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Ho fallito e il mondo mi è crollato addosso

Ciao a tutti.
Sono qui a scrivere più per sfogarmi che altro, perché sto esplodendo.
Sono un ragazzo di 25 anni appena laureato alla magistrale in una materia umanistica, e un mese fa mi è crollato il mondo addosso, per vari motivi.
Primo. Ho studiato da fuori sede in una città che mi ha dato tanto e dove mi sono trovato bene, ma ora sono dovuto tornare nel paesino da cui sono originario, di nuovo a casa con i miei. Essendo molto appassionato, fin da piccolissimo, di ciò che ho studiato il mio sogno è sempre stato entrare nel mondo della ricerca, ma con gli anni di studio mi sono accorto che non sono un super-genio come occorre essere oggi per avere almeno qualche speranza di intraprendere questa carriera. Purtroppo però questo rimane ancora il lavoro dei miei sogni e tutto il resto mi pare inadeguato, insoddisfacente. Nel mio ambito inoltre lavoro non ce n’è e non è facile nemmeno riciclarsi svolgendo un impiego dignitoso, in cui possa sentirmi realizzato e soddisfatto. Il cambio di vita forzato tra studente universitario, che viveva fuori casa in una città stimolante, e il disoccupato a casa con i suoi in un paesino deprimente, mi ha ucciso. L’ambito dello studio\lavoro, quello su cui ho puntato tutto fin da piccolo, a cui mi sono votato e ho sacrificato molto, ora è venuto a mancare e non ho più il pungolo della speranza futura di poter un giorno diventare ciò che ho sempre voluto. Quindi, nessun conforto, nessun riscatto che mi può giungere dall’ambito professionale.
Secondo. Sono stato da sempre una persona insicura che non è mai piaciuta alle ragazze. Nel corso degli anni universitari ne ho conosciute alcune che mi sono piaciute molto: ragazze normali alla mia portata, carine ma senza essere bellissime, intelligenti, colte, con vari interessi e con cui avevo molta sintonia e tante cose in comune. Non ho mai avuto problemi a farmi avanti, chiedere di uscire o altro, ma nessuna di loro ha mai ricambiato e ha mai accettato di costruire altro all’infuori di una bella amicizia. Tutte, eccetto una, la mia migliore amica, che ad un certo punto mi scopro improvvisamente a desiderare. Con mia somma sorpresa ricambia e comincio così la mia prima e unica relazione. A causa della mia inesperienza, insicurezza e immaturità, però, le cose vanno male fin da subito e la lascio, perché non riuscivo a sentirmi soddisfatto e felice. Ma torniamo presto assieme per poi lasciarci ancora, più e più volte, complici gli incontri casuali in università che ci fanno sempre riavvicinare. Tutto questo prosegue per circa tre anni; poi, lo scorso agosto, la lascio nuovamente, con l’intenzione di non ritornare più, se non qualora mi fossi sentito in prima persona, senza influenze da parte sua, convinto e innamorato: non riuscivo a sentirmi a posto e volevo che almeno lei fosse felice. Nonostante nei mesi seguenti io abbia cercato di uscire con altre ragazze (un paio che sono riuscito a rimediare per caso, non c’era vera attrazione), mi rendevo conto che la mia ex mi mancava sempre di più e che le qualità che lei aveva erano davvero rarissime da trovare. Poi, con l’avvicinarsi della laurea e della prospettiva di finire la mia vita da studente, ho cominciato a cambiare e a maturare. Ho capito che la vita vera non era quella vivace, piena di stimoli continui e di conoscenze ogni giorno nuove dello studente, ma era quella più concreta, ordinaria e monotona di tutti gli altri: in questo (più o meno) grigiume è fondamentale tenersi strette le cose belle che si riesce a guadagnare, in quanto preziose, e portarle avanti senza farsi problemi inutili o volere per forza ancora di più. Nel contempo, è maturato anche in me il desiderio di cominciare a “stabilizzarmi”, a pensare al futuro e a costruire l’embrione di quello che un giorno avrebbe potuto trasformarsi in una bella famiglia. E tutto questo, desideravo ardentemente farlo con la mia ex. Così, stavolta sicuro di me come non mai, l’ho chiamata per chiederle di tornare, portandole dei fiori e scoppiando in lacrime, anche perché avevo saputo da amicizie in comune che durante l’ultima separazione anche lei non aveva perso le speranze che io potessi ricredermi. Ma sorpresa: da un mese ha un altro, e si sente innamorata. Se fossi tornato solo un mese prima, dice, molto probabilmente avrebbe accettato con gioia di riprovare, ma ora non più: per quanto mi voglia bene, non mi ama più. A queste parole, mi è crollato tutto addosso, ancor più perché so che è stata colpa mia e che mi sono accorto troppo tardi di ciò che avevo perso. E’ stata l’unica ragazza che mi abbia davvero amato, che avesse trovato qualcosa di bello in me (anche se non ho mai capito cosa): una persona di grande valore, con cui ero stato amico e con cui avevo tante cose in comune. Ma ora, con l’ennesimo fallimento, beffato anche dalla sorte e dal tempo (solo un mese!), non riesco a non sentirmi un disastro, incapace di costruire alcunché. Non riesco a smettere di pensarla, di considerare quanto sono stato idiota, e avverto tutti i sintomi legati agli episodi depressivi: ho sempre l’ansia e lo stomaco chiuso, dormo tantissimo, non sento più piacere in nulla, sono sempre stanco e triste, non vedo prospettive future. Lei è stata l’unica ragazza con cui sia mai riuscito ad avere una relazione e alla mia età, finita l’università, non so più dove possa trovarne altre single di pari valore, con i miei stessi interessi, con cui mi senta a mio agio allo stesso modo e a cui possa piacere (posto che io riesca mai a dimenticare la mia ex e a superare il senso di fallimento totale che sento ora).
Terzo. Aggiungiamo a tutto ciò che ho pochissimi amici, tutti sparsi in giro per l’Italia e per il mondo, e quasi tutti già impegnati in relazioni durature che hanno l’assoluta priorità nelle loro vite. Sono e mi sento solo, e passo la maggior parte delle mie giornate e dei weekend a casa perché anche le poche persone non fidanzate che ho più geograficamente vicine hanno già i loro giri abituali da anni, in cui io non riesco a venire incluso nonostante i miei tentativi.
In conclusione, in questo momento non sento di avere proprio nulla nella mia vita, nulla che mi tenga su e per cui valga la pena di lottare e andare avanti. Sono un fallimento in tutti gli ambiti: studio\lavoro, amore e relazioni sociali; tutti gli sforzi che ho fatto in questi anni per costruirmi qualcosa sono falliti. Rimango solo con i pugni pieni di sabbia, il paragone bruciante con i miei conoscenti che vanno avanti contenti e un baratro nero, profondo, terribile, da cui mi sento sempre più risucchiato ogni giorno che passa.

Lettera pubblicata il 4 Maggio 2019. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Lavoro - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Ygres -

    l’università è una bella favola eterea dove si va avanti tra libri, schemi, tabelle, con tutti quei bei esami e tante prospettive vacue e irreali che si affrontano solo quando si è alla fine del percorso. Il secondo una bestia infernale a più teste pronte a morderti appena abbassi la guardia. Chi riesce a lavorare, e aggiungo, con soddisfazione, nel campo della propria laurea ha già vinto tutto ed è un miracolo se la cosa avviene entro un anno dalla laurea. Per il resto ci si deve accontentare e trovare compromessi con la dura e crudele realtà in cui viviamo, figuriamoci se siamo in Italia. Non ti scoraggiare, nulla è inutile e a sé,tutto ha un suo senso e un giorno ne coglierai le sfumature. Arrenditi all’idea di considerare un altro mestiere, anche se potrebbe risultarti infimo e lontano da ciò che idealmente e aggiungo scioccamente pensavi di fare uscito fresco dagli studi. Due e tre, il tempo guarirà tutto e ti darà nuovi doni, ma le ferite rimarranno per sempre. Non ti…

  2. 2
    Suzanne -

    Non capisco per quale motivo tu ti debba considerare un fallimento: hai scelto il percorso di studi liberamente, l’hai portato a termine con successo e nel mentre ti sei vissuto la vita dello studente fuori sede. Ora si apre un’altra fase di vita, è un po’ come ricominciare da zero in effetti, perché l’università ti dà la sensazione di essere in un guscio protetto, dove impari a muoverti e sai precisamente qual è il tuo ruolo. Ora ti devi completamente reinventare, e lo puoi fare solo per tentativi rd errori. Sperimenta il più possibile, senza domandarti se le esperienze siano all’altezza delle aspettative. La vita sorprende proprio nell’inatteso.

  3. 3
    Yog -

    Essì, la vita è una continua sorpresa, il fatto è che spesso le sorprese sono molto grosse, volano raso terra e ti arrivano da dietro in gran velocità.
    Comunque non parlerei di fallimento, in fondo devi ancora partire, buttati a fare qualsiasi cosa purché pagata, tipo portare la cena agli altri andando in giro di notte in bici con uno scatolone adiabatico sulle spalle a mo’ di zaino (in effetti una laurea umanistica non è utilissima, porta pazienza, ma si può lavorare lo stesso nel mondo della gig economy almeno all’inizio).

  4. 4
    Irene -

    Ciao Franklin, come stai?
    Come sta andando la tua vita adesso e come ti senti?
    Ti auguro che questa lettera che hai scritto ti abbia aiutato ad essere più consapevole del tuo potenziale perché da quello che leggo, intanto, devo farti i più sinceri complimenti per la tua scrittura così piacevole da leggere che mi ha accompagnato volentieri alla fine del tuo racconto di vita.
    Ricordarti che è un momento e che tutto muta ed evolve nella vita, come spero sia successo da quando hai scritto questa meravigliosa Lettera ad oggi.
    Se tu vuoi puoi cambiare le cose, come ti sei impegnato nello studio ti auguro di preservare il tuo sogno e di perseverare nel realizzarlo perché te lo meriti.
    Grazie per esserti aperto con questa lettera, ti auguro il meglio dalla vita e ti auguro di avere quello che desideri!
    Ultima cosa, ti consiglio due libri da leggere se vorrai: WABI SABI di Beth Kampton e i sei pilastri dell’autostima di Nathaniel Branden.
    Spero che possano esserti utili.
    Un abbraccio,…

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