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Estraneo su questo mondo

Buonasera,

è la prima volta che scrivo qui e non so ancora bene perchè lo faccio, ma credo sia semplicemente perchè i muri di casa mia sono ormai saturi delle mie parole e il silenzio del mio appartamento sta diventando un frastuono assordante ogni giorno di più. Di solito quando non ne posso più del silenzio attacco la musica e scrivo sulla mia Moloskine, questa sera non so che musica mettere e ho finito l’ennesimo taccuino. Ho 33 anni, vivo da solo, faccio scherma, tiro con l’arco e scherma storica, posso dire di avere un buon lavoro a tempo indeterminato….. e basta. Non ho altro da dire, perchè non c’è altro. Sono orfano e non so nemmeno di che nazionalità sono. Sembra una storia quasi da film strappalacrime e invece è la mia vita. Sono stato abbandonato in fasce, all’età di 4 anni sono stato adottato dalla classica famiglia per bene. Non ho mai capito da dove vengo, ho i tratti meticci, alcuni dicono che sono mezzo asiatico, altri che sono sud americano, altri ancora medio orientale….. Non so da dove vengo e francamente non sono ancora sicuro di volerlo sapere. Fino ai 6 anni posso dire che è andato tutto bene, poi la coppia che mi aveva adottato ebbe finalmente un bambino suo a discapito di tutti i pareti medici che davano i due impossibilitati ad avere figli. Mio fratellastro dopo un po si è rivelato tutto ciò che una coppia può desiderare, un bel ragazzo, intelligente, amichevole e di buone prospettive. Invece io ero un cane raccolto dalla strada, con una faccia da sbarcato da un gommone, con la pancia, goffo, non eccellevo ne a scuola e ne nello sport, facevo fatica a relazionarmi con i miei coetanei e spesso venivo preso in giro per tutto questo. Avevo anche il difetto di essere un piagnoccolone e mammone, cosa che faceva imbestialire il mio patrigno che non faceva altro che rimarcare quanto fossi inutile. Ho stretto i denti e ho tenuto duro fino a quando sono partito militare. E’ stato l’anno più bello della mia vita, avevo trovato degli amici, avevo qualcosa su cui potevo impegnarmi e dimostrare che anche un cane randagio può servire a qualcosa. Ovviamente la vita insegna che non tutto dura per sempre e passato il militare ho cominciato a lavorare. Vivevo sempre dai miei, pagavo regolarmente un affitto per la mia stanza e cercavo di essere il più invisibile possibile, usavo casa solo per dormire, lavanderia cena e pranzo cercavo sempre di farli fuori o al massimo da solo mi mangiavo un panino in camera al di fuori dai loro sguardi freddi ed estranei. Mi sono arrangiato per qualche tempo con tutto quello che potevo fare, poi finalmente mi si presentò l’occasione. Una grossa multinazionale della zona in cui vivo mi prese come tecnico trasfertista. Mi si è presentata una seconda possibilità, il randagio poteva ancora cercar di farsi valere in qualche modo. Ho girato il mondo per anni con il mio lavoro e non mi pesava affatto, al contrario dei miei colleghi io non avevo amici, affetti o una famiglia che fossero impazienti di vedermi. Impegnandomi a fondo sono anche riuscito a fare un po di carriera e a farmi rispettare dai colleghi. Poi 5 anni fa mi chiesero di prendere il posto di quello che allora era il mio capo. Accettai di buon grado con la speranza di poter salire ancora, ma poi lentamente qualcosa ha iniziato a spegnersi dentro di me. Gli anni trascorrevano e non riuscivo più ad avere lo stesso impeto di prima, è come se di 100 metri di gara avessi corso i primi 50 al massimo senza lasciare riserve per i successivi. Ora di anni ne ho 33, non ho mai avuto una ragazza (già esistono 30enni vergini, ho provato ad andare con qualche prostituta in giro per il mondo ma non ci sono mai riuscito, mi facevano pena), vivo in affitto da solo (anche se ho un buon lavoro le banche non concedono mutui a chi non ha qualcuno che firmi come garante, specialmente ad uno con il mio passato), non ho amici, non sento la mia famiglia adottiva ormai da anni e non ne ho una vera. Faccio più di uno sport, ma come dico sempre, faccio molto cose senza far parte di nulla. Le uniche relazioni che ho sono di lavoro o al massimo dentro la sala di scherma quando mi alleno, per il resto non ho nessuno, Natale, capodanno, pasqua, compleanni, per me tutti i giorni sono uguali, intrisi solo di silenzio. Sono anni che non parlo con nessuno, non più del classico piacere, arrivederci o buona giornata.Amici non riesco a farmene e di ragazze non ne parliamo, specialmente adesso con la fobia degli immigrati clandestini la gente mi evita come la peste. Io non voglio fare male a nessuno, a volte mi sento a disagio persino ad andare a fare la spesa. Esco per le commissioni e torno il più presto possibile a casa perchè se sto troppo in mezzo alla folla inizio a sentirmi male da quanto mi sento a disagio. Ogni tanto mi chiedo dove nella mia vita ho preso la strada sbagliata, dove ho preso la decisione che mi ha portato su questa strada e non su un’altra. Io vorrei solo parlare con qualcuno, uscire, fare qualche cazzata, fare una vacanza, un pranzo di natale, una grigliata di pasquetta, quello che fanno tutti……. Chiedo troppo? Non sono qui per farmi commiserare, sono qui solo perchè non sapevo dove scrivere questa sera dopo essere andato a far spesa ed essere scappato di corsa a casa.

Lettera pubblicata il 3 Ottobre 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 9 commenti

  1. 1
    Yog -

    Inquietante il fatto che scrivi su un taccuino. Spero che non te ne abbiano affibbiato uno farlocco, quello vero si chiama Moleskine. È roba da ricchi scrivere su una Moleskine. Invidiabile invece il fatto che nel tuo appartamento ci sia un silenzio assordante: di solito nei condomini c’è un gran casino. Quando attacchi la musica cerca magari di tenere il volume basso, o usa le cuffie.

  2. 2
    Rossella -

    Proprio adesso stavamo parlando dei nomi di battesimo. Tra le altre cose, neanche a farlo a posta, stanotte ho sognato una ministra –lo so che fa ridere- che faceva lezione in una classe vuota… ad un tratto si gira e mi chiede (io stavo sulla porta): -ma secondo te un bambino a che età dovrebbe decidere quale nome portare?- Buffissimo. Nel sogno mi prendevo abbastanza sul serio, le ho risposto per le rime e lei, con altrettanta calma, mi ha detto che, insomma, non le sembrava il caso di dare tutto questo peso al nome. A parte questo, che è una roba da ridere -un sogno per l’appunto- mi è capitato di riparlarne dopo cena ed è stata una banalissima coincidenza, infatti me ne sono guardata bene dal raccontare il sogno perché penso che non abbia senso parlare del passato con qualcuno che è concentrato sul progresso. Ma oggi sono tutti così… ti diranno tutti che trent’anni fa credevano a Babbo Natale, non è per cattiveria. Cero:- se avessi saputo cos’era la vita tante cose non le avrei fatte!- Tipo il nome… la scelta di tramandare il nome dei nonni. In realtà non si tratta di un omaggio… per quanto mi riguarda non ho frequentato mai nessuno ma mi sono sentita legata ad altre persone. Non mi sono sentita chiusa nella mia famiglia… non contano solo le somiglianze, forse sono importanti quando ti devi sposare perché ti senti in famiglia (alle volte si tratta di affinità caratteriali e di altri tipi di somiglianze)… per il resto è bello creare dei legami anche con amici di famiglia che sono stati i testimoni dei tuoi genitori, con una zia, ecc. Sembrano cose molto convenzionali, eppure hanno a che fare con la vita. In bocca al lupo 😉

  3. 3
    rossana -

    Evilnosaitho,
    triste e sconcertante la tua lettera, in cui traspaiono accenti di verità in una sofferta analisi.

    secondo me, hai avuto la peggior sfortuna nella famiglia che prima ti ha accolto, e illuso, e poi accantonato, e deluso. in un’età in cui ogni esperienza si incide in modo indelebile anche nella memoria inconscia.

    hai sperimentato il peggiore dei rifiuti e non ti è stato insegnato a dare e ricevere amore in modo corretto, né è stato saziato il tuo elementare bisogno di essere accolto. da solo, e con una profonda ferita nel cuore, ti sei comunque strutturato benissimo, meglio di tanti altri, amati e coccolati.

    qualcosa di simile nell’iniziale accoglienza ma di MOLTO più leggero nel prosieguo è successo anche a me. se ne vuoi parlare in privato, contattami qui: carren2@gmail.com

    non ti posso garantire continuità ma già percepisco affinità. tieni presente, però, che non rientro nella tua fascia d’età.

    un abbraccio.

  4. 4
    evilnosaitho -

    Yog non vedo cosa ci sia di inquietante nello scrivere su un taccuino. Ho preso l’abitudine da uno dei miei autori preferiti, Hemingway. Concordo che una Moleskine non è il taccuino più economico sul mercato, ma 16 euro una volta l’anno me li posso permettere. Da quel punto di vista ci sono molte altre marche per far lo splendido.

  5. 5
    calipipp -

    Ciao Evilnosaitho,
    Mi dispiace molto di tutte le vicissitudini che hai passato e che tuttora vivi.
    Anche io vivo ed ho vissuto una vita molto simile alla tua, senza amici, senza ragazza e senza niente. Ho lavorato in un paese estero per 6 anni, solo con relazioni di lavoro, senza alcuna relazione umana, stavo in ufficio 13 ore al giorno perché tanto non sapevo come passare altrimenti il tempo.
    Mi piacerebbe scriverti in privato se mi invii il tuo indirizzo e-mail.
    Il mio indirizzo è calipipp at yahoo punto com.
    A presto

  6. 6
    gimmy -

    evilnosaitho,
    non ti nascondo che leggere la tua lettera mi ha fatto molto rattristare, penso che storie del genere nella vita non dovrebbero nemmeno esistere. Lasciano un segno indelebile che porterai con te finchè esisti. A volte mi chiedo la finalità dell’adozione di una cerchia di individui, se poi questi sono i risultati. Chi ha conosciuto l’amarezza di un dolore, ha imparato benissimo il gusto della sofferenza, e non capisco come si possa sostituire o cancellare l’amore per un figlio scelto e voluto. La maggior parte di persone che frequenta questo sito, cè finita soltanto perchè accomunata dal tuo stesso senso di solitudine, ovviamente con parentesi diverse. Posso chiederti se è la diffidenza nei confronti degli altri che non ti fa parlare con nessuno? perchè lavorando e facendo sport, pensavo fosse più facile riscontrare una compagnia. Da parte mia posso dirti che è sbagliato isolare una persona solamente dai tratti somatici, anche se in questi ultimi tempi ci sono vicende legate agli stranieri, dove ci hanno lasciati sgomenti di fronte a crudeltà disumane; non si può fare di tutta un erba un fascio, ne tantomeno discriminare le persone dalla facciata esteriore; oggi come oggi penso si sia compreso benissimo che il volto del male abbia una presenza fisica evidenziata da tutti i colori del mondo, e non è sicuramente l’aspetto a rivelare le intenzioni o l’animo delle persone. Ognuno di noi porta con se un proprio racconto e merita il giusto rispetto e la dovuta possibilità a un personale riscatto. In cuor mio ti auguro di trovare la serenita e un tuo equilibrio, dentro un nucleo a cui poter appartenere e di dare un senso al quel sentirti estraneo. Se ti va di rompere questo tuo silenzio ed ogni tanto farti 4 chiacchiere questo è il mio indirizzo; gimmy19@libero.it ciaoo

  7. 7
    michelle -

    Ciao evilnosaitho,

    Mi ha fatto piacere leggere commenti di supporto e comprensione. Come vedi non sei solo.
    Ti consiglio di accogliere le offerte di sostegno e di dialogo che ti hanno offerto, scrivendo agli utenti che ti hanno dato l’indirizzo e-mail.

    Uno spunto su cui riflettere: spesso dopo determinate esperienze negative e di rifiuto, tendiamo a chiuderci in noi stessi e a non fidarci piu` di nessuno, cosí da non accorgerci piu` nemmeno di quelle persone che invece sarebbero disposte a starci vicino, a potenziali amici..
    Non vorrei che con il tempo tu abbia magari smesso di aprirti agli altri e di concedere una possibilita` a chi potrebbe sorprenderti e rivelarsi un amico. Di solito si fa perché si ha troppa paura di ulteriori rifiuti e sofferenze.. ma al tempo stesso ci si priva di tante gioie!

    Un abbraccio

  8. 8
    rossana -

    Michelle,
    vero quanto affermi: lascio abbastanza sovente un indirizzo mail ma sono pochissimi a farsi vivi. credo sia per le ragioni a cui hai accennato (abitudine alla chiusura – sfiducia nella possibilità di essere accettati) ma anche, forse, timore di rivelare ulteriori dettagli di inevitabili approfondimenti oppure per la consapevolezza di non individuare, fin dal testo d’invito, sufficienti sintonie per aprire il dialogo.

    a parte i contatti privati a fini amorosi, solo chi si trova in un momento di particolare confusione o di emergenza esistenziale si spinge oltre questa vetrina. in linea di massima per lo stretto necessario a superare la difficoltà, per poi sparire nel nulla… una forma più ravvicinata dello scopo di base del sito…

  9. 9
    evilnosaitho -

    Ringrazio tutti delle parole e scusate se rispondo solo ora ma ero in trasferta. Ringrazio anche chi mi ha lasciato il suo indirizzo mail per due chiacchiere, non escludo il fatto che possa scrivere, ma per il momento sono impegnato con un po di trasferte che mi stanno occupando mente e corpo. Per il momento il frastuono del silenzio non si sta facendo sentire. Grazie ancora

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