere che tutti i progressi effettuati nel corso della storia sono frutto del retto impiego della ragione, che, senz’altro, non potrà capire ogni cosa, ma non per questo dobbiamo sentirci autorizzati a metterla da parte e anteporre ad essa le spiegazioni religiose: e così, indagando sull’origine dell’universo senza riuscire a trovare una spiegazione razionale, non dobbiamo chiuder la partita introducendo dio, l’architetto autore del mondo; questo gesto é sintomo di una totale sfiducia nella nostra ragione e nella potenza dell’uomo!
    Dio é una risposta grossolana, un’indelicatezza verso che si sforza di adoperare al meglio la propria ragione per far luce sulle realtà più oscure! E’ come se, non riuscendo a trovare altre risposte possibili, si dovesse ricorrere ad una causa esterna invisibile e fittizia per mettersi il cuore in pace, per evitare un dispendio energetico di forza intellettuale: certo é più facile dire ‘Dio ha creato il mondo’ che non sforzarsi di capire come esso sia nato, ne convengo; però, a ben pensarci, introdurre Dio non ci permette di capire molte cose in più: dico che la mia ragione non basta per comprendere tutto, quindi non si può spiegare come sia nato il mondo; l’ha creato Dio, ora so come é nato il mondo, ma non so come é nato Dio!
    Il problema si sposta, ma non si risolve.
    D’altronde il presunto dio, oltre ad essere ‘invisibile’ e immateriale, apre un immenso ventaglio di problemi difficilmente risolvibili che, se ben analizzati, portano all’ateismo: se dio esiste ed é perfetto come vuole la tradizione, come può amare o odiare gli uomini? Come può punirli?
    Non può amarli, perché un ente perfetto non può certo provare amore: ma se é perfetto, non ha bisogno di nulla se non di se stesso, é autonomo, e anzi, creando il mondo e ciò che lo abita si é già auto-diminuito, occupandosi di cose non perfette (che il mondo e l’uomo non siano perfetti, secondo la religione, non ci son dubbi: l’uomo sceglie il male, il mondo é caduco, ecc.). Allo stesso modo un ente perfetto e buono quale si pretende che dio sia, non può punire o provare rancore, perché sono peculiarità di un ente imperfetto, capace di provare sentimenti abietti.
    Mi pare dunque che dio, ammettendo che esista, non possa essere perfetto; ma almeno buono dovrebbe esserlo, stando a quanto sostengono le religioni più disparate: dunque dio é ed é buono; ma se dio é ed é buono, come si spiegano il male, la sofferenza e il dolore che imperano nell’universo? Se dio fosse buono, anche se non perfetto, non avrebbe creato il male, ma dal momento che il male c’é, dio non può essere buono.
    Dunque dio, ammesso che esista, non é né buono né perfetto. Cominciano a sorgere dei dubbi sulla sua esistenza: dio ha creato il mondo e l’uomo per estrinsecare la sua perfidia? Li ha creati per divertirsi nel vedere l’uomo contorcersi tra i rantoli e gli spasmi della sofferenza? Se é ed é malvagio, vuol dire che, inevitabilmente, la sofferenza che regna in questo mondo, sarà presente, magari anche in misura maggiore, nell’altro mondo, quello della vita eterna, che diverrebbe così regno della sofferenza eterna.
    Schopenhauer dice: ‘se ad un dio si deve questo mondo, non ci terrei ad essere quel dio: l’infelicità che vi regna mi strazierebbe il cuore’; l’infelicità che regna nel mondo potrebbe spezzare il cuore ad un dio che ha creato un mondo in cui regna il dolore, ma che é fondamentalmente buono, tanto da soffrire lui stesso per i patimenti che subisce l’uomo: ma un dio buono avrebbe potuto creare un mondo dominato dalla sofferenza?
    No di certo. Se é così potente da creare il mondo, vuol dire che lo é anche abbastanza per eliminare da esso il dolore, ma dato che il dolore c’é, vuol dire che dio non ha voluto eliminarlo e che dunque si tratta di un dio malefico. Se tutta la natura ci grida che dio esiste, come molti sostengono, é anche vero che essa ci grida che é un dio malvagio, che prova piacere nella sofferenza altrui.
    Ma dio non é malefico proprio perché non esiste, mi guardo intorno, ammiro la bellezza di ciò che mi circonda senza scorgere in essa alcun suggello dell’operato divino, tutto assorbito dal viverla fino in fondo, prima che esaurisca il tempo a mia disposizione e ch’io torni donde sono venuto: nel nulla.
    E prima di scivolare in quei tenebrosi meandri, voglio ancora vedere e ammirare molte cose di questo mondo, l’unico di cui io abbia la certezza e in cui io creda per davvero: nessuno mi riporterà in vita una seconda volta e non ne provo sofferenza; solo ho paura di non riuscire a fare tutto quel che vorrei in questo lasso di tempo che mi é dato vivere.
    Cercando di riassumere brevemente il mio pensiero, per me l’essenza suprema non é Dio, ma l’uomo, il quale é indubbiamente difficile da scoprire e da capire fino in fondo, tanto che egli é per se stesso la più difficile delle scoperte.
    Con la convinzione dell’esistenza di dio l’uomo ha finito per alzare un po’ troppo la testa verso il cielo, tutto preso dalle cose divine, e ha finito col dimenticarsi del mondo terreno, delle sue imperfezioni e di tutto quel che rimane ancora da fare per esso e per chi vi abita; dice giustamente Freud che ‘se l’uomo distoglierà dall’aldilà le sue speranze e concentrerà sulla vita terrena tutte le forze rese così disponibili, riuscirà probabilmente a rendere la vita sopportabile per tutti e la civiltà non più oppressiva per alcuni’.
    Proprio ponendomi le domande soprascritte sono pervenuto all’estrema conclusione, all’inesistenza di Dio; proprio come un bambino scopre che Babbo Natale non esiste ed è solo una messa in scena dei genitori per indurlo a comportarsi rettamente. E così, con la nuova e fantastica scoperta, si apre un mare innanzi a noi, un mare che non era mai stato così aperto: e i protagonisti assoluti siamo noi, non dio.
    Si tratta di un mare per molti aspetti periglioso e ricco di insidie, ma è il nostro: infinitamente più grande di prima, quand’esso era sovrastato dall’inquietante presenza di dio, il quale, come una nebbia offuscante, si é diradato dopo secoli di permanenza.
    Il vero pericolo è in realtà questa credenza in un Dio “onnipotente” ma che non fa assolutamente nulla ne contro ne a favore degli uomini…Gli eserciti in guerra pretendono tutti, da ogni lato della battaglia, che Dio è con loro…La verità è che questa credenza in un Dio unico e onnipotente è la causa stessa dei più grandi drammi che ha conosciuto l’umanita.
    Cari Saluti

  6. 16
    scala40 -

    Gen.mo amico Yoel , io non le ho scritto cose sentite da altri , ma cose che hanno visto i miei occhi , credo che le cose siano diverse se crede in ciò che ho scritto .Le auguro buona giornata 😀 .Dalla sua amica Angela

  7. 17
    ugo biheller -

    Caro Yoel
    Prima devo scusarmi con te. Il nome mi sembrava femminile, poi Leo mi ha spiegato che sei un”macho” come si dice qua. Un uomo molto acuto e molto profondo nella sua ricerca filosofica di Dio.
    Prima di contestarti se io credo in Dio perché cosí me lo hanno insegnato, ti diró che credo che ogni via che l’uomo cerca sul significato della trascendenza é un cammino per arrivare a Dio. Pare per esempio l’inconciliabilitá tra le teorie sull’origine dell’Universo e la Creazione. Credo che non é cosí. Nonostante sonde spaziali lanciate a pochi minuti dal Big Bang, se mai sia esistito le contraddizioni scientifiche sono molteplici. Hawking il grande scienziato inglese che vive, suo malgrado, in una sedie a rotelle e si comunica con computer perché tiene una sclerosi a placche(credo che sia cosí) ritiene che dal nulla si sono create le premesse per un microcosmo, esploso succesivamente nella chiamate esplosione iniziale. Io avevo sempre considerato e mi avevano insegnato che dal nulla non si crea né si puó modificare nulla. Peró é bene che si continui a ricercare e credo che la scienza deve rispondere con i mezzi della scienza e non porsi problemi metafisici. Quello che non posso accettare è che teorie come la quantica o il Big Bang o l’effetto Kasimir sul vuoto assoluto vengano poi assunte per dimostrare con una teoria che Dio non esiste, o che non e´mai esistito ecc.
    Per quanto riguarda la mia personale fede:
    Proveró a domandarti due cose: Tu sai che esiste l’amore, ma non l’hai mai visto, peró ci credi. Meglio ancora c’é l’odio non l’hai mai toccato, ma credi che esista. Non é che con queste semplici categorie umane tu faccia una speculazione filosofica. Ci credi e basta.
    NeL mio caso personale ho avuto un percorso dolorosissimo per arrivare a credere in Dio. I miei affetti piú cari e piú profondi mi sono stati tolti da un giorno all’altro. Non sempre ho avuto la fede, pur nel dubbio umano, che ho oggi. É un dono di Dio, meglio di Gesú vero Dio e vero Uomo. Non amo parlare delle mie esperienze personali, sono molto intime peró se questo puó in qualche maniera farti comprendere te ne parleró. Tre anni or sono, dopo una lunga penosa malattia molto dolorosa muore mia moglie. 28 anni sposati, 30 anni di vita in comune. Una vita insomma. Otto mesi fa improvvisamente il mio unico figlio maschio( ho anche due amatissime figlie piú grandi e sposate) sparisce e si suicida. La depressione per la morte della madre, aveva soltanto 18 anni, le analisi tossicologiche sono negative, quindi non c’erano problemi di sorta. Facevamo vita molto in comune, progetti, speranze, futuro. Tutto crollo’ da un pomeriggio a un nmattino quando si lanció da un edificio. Mi si cadde il mondo addosso. Crollo’ tutto in me stesso. Poco a poco mi avvicinai nella mia disperazione di padre a Dio ed Egli mi toccó, letteralmente mi toccó con una percezione spirituale. Da quel girono, pur con l’ immenso dolore che vivo, ho la speranza che un giono lo rivedró e mi ricongiungeró con mio figlio e mia moglie nella gloria di Dio.
    Ciao amico.
    Ugo

  8. 18
    scala40 -

    Ciao Ugo , mi dispiace ciò che ti è successo , perchè perdere due persone care in poco tempo devi aver sofferto tantissimo , anzi quelle sono sofferenze che lasciano nel cuore sempre ciccatrici di dolore , io ho perso mio padre 12 anni fa e nelle mie sofferenze lo invoco sempre , anche se è sempre vivo nel mio cuore come sono vive le persone che porto nel cuore , le mie sofferenze sono nulla a confronto alle tue e pregherò il Signore come faccio tutte le sere di mandarti gli Angeli a starti vicino . Ti invio un saluto con un sorriso che entri nella tua casa e che quando pensi al tuo dolore immagina il mio sorriso che è di una mamma sofferente e onesta e con tanta sofferenza riesco a donare sorrisi perchè mio padre donava sorrisi a tutti e lo ha trasmesso a mè come portafortuna 😀 .Un saluto a tutti voi col sorriso e che entri in tutte le case del mondo 😀 .Dalla vostra amica Angela

  9. 19
    Yoel -

    Caro Ugo,
    Come vedo questo dibattito sta prendendo la via dell’infinito …come ho già previsto, hai parlato di Amore e Odio…nel spiegarmi la tua credenza in Dio…e bene io ci credo nell’amore…ma l’amore non è Dio… x me la più bella manifestazione della coscienza è l’amore, Amore e coscienza non sono che una cosa sola. Un essere cosciente non ha odio. Un essere cosciente ama chi è diverso. Parlare d’amore è parlare di coscienza. Un cervello privo d’amore è un cervello malato. In più è l’unica risposta alla violenza è l’unica cosa che porta speranza. Ricordo in fine che l’amore è l’insieme di reazioni chimiche del nostro cervello…
    Non credo in Dio perché credo nell’infinito, il nostro passato è finito, l’avvenire è infinito…L’infinito non si comprende ma si risente, questa è la mia vera religione, anche perchè la religione è il legame tra l’infinito, noi stessi e la società. Credere invece nel misticismo (Dio onnipotente etc.) è una droga che crea danni al cervello. Il misticismo ci limita, ci separa dall’universo. La vera religione è quella che lega all’universo. La religiosità invece è una scienza, è la scienza delle scienze, la scienza dell’essere. La religiosità fa di un essere banale un essere straordinario, diviene più grande e aiuta glia latri a divenire grandi.
    Vede caro Ugo, sono nato in una famiglia Ebraica ho vissuto la mia gioventù con amici fratelli di religione Islamica, a tutto oggi sono circondato da stupendi amici fratelli di religione cattolica e buddista… è all’età di 33 anni ho fatto la mia scelta dopo aver capito che la religione monoteista e non solo , non è coscienza, è della tradizione. Quelli che sono cattolici, Musulmani o Ebrei, proprio perché il loro genitori lo erano prima di essi, non hanno scelto niente, ed è anche un insulto a Gesù, Maometto o Mosè! Bisogna scegliere la propria religione.
    Per concludere potrei dirti soltanto questo…”tieni le tue idee se sei in armonia, se sei felice non cambiare mai”…perché la nostra coscienza ci guida alla felicità, se lo decidiamo.
    Cari Saluti
    Yoel

  10. 20
    scala40 -

    Ciao Yoel , io rimango della mia idea , chi ha amore verso il prossimo e soprattutto verso chi soffre ha dentro Dio e si può essere di religioni diverse o dire che non ci si crede in Dio perchè a volte lo dice chi ha subito tanti dolori e poi si scopre che chi dice che non crede in Dio è la persona che mette in pratica di più i 10 comandamenti , comuncque sono daccordo che ognuno di noi deve scegliere la religione che più sente dentro al cuore , tanto se a mè mi chiamate , signorina , signora , Angela , sono sempre io e così la penso su Dio . Dio è unico per tutti , quello che conta è amarlo , che per mè vuol dire pensarlo e mettere in pratica la sua parola .Ciao Yoel , ti invio un sorriso che entri nella tua casa e nelle case di tutto il mondo 😀 .Dalla tua amica Angela

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