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Fiat e lavoratori

di

Nessuno ne parla ma i fatti sono questi:
Nella fabbrica fiat di Pomigliano d’Arco nei giorni scorsi si sono avuti scontri tra i sindacati confederali CGIL, CISL, UIL e i lavoratori, per la protesta più che motivata dell’ennesima burla “aumento in busta di 100 euro mensili”.

Gli accordi presi da questi sindacati erano di 100 euro lordi in busta (in pratica si riducono ad appena 60 euro) versati dall’azienda in tre anni, e sesto giorno lavorativo non remunerato economicamente, con la formula del recupero quando lo stesso è richiesto dall’azienda e cioè: O cassa integrale, oppure il lavoratore si recupera con ferie non richieste quei giorni lavorati del tutto gratis.

Questi accordi, sebbene bocciati dagli stessi lavoratori con relativo documento firmato da circa 8.000 operai, i vari sindacati provvedevano senza nessuna autorizzazione a firmare questo contratto capestro.

Inoltre, le varie RSU erano contrarie a questo ennesimo ricatto e per questo il 90% degli operai provvedevano alla nomina di un sindacato autonomo “I COBAS”.

Morale della favola: i segretari dei sindacati sopra citati, si presentavano nei giorni scorsi alla massa operai con una certa arroganza e invitavano a tutti i lavoratori di ritornare nelle loro postazioni, RITENENDO che l’accordo era più che conveniente. Ebbene sono stati bersagliati da fischi e uova, senza rischiare l’osso del collo, purtroppo!

Conclusioni: Tutte le rsu, sono state licenziate e circa 20 operai hanno ricevuto multe con articoli che non specificano ne il reato e ne le motivazioni.

La fiat in questo momento va a mille, guadagna in Europa più di tutte le altre case automobilistiche, eppure vuole liberarsi dai suoi impegni.

Gli operai, hanno cosi denunciato i sindacati e l’azienda fiat al tribunale amministrativo di Napoli! Appuntamento, quindi, nel mese di Aprile.

E comunque, viva i giovani Francesi, che hanno capito che la globalizzazione serve solo ai ricchi e alla svendita dei più poveri.

Lettera pubblicata il 17 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 20 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Consumatori - Lavoro

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    leo -

    ho lavorato per 1 anno a Torino nel ’72 e altri 8 anni nella fabbrica in questione e ho conosciuto di persona il sindacato di Pomigliano d’Arco e le RSU di quelle aziende, perché non c’è solo la FIAT lì.
    dici cose vere! come azienda e come sindacato un solo commento si può fare: SCHIFO!
    COBAS?! sottoscrivo!
    niente più CGIL-CISL-UIL?! non posso sottoscrivere, perché, per quel poco che possono fare, tra CCNL, contratti integrativi o di area e difesa ed estensione dello statuto, nessun altro al momento lo potrebbe fare e c’è una massa di poveri giovani in precariato a tempo indeterminato che aspetta tutele che non ha e che ormai può solo fare affidamento sulla ripresa della concertazione con il centro-sinistra.
    probabilmente e come al solito, Napoli e l’area circumvesuviana sono zone dove il pus diventa cancrena.
    se sei coinvolto nella questione di aprile, auguri da un ex-metalmeccanico.

  2. 2
    Antonio -

    Cominciassero alcuni “lavoratori” a lavorare meglio, a non trafugare ricambi e accessori vari e a urinare nelle scocche e via dicendo…

    Di quello mai si parla ababstanza, ne’ dell’alto tasso di difetti delle macchine che escono da Pomigliano e Termini Imerese …

  3. 3
    Bruno -

    Quello che scrivi non c’azzecca nulla con il rispetto degli operai onesti, prima di sputare sentenze dovresti riflettere.
    Ammesso che le cose stanno come affermi, perché non vengono individuati gli operai che commettono questi atti criminali e vengono licenziati?
    Sei di destra e si nota.

  4. 4
    filippo -

    l’elevato tasso di difetti delle vetture FIAT è una precisa scelta strategica dell’azienda, non della manodopera: meno scarti in produzione, più bassi i costi della medesima, maggiore la competitività sul mercato, strategia ladrona ma funzionale alla logica dei profitti di una classe ladrona.
    i primi a esser presi a calci in culo dovrebbero essere certi industriali, manco gli operai disonesti, che evidentemente hanno ben appreso la lezione che è scesa dall’alto.
    dimostrazione del tipo di “impresa” (?!) potente in questo paese: da una parte un industriale perbene come Della Valle, nella cui azienda la gente lavora rispettata e rispettosa; dall’altra un magnate pescivendolo come Berlusconi che non lo sopporta perché sa che più di lui ha solo i soldi e il potere politico!
    dove sta la serietà nazionale se a un faccendiere da due soldi come Berlusconi, che ha avuto i fidi dalle banche – cosa ben dura perfino per Einstein in questo paese di m***a – solo per amicizia politica, può esser permesso di ringhiare dal palco confindustriale a delle persone oneste?!

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