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‘Fine di un amore’ e dipendenza relazionale

Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 10 Novembre 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 35 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 11
    Giada -

    Per ChiaraMente: la stima è una componente essenziale dell’amore, hai ragione. Tieni però conto che una persona violenta, che sente l’esigenza di alzare le mani per esprimere le sue emozioni, è una persona disturbata, che h cioè un problema di salute mentale (magari è anh un po’ stronzo, ma il problema c’è).
    La stima non può perciò perdersi a causa della malattia di una persona.
    Viviamo in una società che ha fatto della perfetta integrità fisica, della salute, del buonumore a tutti i costi, l’unico modello vincente. E’ un modello fuorviante.
    La malattia, anche quella mentale, va accettata come un elemento possibile nella nostra natura umana.
    Smetteresti di amare o stimare il tuo partner perchè diventa paralizzato e ti sputa la minestra in faccia?
    Credi che nel delirio di una persona che picchia non ci sia una manifestazione patologica estranea all’anima di quella persona?
    Il paragone con Madre Teresa di Calcutta è irriverente e non calza: non occorre essere santi per scegliere di stare dalla parte di chi non rende il male per il male.
    Si soffre e si cresce. Non significa accettare passivamente ma nemmeno gettare tutto nel secchio dell’immondizia.
    Troppi rapporti sentimentali oggi durano il solo tempo della loro perfezione…alla prima difficoltà…aria.
    Nessuno vuole provare a capire, a salvare ciò che di bello ha evidentemente fatto incontrare e unire due persone.
    Certo, la violenza non va acettata e occorre allontanare subito la persona ch si comporta così. Se non riesce ad accettare e ad affrontare il suo malessere, il problema è (e deve restare) solo suo. In questo ti do’ ragione.
    La bontà non implica il martirio.
    Ma c’è piu’ forza nella bontà e nella dolcezza che in tutte e sberle del mondo. E nessuna donna deve vergognarsi di provare un sentimento di nostalgia o affetto verso qualcuno che ha amato. Significa che il suo cuore e vivo e quando il tempo avrà guarito le sue ferite, saprà amare di nuovo.
    Questa volta con piu’ prudenza.

  2. 12
    ChiaraMente -

    Se tutti quelli che alzano fossero matti..ma chi te l’ha insegnato? Non ho neanche finito di leggere.

  3. 13
    ChiaraMente -

    alzano le mani, ovvio..la foga..

  4. 14
    Monk -

    @ChiaraMente: sono pienamente d’accordo con te, CM (carino l’acronimo)!. Qui si tenta di giustificare l’ingiustificabile, mio Dio! Cioè, uno vi passa la sveglia e voi vi mettete a capire il suo stato mentale invece di denunciarlo???!

    Ma dove caspio stiamo andando? Fermate il mondo, voglio scendereeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

  5. 15
    ChiaraMente -

    Grazie Monk! Davvero si leggono delle robe…e comunque secondo me i problemi mentali ce li ha più chi se le lascia dare che chi le da. Proprio non vogliono capire che a volte un bastardo è solo un bastardo- tutti coi problemi povere stelline, capiamoli…ma per favore! Magari avessero tutti problemi mentali, almeno sapremmo cosa farci. E invece guardacaso c’è un mucchio di gente che pesta senza il minimo disturbo mentale e un mucchio di gente con disturbi mentali che non lo farebbe MAI!

  6. 16
    giulio -

    Vorrei tanto poterti dare un cosoglio utile…. ma non ci riesco, perché forse servirebbe prima a me, che continuo a soffrire per amore dopo 2 anni che non sto’ piu’ con la mia ragazza!!! sono stato con lei 7 lunghi anni, e capisco bene cosa vuol dire dimenticarsi di chi si ama…l’unica cosa che posso dirti e di seguire sempre il tuo cuore e fare sempre quello che senti dentro… perchè dall’esterno nessuno puo’ capirti veramente..
    E non serve a ninte cercare di odiare quella persona o di dimenticarla…. a volte anche se il destino non ci vuole insieme, possiamo sentirci bene e andare avanti anche solo continuandola ad amare in silezio…..

  7. 17
    andrea -

    ciao
    ho letto i vostri interventi, e molte altre cose sparpagliate per il web sullo stesso tema
    io ho incontrato una ragazza che sta cercando di uscire da un rapporto di dipendenza, probabilmente più lieve di tanti che ho letto, ma comunque di dipendenza verso una persona estremamente insicura e problematica
    io e lei siamo abbiamo passato insieme 3 mesi bellissimi, poi alla prima piccola difficoltà lei è stata presa dal panico ed è andata in confusione
    dice di non sapere più cosa sente, di voler riprovare con lui
    dice di non potermi dare niente ora che è confusa
    io non mi voglio rassegnare, quello che ho visto di lei è troppo bello per rinunciarvi così facilmente
    ho solo tanta paura di essere arrivato al momento sbagliato, e che questa cosa del tempo sia un ostacolo insormontabile
    ci vogliono i tempi giusti per uscire da queste situazioni, e spesso ci vuole un periodo di solitudine
    il suo cuore deve sgombrarsi dai pesi prima di aprirsi al mio
    però non ce la faccio a mollare così, senza provare ad attendere facendo sentire la mia presenza costante ma nel modo più lieve e delicato che posso, cercando ci contenere al minimo il senso di aspettativa

    mi piacerebbe sentire i pensieri di chi si è trovato nella situazione della persona di cui sono innamorato

    ciao

  8. 18
    Giada -

    Per Chiaramente: bè, anche la scortesia si prende e si porta a casa, pazienza.
    E’ vero che chi alza le mani non sempre ha un problema mentale e che chi ha problemi mentali non sempre è aggressivo.
    Capire queste problematiche, tra l’altro, è la mia professione.
    Forse per questo cerco di distinguere la vita personale dalla casistica clinica.

    Il che non significa che giustifichi o abbia giustificato chi mi ha trattata male.

    Per Monk: sveglie e denunce.
    Ti spiego come funziona. Ti presenti al pronto soccorso, piena di lividi e con la faccia gonfia e dichiari che a ridurti così è stato il tuo compagno.
    L’infermiera ti guarda, ride e dice “però che grande amore!”.
    Poi arriva il medico. Lui non ti guarda nemmeno in faccia, ascolta distrattamente e referta il meno possibile, per evitare complicazioni giudiziarie e assicurative.
    Se proprio non hai fratture, ti da’ meno di 20 giorni di prognosi, termine entro il quale spetta a te, con querela di parte, denunciare chi ti ha picchiata.
    La Polizia è gentilissima, ascolta la tua storia, promette di convocare il responsabile, a patto che tu lo denunci, con querela.
    Alla domanda “Cosa gli farete?” ti rispondono che lo chiameranno per diffidarlo a comportarsi nello stesso modo. Punto.
    Tu invece devi andare da un avvocato e sporgere querela (800 euro + 150 ogni volta che conferisci con il legale + 200 euro a udienza + spese documentali).
    Ti aspettano circa 2-4 anni di attesa che un giudice esamini la pratica e iscriva il responsabile nel registro degli indagati, poi partono le indagini, e dopo circa 1-2 anni il processo.
    E’ a quel punto, Monk, che la sveglia la spegni.
    Torni a casa, smetti di rispondere al telefono, smetti di vedere chi ti ha picchiata, resti sola (gli amici si defilano un po’, sai sono situazioni imbarazzanti). Piangi, molto. Speri di non incontrare piu’ nessuno, di non innamorarti più.
    Poi ti guardi allo specchio: sei giovane, carina, intelligente, stimata sul lavoro.
    Forse invece potresti amare di nuovo, forse il prossimo non ti picchierà.

    Forse il “prossimo”, cara pettirosso, avrà le idee chiare e ti vorrà bene.
    Forse Andrea, capirai presto che il tempo siamo noi e che quando qualcosa non va, sta solo a noi e non al tempo, trovare il modo giusto per affrontarlo.

    Giada

  9. 19
    Giada -

    Scusa il nickname era Petalorosso, ho sbagliatto e scritto “pettirosso”. Sorry.
    Ciao!

    Giada

  10. 20
    andrea -

    grazie per la risposta, giada
    sintetica ma chiara
    a volte la persona che hai di fronte è estremamente delicata, e ci vuole tantissima attenzione per non invaderla
    a volte è difficile proprio perchè la persona che hai di fronte fa fatica ad affrontarle, certe cose, e a tratti preferisce nascondere la testa sotto la sabbia
    e le cose si affrontano in due
    io credo che il tempo abbia una sua importanza; ognuno ha dei tempi propri per guardare e mettere mano dentro di sè, e a volte amare significa anche comprendere e rispettare questi tempi nell’altro

    Quello che sto cercando di fare è più meno ciò che dici: rimanere lì e, cercando di esercitare la minima pressione possibile, trovare il modo giusto di affrontare il problema cercando di tenere presente chi ho di fronte (per quel che penso di aver capito di lei) pur senza snaturare ciò che sono.
    A volte mi attraversa un senso di impotenza…
    grazie, la tua risposta mi dà speranza

    andrea

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