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‘Fine di un amore’ e dipendenza relazionale

Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 10 Novembre 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 35 commenti

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  1. 31
    fl53 -

    dimenticavo, anche qui c’è scritto molto:
    http://www.letterealdirettore.it/disperazione/
    :))) ri-ciao

  2. 32
    filippo -

    Salve a voi che condividete con me una storia andata male.
    A me brevemente è successo che dopo 18 anni di vita insieme, la donna con la quale ho fatto una bambina non era felice e non ce la faceva a pensare di vivere ancora così. Non vi descrivo l’ambiente del quale si lamentava perchè non ha senso in termini effettivamente reali criticarlo.
    La sofferenza è stata enorme e come tutti mi sono chiesto come avevo fatto a non accorgermi di quello che lei pensava e provava mentre io ero intento a mandare avanti la famiglia.
    La sofferenza la conoscete si perde il senso di ciò che si è fatto ci si chiede come si può mentire per anni e come anche giustificandola si può non avere la consapevolezza di quello che si sta vivendo.
    Spero di aiutarvi nel dire che dopo due anni ho capito che quello che si era costruio era un rapporto fatto di potere di dipendenza e di violenza psicologica.
    Quando lei si è sentita forte, alla nascita della bimba ha esrcitato il potere per ottenere quello che voleva.Nonostante questo modo cruento ho pena per lei che crede che questo la renda forte e perfettamene dotata.
    Io ho assimilato che è su noi che dobbiamo lavorare, renderci indipendenti da quel bisogno di sentirsi attraverso gli altri come noi da soli non ci sentiamo.
    Costruire una casa che abbia la forza di essere indipendente perchè così sarà più felice di avere persone al suo interno.
    L’amore vero allora verrà e sarà più bello, più forte e più maturo di prima.

  3. 33
    stefano -

    ciao marta..
    parlare dopo il tempo è solo tempo perso, a cosa serve? solo a indurti a sbagliare di più, riferendomi al fatto che ogni scelta di x se sia insostituibile x se stessi, com el asolitudine, chi la fugge in realtà ce l’ha sempre vicino, ed è x ella una debolezza e una paura, la paura di perdere qualcosa, innanzi tutto ti dico, che non puoi nemmeno immaginare minimamente dal mio punto di vista, ovvio, di iniziare una storia se tra le tue e le sue distanze emotive non ci sia altro che un continuo proiettarsi, non è uno scambio come la società occidentale intende x una storia, il lasso di tempo di coniugi non fortifica anzi, indebolisce se la vedi con quell’ottica meschina di prendere e di dare, cmq 2o me lo sbaglio inzia col benessere, e con l’ignoranza, e siamo tutti patetici qui se abbiamo la presunzione di saper gestire la situazione meglio di te, xk non l’abbiamo vissuta noi, che noi abbiamo la nostra e tu la tua, certo, un consiglio ok, ma non proiettarti, non fantasticare, io sicuramente come ho sempre fatto, colgo e si deve o dovrebbe cogliere li semplice e la totalità di una persona conoscendola casualmente, x strada nella propria città… un altra cosa che separa è il pregiudizio, più uno si sa governare più è possibile che non si lascia fuorviare dagli interessi egoistici mascherati da sdolcinato amore, quello che la gente disprezza della vita è tutto ciò che in realtà ci serve..pure l’indifferenza avvolte va usata e saputa usare…
    spero davvero tu non sia tr grande x ricominciare, ma la prossima volta prenditelo possibilmente dietro l’angolo, e controlla l’emozione, xk in amore come x la verità quando sei sicura va tutto bene e sai tutto, è proprio li che accade qualcosa di strano e ti sfugge la situazione di mano…cercati degli amici, abbi fede, non mettere gli altri prima di te, abbi cura….ciao ciao
    STE*

  4. 34
    Giusy -

    sono stata anch’io vittima di un perverso narcisita aveva genti affettuosi solo e quando faveva richieste di sesso.é stato il mio primo uomo quanto male mi ha fatto,mi tradiva e mi mancava di rispetto intanto io morivo lentamente senza andar via,Oggi ho dato un nome al mio malessere dipendenza relazionale.Consiglio a tutte le donen di leggere il libro donne che amano troppo.La cosa piu imiportante avere un po di amore per se stessi.

  5. 35
    Giulia -

    Mi rendo conto di essere dipendente, dall’uomo che al momento … ha presa su di me. Semplicemente di dà la gioia di parlargli, di stargli vicino, di sentire l’energia delle cose che dice. Allora divento dipendente come una drogata, una alcolizzata. Se si allontana sto veramente male, non lo dico per dire. Preferirei stare male nel corpo, avere la febbre, il mal di pancia. Questa sofferenza mi abbatte e mi umilia. AIUTOOOOO !

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