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L’elogio della morte

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Lettera pubblicata il 4 Novembre 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 36 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 21
    toroseduto -

    @ Oracolo
    Allora hai urgente bisogno di leggere Brian Weiss, nell’ambito scientifico, sono crollati molte antiche convinzioni. Ho accostato le riflessioni di Pitagora alla recente esperienza di Weiss.
    Tutto quello che è stato scritto prima sulla regressione, è obsoleto.
    Ora stanno tutti imitando, dopo lo scetticismo iniziale, il metodo
    venuto fuori per caso tra laltro, di B. Weiss, dato che fornisce una prospettiva completamente nuova, e tu da studioso sai con quanta fatica si fanno strada le nuove conoscenze, lo scetticismo di chi è ancorato agli schemi abitudinari, è stato sconfitto dalla caparbietà
    e la convinzione che Weiss ha dimostrato dal vivo ai scettici le sue
    scoperte. Ha pubblicato 5 libri, ti consiglio di cominciare dal primo
    “MOLTE VITE UN SOLO AMORE” perchè in questo scopre nell’analisi di una paziente il fatto che lei era in una vita precedente, e descriveva anche la sua morte, cosa che si è ritpetuta centinaia di volte, con altri pazienti. Sono nati molti imitatori, sono stato su un sito italiano, il titolare ha pubblicato un libro, ha copiato anche la copertina dei libri di Weiss! squallido…l’ho cancellato, preferisco l’originale. Insisto molto sul fatto che devi leggerlo, il
    gioco delle vite, diventa più chiaro. poi stiamo parlando di uno studioso, mica dei romanzi di BROWN! toroseduto

  2. 22
    mili73 -

    si è vero che è terribile vedere una persona sofrire così, capisco ciò che intendi… ma per colui o colei non ci sono speranze e allora in quel caso la morte diventa una liberazione.
    Nel caso di mio fratello lui non voleva perdere la speranza, e tutti noi gli davamo man forte affinchè fino all’ultimo ce ne fosse un briciolo.Ma i casi sono tutti diversi… coloro che non vogliono morire… devono…perchè non hanno scelta.
    Adesso io cosa dovrei fare? dovrei spararmi con tutto quello che mi è successo…
    la sofferenza fa parte della vita… è così non c’è un perchè nè una ragione… dobbiamo accettarla.. non può sempre andare tutto bene..
    Vedi oracolo io non sono sola , devo essere un sostegno per mio figlio . quello che lui ha vissuto ,(la vicenda del padre) , non è un buon esempio. Devo fargli capire che ciò che è successo non rientra nella normalità… devo essere forte per lui ,fargli capire che nella vita ci sono anche gioie non solo dolori … e non sarà facile… solo lo scorrere del tempo mi darà ragione… lo scorrere della vita.

  3. 23
    minurta -

    La vita è chiaramente ”un luogo” di passaggio doloroso, una sorta di purgatorio a quanto pare inevitabile. L’istinto fortissimo instillato in noi fa si che la vita venga elargita in qualunque condizione, in maniera inoppugnabile. La presenza di piccole gioie serve a rendere si la vita sopportabile (la vita può essere solo sopportata, non certo amata, ciò che chi dice di amare la vita ama è il lato luminoso della stessa, sfido chiunque a dichiarare di amare l’amaro di cui la vita è fatta, in questo senso infatti solo il santo ama veramente la vita, intesa in ogni suo aspetto) ma anche a fondare su queste ogni speranza che si accompagna alla trasmissione della vita stessa. Se procreare venisse fatto dopo un’attenta e razionale valutazione di tutto ciò che nascere e vivere comporta, credo che il numero di presenze su questo pianeta sarebbe sensibilmente ridotto.
    Credo che se si usasse più testa e meno istinto ed emotività, se si valutassero tutti i rischi che la vita porta con sé, si arriverebbe a comprendere come, in queste attuali condizioni (non so se la vita umana possa mai evolvere verso uno stadio meno doloroso) nascere e vivere non sia minimamente auspicabile. E questo perché nonostante ogni bene, ogni gioia o destino poco duro o addirittura favorevole, alla fine dell’esistenza ci si ritrova comunque sconfitti (deboli, malati, privati, soli, e comunque costretti ad abbandonarla) in quanto mai veramente e completamente padroni di scelta.

  4. 24
    toroseduto -

    @ minurta
    Spero che tu sia molto giovane, così magari se t’impegni a dare uno sguardo al di là delle cose che affermi, potresti acquisire una visione completamente diversa. Se non l’hai fatto, leggi il mio post 11 e 13. Non ti serviranno granchè, sono solo un piccolo assaggio, per avere una visione più ampia, dovresti leggere almeno I GRANDI INIZIATI di EDOARDO SHURE, particolarmente il capitolo su Pitagora, di cui ho messo uno stalcio.
    Da quello che hai scritto, hai una visione (che rispetto comunque) sconfortante. Vedi, io ho avuto le maggiori sofferenze nell’infanzia,
    ho sempre amato leggere, non ho mai avuto nessuna religione, mi sono fidato del mio istinto.Verso i 30 anni cominciai un cammino non ancora interrotto, di lettura e studio senza metodo, “sentivo” cosa mi sarebbe servito. Ho citato Shure e Weiss nei miei post, ma in mezzo ci sono centinaia di libri, sono un lettore da 40-50 libri all’anno, non ho trascurato niente, filosofia, psicologia,religione, non lo dico per vantarmi di qualcosa, ma tutto questo mi è servito a crescere nello spirito e a creare un sano distacco dalle apprensioni
    umane, ho raggiunto uno stadio che mi permette di affermare che non c’è ingiustizia nella somma delle vite, sì, credo nella compensazione
    nelle diverse vite precedenti e future che spettano a tutti noi, ed in quest’ottica sorrido anche alle cose brutte che mi sono capitate,
    perchè mi hanno fornito l’energia di credere che c’è sempre qualcosa di peggio. Mi rendo conto che sembro una specie di marziano, ma di quello che ho assimilato, ho avuto le prove! Tangibili e da toccare.
    Mi stò misurando attualmente con alcuni libri difficili, i pensieri Gnostici,roba di 2500,3000 anni fa. Ritrovati in una caverna nei pressi del mar morto e che gli studiosi di tutto il mondo stanno traducendo. Gnosi = conoscenza, in parte l’ho trovata, ma il cammino è ancora lungo. sono un eterno studente, ma soddisfatto di quello che ho assimilato. Tu ti sei già arresa…Peccato! toroseduto

  5. 25
    minurta -

    x toroseduto
    Non sono poi così giovane, la mia è una visione delle cose data dall’esperienza e dall’osservazione dei fatti, che non credo potrà cambiare visto che mancano i presupposti.
    Ti ringrazio x i suggerimenti letterari, amo leggere molto anch’io e devo dirti che non scarterei del tutto la teoria della reincarnazione, potrebbe essere appunto una spiegazione alle migliaia di differenze di destino che abbiamo intorno. Il fatto è che, reincarnazione o meno, aldilà felice o ”ricompensatorio”, causa ed effetto a parte, è la dolorosità dell’esistenza che non me la fa accettare serenamente, perchè qualunque possa essere l’eventuale ”ricompensa” finale, è comunque attraverso un cammino (se parliamo di reincarnazione addirittura di millenni o più!!) doloroso che bisogna giungerci, per questo, potendo utopisticamente scegliere, preferirei non nascere e far nascere affatto, al di là di ogni ”happy end” a cui si potrebbe giungere, semplicemente perchè, personalmente, preferisco il non essere all’essere in simili condizioni (MOLTO teoricamente, visto che credo il non essere solo ipotizzabile, non credo cioè sia possibile non essere). Può sembrare contraddittorio, ma è proprio una questione di difficoltà di accettazione.
    Concordo anche sulla questione della crescita, della maturazione e dell’eventuale evoluzione spirituale attraverso le esperienze e la ricerca, ma ripeto, troppo doloroso il cammino per non sentire un moto di avversione per il tutto e una simpatia per il nulla.
    Cari saluti

  6. 26
    toroseduto -

    @ minurta

    Sono stato molto indeciso se era il caso di aggiungere qualcosa.
    Quando Oracolo ha proposto di scrivere personalmente a lui, ho scelto di continuare qui sul blog, ritenedo che potesse nascere un qualchecosa di interessante nel confrontarci.
    Io mi sono aperto abbastanza, ho pensato che il tema era valido,
    dal mio punto di vista.
    Dalle nostre esperienze possiamo comunicare qualcosa ad altri.
    tu avrai senz’altro i tuoi motivi nel dire ciò che pensi.

    Anche se mi sfiora il pensiero che possa esserci contraddizione
    tra il tuo modo di inquadrare la vita, e allo stesso tempo scrivere
    su un blog. Non ti chiedo niente, rispetto il tuo “sentire un moto di avversione per il tutto e una simpatia per il nulla”.

  7. 27
    tracy -

    Nel pensiero comune vivere sulla terra è normale e rassicurante mentre “essere morto” è una scarogna, anche se inevitabile, molto poco salutare ed assolutamente anormale. I “morti” sono piuttosto oggetto di compassione dato che non vivono sulla terra. Questo modo di pensare pone l`accento principalmente sulla vita terrena e sul corpo fisico dell`uomo dato che solo al momento della morte ci rendiamo conto di averne uno anche spirituale nonostante sia sempre esistito. L intero processo dell`abbondono della terra( ovvero del morire) è una cosa perfettamente normale ma viviamo nell`ignoranza di cosa sia l`aldilà putroppo e l`ignoranza ( o la mancanza di conoscenza) si traducono in paura.

  8. 28
    zxcv -

    ciao a tutti, volevo iniziare rivolgendomi a toroseduto perchè commentando un suo post ho fatto un riferimento ai malati terminali, ma ora che leggo qui delle sue esperienze passate mi sono reso conto della mia mancanza di tatto e che avrei potuto evitare un riferimento così diretto ed esplicito.
    magari non si è offeso, ma non conoscendola potrei aver toccato un punto sensible e aver ferito la sua sensibilità, per cui in ogni caso mi sento di chiederle scusa. (ma visto che scrivo a distanza di anni probabilmente non lo leggerà nemmeno)
    passando all’argomento di questo post, secondo me esaltare o sminuire non ha senso perchè la morte non esiste. non esiste in sè e per sè, come concetto “a parte”…è una parola che viene usata per sintetizzare il concetto di “fine della vita”. perchè al mondo ci sono: l’inizio della vita, il corso della vita e la fine della vita. non c’è la morte; e infatti non ha nè inizio e nè fine. no? la fine della vita non è l’inizio della morte e l’inizio della vita non ne è la fine. dove finisce la vita inizia il nulla…forse “consola” sapere che finita la vita del corpo inizia quella dello spirito nella morte ma non si sa se è così…anzi secondo me non è così.
    però credo rassereni di più pensare che non esistono spiriti o entità oscure che vengono a strapparti qualcosa che altrimenti sarebbe tuo per sempre ma che esiste semplicemente qualcosa, la vita, che esattamente come il mondo che la ospita ha un inizio e una fine, deve averli se vuole esistere; non si sa come nè quando ma è scritto che debba finire un po’ come la benzina in un serbatoio.. è nella natura delle cose; e anche se trovo intriganti le notizie sull’ipnosi, faccio fatica a credere nell’aldilà e soprattutto nella reincarnazione. il pensiero che le sofferenze di oggi siano la
    “giusta(??!?)” conseguenza o punizione di brutte azioni nelle vite precedenti mi sembra un’altra delle tante invenzioni per annebbiare la propria mente e darsi una speranza consolatoria di una seconda possibilità. per allontanare il pensiero che devi darti da fare perchè purtroppo per te hai solo questa vita, per dare un perchè alle buone azioni, e per placare la paura e la disperazione di sbagliare e sprecare la propria vita (o di averla buttata nel cesso come il sottoscritto).
    permette anche di lavarsi le mani delle sofferenze altrui: “se soffre è perchè se lo merita. avrà fatto qualcosa di male nella sua vita precedente, quindi non vedo perchè dovrei aiutarlo…”. ma poi questi esseri superiori sanno solo giudicare e premiare/punire? il perdono e la comprensione per esseri che non hanno la scienza infusa o la palla di vetro, e quindi necessariamente sbagliaranno qualcosa?
    ma il post mi sembra che fosse più centrato verso le ingiustizie della vita che su tutte queste cose…perchè nascere in africa debba comportare una vita ingrata e una morte precoce? perchè secondo me le persone hanno quello che gli capita, non quello che si meritano.

  9. 29
    zxcv -

    anzi, hanno un mix delle due cose. se il rapporto è 50 e 50 o sbilanciato verso una delle due non so, sono indeciso, ma di sicuro ci sono entrambe, non è solo una questione di merito o “giustizia”.
    anzi adesso dirò una cosa politicamente scorretta forse ma, se ci pensi, loro che sono nati in quel posto hanno la consolazione (che dà serenità) di potersi dire che non è stata colpa loro in fondo, che gli è capitato e non potevano farci nulla. un po’ come quei bambini che non ricevono amore perchè orfani…loro possono dirsi che se non sono stati amati non è stato per colpa loro ma per via della sfortuna che li ha privati dei genitori, hanno almeno questa consolazione ecosì hanno la possibilità di star bene con se stessi e non odiarsi; ma quelli che i genitori li hanno? e magari vivono anche in un paese del primo mondo? come si spiegano le loro sofferenze e le loro mancanze se sono nati in un posto dove “avevavo tutto”?? se non possono giustificare le proprie sofferenze con la sfortuna gli resta solo da dire “è stata colpa mia, me lo sono meritito”…e non si vive bene. finchè riesci a respingere questi pensieri rimani in salute e non hai problemi, ma appena uno di questi riesce ad attaccarsi alle tue spalle a quell’uno iniziano ad aggrapparsi decine di altri…e alla fine ti ritrovi sommerso con un peso enorme sulla schiena.
    funziona un po’ come il cemento. finchè il cemento è liscio e pulito si staglia in tutta la sua forza e la sua solidità, ma appena ci si forma una muffa… sopra a quella muffa inizierà a crescerci del muschio, magari dopo un po’ su quel muschio spunterà dell’erba, dei fiori e poi arriveranno anche le radici degli alberi e in non molto tempo il cemento si sarà spaccato.
    è questa la cosa politicamente scorretta: essere orfani o nascere in un paese del terzo mondo può essere una fortuna; e te ne accorgi se consideri la questione da aspetti non legati esclusivamente alla materialità quali soldi, successo, cibo di prima scelta, sesso…
    cmq su una cosa sono molto d’accordo: la morte è sottovalutata. in realtà pensare che la vita avrà fine ti rilassa,fa perdere di valore a un sacco di cose che per via della loro “importanza” ti tengono prigioniero, pensare che ogni giorno è quello giusto per morire ti convince che è meglio vivere intensamente ogni momento, ti permette di vivere la vita per quello che è: qualcosa senza scopo, da godere e basta.
    se ci riesci…

  10. 30
    toroseduto -

    Nessun problema,zxcv, tranne il tuo nick, sono le lettere consecutive sulla tastiera partendo dalla z. Comunque sono maschietto, forse non hai letto attentamente.
    Vengo da una lunga pausa, con questo sito ogni tanto ci vuole una vacanza. Presumo che tu ci sia arrivato da poco. E come tutti noi che abbiamo cominciato a scrivere in un momento di debolezza o smarrimento
    ti mantieni molto nel vago, mi dai la sensaziome che tu lo faccia senza aspettarti una risposta.
    Azzardo che devi essere molto “ammaccato” da qualche esperienza negativa sentimentale, non voglio assolutamente intrufolarmi nelle tue cose, penso che lo scrivere su questo blog in alcuni casi sia un blando tentativo di ribellarsi alle avversioni che la vita ci offre.
    Le riflessioni nascono dall’empatia per chi si nasconde un po’ come fai tu. Non è una critica, sia ben chiaro! Fa parte della mia indole e dal mio avvicinarmi a qualsiasi cosa agita una sofferenza.
    Il tuo pessimismo, da qualsiasi cosa sia generato, mi fa capire che sei nel labirinto e non vuoi uscirne.
    A questo punto, cosa dirti… ci sono stato anche io, e ci ricasco tante volte ancora, poi mi imbatto in qualche buon libro e aggiungo un paletto su un’altra certezza. E così il tempo passa e raggiungo la meta, provvisoria, ma riesco ad essere felice quando assorbo e mi ritrovo con persone che accettano il dialogo e mi prendono sul serio.
    Nella vita reale naturalmente, questo sito è un lacrimatoio immenso, e a volte mi sono chiesto se è valsa la pena di aggiungere un commento
    … è molto nocivo spremersi le meningi per niente.
    Mi diverto di più a comporre musica, lo faccio da 50 anni e gran parte
    della mia vita è scandita da qualche felice ispirazione, molto spesso arrivano solo scarabocchi, come dicevo ad un ragazzo su questo sito.
    ti “passo” una mia riflessione. La musica di Mozart, Beethoven è immortale, quindi hanno solo lasciato un corpo su questa terra, la loro musica vivrà per l’eternità…quindi, nel nostro piccolo, noi persone banali, abbiamo una chanche per l’immortalità… cercare di lasciare qualcosa agli altri, fosse anche uno sparuto gruppo di amici,
    vale la pena di provarci, non siamo noi a doverci arrendere, e il provare e riprovare che da un certo senso al tutto.
    Ciao zxcv, TS

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