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L’Italia gridi all’Europa

La recente sentenza dei giudici di Strasburgo riguardante l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche ha attirato tutta la mia attenzione. Il tema coinvolge moltissime realtà: la storia e l’identità del popolo italiano, gli influssi della Chiesa Cattolica nella determinazione di questa identità, la convivenza dei popoli e delle religioni diverse, la natura culturale della croce, la natura religiosa della croce, la morte di Gesù, la giurisprudenza italiana, la Costituzione Italiana, il Concordato tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica, i Patti Lateranensi, le coscienze degli uomini, il ruolo dei filosofi (da Giovanni Gentile a Massimo Cacciari), l’autorità della Santa Sede, la definizione di simbolo, il dialogo tra simboli e tra culture, il Protestantesimo e l’iconoclastia, la natura più profonda che dovrebbe andare a definire l’Italia e l’Europa.
I temi sono tantissimi ed è difficile risolverli tutti in un colpo solo.
Su cosa poggiarsi per tentare una soluzione?
Prima di tutto bisogna decidere se una soluzione unica possa esistere. E poi, ammesso che possa esistere, occorre capire dove trovarla.
Nella coscienza? Beh, le coscienze sono diverse ed hanno tutte pari dignità!
Nel parere della giurisdizione? Pare che essa, almeno l’italiana, non possa troppo allontanarsi dalle posizioni comuni della maggioranza del popolo italiano!
Chiediamo dunque al popolo italiano? Sarebbe la tesi cara a Berlusconi, secondo cui la verità sta nella legge della maggioranza.
Nel parere della Chiesa Cattolica? Beh, bisognerebbe prima dimostrare che il crocifisso appartenga in primis alla cultura italiana e non alla religione cattolica, altrimenti la chiesa cattolica sarebbe parte in causa. Il crocifisso nelle scuole fu introdotto da Giovanni Gentile in epoca fascista, ed oggi è difeso da Massimo Cacciari. Sono questi elementi che ci permettono di interrogare la Chiesa Cattolica; la Chiesa Cattolica dice dunque chiaramente che il Crocifisso va appeso perché è simbolo dell’identità italiana, ed anche accusa Strasburgo di aver fatto della <>.
Il Cristianesimo è espressione della cultura italiana, ma non della cultura europea!
Dov’è l’ “Occidente” Giudaico-Cristiano? Forza Italia, predica Cristo all’Europa!
Fai capire all’Europa che la cultura non può non vedere nella croce il suo fulcro, falle capire che il Cristo Crocifisso è la luce insita nella filosofia di Hegel, di Kant, di Marx. Falle capire che il Cristo Crocifisso è la luce insita nelle poesie di Leopardi, di Montale, di Shakespeare. Falle capire che Cristo Crocifisso è la luce insita nel pensiero di Einstein, di Fermi, di Planck, di Schrödinger.
Italia, fai capire all’Europa che la luce di Cristo risolve il mistero dei quanti e concilia questa fisica con la Relatività di Einstein; falle capire che è la gravità il segreto di questo matrimonio perfetto! Prendi da Cristo, il Signore dell’Universo ed il Creatore di tutte le cose, il segreto della Teoria del Tutto.
E quando, Italia, avrai fatto questo, ricordati di Kant ed aiutalo: fai delle sue tre critiche una sola critica. L’Europa estasiata ti vedrà parlare ad un tempo di logica e di morale!
Italia, se non potrai fare tutto questo, almeno grida all’Europa che ne conosci la strada: il Crocifisso!
E dopo l’Italia, toccherà agli atei italiani gridare. Ma gli atei potranno gridare solo la loro follia! Pensavano di essere atei, e non sapevano invece che il Crocifisso era già dentro di loro. Il Crocifisso era nelle pagine di scienza che hanno studiato, ed era nelle parole di Leopardi. Semplicemente non se ne erano accorti.
E quando gli atei avranno gridato, toccherà a Giordano Bruno, a Galileo Galilei, a Tommaso Campanella. Essi grideranno che il Crocifisso era nelle stelle, nelle leggi della natura, nel loro stesso pensiero. Solo che non se ne erano accorti!
Quando tutti avranno gridato, griderà anche Gesù dalla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. E capiremo il dramma della croce: Gesù che aveva abbandonato la Sua posizione celeste, la Sua comprensione del “tutto”! San Paolo descrisse così questa singolare esperienza di Gesù: “spogliò sé stesso, prendendo forma di servo… umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte…” Filippesi 2: 5-8. Come dunque possiamo in quel Cristo soffermarci proprio sulla Sua conoscenza del tutto? Sul Suo essere al centro della cultura dell’uomo? Non sarebbe forse proprio il contrario del significato che Gesù scolpì nella Sua morte?

Lettera pubblicata il 17 Novembre 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Spiritualità

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    toroseduto -

    Imporre le proprie idee, di qualsiasi tipo, è sempre nefasto. Di bello al mondo c’è la diversità, ora barattare il crocefisso come un simbolo italiano, e scomodare filosofi, oppressi e oppressori, la dice lunga sulla ingenuità di questa riflessione.
    Siamo fortunatamente uno stato laico, nell’epoca della globalizzazione
    è anacronistico parlare di un simbolo religioso.
    Particolarmente oggi che si rimettono in discussione dogmi secolari, è
    dannoso essere attaccati al provincialismo intellettuale.
    Perchè imporre a tutti il proprio pensiero, quando si è diversi?
    Sarebbe meglio parlare di altri argomenti più pratici, tipo che gli edifici scolastici al 50% sono da ristrutturare, sono le prime strutture che crollano nei terremoti. E avevano il crocefisso.

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